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La città immaginata di Maurizio Memol

6) La Teoria della rendita urbana: elaborata a partire dalle riflessioni di Robert M Haig (192 per il quale «la distribuzione delle varie attività nelle diverse aree tende ad essere

2.5 La città immaginata di Maurizio Memol

Dopo aver delineato le principali teorie per l’interpretazione geografica della città e aver fatto riferimento al concetto di regione-città prendiamo in considerazione il lavoro realizzato da Maurizio Memoli (2005) riguardante la città di Salvador de Bahia rappresentata dai suoi abitanti attraverso la creazione di mappe geografiche. Produrre un'immagine della città significa operare una manipolazione della realtà, cedendo alle conoscenze, alle fantasie o ai sogni della domanda. La realtà perde gran parte della sua natura, una volta proiettata nell'immagine. Essa manifesta un certo grado di distorsione della realtà, generato dal fatto di essere composta di immagini-simbolo (Memoli, p.25). Però non bisogna trascurare che la città emerge dall'articolazione di una struttura sociale (Castells, 1975); è la manifestazione formale di una produzione del contenuto sociale (Lefebvre, 1974). Per questa ragione diventa sempre più necessario concentrarsi sulle identità

37 locali, valorizzando le specificità dei luoghi, delle regioni-città, con le loro potenzialità, le loro ricchezze culturali e naturalistiche (Augustin, Latouche, 1998 in Memoli, 2005). Maurizio Memoli sottolinea, a tal proposito, quanto la distinzione tra città materiale e immateriale generi due “luoghi” paralleli nella società urbana: l’uno che considera le eredità e le dinamiche del territorio, l’altro la storia, le pratiche, i processi della società urbana e le percezioni che gli abitanti ne traggono (Memoli, 2005, p.26). Seguendo le variabili fondamentali del territorio (lo spazio e la società), si può dunque studiare l’evoluzione dei luoghi (a differenti scale). La costruzione della partecipazione-esclusione, prosegue Memoli (2005), può essere riscontrata nelle riflessioni, nei sentimenti e nelle percezioni che i cittadini hanno della loro città e nelle immagini simboliche che essi stessi tracciano. Di qui il ricorso all’uso delle mappe disegnate dai cittadini stessi. Si esplora pertanto la città per mezzo di alcune forme rappresentative, emergenti dalle mappe. Seguendo questa prospettiva l’autore individua spazi emblematici e luoghi- immagine. Lo studio su Salvador de Bahia condotto da Memoli, è un utile punto di riferimento anche per la nostra ricerca, dal momento che permette l’emergere di due prospettive sulla città: la prima che procede dai luoghi verso le loro rappresentazioni; la seconda che, partendo dalle rappresentazioni, prova a reperirne gli spazi di riferimento. Maurizio Memoli (2005) precisa altresì che la sua ricerca non consta di una raccolta dati che pretende di essere un quadro statistico esaustivo, né un'inchiesta quantitativa; piuttosto una raccolta critica di dichiarazioni, di intenti, di desideri che segnalano consistenze e incongruità nella regione-urbana. La nostra ricerca, vuole essere una rappresentazione della città ad opera dei migranti, grazie al loro punto di vista emergente dalle mappe, e non può che trarre riferimento dal lavoro di Memoli (2005). I geografi (Bianchi,1987; Corna Pellegrini, 1992; Ave-Corsico, 1994; Dematteis, 1994; Coppola, Sommella, Viganoni, 1997), hanno ricercato e riflettuto ampiamente sul ruolo che le immagini occupano nella strutturazione dell'appartenenza identitaria, nella costruzione del senso della cittadinanza, perché se «l’immagine serve a stabilire una identità sul mercato» (Harvey, 1997, p. 352), l’immagine urbana veicolata sarà fondatrice dell’identità della città stessa (Memoli, 2005).

2.5.1 Città immaginaria o immagine della città in Maurizio Memoli

L’identità formalizzata non è esclusivamente espressione di rapporti di potere agiti su di un determinato spazio, ma diviene “fondativa dei luoghi” che rappresenta (Coppola, Sommella, Viganoni, 1997, p. 68; Memoli, 2005, p. 22.). La comunicazione politica utilizzando molto spesso discorsi uniformati per promuovere l'immagine della città, determina dunque una regione- città omogenea, un unicum rappresentativo (Memoli, 2005, p. 22). Si delinea pertanto una visione uniformante, che nasconde o maschera le fratture critiche della società urbana,

38 promuovendo altresì fenomeni di frammentazione e di esclusione, in particolare per i settori già marginali, fisicamente e socialmente, delle città stesse. Le politiche e i territori diventano sempre più simili. Scrive a tal proposito Memoli: «città tropicali avanzate, metropoli terzomondiali post- moderne, antiche capitali europee o città globali del primissimo mondo opacizzano le differenze nella produzione di immagini » (Memoli, 2005, p. 23). Il geografo partenopeo sottolinea inoltre quanto il rapporto tra il territorio (nelle sue trasformazioni storiche, nelle espressioni tradizionali culturali, nei luoghi a forte connotazione simbolica, negli spazi di appropriazione volontaria o spontanea ecc.) e il potere ( politiche di pianificazione e rappresentazione, riqualificazione urbana, politiche sociali, organizzazione di eventi e manifestazioni, potere mediatico ecc.), si trasformi incentivando notevolmente il peso del secondo (Memoli, 2005, p. 24). Oltre a ciò nel porre in relazione le componenti urbane si crea una serie di immagini, ereditate o ragionate, volontarie o spontanee, che vanno assumendo forme semantiche sullo schermo dell'insieme comunicativo, al fine di essere rinviate, ri-lette e ri-utilizzate, modificando in ciò il loro significato originario (Lynch, 1964). Molto spesso inoltre la popolazione urbana mostra una conoscenza della identità collettiva decisamente segmentate, mostrando in tal modo che tale conoscenza non è la stessa per tutti i settori sociali (Capel, 1975).

2.5.2 Una città in mente: le geografie dei cittadini di Salvador de Bahia

Ogni carta mentale è pertanto un viaggio all’interno dell’universo della regione-città e consente

di leggere temi e funzioni differenti in base allo sguardo dell’osservatore. In questo orizzonte, l'esercizio di disegnare una mappa mentale può dare sostanza a tre temi principali: la rappresentazione, la percezione, l'interpretazione (Memoli, 2005). La rappresentazione geografica delle carte mentali è collegata a «un ordine strutturale e a una logica già data» (Garroni, 2005, p. 150). La logica per Memoli (2005) è costituita dalle conoscenze spaziali, dalle pratiche quotidiane personali e dalle immagini collettive e politiche. La percezione genera letture sensoriali del territorio legate alle sensibilità soggettive di carattere visuale, tattile, sonoro, olfattive e mentale (Lynch, 1964; Torres, 2005; Memoli, 2005). La mappa mentale tende infatti a materializzare le considerazioni di senso in una rappresentazione, eventualmente anche povera nel tratto. L’interpretazione fornisce alla mappa ( non solo a quelle mentali), un’oggettivazione razionale che di fatto porta ad una decodifica dei segni, dei simboli, dei linguaggi e dei significati. Attraverso l’interpretazione di un'unica legenda convenzionale (quindi assente), la carta geografica (al pari della mappa mentale), riassume e determina i fenomeni spaziali offrendo una rappresentazione comunque considerata legittima (Memoli, 2005,p. 155).

39 Nella presente ricerca, sulla scia di Memoli (2005) e di Pezzoni (2013), si procede ad una lettura qualitativa delle mappe mentali utilizzandole come rappresentazioni singole dello spazio soggettivo. L’esigenza fondamentale dell'uso dello strumento mentale non consiste nel costruire un universo significativo della regione-città, bensì di singole proiezioni dello spazio personale (Memoli, 2005, p. 155). Il rischio che si corre, e vedremo nel capitolo 4 della presente ricerca, dedicato all’interpretazione delle mappe, è rappresentato dal fatto che ogni categoria sociale rappresenti la città per mezzo dello spazio che concretamente utilizza, le funzioni di cui usufruisce, ignorando molto spesso quasi totalmente il resto (Memoli, 2005). Infatti dalla ricerca di Memoli (2005), emerge che tutti gli strati sociali dimostrano una certa conoscenza dei percorsi quotidiani, molto meno dell'insieme metropolitano. Ne emerge pertanto, per mezzo delle porzioni disegnate, una Salvador de Bahia composta di spazi e società che non si toccano. Commenta Maurizio Memoli:«Ancora una volta città di frammenti che solo si sfiorano in alcuni luoghi e momenti» (Memoli, 2005).

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