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Le città, e quelle massimamente che non sono bene ordinate, le quali sotto nome di repubblica

Nel documento PENSIERI SUGLI UOMINI (pagine 78-82)

si amministrano, variano spesso i governi e stati

PENSIERI SUOLI UOMINI 7Q loro, non mediante la libertà e la servitù, come molti credono, ma mediante la servitù e la licenza:

perchè della libertà solamente il nome dai ministri della licenza, che sono i popolani, e da quelli della servitù, che sono i nobili, è celebrato, desi¬

derando qualunque di costoro non essere nè alle leggi nè agli uomini sottoposto. Vero è che quando pure avviene (che avviene rade volte) che per buona fortuna della città, surga in quella un savio, buono e potente cittadino, dal quale si ordinino leggi, per le quali questi umori de’ nobili e de’

popolani si quietino, o in modo si ristringano che male operare non possino; allora è che quella città si può chiamar libera, e quello stato si può stabile e fermo giudicare: perchè sendo sopra buone leggi e buoni ordini fondato, non ha neces¬

sità della virtù di uomo, come hanno gli altri, che lo mantenga. Di simili leggi ed ordini molte repubbliche antiche, gli stati delle quali ebbero lunga vita, furono dotate; di simili ordini e leggi sono mancate e mancano tutte quelle, che spesso i loro governi dallo stato tirannico al licenzioso, e da questo a quell’altro hanno variato e variano;

perchè in essi, per i potenti nimici che ha ciascuno di loro, non è, nè puote essere alcuna stabilità:

perchè l’uno non piace agli uomini buoni, l’altro dispiace ai savj ; 1’ uno può far male facilmente, r altro con difficoltà può far bene; nell’ uno hanno troppa autorità gli uomini insolenti, nell’altro gli sciocchi ; e 1’ uno e 1’ altro di essi conviene che sia dalla virtù e fortuna di un uomo mantenuto, il quale, o per morte può venir meno, o per travagli diventar inutile.

Storie, IV, 1.

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Sogliono le provincie, il più delle volte, nel variare che le fanno, dall’ ordine venire al disor¬

dine, e di nuovo di poi dal disordine all’ ordine trapassare; perchè, non essendo dalla natura con¬

ceduto alle mondane cose il fermarsi, come le .arrivano alla loro ultima perfezione, non avendo più da salire, conviene che scendino; e simil¬

mente, scese che le sono, e per gli disordini all’ul¬

tima bassezza pervenute, di necessità, non potendo più scendere, conviene che salgano: e così sem¬

pre dal bene si scende al male, e dal male si sale al bene. Perchè la virtù partorisce quiete, la quiete ozio, l’ozio disordine, il disordine rovina;

e similmente dalla rovina nasce l’ordine, dall’or¬

dine virtù, da questa, gloria e buona fortuna.

Onde si è da’ prudenti osservato, come le lettere vengono dietro alle armi; e che nelle provincie e nelle città prima i capitani che i filosofi nascono.

Perchè, avendo le buone ed ordinate armi partorito vittorie, e le vittorie quiete, non si può la fortezza degli armati animi con più onesto ozio, che con quello delle lettere, corrompere ; nè può l’ozio con maggiore e più pericoloso inganno, che con questo, nelle città bene istituite entrare. Il che fu da Catone (quando in Roma Diogene e Cameade, filosofi mandati da Atene oratori al senato, ven¬

nero) ottimamente conosciuto; il quale veggendo come la gioventù romana cominciava con ammi¬

razione a seguitarli, e conoscendo il male che da quello onesto ozio alla sua patria ne poteva risultare, provvide che niun filosofo potesse essere in Roma ricevuto. Vengono per tanto le provincie per questi mezzi alla rovina; dove pervenute, e gli uomini per le battiture diventati savi, ritor-

PENSIERI SUOLI UOMINI 81 nano, come è detto, all’ordine, se già da una forza straordinaria non rimangono soffocati.

Storie,

V, 1.

... coloro che sperano che una repubblica possa essere unita, assai di questa speranza s’ingannano.

Vera cosa è che alcune divisioni nuocono alla repubblica, ed alcune giovano: quelle nuocono, che sono dalle sètte e da’ partigiani accompa¬

gnate; quelle giovano che senza sètte e senza partigiani si mantengono. Non potendo adunque provvedere un fondatore di una repubblica, che non sieno nimicizie in quella, ha da provvedere almeno che non vi sieno sètte : e per ciò è da sapere, come in due modi acquistano riputazione i cittadini nelle città, o per vie pubbliche, o per modi privati. Pubblicamente s’ acquista, vincendo una giornata, acquistando una terra, facendo una legazione con sollecitudine e con prudenza, con¬

sigliando la repubblica saviamente e felicemente:

per modi privati si acquista, beneficando questo e queir altro cittadino, difendendolo da’ magistrati, sovvenendolo di danari, tirandolo immeritamente agli onori, e con giochi e doni pubblici gratifi¬

candosi la plebe. Da questo modo di procedere nascono le sètte e i partigiani; e quanto questa riputazione cosi guadagnata offende, tanto quella giova, quando ella non è con le sètte mescolata;

perchè l’è fondata sopra un bene comune non sopra un bene privato. E benché ancora dai cit¬

tadini così fatti non si possa per alcun modo provvedere che non vi sieno odj grandissimi ; nondimeno, non avendo partigiani, che per utilità propria gli seguitino, non possono alla repubblica

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nuocere, anzi conviene che giovino; perchè è necessario, per vincere le loro prove, si voltino all’ esaltazione di quella, e particolarmente osser¬

vino r uno r altro, acciocché i termini civili non si trapassino. VII, 1.

Nessuno stato si può ordinare che sia stabile, se non è o vero principato o vera repubblica;

perchè tutti e’ governi posti intra questi dua sono defedivi. La ragione è chiarissima, perchè il prin¬

cipato ha solo una via alla sua resoluzione, la quale è scendere verso la repubblica; e così la repubblica ha solo una via da resolversi, la quale è salire verso il principato. Oli stati di mezzo hanno due vie, potendo salire verso il principato, e scendere verso la repubblica; donde nasce la loro instabilità.

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