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Unicredit, UBI Banca e Banca Popolare di Sondrio: sistemi di controllo interno a confronto

COLLEGIO SINDACALE

CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA

Supportato dal CCI

COLLEGIO SINDACALE O D V Organismo appositamente istituito CCI Organismo appositamente istituito

Sul fronte delle funzioni aziendali di controllo, la Figura 7 mostra le funzioni/strutture coinvolte nel sistema dei controlli interni dei tre istituti.

Per quanto attiene al 1° livello dei controlli, Unicredit si contraddistingue per aver creato una struttura responsabile del sistema dei controlli operativi di primo livello, denominata Internal Controls Italy.

Nell’ambito dei controlli di 2° livello, Unicredit affida lo svolgimento dei controlli sulla conformità e sui rischi a due Department distinti presieduti dal Compliance Officer e dal Chief Risk Officer di Gruppo.

UBI Banca, invece, riunisce i controlli sui rischi di gestione, di non conformità e di riciclaggio, sotto l’unico presidio del Chief Risk Officer di Gruppo.

Infine, Banca Popolare di Sondrio demanda i controlli sulla gestione dei rischi a cinque diverse unità organizzative.

Il 3° livello dei controlli viene svolto, in Unicredit, dall’Internal Audit Department.

Ruolo analogo è assegnato alla funzione di Internal Audit di UBI Banca presieduta dal Chief Audit Executive.

Anche la Banca Popolare di Sondrio assegna i controlli di 3° livello ad una specifica unità organizzativa denominata Revisione Interna ed EDP Auditing istituita all’interno del Servizio Revisione Interna.

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Figura 7: Le funzioni aziendali di controllo

UNICREDIT UBI BANCA BANCA POPOLARE DI

SONDRIO L IVE L L O Strutture/procedure informatiche/back office

Internal Controls Italy

Strutture operative/procedure informatiche/back office Strutture operative/procedure informatiche/back office L IVE L L O Department Global Compliance - GCO Group Risk Management

Department – GCRO

-Portfolio Risk Managers -CRO Italy

-Group Committees

CRO

-Rischi di Gestione -Rischi di non Conformità -Rischi di riciclaggio -Risk governance -Customer Care

-Presidio Rating di Gruppo

Controlli gestione rischi

-Servizio pianificazione e controlli direzionali

-Funzione di Conformità -Dirigente Preposto

-Ufficio Ispettori centrali e distaccati (Servzio IA) -Funzione Antiriciclaggio L IVE L L O

Department Internal Audit - Responsabile

Internal Audit - CAE

Revisione Interna ed EDP Auditing (Servizio IA)

Certamente Unicredit presenta un sistema dei controlli interni saldamente articolato, regolamentato e organizzato. Sia per quanto riguarda gli organi, sia con riferimento ai tre livelli di controllo interno, il Gruppo si è dotato un’architettura a tratti complessa ma sicuramente pensata per guidare e presidiare un modello di business ricco e diversificato.

UBI Banca regge il confronto sotto il profilo degli organi aziendali coinvolti nel sistema dei controlli interni, mentre appare meno organizzata sul piano dei tre livelli del controllo interno. La presenza di un CRO le cui strutture comprendono sotto un unico presidio le funzioni di Risk Management, Compliance e Antiriciclaggio è, infatti, in contrasto con quanto chiarito in merito dalla Banca d’Italia all’interno del Resoconto della consultazione144

.

Banca Popolare di Sondrio appare, senza dubbio, l’istituto più arretrato sul fronte dei controlli. Tra gli altri, l’assegnazione al Direttore Generale dei compiti in materia di controlli interni propri dell’organo con funzione di gestione disattende il divieto più volte ribadito dall’Autorità di Vigilanza145.

144 Vedi infra par. 3.1.2.

145

85 Conclusioni

L’aggiornamento normativo oggetto della trattazione giunta alle conclusioni definisce il nuovo quadro di insieme in cui sono compresi ruoli e responsabilità degli organi aziendali, attività e requisiti delle funzioni aziendali di controllo, flussi informativi e relazioni tra gli attori della governance del rischio.

Oggi, pertanto tutte le banche sono chiamate a rivedere i propri modelli di gestione del rischio, verificandone l’effettiva rispondenza alle norme di legge attraverso una progressiva opera di autovalutazione e adozione di correttivi laddove necessario. Parte di tale opera di revisione è stata già condotta dagli istituti bancari italiani nell’ambito dell’adempimento di gap analysis imposto agli stessi dalla Banca d’Italia con scadenza 31 gennaio 2014.

Il piano di adeguamento alla nuova normativa, definito e approvate dalle banche in conseguenza alla gap analysis condotta, è sicuramente senza precedenti in termini di complessità, onerosità e rispetto delle scadenze imposte.

La difficoltà che lo contraddistingue è emersa anche dalle molteplici richieste di chiarimento avanzate dal sistema bancario che hanno condotto la Banca d’Italia a fornire le proprie indicazioni nell’ambito del Resoconto della consultazione e della Nota di chiarimenti del gennaio 2014, aggiornata nel mese di giugno alla luce delle persistenti difficoltà di interpretazione delle Disposizioni.

Si denota, tuttavia, nei chiarimenti forniti al sistema, una posizione dell’Autorità di Vigilanza sostanzialmente rigida, fermo restando l’applicazione del principio di proporzionalità.

Posto il fisiologico smarrimento che ha caratterizzato senza ombra di dubbio il periodo successivo alla pubblicazione della nuova normativa, le banche avrebbero dovuto cogliere la straordinaria opportunità offerta dalle Disposizioni. Probabilmente, laddove queste ultime sono state accolte con fastidio non sono ancora stati superati quei retaggi culturali ormai sorpassati e deleteri che da troppi anni condizionano e ostacolano un governo sano e prudente.

In ogni caso, l’adeguamento alla nuova normativa impegnerà seriamente tutti gli istituti bancari nazionali per oltre un biennio, richiedendo lo stanziamento di un elevato volume di investimenti in termini monetari e di risorse. Tuttavia, gli istituti che sapranno riconoscere e sceglieranno di sfruttare il valore aggiunto che l’attuazione delle Disposizioni determina, in termini di razionalizzazione, efficienza ed efficacia del governo aziendale, potranno godere nel tempo dei benefici tali da ripagare per buona parte gli sforzi condotti.

La razionalizzazione dei compiti, dei ruoli e delle responsabilità sul governo e sul controllo aziendale, merita, quindi, di essere considerata valore aggiunto con notevoli potenzialità in termini di trasparenza, efficacia e ottimizzazione dei processi e dei servizi, sia di gestione interna che di business verso la clientela.

Altrettanto importanti saranno i risultati che le banche potranno ottenere in termini di fiducia e consenso riscossi tra il pubblico dei risparmiatori e degli investitori istituzionali.

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