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Il 22 dicembre 1991 l'opposizione armata in un colpo di Stato attaccò diversi edifici del governo, incluso il Parlamento in cui si era rifugiato il Presidente, che il 2 gennaio venne dichiarato deposto.69 Gli scontri che seguirono provocarono centinaia di morti e gravi danni alla capitale, finché il 6 gennaio 1992 Gamsakhurdia non riuscì a scappare e trovare asilo in Cecenia. 70

A questo punto, prese il potere il Consiglio Militare stesso che aveva destituito Gamsakhurdia dalla carica di Presidente. Esso era formato dai leader del golpe militare, Tengiz Kalistratis dze Kitovani, Jaba Ioseliani e Tengiz Sigua, che offrirono all'ex primo Segretario del partito comunista della Repubblica socialista sovietica georgiana Eduard Shevardnadze la partecipazione al governo. Il Consiglio Militare si trasformò quindi in un Consiglio di Stato, composto da 60 membri e presieduto da un

Presidium (di cui il presidente era Shevardnadze), con il compito fondamentale di

riportare l'ordine nel Paese e ricostituire lo Stato. I restanti membri del Presidium

69 M. Lorusso, Georgia Vent'anni dopo l'URSS, cit., p 80

70 Eduard Shevardnadze – Obituary , The Telegraph , 07 Luglio 2014 ,

erano i tre autori del colpo militare.71

L'ostacolo principale alla costruzione di uno Stato efficiente in grado di controllare la totalità del territorio nazionale erano i gruppi paramilitari, che minavano la stabilità politica e la sicurezza nazionale e danneggiavano l'economia, praticando corruzione e controllando gran parte del mercato nero. In una tale situazione era impossibile avviare le riforme necessarie per modernizzare il Paese e risollevare l'economia. Shevardnadze venne eletto speaker del parlamento georgiano nel marzo 1992 e nel novembre 199272, cosa che gli permise di governare con tutti i poteri di un presidente fino alle nuove elezioni del 1995. Il mese precedente al secondo mandato ottenne anche la liquidazione volontaria del Consiglio di Stato. Nonostante le elezioni parlamentari dell'autunno 1992 costituirono un governo legittimamente eletto, si assistette di nuovo a una concentrazione di potere nelle mani del Capo di Stato, che dirigeva ufficialmente sia il ramo esecutivo che quello legislativo e presiedeva tutti gli organi principali dell'apparato statale.

Esiliato, Gamsakhurdia continuò tuttavia a proclamarsi il legittimo Presidente della Georgia, nonostante la crescente autorità del governo di Shevardnadze. Vari scontri tra i suoi sostenitori e quelli del nuovo governo si susseguirono fino alla fine del 1993, con episodi di sequestri di persona ed attacchi agli edifici pubblici.

Il governo di Shervardnadze rispose perseguendo sistematicamente tutti i sostenitori dell'ex Presidente, che si concentravano in particolare nella regioni occidentali della Georgia, al confine con l'Abchazia. Essendo infatti Gamsakhurdia stesso di origini mingrele, durante la sua presidenza aveva garantito larghi privilegi e benefici alla 71S. Jones, Georgia. A political history since independence, cit., p. 82

72 Eduard Shevardnadze – Obituary , The Telegraph , 07 Luglio 2014 ,

popolazione della regione, che gli era rimasta in gran parte fedele.

Il nuovo governo tentò di lanciare un programma di riforme economiche, che includevano nuove leggi sulla regolamentazione dei mercati e sulla privatizzazione, ma la crisi del bilancio di stato e le tensioni interne ne impedirono un efficace implementazione.73

Solo un mese dopo la faticosa rappacificazione con l'Ossezia del Sud, avvenuta attraverso l'accordo di cessate il fuoco del 14 luglio 199274, nel settembre 1992 le truppe governative invasero l'Abchazia, che il 23 luglio si era dichiarata indipendente, con l'obiettivo di restaurare l'integrità territoriale del Paese e spegnere i focolai di resistenza al nuovo governo. Seguì una vera e propria guerra tra la Georgia e la regione, che reclamava la propria indipendenza nonostante la popolazione di etnicità georgiana fosse quattro volte superiore a quella abchaza (ca 90,000 contro più di 300,000).75 Gli abchazi godevano però dell'appoggio indiretto di Mosca e riuscirono ad infliggere alla Georgia una pesante sconfitta, arrivando a controllare gran parte del territorio a nord-ovest del capoluogo Sukhumi, fino a conquistare la città stessa.76 Le milizie abchaze erano aiutate anche da combattenti ceceni (in particolare il corpo paramilitare “Confederazione dei Montanari del Caucaso del Nord”77), che speravano di dare così il via ad una rivolta delle popolazioni musulmane nel Caucaso del Nord, che avrebbe favorito le loro aspirazioni indipendentiste. Dopo la presa della capitale,

73S. Jones, Georgia. A political history since independence, cit., p. 85

74 M. Lorusso, Georgia Vent'anni dopo l'URSS, cit., 2011, p 84

75A. Cohen, Policy Review April&May 2004 – Shevardnadze's Journey , Hoover Institution , 1 Apr. 2004 , https://www.hoover.org/research/shevardnadzes-journey

76A. Cohen, Policy Review April&May 2004 – Shevardnadze's Journey , Hoover Institution , 1 Apr. 2004 , https://www.hoover.org/research/shevardnadzes-journey

anche il resto dell'Abchazia cadde in mano ai ribelli. Il bilancio fu un duro colpo per il governo, con fra i 10,000 e 30,000 morti (di cui ca 3,000 abchazi78) e fra i 230,000 ed i 250,000 georgiani espulsi dalla regione.79 La Georgia, già stremata dalla prolungata carenza di elettricità, cibo ed energia, dovette ora fare i conti anche con questa enorme massa di profughi.

Approfittando del clima di sfiducia generale, nell'estate 1993 Gamsakhurdia tornò in Georgia e stabilì a Zugdidi, capoluogo della regione Samegrelo Zemo-Svaneti, nell'ovest del Paese, un “governo in esilio”.80 Da lì iniziò a raccogliere intorno a se una coalizione d'opposizione al governo della giunta militare, denunciato come illegittimo ed incostituzionale. Trovò sostegno soprattutto nelle regioni di Samegrelo e dell'Abchazia. Riuscì addirittura a costruire una formazione militare in grado di tener testa alle forze armate governative, indebolite dalla guerra. Nonostante Gamsakhurdia inizialmente avesse dichiarato di non aver intenzione di riottenere il potere con la forza, ma che il suo scopo fosse solamente quello di giungere a nuove elezioni, nell'ottobre 1993 nella Georgia occidentale scoppiò la guerra civile. Grazie alla conquista di diversi punti strategici, tra cui la città portuale di Poti, Gamsakhurdia avanzò quasi fino a Tbilisi.

Proprio questi successi iniziali tuttavia attirarono l'attenzione di Russia, Azerbaigian ed Armenia, che videro minacciati i loro interessi economici nella regione. In particolare per l'economia armena, il porto commerciale di Poti, sul Mar Nero, rappresentava infatti il principale sbocco per il transito di merci. In cambio della

78M. Lorusso, Georgia Vent'anni dopo l'URSS, cit., p 86

79Report “Georgia/Abkhazia: Violation of the Laws of War and Russia's Role in the Conflict” , Human Rights Watch

Helsinki, Marzo 1995, Reperibile in: https://www.hrw.org/reports/pdfs/g/georgia/georgia953.pdf 80A. Cohen, Policy Review April&May 2004 – Shevardnadze's Journey , Hoover Institution , 1 Apr. 2004 ,

promessa che sotto il governo di Shevarnadze la Georgia sarebbe entrata a far parte della Comunità di Stati Indipendenti, la Russia intervenne a suo sostegno. La mobilitazione di 2,000 truppe russe81 in aiuto delle forze governative nell'ottobre 1993, portò alla rapida sconfitta di Gamsakhurdia.82 La guerra civile terminò il 6 Novembre con la caduta di Zugdidi.

Gamsakhurdia stesso venne ritrovato morto il 31 dicembre 1993, in circostanze sospette. 83

Nel 1994 anche la situazione in Abchazia venne stabilizzata tramite una missione di

peace-keeping formata da truppe russe, georgiane e abchaze, ma il conflitto rimase

latente. Come anche nel caso dell'Ossezia del Sud, le truppe russe furono infatti accusate apertamente da Tbilisi (ma anche dagli Stati Uniti) di essere uno strumento atto a garantire non la riappacificazione ma l'estensione dell'influenza russa sulle regioni separatiste. 84

81 Eduard Shevardnadze – Obituary , The Telegraph , 07 Luglio 2014 ,

http://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/10950980/Eduard-Shevardnadze-obituary.html

82A. Cohen, Policy Review April&May 2004 – Shevardnadze's Journey , Hoover Institution , 1 Apr. 2004 , https://www.hoover.org/research/shevardnadzes-journey

83 M. Mccauley, “Obituary: Zviad Gamsakhurdia”, Independet Co , 25 Feb. 1994 , http://www.independent.co.uk/news/people/obituary-zviad-gamsakhurdia-1396384.html

84F. Bordonaro, Armenia, Azerbaigian, Georgia: elezioni, tendenze politiche e scenari del contesto caucasico, in: