s’in-tese dire dal suo
Gesù
: L’anima
tua sta dentro a questo mio cuore. Verso le quali misteriose co-municazioni della divinità, cedono, chi sappia bene estimarle, i prodigi esteriori che di continuo, con istupore sempre più grande dei popoli, si succe-devano, quasiché Dio , sarei per dire , mettervo-lesse la sua potenza in servigio del suo apostolo:
obediente
Domino
voci hominis( los. x. 14). Il
tempo
al pari e il discorso
mi mancano
, pure per nu-merarvi sordi che riodono , ossessi che si libera-no , infermi che risanano , conun
fanciullo ca-duto morto che ripiglia la vita; poi animali ac-correre in frotta o disperdersi adun
suo cenno, 0 piegare le ginocchia per riverenza : poi furiosinembi
arrestati o dispersi : poi incendio di selve intere eccitato od estinto ; poi morti minacciate ed incolte a peccatori ostinati o recidivi : poi pietre che sanguinano o colonne che rovinano al tocco- 28
-della sua
mano
per atteiTÌre bestemmiatori o pro-fanatori del tempio.Nè
aggiungerò che la sua vocesi desse ad intender lontano fino a più miglia ,
o suonasse tutt’
una
agli orecchi d’uomini dipa-tria e lingua diversi ; o che l’effigie del
Croci-fisso trasudasse sangue, o stesa la
mano
benedi-cesse, mentre che Paolo parlava dal palco; o che Paolo stesso con quella croce tra le sue braccia le-vandosi in aria passeggiasse a volo sopra le turbe che r ascoltavano ; equando
la sua persona si ve-desse inun
tratto lungi dal luogo , ove egli era,
0 anche in più luoghi ad
un tempo
; e quandol’angelo suo custode pigliasse le sue sembianze e la
voce a convertire i peccatori
; o , che è più nuovo,
lo stesso Spirito del Signore predicasse al popolo in vece di lui
, che intanto rapito in estasi o tacito c
immoto
per umile ammirazione adorava il portento.In ultimo
mi
è necessità passar sopra ad altrimi-racoli senza
numero
, sebben tutti pernpova
po-tenza , per copia di frutti ,non
che per leggia-dria di casi, degnissimi di memoria.Oh
dicasi dopodi tutto questo se la virtù di
Gesù
Cristo sia ve-nuta ancormeno
nella sua Chiesa; o fosse solo de’ primi suoi tempi il manifesto intervento del
Di-vino suo Autore; o
non
duri anzi perenne insino alla consumazione dei secoli presso di lei la mis-sione de’suoi Apostoli , senza che alcun raggio di grazia se ne dilegui uè alcun segno dimira-coli più
non
risplenda ; Ecce egombiscim sum
omnibus diebus 'imiue ad consummationem sedili( Matth. XXVIII. 20).
-
29-Da
ultimo il segno apostolico della pazienza , più che nei disagi, nei pericoli , nelle contrad-dizioni d’ogni maniera superate da lui con gran cuore per evangelizzare i fratelli; piacciavi, o Si-gnori , di riconoscerlo nelle lunghe e crudeli
am-basce , tra le quali per divina disposizione dovè dare in luce il suo istituto apostolico, 1’Ordine cioè dei poverelli della Passione. Lasciando stare le primedifficoltà e le fitte tenebre , in cui venne quasi sviluppandosi il
germe
di tal vocazione, prendo ora
le mosse dal giorno che gli si mostrava Maria SS.
in sul
monte
Argentare, per manifestargli che quivi appunto per volontà di Dio aveva
primamente
a sorgere la sua umile Congregazione; per la qual cosa Paolonon
dubitò di mettersi tosto all’intento.Se
non
che le titubanze dei Signori, quindi le
guerre e l’epidemia desolatrice vi si attraversaro-no; si che fu appena che a’
4 Marzo
1733 vi sigittasse con rito solenne la prima pietra.
Ma
nuovidivieti e ripetute invasioni e saccheggi distorna-rono da capo l’impresa ; la quale però ben presto Paolo ripigliò con ardore, e mercè Vopera sua e de’
compagni
la trasse a termine, lottandonon
pure contro le fatiche e gli stenti,
ma
contro le stesse macchinazioni di Satana che atterrava di notte illavoro della giornata, e contro quelle degli empi uomini che pria con le calunnie e poi col fuoco ne attentavano la distruzione.
Ma
tutto indarno:chè incontro si levò il braccio di Dio
medesimo,
il cui Arcangelo S. Michele apparve visibilmente cinto di fuoco e con ignuda spada a difesa di quel
—
30—
sacro asilo. Per tal
modo
la casa edificata dallamano
di Dio vinceva la infermità,
non
che laper-secuzione degli uomini: Nisi
Dominus
aedificaverit,
custodierit . , in
vanum
laboraverunt qui aediji-cant , frustra vigilai qui custodii (Psalm. cxxvi).Se
non
che lo zelo della casa del Signore, cheil divorava,
non
tanto rendeva Paolo attentoal-l’edificio materiale del suo Ordine
,
quanto allo spi-rituale
, di cui studiavasi assicurare P incremento per via della regolare osservanza.
E
impertanto Dionon
mostrava ancora il disegno di soddisfargli conla
suprema
confermazione della Chiesa.'Deh
qual pena, qual trepidazione, quale eculeo di continuata pazienza doveva essere siffatto indugio per l’ ar-dente cuore di Paolo !Un
desiderio anche terreno, anche inutile, fin anche iniquo , ove se ne pro-tragga l’adempimento, accora pur tanto!E
Paolo che le fervide suebrame
sapeva essere giuste e sante e da Diomedesimo
ispirate, vederle ad ogni passo impedite ecome
distrutte ! Qual fede richie-devasi in lui, quale fortezza d’animo, quale an-negazione, o anzi qual morte di tutto sè! Cor-reva egli di bel nuovo a questaEoma
, vi sol-lecitava il sospirato favore,ma
senza prò : di che Dio stesso nella chiesa di S. Carlo al Corso gli disse aperto che la grazia da hii aspettata ancor si negava. Paolo a tal parola ossequioso tacque ; e presto n’ebbe a sentire 1’efietto. Imperocchéuna
furiosa tempesta gli piovve addosso di calunnie e mormorazioni da quei malevoli che istigati da
Sa-tana a nimicarlo, divulgavano intorno che ildi--
31-visamento di lui erasi conosciuto prosontuoso ed insano. Oltre di ciò il Signore , che al martello dell’avversità voleva temperarne l’anima eroica
,
per-mise che interiori dubbiezze e timori e infestazioni orribili di demoni si affollassero insieme a più e più travagliarlo.
Pur
finalmente , appresso queste prove amarissime si compiacque Iddio refrigerarlo; e fu , che creato Pontefice l’immortaleBenedet-to
XIV
, potesse il Santo a lui presentarsi e pe-rorando la causa del proprio apostolato ottenerne facoltà di raffermarlo con la pubblica e canonica professione de’ Cherici Scalzi della Croce e della
Passione di
Gesù
Cristo. Paolo perciò, riboccan-dogli il cuore di gioia e di gratitudine,
subita-mente
esclamava; «Le
creature tutte esaltino le infinite misericordie di quel Signore , chenon
la-sciando vincersi dalla
mia
malizia s’è degnato di recare ad effetto quest’ opera tutto sua.Oh
quanto è soave il nostro amabilissimo Salvatore! oh quanto dolce, quanto cara la sua bontà che alla
tempe-sta fa seguire la calma, e infonde il gaudio dopo
i sospiri e le lagrime ! » ; e quindi sdegnavasi con sè stesso
, perchè sì poco amasse il suo Dio da poter sopravvivere a tanta allegrezza. Poscia nella domenica dopo la festa del SS. Sacramento, Paolo co’suoi
compagni
si stese per morto appièdell’altare; e alle parole del Vangelo di S. Gio-vanni , che
rammentano
la morte di Dio Salva-tore , levos.si a proferire i suoi voti e vestire leinsegne della Passione di Cristo. Per lo che,
sic-come
fino a quel dì colnome
di Missionari di-
32-Monteargentaro , il popolo d’ora innanzi prese ad
appellarli con quello di Passionisti.
In fra tanto venuti i religiosi alla elezione d’un primo capo che con autorità suprema li governas-se , tutti furono d’
un
sol voto a nominare il lorocommi
Padre, Paolo della Croce.E
chi potea cre-dere altramente ? Chi , finché bastasse la vita a queirEroe santissimo , sul cui apostolato parevansi così fulgidi e così copiosi i segni del cielo,
po-tea pensare a torsi dal suo
governo?
Intorno alquale, o Signori,
mi
si apreun
altrocampo
assai vasto e tutto pien di splendore alla gloria delno-stro Santo.
Ma
dehcome
potrei ripetere e in po-chi tratti descrivere sotto degli occhi vostri la fe-dele e sapiente economia , onde Paolo nelnome
di Dio e giusta la scienza vera dei Santi seppe ripresentare fra’ suoi discepoli il governo provvi-denziale del Signore sul
mondo
? Conscio del pro-prio peso , che saria formidabile agli omeri stessi diun
angelo, di reggere la famiglia del Padroneceleste, e
memore
del severissimo giudizio, per cui
gli si ridimanderebbe ragione d’ognuna dello
anime
a lui confidate,
come
agnello a pastore, si pose in cuore e tutto si adoperò di poter direun
gior-no : Ecco , 0 Signore , i figliuoli che tum’hai
dato ; nè permia
colpa o negligenza nessuno è perito. Il perchè , secondo S. Bernardo (Ep. cci.ad
Balduinum
) , a render vive ed efficaci le sue parole, le confortava con l’esempio delle sante ope-re, e su queste e su quelle impetrava virtù del cielo mediante l’assiduo e fervente esercizio della-
33—
orazione. Sperto nella scuola del Divin Maestro ac-coppiava prudenza di serpe a semplicità di colomba.
Cercava quindi, innanzi tutto, il regno di Dio e la sua giustizia , e da Lui aspettavasi il terreno sostentamento quasi per giunta. Alle imprese del Signore si applicava con divota sollecitudine,
ma
schivo della fretta e della temerità, da Dio e dai savi uomini con umil fede
dimandava
aiuto econ-siglio. Per educare e santificare i suoi allievi con-ciliava discretamente amorevolezza di padre e se-verità di maestro , spargendo sulle piaghe l’olio della mansuetudine e il vino della fortezza. Agl’ in-fermi del corpo e più ai deboli dello spirito , e ai giovani segnatamente, dava il meglio delle sue
pa-terne cure; e generalmente
a
tuttiraccomandava
con incredibile ardore,
quasi fondamenta e cardini di lor professione, le tre virtù di povertà, di ora-zione, di ritiramento
; e per dire tutto in
uno
,
con ogni maggiore industria, allettando al bene, atterrendo dal vizio, sprona'ndo allo zelo delle
ani-me
e della divina gloria, faceva di tutta la sua famigliaun
solo esercito diben
agguerriticam-pioni della sana fede, dell’evangelica bontà, d’ un’a-postolica disciplina di penitenza e di amore.
Con
che avveravasi di lui la sentenza bellissima di Leone
il
Magno
, che la santità del capo diventasse ra-gion di salute ai suggetti: Integritas praesiden-tium salus est subditorim (Ep. xii. al. i. ad Epi-scop. Afric. ).Ma
qui , chi si conosca per poco della con-dotta di Dio nel processo delle sue piùammira-3
-
34-bili imprese , ripensa che sotto alla
bruma
inver-nale convien macerarsi il grano che poi si fecondi alla state, e con ciò presente le angosce , fra cui ramoroso cuore di Paolo veniva quasi riscaldando e nutrendo le primizie della sua Congregazione.Nulla io dirò delle malattie assidue, onde Dio per più sempre purificare il suo spirito degnavasi spe-rimentarlo : dove se punto per verità
non
preme-vagli del proprio misero corpo ,
non
potea stare però chenon
sentisse duro l’ostacolo , che il rat-teneva da tutto impiegarsi per la sua giovinefa-miglia e pel bene di tutti i prossimi.
Ma
quello che doveva più angosciarlo e, per così dire, tra-figgerlo alla pupilla degli occhi suoi , eran le su-bite e feroci persecuzioni , levatesi contro l’ Ordine appena nato.La
gelosia degli uomini malvagi , sa-^tediti odiosi di quella dell’ inferno
,
non
tardò asommuovere
e scatenare incontro a Paolo e a’suoi figli tuttoun campo
di accuse , quanto piùspo-glie di realtà , cotanto in vista più speciose e più scaltre per trarre in inganno.
Le
quali essendo re-cate al sapientissimo Benedetto , questi che sì for-temente prediligeva ilnostro Santo , volle per ciò stesso cheuna
solenne adunanza di Cardinali ne mettesse in luce e acclamasse la intemerata inno-cenza.Nè
alla benevola espettazione falliva l’esito diun
giudizio così favorevole e glorioso, che fu strumento al dilatarsi dell’ Ordine con più e più altre fondazioni.E
perchè alla sentenzagiustissi-ma
di S. Chiesanon
fallisse il suggello del cielo, volle Iddio tra siffatte occasioni grandementeesal--
35-tare il suo Servo. Conciossiachè tra per penitenze e perlagTime e per divotissime orazioni rendevasi egli operatore di miracoli grandiosi in prò de’suoi derelitti figliuoli ; e
quando
con secretolume
del-ranimo rivelava la lor
penmda
e ne ispirava prontoil rimedio , e
quando
a’ benefattori dei poverelli multiplicava il grano, il vino o la pesca; equando
(che fu
maggior
meraviglia) vedea giungersi ca-richi d’ olio e di pane per sostentarli due giumenti guidati daun
amabil vecchio che deposto il dono disparve.Dopo
di che sarà leggieri l’intendere che nuove macchinazioni, volte a distruggere lenuove
case,
egualmente andassero avuoto ; ed anzi trionfando pur questa volta la causa della religione e della giustizia, Paolo ne crescesse in istima ed
amore
del Pontefice Benedetto ; il quale , tra gli eletti ad an-nunziare la divina parola a’ popoli qui raccolti perl’
anno
santo , volle che Paolo co’ suoicompagni
predicasse nel tempio di S. Giovanni de’ Fiorentini.
Ned
io saprò ridirvi lamoltitudine degli accorrenti,
misti di plebei e di patrizi , e fin anche di parec-chi Prelati e Cardinali,
non
che il fervore della pietà e delle conversioni che vi si accese con frutto si largo e durevole , quale a Dio solo potèpale-sarsi.
E
poco appresso ,quando un
altro suo pa-trono amantissimo( già preconizzato da lui
) era
creato Pontefice col
nome
di Clemente XIII , nuovo onorevole invito gli venia fatto dalla S, Congre-gazione diPropaganda
dimandare
de’ giovani suoi apostoli a sparger la sementa evangelica tra lena--
3C-zioni infedeli. Paolo no giubilò e proruppe
escla-mando
: Benedetto il Signore Dìo d’Israele che solo sa compiere maraviglie!(Psalm. lxxi. 18),Che
se pe-ricoli di guerra e immature morti de’ suoi ne ar-restarono allora l’effetto , il merito però della sua caritànon
salivamen
grato al cielo, ove era
de-positato qual granello di senapa che in altro tempo feconderebbe l’apostolico fervorede’novelli suoi figli.
Frattanto per somiglianza di casi
mi
viene in con-cio dirammentare
qualmente fin da quei beati qua-ranta giorni , che ritirato Paolo presso S. Carlo di Castellazzo meditava la sua vocazione e dettavaprimamente
laregola dell’istituto, gli andò lamente
affannosa a riguardare i popoli divelti dalla cat-tolica fede 0 tuttora sepolti nell’infedeltà.Ed
ahi scoppiavagli il cuoremassimamente
al considerarel’Inghilterra
, già benedetta isola de’ Santi , tra-lignata in
una
selva infelice di errori e di tra-dimenti. Tosto sentissi dentroun
irresistibile ar-dore di pregar Dio per lei; e nel farlo allora provò tanta vivacità e dolcezza chemai non
seppe di-menticarsene ,ma
per li cinquanta e più anni , che egli ancor visse,noù
gli pareva esserebuona
al-cuna preghiera, chenon
si stendesse eziandio a prò di quella divisa cristianità.Un
di fra glial-tri , nell’atto di raccomandarla a Dio in
mezzo
della S.Messa
, vide di lungi i destini di grazia chele si aspettavano e qual parte vi dovean pigliare
i futuri suoi figli: e di questi giorni a noi
godo
l’animo nel conoscerci testimoni delle sue previ-sioni avverate.Oh
santo emagnammo
zelo che-
37-tutto investiva e reggeva lo spirito del nostro
apo-stolo ! apostolo
, quale ei mostravasi por le virtù della pazienza e della carità di Dio e de’ fratelli
,
per cui moriva ogni dì , o vivea solo per
bru-ciar vittima di riparazione sull’ altare della giusti-zia
; e apostolo similmente per quella copia di
por-tenti e di supcrnali prerogative , onde lo magnificava Iddio fra le genti ; Signa apostolatus facta sunt in Omni patientia , in signis et ])roiligiis et-vir-tutihus ( li. Cor. XII. 12 ).
Rimane
, o Signori, la parte ultima della vi-ta di Paolo , tutta piena , semai
per lo innanzi,
delle meraviglie del suo triplice apostolato, del quale attese mirabilmente a
consummare
in sè stesso la vocazione, ne’ suoi figli l’educazione, ne’ fedeli di tutta Chiesa i frutti più salutari e perenni.Roma
adesso,
Roma,
antico scopo della sua missione apo-stolica e sospiro de’ suoi giovani anni e de’ più maturi, diviene la terra che raccoglie i suoime-riti estremi e ne
manda
al cielo i profumi perri-ceverne finalmente e custodirne le spoglie, destinate trofeo di grande onore nel finale risorgimento.
Qui
per licenza del Pontefice, Paolo aprivaun
umile Ospizio sulla via di Laterano , e intitolavalo nelnome
del suoGesù
Crocifisso ; donde, qual
ca-pitano che piantato il suo vessillo
muove
ad esplo-rare ilcampo
, si recava alla visita de’ più vicini Ritiri diCampagna.
Per tutto , consapevole dinon
più ritornarvi, lasciava spargendoammonimenti
e consigli accesi pur sempre al lume della sua ca-rità e prudenza , siccome ci è oramai facile di
pen--
38-sare.
Ma
quello che per avventura vince ogni stimasi è che tutta sua vita rasscmbrassc un trionfo.
Imperoccliè
, precorsa la fama altissima di sua
san-tità, traevano da città c da villaggi incontro al-rapostolo taumaturgo,
non
pure i suoi religiosi,ma
genti d’ogni condizione, sesso od età, e finoi
Sommi
Pastori ecclesiastici; nè si tosto il ve-devano, che levavan grida ed applausi ; e
come
gli eran vicino
, facevan ressa a baciargli le
mani
c la tonaca , nè si peritavano di strappargli al-cun lembo d’abito e fin tagliarne i capelli.
A
Co-prano ed a Prosinone fu necessario che i soldati inarme
lo circondassero pernon
lasciarlooppri-mere
dalla calca.Non
è a dire quanto ne dolesse al santouomo
; nè propriamente così per confu-sione di sua modestia, persuaso che egli era nella sua umiltà di
non
esserne punto degno,ma
per-chènon
dubitava che il popolo era ingannato, e dell’inganno riputava sè stesso colpevole per ipo-crita divozione. Quindi era che per isviare da sè tanto ossequio prese a benedire dell’acquanelnome
di Maria Vergine e distribuirla.
Ma
che? I rari e stupendi prodigi, che per quell’acqua si ripor-tavano, accrebbero di mille tanti e suomal
gradola venerazione verso lui stesso. Tanto gli è vero che la gloria va dietro all’umiltà, mèrcecchè Dio
si compiace di esaltare i suoi umili servi eziandio in questa terra:
Ghriam
praecedit humilitas; Qidiìotens est . . exaltmit humiles ( Prov. xv. 33. Lue. i. 52).Nè
poscia tornato aRoma
c ricevuto a festa da’ principi e dal Pontefice stesso , volleindugiar--
39-visi;
ma
quasi per ^riposarsi dai sofferti onori, af-frettossi a rivedere il suo caro asilo di S. AngelodiVetralla. Quivi per voler di Dio
nuova
tribu-lazione gli soprastava, a crescergli, se pur fosse uopo, il disamore di questa vita e d’ ogni con-dizione terrena.Cbè
l’incolsero fieramente le feb-bri , le quali da inesperto medicomal
curate lorecarono allo stremo
; per che tra le ambasce dei suoi figliuoli si stimava ei
medesimo
presso amo-rire.
E come
se il travaglio del corpo fosse nulla, si sopraccrebbe a crucciarlouna
formidabile deso-lazione di spirito, per cui si credeva reietto da Dio , unico centro del suo
amore
e vita della sua vita. Senon
che da questoamore medesimo
traevail coraggio e la forza per correre , secondo
pa-reva, dietro a Dio che si fuggiva; senza che le arti nè le illusioni spaventevoli dei demoni ne ab-battesser la fede o la carità.
Ma
tal malattia do-veva essere di prova per Paolo enon
di morte; chè mirabilmente rinvigorito si levò, allora appunto che gli venne amarissima lanuova
della fine diClemente XIII. Al lutto però successe il gaudio, 'quando
(per conferma di antiche previsioni da lui
avute e palesate più volte) nell’atto che celebrando metteva i cuori de’ Cardinali entro il calice della salute , scorse quello del Ganganelli rifulgere sopra
tutti. In effetto fu desso l’eletto Pontefice
tutti. In effetto fu desso l’eletto Pontefice