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Il metodo di classificazione della ceramica nell'area di scavo

2.2 Commento alla ceramica

La classificazione della ceramica invece ha come punto di partenza il sito di rinvenimento ovvero, nel caso di questo studio, la tomba M.I.D.A.N.05, la corte oppure l'area circostante. Quando l'analisi della stratigrafia lo consente è segnalato l'ambiente della tomba in cui era stato deposto il vaso.

L'analisi procede poi secondo il concetto di tipo. Il tipo, definito da Nordström233

, utilizzato poi da Holthoer234

e chiaramente definito dalla Arnold235, si riferisce a vasi che abbiano la medesima forma, e le stesse dimensioni e

ware. La classe ware è determinata dal trattamento superficiale e dall'impasto.

Non tutta la ceramica può essere raggruppata in tipi, è necessario perciò procedere per similitudini minori. I vasi sono raggruppati in base alla ware stabilita partendo dalla classificazione degli impasti. Vasi che appartengono allo stesso tipo avranno sicuramente la medesima origine, quindi apparterranno, nel caso di MIDAN.05, alla stessa sepoltura o a sepolture contemporanee.

Williams Adams aveva notato che vasi con lo stesso metodo di manifattura, impasto, decorazione e forma sono probabilmente il prodotto dello stesso gruppo di persone, nella stessa area, nello stesso periodo, che, nel caso di materiale oggetto della sua analisi, egli stimava di tre secoli236

.

Particolari elementi morfologici in comune come beccucci o fori denoteranno vasi con la medesima funzione o simili.

Se è stato possibile attribuire una funzione ai vasi in studio si possono inoltre 233 H. A. Nordström, Neolithic and A-group sites, The Scandinavian Joint Expedition to Sudanese Nubia

3:1, Uppsala 1972

234 R. Holthoer, New Kingdom pharaonic sites, The Scandinavian Joint Expedition to Sudanese Nubia 5:1, Lund 1977.

235 D. Arnold, Zur Keramik aus dem Taltempelbereich der Pyramide Amenemhets III. in Dahschur, MDAIK

33 1977.

studiare le attività che si sono susseguite nel sito, raggruppando il materiale in base a queste.

Studiando gli impasti mi sono resa conto che talvolta alcuni inclusi possono essere presenti in quantità così piccola da poterli individuare solo se si è conservata un'alta percentuale del vaso. Per questo motivo non ho attribuito ad una classe di impasto frammenti di dimensioni inferiori ai 10 cm e per i vasi di altezza inferiore ai 20 cm solo i frammenti che rappresentavano almeno il 50 % del totale.

2.2.1 Al fine di definire i tipi è necessario stabilire una classificazione degli impasti. L'impasto è determinato dalle caratteristiche fisiche e chimiche dell'argilla e dagli inclusi aggiunti dal vasaio per migliorarne la lavorabilità, oltre alle caratteristiche tecnologiche del prodotto finito. Queste ultime dipendono sia dal materiale grezzo che dalla cottura. Gli elementi quindi principali sono il tipo di matrice argillosa e gli inclusi237

.

Ad oggi non esiste un metodo universalmente riconosciuto per questa classificazione, ma sicuramente il più diffuso è quello messo a punto dal Gruppo Internazionale di Studio della ceramica egiziana, composto da Janine Bourriau, Dorothea Arnold, Manfred Bietak, Helen e Jean Jacquet e Hans Ake Nordström nel 1980 a Vienna, città da cui prende il nome di Sistema di Vienna238

.

Il sistema si basa sulle osservazioni effettuate da Nordström al microscopio della frattura fresca dei campioni ceramici in esame. Durante l'osservazione Nordström annotava il tipo, la quantità e le dimensioni degli inclusi, la porosità, la durezza, il colore, lo spessore delle pareti, la matrice e la resistenza trasversale. Utilizzando queste osservazioni come punto di partenza, i ceramologi del Gruppo Internazionale hanno diviso la ceramica basandosi sull'osservazione macroscopica con una semplice lente di ingrandimento a 10x. È stata fatta questa scelta in modo che la classificazione possa essere usata durante lo scavo dove non è possibile fare osservazioni microscopiche o analisi chimiche. Le analisi devono essere fatte poi successivamente per confermare i raggruppamenti239

.

237 H. A. Nordström, J. Bourriau, Ceramic Technology: Clays and Fabrics in D. Arnold, J. Bourriau, An

Introduction to Ancient Egyptian Pottery, SDAIK 17, Mainz 1993, p. 66

238 D. Arnold, J. Bourriau, An Introduction to Ancient Egyptian Pottery, SDAIK 17, Mainz 1993, pp. 168- 87

239 J. Bourriau. P. T. Nicholson, Marl Clay Pottery Fabrics of the New Kingdom from Memphis, Saqqara and Amarna, JEA 78 1992; J. D. Bourriau, L. M. V. Smith, P. T. Nicholson, New Kingdom pottery fabrics.

Gli impasti sono divisi in due gruppi, a seconda del tipo di argilla, in limosi (Nile silt) e marnosi (Marl clay). Entrambi i gruppi sono suddivisi nuovamente in base al tipo, le dimensioni e la diffusione degli inclusi, la porosità e la durezza.

Il Sistema di Vienna è un metodo potenzialmente applicabile a tutta la ceramica egiziana, perché le classi non sono determinate da precisi parametri ma fungono da scheletro per la preparazione di una classificazione più precisa basata sul materiale oggetto di studio.

Un limite è determinato dal materiale preso in esame dal Gruppo Internazionale di Studio della ceramica egiziana, in quanto non geograficamente e cronologicamente rappresentativo di tutta la produzione dell'Antico Egitto. Bourriau, Arnold e altri hanno studiato un campione di frammenti ceramici provenienti da diversi siti dell'Egitto datati dal Periodo Predinastico al Nuovo Regno e hanno individuato quei caratteri che si ripetevano e che permettevano così di suddividere il materiale. Purtroppo non è stata però presa in considerazione la ceramica post Nuovo Regno e quindi, a mio avviso, è stata persa una variabilità caratteristica della ceramica più tarda. In studi di impasti di ceramiche datate a partire dal Terzo Periodo Intermedio infatti sono state aggiunte nuove classi240

.

Lo stesso motivo mi ha indotto a introdurre una nuova classe per gli impasti marnosi e a utilizzare anche le sottoclassi stabilite da David Aston nel suo studio della ceramica di Elefantina241

.

2.2.1.1. La classificazione che ho messo a punto divide gli impasti in due famiglie, in base al tipo di argilla (marnosi e limosi). Ogni famiglia è suddivisa in classi (secondo il Sistema di Vienna e la classificazione di Aston). La classe Nile C è stata da me suddivisa in due sottoclassi in quanto la quantità di sabbia si è rivelato un elemento determinante per la suddivisione. Ho aggiunto anche una classe, denominata Rare Temper, perché gli impasti che ne fanno parte hanno la caratteristica poca presenza di inclusi e non ho riscontrato nessuna classe dei precedenti sistemi che rispecchiasse questi parametri.

Occasional publications 14, London 2000

240D. Aston, Elephantine XIX. Pottery from the Late New Kingdom to the Early Ptolemaic Period, AV 95, Mainz 1999.

241D. Aston, Elephantine XIX. Pottery from the Late New Kingdom to the Early Ptolemaic Period, AV 95, Mainz 1999.

Ho distinto la porosità in tre livelli :  compatto

 poco poroso  molto poroso.

Il colore non è classificato, ho utilizzato termini italiani evitando diminutivi e accoppiando più colori quando era in una posizione intermedia.

Il sistema di codifica per gli impasti usa la denominazione di classe del Sistema di Vienna seguita dal numero che indica la sottoclasse.

 Impasti limosi: Nile B2

Inclusi minerali e organici, abbondante sabbia, talvolta mica o calcare, impasto compatto o poco poroso, colore marrone, rosso o rosso con cuore nero o rosso con cuore nero

Nile C

Inclusi di sabbia da fine a grossolana, calcare media grandezza, mica, grog, molta paglia di diverse dimensioni, poco o molto poroso, colore marrone o rosso con cuore rosa, rosso o nero. Si suddivide in due classi a seconda della quantità di sabbia: poca (Sand Rare), diffusa (Sand Spread)

Nile D

Inclusi diffusi di calcare anche di grosse dimensioni, paglia, diffusa sabbia, poco o molto poroso, colore rosso o marrone talvolta con cuore verde o rosa.

Rare Temper

Pochi inclusi di sabbia, paglia, compatto o poco poroso, colore marrone o rosa.

P12

Rara inclusi di sabbia, molto calcare, mica, compatta, colore rosa-giallo.

Marl A2

Rari inclusi di sabbia, raro calcare, compatta, colore rosa con nucleo verde.

Marl A4 variante 1

Rara inclusi di sabbia, talvolta rara paglia calcare diffuso, compatto o poco poroso, colore grigio o rosa.

Marl B

Inclusi di sabbia in diverse quantità, mica, rara paglia, porosità variabile, colore rosa o verde.

K6

Rari inclusi di sabbia, mica, paglia a diversa diffusione e grandezza, porosità da poca a molta, colore marrone.

Marl D

Inclusi di calcare diffuso e di grosse dimensioni, fine sabbia, diffusa paglia, mica, poco poroso, colore grigio o nero.

Marl E

Inclusi di paglia, rara sabbia, mica, calcare, compatta o poco porosa, colore rosa con superficie bianca o grigia.

2.2.1.2 La ware, termine inglese che non ha una traduzione precisa in italiano, è la descrizione congiunta dell'impasto e del trattamento superficiale.

I trattamenti superficiali che ho individuato nella ceramica di MIDAN.05 sono quattro:

 Ingobbio: rivestimento costituito da pigmenti, argilla e acqua.  Ingobbio diluito: rivestimento costituito da pigmenti e acqua.

 Lisciatura: trattamento della superficie esterna del vaso al fine di compattarla con uno strumento duro, se post cottura, o con uno strumento morbido se pre cottura.

Un altro modo consisteva nel passare le mani bagnate sulla superficie.  Senza trattamento superficiale.

Le classi di ware sono così codificate dall'indicazione di classe di impasto e dal tipo di trattamento superficiale e sono riportate nel catalogo.

Come si noterà dal catalogo alla stessa classe possono appartenere vasi di diversa datazione, in quanto data la varietà del materiale non era possibile stabilire dei raggruppamenti in cui i vasi avessero impasto identico in tutti gli aspetti. Il motivo di questa varietà è dovuto alla molteplicità di riutilizzi della tomba come luogo di sepoltura in un lunghissimo periodo di tempo e di conseguenza alla deposizione in essa di molti corredi. Per questo motivo nel III capitolo ho considerato solo le classi di ware con impasti perfettamente identici. D’altra parte, proprio in questo caso le classi di ware possono essere molto utili anche per collocare cronologicamente il materiale ceramico. Negli oltre mille anni in cui la tomba è stata utilizzata, gli impasti e i trattamenti superficiali sono cambiati in modo notevole, soprattutto se consideriamo che parte degli elementi che caratterizzano un impasto sono dovuti alle scelte del vasaio. Se un vaso assomiglia in modo puntuale (quindi non solo la stessa classe ma esattamente gli stessi inclusi, la stessa diffusione, la stessa porosità e lo stesso colore) a un altro per impasto e trattamento superficiale posso ipotizzare con buona probabilità che siano stati prodotti nello stesso periodo.

2.2.2. La descrizione della forma è un aspetto talvolta tralasciato dagli studiosi di ceramica che si limitano a dare solo i caratteri morfologici diagnostici o particolari. È vero che, data la grande varietà morfologica, nessuno potrebbe essere certo della forma avvalendosi solo della descrizione scritta senza il disegno. Ritengo però che, pur necessariamente accompagnata dal disegno, resti un elemento utile, sia per chi studia quel materiale sia per chi è alla ricerca di un confronto, perché mette in luce aspetti che possono sfuggire osservando solo il disegno e agevola così il confronto di forme. Essendo un vaso un oggetto tridimensionale, ho scelto il metodo geometrico utilizzato da Maria Cristina Guidotti242

. Aggiungo a questa descrizione solo l'indicazione della carenatura, ovvero un

242M. C. Guidotti, Vasi dall'Epoca protodinastica al Nuovo Regno/ Museo Egizio di Firenze, Cataloghi dei Musei e gallerie d’Italia: N. S. 03, Roma 1991.

cambiamento repentino dell'andamento della parete, perché temo che la sola descrizione del corpo con un solido non metta in evidenza questa peculiarità. A mio parere la descrizione deve essere scevra da codifiche per permettere la piena libertà di descrizione di forme spesso complesse.

In tabella riporto la descrizione: Corpo

A calotta sferica

A forma di cono (forme aperte)

Cilindrico con rastremazione mediana Troncoconico a pareti Rettilinee Concave Convesse Bitroncoconico Ellissoidale orizzontale Ellissoidale verticale Superiore

Inferiore Centrale Sferico A forma di cono (forme chiuse) Fondo A punta

Arrotondato Piano Piede Discoidale Piano Convesso Cilindrico Piano Convesso Concavo Troncoconico Piano Convesso Concavo

Bitroncoconico Piano Convesso Concavo Anse Verticali Orizzontali Prese Collo

Cilindrico a pareti Convesse Concave Ondulate Troncoconico Bitroncoconico Orlo

Triangolare Rettangolare Introflesso a sezione Semicircolare Triangolare Rettangolare Estroflesso a sezione Semicircolare Triangolare

Rettangolare Labbro A sezione triangolare Ribassato A sezione semicircolare Ribassato A sezione rettangolare A sezione trapezoidale

Ripiegato sulla parete

2.2.3 La classificazione dei vasi è così completa, ma non la descrizione di tutti i suoi aspetti. I seguenti parametri non sono utilizzati per la classificazione, ma sono aggiunti alla descrizione di ogni singolo esemplare.

a) Stato di conservazione. È importante conoscere lo stato di conservazione di un vaso, per il quale ho individuato quattro categorie:

 Integro

 Quasi integro (quando il vaso non è intero ma è stato ricostruito tutto il profilo, dall'orlo alla base).

 Frammentario (quando non è possibile ricostruire tutto il profilo ma il vaso ha il fondo o la bocca).

 Frammento (quando ho un frammento di parete).

b) Decorazione. La decorazione è un elemento che, come la forma, è difficilmente riconducibile a classi, perché, al di là della ceramica del Nuovo Regno (rara in MIDAN.05), è molto rara. Questo aspetto, a mio parere, deve essere lasciato a una mera descrizione che deve comprendere l'esposizione del motivo rappresentato, i colori usati, la posizione sul vaso e l’informazione se prodotta pre- o post-cottura.

c) Spessore. Lo spessore delle pareti usa invece il codice stabilito da Bourriau e Nicholson nella classificazione degli impasti marnosi243

.  fine (2-4 mm)

 medio (5-9 mm)  spesso (10-19 mm)

243J. Bourriau. P. T. Nicholson, Marl Clay Pottery Fabrics of the New Kingdom from Memphis, Saqqara and Amarna, JEA 78 1992, p. 32

d) Tecnica. Le tecniche con cui erano modellati i vasi potevano essere molte, ma per la ceramica di MIDAN.05 è quasi per ogni esemplare il tornio; solo in pochi casi è mista: tornio e a mano.

 vasi fatti al tornio  vasi fatti a mano

 vasi fatti metà con il tornio metà a mano

e) Contenuto. Per l'attribuzione funzionale è utile segnalare se il vaso conteneva ancora al suo interno parte del contenuto originale. È indicata nella descrizione l'eventuale presenza di questi elementi con indicazioni utili alla conoscenza del vaso stesso. Per la discussione dei contenuti organici rimando in appendice.

f) Iscrizioni. Utili per l'attribuzione funzionale o per mettere in luce scambi commerciali, le iscrizioni sono un elemento diagnostico importanza.

Capitolo 3

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