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7. ANALISI DATI

7.3 Le componenti del tempo totale ischemico

Il tempo totale ischemico può essere scomposto in due intervalli:  “Insorgenza sintomi - Primo ECG diagnostico”;

 “Primo ECG diagnostico - Passaggio filo guida”. Classe di età Tempo totale ischemico femmine (minuti) 4 220 5 208 6 216 7 267 8 201 9 163

61 E’ stato utile individuare quale variazione tra questi 2 intervalli influisca maggiormente sulla variazione del tempo totale ischemico. A questo scopo sono state condotte delle analisi di correlazione che hanno posto in evidenza il livello di relazione tra queste variabili. Sono stati utilizzati due specifici strumenti che sono il calcolo del coefficiente di correlazione di Pearson (r) e il grafico Scatter Plot. In tutti i tipi di percorso entrambi gli strumenti han no chiaramente espresso (figure da 7 a 10) come la variazione del tempo totale ischemico sia maggiormente influenzata dalla variazione del tempo intercorrente tra “Insorgenza sintomi - Primo ECG diagnostico”.

Figura 7: Tempo totale ischemico 118 con ECG trasmesso area Pisa, analisi variabilità.

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Figura 9: Tempo totale ischemico walk-in STEMI PS Pontedera, analisi variabilità.

Figura 10: Tempo totale ischemico 118 con ECG trasmesso area Pontedera, analisi variabilità.

Questi risultati sottolineano come sia importante ridurre il più possibile il tempo necessario alla diagnosi, perché è la variabilità di questo che influisce sulla variabilità del tempo totale ischemico. Infatti il maggior numero di variabili è presente proprio nell’intervallo “Insorgenza sintomi - Primo ECG diagnostico“, mentre quando la diagnosi è compiuta il processo percorre su binari ben stabiliti.

7.4 “Insorgenza sintomi - Primo ECG diagnostico“

Dalla stratificazione per anno, indipendentemente dalla provenienza, si nota un considerevole miglioramento negli anni: il 2012 ha un valore medio di 119 minuti con deviazione standard 92 minuti mentre il 2013 assume un valore medio di 102 minuti con 65 minuti di deviazione standard (vedi figura 11).

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Figura 11: Intervallo ”Ins orgenza sintomi – Primo ECG diagnostico”, andamento negli anni.

L’approfondimento di quanto sopra è stato condotto su due aspetti: in primo luogo si è verificato come è cambiato questo intervallo di tempo a parità di provenienza e successivamente si è indagato sulla percentuale degli arrivi diretti in emodinamica.

Se l’analisi delle tempistiche relative a ciascun percorso non ha mostrato variazioni significative, è risultato invece determinante l’incremento di percentuale delle persone che arrivano in emodinamica direttamente dopo aver richiesto soccorso al 118. Infatti dal 2012 al 2013 si è passati dal 40,9% al 45,1% di accessi diretti in emodinamica. Questo importante incremento di risultati assume rilievo maggiore se considerato che nel 2009 anno di attivazione della rete solo il 9% dei pazienti aveva potuto seguire questo percorso di “rapido” accesso all’emodinamica.

L’importanza di questo passaggio ci ha spinto ad indagare quali caratteristiche del paziente influiscono sull’esecuzione della scelta corretta di chiamare il 118. Abbiamo esaminato diverse varabili individuali con un altro test della famiglia del test delle ipotesi. Il chi quadro test ha lo scopo di evidenziare quelle variabili che in maniera statisticamente significativa hanno influenzato la proporzione dei pazienti che arrivano direttamente in emodinamica rispetto a quelli che passano dal Pronto Soccorso. Abbiamo analizzato le variabili età, sesso e il grado di conoscenza delle tematiche sull’infarto così come emerse dalle risposte fornite a

64 un questionario. Questo questionario è stato somministrato ai pazienti (o dove questi impossibilitati ai familiari) dal personale del laboratorio di emodinamica della AOUP (Responsabile Prof.ssa A.S. Petronio) per rilevare la sensibilità al riconoscimento dei sintomi dell’infarto, alla tempistica di reazione ed alla conoscenza della “rete IMA”. Il Chi quadro test ha evidenziato che la sola caratteristica dei pazienti in proporzione statisticamente significativa è la consapevolezza di avere l’infarto (p-value 0,031) . Infatti i pazienti che arrivano direttamente in emodinamica sono circa il 15% in più quando “pensano di avere IMA” rispetto a quando “pensano di non avere IMA” (figura 12).

L’età, il sesso, la conoscenza della rete e la consapevolezza di non dover perdere tempo invece non si sono rilevate statisticamente significative (p-value >0,05).

or if it was 20,97 less, you would have a 90% chance of detecting the difference

-- If the true % defective of “Pensava di non avere IMA” was 21,24 greater than “Pensava di avere IMA”

or if it was 14,52 less, you would have a 60% chance of detecting the difference

-- If the true % defective of “Pensava di non avere IMA” was 14,56 greater than “Pensava di avere IMA” For alpha = 0,05 and sample sizes = 143; 92:

100% -20,9721,24 90% -14,5214,56 60% < 40% - -

Number of Defective and Nondefective Items

Defective Nondefective

Pensava di non avere IMA Pensava di avere IMA

92 51

46 46

Power

What is the chance of detecting a difference?

Power is a function of the sample size and the % defectives. To detect smaller differences, consider increasing the sample size.

DIAGNOSTIC REPORT

There should be at least 5 defective and 5 nondefective items in each sample to ensure validity of confidence interval for the difference. Violations are indicated in red.

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Figura 12: Chi quadro test.

Andando a studiare il campione appare però evidente che non tutti i pazienti che reagiscono correttamente chiamando il 118 arrivano direttamente in emodinamica. Infatti solo il 68% di chi richiede soccorso al 118 riesce a bypassare il Pronto Soccorso riducendo drasticamente i tempi ischemici. Nel restante 32% dei casi invece il paziente non accede direttamente alla emodinamica. Questo dipende da mezzi di soccorso che non possono offrire una diagnosi pre-ospedaliera in quanto non dotati di elettrocardiogramma con teletrasmissione (18%) e nella restante percentuale dei casi (14%) la diagnosi non

“Pensava di avere IMA” (p <0,05).

is significantly different from the % defective of The % defective of “Pensava di non avere IMA”

> 0,5 0,1 0 No Yes P = 0,031 20 0 -20 0

at the 0,05 level of significance.

-- Test: You can conclude that the % defective differs

Total number tested 143 92

Number of defectives 92 46

% Defective 64,34 50,00

95% CI (55,90; 72,16) (39,39; 60,61)

Statistics Pensava di n Pensava di a

Difference in % defectives * 14,34

95% CI (1,45; 27,22)

Do the % defectives differ?

95% CI for the Difference

Does the interval include zero?

* The difference is defined as Pensava di n - Pensava di a.

Comments SUMMARY REPORT

-- CI: Quantifies the uncertainty associated with estimating the difference from sample data. You can be 95% confident that the difference is between 1,45 and 27,22.

66 appare inizialmente chiara o è stato preferito per ragioni cliniche far arrivare comunque il paziente al Pronto Soccorso.

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