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3. ANALISI DEI DATI

3.2. Difficoltà specifiche dei turni dei bambini

3.2.4. Comportamenti dell’interprete rispetto al lessico dei bambini

Abbiamo già visto in alcuni esempi come il lessico dei bambini in parte differisca da quello degli adulti. In alcuni casi questo è dovuto a una minorenne estensione del vocabolario dei bambini. Un esempio in cui l’interprete ricorre a due soluzioni distinte per riportare il lessico dei bambini nella sua resa è riportato di seguito.

Estratto 12

40. I: [c'era] del denaro nella borsa forse?

41. ME5: [c'era un portafo] 42. I: [come mai l'uomo]

43. ME5: gli con tanto denaro (.) c'erano i soldi di carta e quelli: fa- ahm quelli sottili fatti di: ahm ferro (.) emh

(2,5) ((I termina la presa di appunti))

 44. I: eh:m es gi- ja die Frau hatte einen Geldbeutel ehm voller Geld es gab viel Geld also mmmh sowohl eh:m aus Papier und auch Münzen waren im Geldbeutel

ehm sì la donna con un portafoglio ehm pieno di soldi c'erano molti soldi cioè mmmh sia ehm di carta e anche monete erano nel portafoglio

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Ci troviamo nella fase del questioning e l’intervistatrice ha appena chiesto alla minorenne cosa ci fosse nella borsa. Dal turno 44 vediamo che ME5 usa due perifrasi per descrivere degli oggetti a cui non riesce ad associare un nome preciso, ma che riesce comunque ad esprimere chiaramente. L’interprete traduce la prima perifrasi fedelmente, mentre per la seconda sostituisce la perifrasi con un termine ritenuto più appropriato (“Münzen” monete), dando al turno un registro meno infantile.

Un altro esempio in cui l’interprete sceglie di usare nel proprio turno un traducente più specialistico, ritenuto forse più adeguato al contesto e al registro più formale, lo troviamo nell’estratto 13. In questo passaggio ME3 sta raccontando la conclusione della vicenda.

Estratto 13

 79. ME3: poteva uscire ha chiamato la poli[zia e la polizia l'ha preso] ((facendo il gesto del telefono all'orecchio quando dice polizia la prima

volta))

80. I: [eh: die Frau die da war hat die] Polizei angerufen und die:=

e:hr la donna che era lì ha telefonato alla polizia e la 81. Q1: =mh mh=

82. I: =Polizei hat eh ihn=

polizia e la polizia l'ha 83. Q1: =mh mh-mh=

 84. I: =festgenommen= arrestato

L’interprete sceglie di rendere il “l’ha preso” del turno 79, caratterizzato da un registro colloquiale e tipico dei bambini, con “festgenommen/arrestato”, scegliendo un termine più specializzato.

Viceversa, l’interprete si dimostra attento alle esigenze linguistiche dei bambini adeguando il registro anche in fase di traduzione verso l’italiano:

Estratto 14

14. Q1: und dein Papa wie heißt der? e tuo papà come si chiama?

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 15. I: e tuo padre come si chiama (.) il tuo papà

L’interprete usa prima, spontaneamente, la traduzione in italiano standard “padre” per poi riformularsi usando un registro più affettivo e adatto al bambino, dato non solo dal termine “papà”, ma anche dall’uso dell’articolo determinativo prima dell’aggettivo possessivo. Questo riflette anche la scelta lessicale dell’intervistatrice, che usa un colloquiale “Papa/papà” al posto di un più formale “Vater/padre”.

Nel campione ritroviamo questa attenzione anche nell’uso di “signora” per tradurre “Frau/donna”, che corrisponde al modo in cui i bambini sono abituati a fare riferimento a una donna.

Un esempio in cui l’interprete invece cambia il registro nella traduzione verso l’italiano lo troviamo di seguito.

Estratto 15

48. Q1: und war das die Tasche mit den Einkäufen oder war das ehm die Handtasche=

e quella era la borsa con gli acquisti o era ehm la borsetta

49. I: =era la borsa: con: >quello che la signora aveva< comprato: o era la borsetta?

(.)

 50. ME3: no e:ra ((guarda a destra)) la: borsetta: con la: con dentro la spesa

 51. I: es war die Hand- die Handtasche mit den: Einkäufen era la bors- la borsetta con gli acquisti

L’interprete ha mostrato una particolare sensibilità nei confronti del minorenne , traducendo “Einkäufe” (‘acquisti’) in maniera semplificata, con una perifrasi “quello che la signora aveva< comprato:” in modo da rendere il contenuto più accessibile. Si tratta di una scelta dell’interprete che probabilmente ritiene la perifrasi più comprensibile o comunque più familiare per un bambino di 6 anni rispetto ad “acquisti”.

A questo punto ci si può chiedere se l’interprete debba adattare il proprio modo di esprimersi a quello di un bambino. Come abbiamo osservato in precedenza (1.2.1 . e

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1.2.3.1.), diverse fonti ritengono che l’interprete in ambito giuridico -giudiziario non sia tenuto in prima persona di adattare il proprio modo di esprimersi a quelle che ritiene essere le capacità del bambino a cui si rivolge. Come indicano alcune linee guida a livello nazionale (Garantire i diritti dei minorenni-Vademecum per le forze di

polizia, 2014) e internazionale (Guidelines of the Committee of Ministers of the Council of Europe on child-friendly justice del Consiglio d’Europa pubblicato nel

2011 e l’Handbook for professionals and policymakers on Justice in matters involving

child victims and witnesses of crime dell’UNODC del 2009) è a chi pone le domande e

rappresenta l’istituzione che spetta il compito di esprimersi in una lingua adeguata al minorenne. Per assicurarsi che ciò avvenga, le Raccomandazioni per i colloqui con

minori mediati da interpreti consigliano all’interprete di assicurarsi con l’intervistante

proprio che usi un linguaggio adeguato. Abbiamo però anche anticipato (2.2.1 .) che il contesto delle interviste analizzate non replica fedelmente quello giuridico -giudiziario. Non trovandoci in una situazione istituzionale vera e propria, non possiamo valutare l’adeguatezza della scelta traduttiva dell’interprete, ma questo esempio può fungere da stimolo per una riflessione futura sul comportamento che l’interprete può adottare nel caso in cui il rappresentante dell’istituzione non adegui i propri turni alle capacità del bambino, sempre vincolando le indicazioni alle esigenze del contesto in cui avviene l’interazione.