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Comunicazione e servizi al visitatore del circuito “Percorsi di Guerra: itinerari tra due fiumi e

III. SVILUPPO TERRITORIALE E CONCEZIONE DEGLI ITINERARI

III.2 Proposte per un turismo sostenibile nei luoghi del conflitto

III.2.1 Comunicazione e servizi al visitatore del circuito “Percorsi di Guerra: itinerari tra due fiumi e

Ipotizziamo in che modo il turista possa venire a conoscenza della nostra offerta di vista alle terre legate al Primo conflitto mondiale, chiamata “Percorsi di Guerra: itinerari tra due fiumi e due nazioni”. Il titolo ipotetico del circuito di visita vuole chiarire la tematica affrontata, ovvero una serie di itinerari legati alla “Guerra”, che nell’Italia del Nord-Est e in Slovenia è un riferimento abbastanza chiaro alla Prima Guerra Mondiale. Non si vuole proporre l’idea di “Grande Guerra”, poiché potrebbe, per qualcuno, enfatizzare un giudizio positivo verso un

episodio devastante e disumano della storia umana. L’occhiello al titolo evidenzia il ruolo primario dei fiumi e delle zone ad essi circostanti, ambiti geografici intersecati dalla linea di confine italo-slovena (rimando comunicativo all’idea di un’azione di sviluppo transfrontaliero condiviso). Pur con le sue peculiarità, il circuito dovrà essere riconoscibile sia sul versante del Piave in Veneto, sia su quello isontino in Friuli- Venezia-Giulia e in Slovenia, in maniera tale da amplificare la portata comunicativa dei potenziali siti da visitare in entrambi i contesti.

Gli itinerari che andremo a delineare dovranno prevedere una cartellonistica accurata, sia in coincidenza dei siti salienti, sia sui bivi di strade ciclabili o pedonabili. Quanto più il territorio verrà coperto da queste indicazioni informativo-stradali, tanto più il visitatore sarà facilitato nella sua escursione, moltiplicando inoltre le possibilità che più persone di passaggio scoprano il circuito e quindi si informino sul progetto e, in qualche caso, prenotino la loro visita. Un esempio concreto utile a questo scopo sono i pannelli utilizzati dal progetto “Sentiero della Pace” per la segnalazione dei siti sloveni relativi alla Prima Guerra Mondiale. Quelli più grandi conterranno descrizioni accurate multilingue, con foto attuali e d’epoca del sito stesso, tutti i loghi dei partner di progetto e un QR code che rimandi al sito web ufficiale. Per le indicazioni ai bivi stradali per ciclisti e pedoni possono essere invece impiegati semplici “frecce direzionali” sul modello sentieristico del CAI, meglio se contenenti il nome del sito da raggiungere, la lontananza in chilometri e, ancora una volta, un QR code o indicazione di sito web per trovare maggiori informazioni.

A livello pubblicitario, sarà ovviamente importante prevedere campagne di sponsorizzazione dell’offerta tramite social network, locandine, cartelloni pubblicitari, dépliant presso gli info point di Veneto, Friuli-Venezia-Giulia e Slovenia. Volantini e piccole card con informazioni sui luoghi, gli eventi e i portali online possono essere lasciate nei locali pubblici, favorendo la diffusione degli itinerari e degli obiettivi del progetto. Sarebbe importante concentrarsi anche

Figura 36: Esempio di cartellonistica all'interno del Progetto "Walk of Peace": tabellone informativo mulitilingue con QR code presso Cerje, Miren, Slovenia (foto dell’autore).

sulla formazione degli operatori turistici che posseggono questi veicoli comunicativi, in maniera tale che essi stessi possano facilitare la consultazione del materiale e l’eventuale prenotazione di visite e pacchetti turistici.

L’entrata ai musei e a tutti i punti di interesse con ticket di ingresso potrebbe essere agevolata da un biglietto cumulativo, che comprenda per uno stesso prezzo tutte le entrate alle strutture convenzionate (o che dia diritto ad una riduzione per i biglietti successivi al primo). Tale modello potrebbe essere ripreso, ad esempio, dalla Card “Isola dei Musei” della zona Pedemontana del Grappa, progetto di valorizzazione museale che raggruppa in un unico biglietto: un’entrata intera più le riduzioni di cinque realtà museali della Provincia di Treviso (Museo Civico di Asolo, Museo Casa di Giorgione, Villa Emo, Villa di Maser, Gypsoteca e Museo Antonio Canova), permettendo ai turisti presenti in zona di effettuare, nel giro di qualche giorno, una visita a tutte le istituzioni culturali aderenti (www.isoladeimusei.it). Il biglietto potrebbe inoltre essere utilizzato come buono sconto per i ristoranti, gli hotel e negozi di artigianato convenzionati, implementando così un sistema di consumo virtuoso legato alle particolarità del territorio, mantenendo l’autenticità e l’origine controllata come tratti fondamentali di qualsiasi offerta. Allo stesso modo, il prezzo ridotto potrebbe arrivare ad essere applicato anche ai mezzi di trasporto pubblico, facilitando al visitatore esterno l’esplorazione del territorio, senza quindi dover obbligare a recarsi nei diversi rivenditori di biglietti a seconda del mezzo di trasporto impiegato (per treno e autobus, ma eventualmente anche biciclette e automobili a noleggio). Tale offerta non è impensabile, ma potrebbe essere semplicemente ripresa dal vicino Südtirol, il quale offre una card multiservizi, da 3 o 7 giorni, chiamata “museumobil card”: prevede l’accesso ai treni regionali, gli autobus locali, cinque funivie, un trenino e una funicolare turistica, un’autopostale transfrontaliera con la Svizzera, oltre che un accesso gratuito a più di 90 musei della Provincia Autonoma di Bolzano (vedere http://www.mobilcard.info/it/museumobil-card.asp). Un’accessibilità “green” e all’avanguardia può essere sostenuta garantendo accessi ben distribuiti a punti di ricarica per veicoli elettrici nelle diverse mete turistiche e tra un itinerario e l’altro. Le “colonnine di ricarica” per automobili, biciclette a pedalata assistita e “motociclette” elettriche non servono unicamente a permettere al visitatore di raggiungere la meta successiva, ma sono essi stessi punti di accesso ad un sito potenzialmente oggetto di visita: come ad oggi numerosi ristoranti sfruttano la sosta di ricarica di un veicolo elettrico per invogliare proprietario e relativo accompagnamento a usufruire dei servizi del ristorante, così un museo, parco tematico o sito culturale potrebbe invogliare il proprietario del mezzo a visitare la propria esposizione come

alternativa alla mera attesa della ricarica completa o parziale. A sostegno di ciò, bisogna essere sicuri che i proprietari di veicolo elettrico sappiano dell’esistenza del punto di ricarica, geolocalizzandolo tramite portali web e app specializzate che permettano un aggiornamento continuo dello stato della colonnina, come Nextcharge (goelectricstations.it) o Enel X Juice Pass.

Si potrebbe favorire l’installazione di una rete minima di punti di ricarica partendo dalla promozione di operatori del settore che propongano un car sharing elettrico, il quale metta a disposizione molteplici postazioni da cui noleggiare il proprio veicolo, magari in corrispondenza di stazioni ferroviarie e aereoporti, in modo da invogliare i visitatori a raggiungere la destinazione tramite il trasporto pubblico e la meta specifica con il noleggio. Le colonnine verrebbero quindi utilizzate sia dagli utenti del servizio che dai proprietari di automobili. Un esempio di questo sistema si può individuare in Puglia, con il car sharing salentino di 4usmobile (carsharing.ubiest.com): tramite smartphone è possibile prenotare il veicolo, sbloccare la serratura da QR Code e pagare il noleggio a fine esperienza: un buon esempio di integrazione di accessibilità green e turismo smart.

Figura 37: Schermata del sito web goelectricstations.it riportante la distribuzione di colonnine sul confine italo-sloveno. È stato selezionato il punto di ricarica gratuito messo a disposizione dal Comune di Kobarid. Si nota comunque una certa mancanza di colonnine di ricarica sul versante sloveno (immagine dell’autore da www.goelectricstations.it, 17 gennaio

Ove non sia possibile fornire una guida autorizzata per un percorso di modeste dimensioni e interesse culturale, si potrebbe pensare di utilizzare un’applicazione smartphone dedicata alla descrizione del luogo circostante. L’app iziTRAVEL (https://izi.travel/it), ad esempio, permette di geolocalizzarsi e trovare gli itinerari più vicini a sé: mantenendo la geolocalizzazione attiva, l’app segnala la presenza di punti di interesse precedentemente indicati dall’autore del percorso tramite testo, foto, video e audio. In questo modo il visitatore può usufruire di una spiegazione del sito e del contesto circostante in maniera gratuita o a pagamento, a seconda della scelta dell’autore.

Naturalmente, non si ritiene che i diversi esempi di sviluppo territoriale appena presi in considerazione siano un elenco esaustivo dei potenziali servizi da implementare in un’offerta del genere, ma possono essere punti di partenza da approfondire caso per caso a seconda delle esigenze delle amministrazioni locali o dei partner di progetto. Che si voglia facilitare l’ampliamento della comunicazione dell’offerta turista o l’arricchimento della gamma di servizi al turista, le opportunità date dalle nuove tecnologie sono sorprendenti e per questo è necessario avere le giuste conoscenze per fare delle scelte appropriate per le diverse realtà.

III.2.2 Da Kobarid al Castello di Duino: itinerario isontino tra Italia e