• Non ci sono risultati.

I concetti base della medicina buddhista: la classificazione delle malattie e il ruolo

Secondo la tradizione buddhista, esistono 404 tipi di malattie differenti, divise in 101 categorie20. Esse trovano la loro origine nella discordanza degli elementi e in uno stile di vita non consapevole, in balia del caos emozionale. Secondo il canone buddhista il mondo e ogni essere che lo abita è costituito dai quattro elementi terra, acqua, fuoco e aria, ognuno con le sue funzioni e particolarità. Tu 土 (la terra), rappresenta la solidità, ha un certo grado di durezza e riesce a sostenere tutte le cose; shui 水 (l’acqua) possiede la caratteristica dell’umidità, cede nella forma senza mutare nell’essenza; huo 火 (il fuoco) ha come qualità il calore, fa maturare i frutti e cuoce i cibi, feng 风 (l’aria) infine, è movimento e rende possibile la crescita. Così come ogni aspetto della realtà naturale è pervaso dall’energia degli elementi, anche ogni parte del corpo umano può essere collegata ad uno di essi. Per esempio, i tessuti più solidi del corpo come unghie, capelli, pelle, muscoli ed ossa, rappresentano la terra; i liquidi invece, tra cui la saliva, le lacrime e il sangue, raffigurano l’acqua; l’energia che genera calore e permette la funzione metabolica di tutte le cellule è fuoco, mentre la capacità di movimento, sia controllato che indipendente, rientra nelle caratteristiche dell’aria. Se uno

20

37

solo degli elementi non è in equilibrio, le relazioni tra gli stessi subiscono drastici mutamenti che generano disordine e possono causare la formazione delle malattie.

Il significato di salute e malattia secondo gli insegnamenti buddhisti, si può riassume nei due grandi insiemi generali di “malattie fisiche” e “malattie del cuore-mente”. Mentre le prime riguardano principalmente i disturbi del corpo, e quindi dei muscoli, ossa, nervi, organi e apparati, le malattie del cuore-mente raggruppano tutti quegli impulsi negativi ed emozioni incontrollate che affliggono la mente21. Si dice che l’animo umano sia in grado di provare 80.400 diversi tipi di sentimenti nocivi che, se potessero essere concentrati, si potrebbero riassumere con tre parole: “attaccamento, avversione e ignoranza”22.

Attaccamento 贪(tan) è lo stato d’animo di chi non riesce a frenare il suo desiderio di

prendere, avere, possedere ogni cosa, proprio come colui che, incapace di controllare la propria ingordigia, si abbuffa fino a stare male. Secondo il “Mohezhiguan” trattato di Zhiyi quarto patriarca della scuola Tiantai, colore, suono, profumo, sapore e tatto, possono offuscare la nostra capacità intellettiva e morale, per cui, la ricerca della perfezione sensoriale che lede l’equilibrio energetico tra gli elementi, porta inevitabilmente alla malattia. Zhiyi suggerisce che coloro che si lasciano confondere dai colori sono più soggetti di altri ad ammalarsi al fegato, coloro che si lasciano attrarre dai suoni, sono più inclini a disturbi renali, gli amanti di fragranze e profumi mettono a rischio i loro polmoni, chi ricerca la perfezione dei sapori invece, indebolisce il cuore, mentre lasciarsi trasportare dalle sensazioni che derivano dal tatto può essere la causa di malattie alla pelle. Per questo motivo sia la medicina buddhista che la MTC promuovono il concetto di zhong 中 centro, armonia, equilibrio delle cose.

21 Per una definizione di mente si veda: Daniel J. Siegel, 2011: 62-67. 22

38

Avversione 嗔 (chen): E’ ira, rabbia, repressione dell’amarezza. Può causare ipertensione,

arresto cardiaco e altri disturbi del cuore. Nella società attuale sono sempre più comuni casi di malattie cerebrovascolari, spesso causate da un’accelerazione repentina del battito cardiaco a causa di forti stati di collera nei confronti di altre persone o situazioni.

Ignoranza 痴 (chi): è la mancanza di conoscenza, ma anche l’insieme di tutti quei concetti e

opinioni che, considerate verità inalienabili, offuscano la capacità di comprensione dell’assoluto. Anche rimanere troppo concentrati sull’apparenza della realtà materiale esterna, senza prestare ascolto alla propria interiorità emotiva, rientra in questa fonte di sofferenza.

Il concetto di salute condiviso dal buddhismo, coincide con quanto espresso dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Si può parlare di salute solo se sussiste una totale integrità dell’individuo sia a livello fisico che psichico, essendo questi due spetti integrati e imprescindibili l’uno dall’altro. Il buddhismo indaga la salute dell’uomo attraverso i tre aspetti indissolubili di fisiologia, psicologia e background sociale. Disturbi a livello emotivo non sono solo indice di malattie del cuore-mente, ma anche campanelli di allarme per possibili ripercussioni a livello fisico che possono culminare con vere e proprie malattie del corpo. La medicina buddhista sostiene, infatti, come sentimenti ed emozioni inquinanti siano responsabili di un cambiamento ormonale che influenza la produzione di tossine con ripercussioni sul fegato e di riflesso, su tutto l’organismo.

La medicina buddhista divide ancora le malattie sulla base dei concetti di “causa” e “conseguenza”.

Le malattie della causa sono quelle patologie che affliggono gli esseri mortali in grado di provare dolore. In esse si raggruppano sia le malattie del corpo che quelle del cuore-mente. Le malattie della conseguenza invece riguardano prettamente le disfunzioni fisiologiche degli

39

così da tutte le forme di sofferenza, per guidare gli uomini nella strada sella santità, rimangono legati alla caducità dell’essere corporeo.

“Sono malato perché lo sono tutti gli esseri senzienti. Se le sofferenze di tutti costoro avessero una fine, terminerebbe anche la mia sofferenza. Perché avviene questo? Perché quando il Bodhisattva, per la salvezza di tutte le creature, entra nel regno della nascita e della morte, diviene soggetto alle leggi che regolano questo regno e pertanto si ammala. Se tutti gli esseri senzienti venissero curati dalle loro malattie, allora il Bodhisattva non si ammalerebbe più. E’ come l’uomo ricco che ha un unico figlio. Quando questo figlio si ammala, anche i suoi genitori si ammalano. Se il figlio viene guarito, lo sono anche i genitori. La stessa cosa avviene per il Bodhisattva: ama tutti gli esseri come se ognuno di essi fosse il suo unico figlio. Quando tutti gli esseri sono guariti, allora il Bodhisattva sarà guarito.23”

Nonostante possano essere afflitti da malattie fisiche, i bodhisattva, avendo percorso la via dell’illuminazione, fino al raggiungimento della comprensione ultima, non sono più soggetti alle pene della mente e nessuna condizione psicologica può influenzare o essere la ragione di ulteriori forme di sofferenza.