7. Caso di studio
7.4 Conclusioni
Si è visto che, in base alla norma CEI EN 62305-2, quando R > RT dovrà essere effettuata una idonea messa a terra della gru a torre. Quanto sopra evidenzia come la protezione sia richiesta solo in casi particolari, ma per capire se si rientra in questa condizione occorre fare l’analisi del rischio, peraltro obbligatoria dal Testo Unico.
C’è da dire che in cantiere ad oggi, sia tra i costruttori di gru, sia tra le imprese di costruzioni che utilizzano le gru a torre sia tra i funzionari pubblici che le verificano, si è rimasti ancora legati a disposizioni legislative ormai superate con la convinzione che le strutture metalliche installate all’aperto, quali gru e ponteggi, debbano essere obbligatoriamente “protette” contro i fulmini. Secondo l’art. 39 del DPR 547/55 infatti (ora abrogato, ma evidentemente ancora applicato) “Le strutture metalliche degli edifici e delle opere provvisionali, i recipienti e gli apparecchi metallici di notevoli dimensioni situati all’aperto, devono essere collegati elettricamente a terra mediante conduttore in modo da garantire la dispersione delle scariche atmosferiche”. Finora, per stabilire se una gru o un ponteggio richiedevano la protezione, si utilizzava la procedura semplificata si cui all’appendice G della norma CEI 81- 1, molto immediata e di semplice applicazione; con un semplice grafico (Fig. 1) si riusciva a stabilire istantaneamente se la struttura metallica necessitava di protezione.
Con l’entrata in vigore della norma CEI EN 62305 (entro la data del 01/11/2006 doveva essere recepita a livello nazionale da tutti gli stati membri, in Italia ciò è avvenuto con la pubblicazione della norma 81-10 da parte del CEI) tale procedura è stata abrogata e occorre pertanto effettuare il calcolo del rischio completo secondo le nuove norme per stabilire se occorre proteggere e denunciare, ai sensi del DPR 462/01, le strutture metalliche.
Ciò nonostante, visto il momento di profonda incertezza sulla interpretazione e sulla applicazione delle norme riguardanti gli apparecchi di sollevamento da
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parte degli organi pubblici ISPESL(INAIL)/ASL/ARPA dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08, è sempre meglio effettuare la messa a terra della gru per i seguenti motivi:
E’ una operazione facilmente ed economicamente attuabile; Viene prescritto sui manuali di uso e manutenzione delle gru; Vengono eliminati o ridotti i rischi residui e il datore di lavoro non incorre in eventuali sanzioni per “culpa in eligendo”.
La prassi generalmente adottata (Fig. 2) quando si installa una gru a torre in cantiere è quindi quella di mettere comunque a terra la gru seguendo le indicazioni fornite dal costruttore nel manuale di uso e manutenzione (cavo con sezione non inferire a 35mm2, dispersore a croce in acciaio zincato di 2,5 m, pozzetto in cls autocarrato di protezione, ecc.).
In ogni caso, anche se la messa a terra viene effettuata a regola d’arte, l’articolo 80 del D.Lgs. 81/08, introduce l’esplicito obbligo a carico dal Datore di Lavoro di effettuare la valutazione del rischio elettrico, per cui si ritiene necessario uno studio sul rischio fulminazione in base alla norma CEI EN 62305-2, e uno studio sul rischio indotto dalla vicinanza di una linea elettrica, con l’emissione di un certificato di valutazione timbrato e firmato da un professionista iscritto all’albo specifico analogamente alla Dichiarazione di idoneità della base di appoggio della gru a torre.
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