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8. Conclusioni

8. Conclusioni

8. Conclusioni

La situazione futura che si è delineata, grazie a queste previsioni, è perfettamente in linea con le realtà presenti nel resto d’Italia ed Europa occidentale. Una natalità in calo e un aumento continuo della speranza di vita porteranno, nei prossimi anni, a un graduale invecchiamento della popolazione. Importanti immigrazioni dall’estero di forza lavoro serviranno solo ad attutire l’impatto e smorzare gli effetti di questo nuovo assetto della popolazione in cui, una gran parte della popolazione ritirata dal lavoro, dipenderà da una quota di popolazione attiva numericamente inferiore.

Anche il sistema produttivo dovrà riorganizzarsi, rispetto a questo nuovo assetto, ricercando nuove tecnologie che permettano un uguale produzione, sfruttando in maniera migliore la minore manodopera che si avrà a disposizione.

Il territorio della provincia dovrà essere probabilmente riorganizzato poiché, già oggi, sono presenti situazioni di spreco, nelle risorse amministrative, risultanti dal mantenere indipendenti località che non hanno più senso di esserlo (per la poca popolazione) e che nel futuro vedranno secondo le nostre stime un ulteriore calo dei cittadini. Comuni che contano meno di 1000 abitanti risultano essere totalmente inutili e ingombranti poiché, chiedono un continuo sovvenzionamento che, per la quota di popolazione che rappresentano, risulta essere totalmente inappropriato. Giusti, in questi casi, sarebbero

92 accorpamenti tra i singoli comuni per formarne uno unico o l’annessione di uno più piccolo a uno dalle dimensioni maggiori, riducendo spese ed evitando gli sprechi. Questa operazione, però, è molto difficile che avvenga per intervento governativo imposto dallo stato. E’ quindi importante che siano gli stessi comuni e i politici che li governano a capire la criticità della situazione e a ricercare nuove soluzioni, per rendere migliore l’amministrazione del territorio.

Il profondo spopolamento in atto nel nord della provincia è probabilmente causato dall’assenza di grandi centri o comunque dalla mancanza di stimoli per la popolazione per nascere e vivere in questi luoghi. Il dare maggiore spinta allo sviluppo del turismo o alla creazione di industrie innovative e all’avanguardia aiutando l’imprenditoria giovanile non possono che giovare alla riqualifica di queste aree e potrebbero dare forti spinte per invertire il trend negativo in atto. Da notare che interventi di questo tipo sono poco utili se non sono accompagnati da adeguati interventi per rendere migliori l’apparato infrastrutturale e i servizi offerti alla popolazione soprattutto in una zona come il nord dove si soffrono carenze proprio di questo genere.

Nel corso dei vent’anni, che si sono andati a stimare, l’aumento di 4.300 unità che si è previsto è quasi nella sua totalità da imputare alla componente straniere che si andrà a stabilire nei territori della provincia. L’aspetto non è affatto da sottovalutare ma, è importante già oggi organizzare iniziative e politiche che facilitino l’integrazione e la vita di questi immigrati senza che si creino spaccature profonde tra autoctoni e questi nuovi cittadini così utili per il sistema produttivo ma allo stesso tempo troppo spesso dimenticati, lasciati in uno stato di solitudine e disagio sociale non affatto consono a una società globalizzata e multi- culturale come quella nella quale stiamo già vivendo.

Sarà, inoltre, fondamentale organizzare le scuole in modo tale da rendere i figli di questi immigrati perfettamente a loro agio, consapevoli delle loro origini ma allo stesso tempo orgogliosi e felici di essere cittadini italiani.

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9. Bibliografia

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- Massimo Livi Bacci, Introduzione alla Demografia, terza edizione, Loescher, Torino, 1999. - F. Rossi e F. Bonarini (Dipartimento di Scienze Statistiche dell’ Università di Padova), Dinamiche demografiche del comune di Vicenza e dei comuni della cintura per il periodo 2006-2029, Padova, 2007.

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94 - A. Valentini (Università di Pisa), Le previsioni demografiche in presenza di immigrazioni: confronto tra modelli alternativi e loro utilizzo empirico ai fini della valutazione dell’equilibrio nel sistema pensionistico, Report n. 150, Pisa, 1999.

www.dipstat.ec.unipi.it/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=178&Itemid=110

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- IRES Piemonte, Scenari demografici e alternative economiche. La popolazione piemontese d’origine italiana e straniera fra 2000 e 2050 a cura di M.C. Migliore, L. Abburrà, G. Gesano, F. Heins, Working paper n.165, 2002. www.ires.piemonte.it/scenari.html

- A. Santini (Università di Firenze), Appunti di analisi demografica, Serie didattica 2005/1, Firenze, 2005. www.ds.unifi.it/ricerca/pubblicazioni/altre/didattica/didattica2005_1.pdf

- ISTAT , Previsioni di popolazione residente per sesso, età e regione dal 1.1.2001 al 1.1.2051 a cura di M. Marsili, M. P. Sorvillo, R. Petrillo, G. Gulatieri, C. Giovanelli a A. R. Mancini, Informazioni n.# - 2002, Roma, 2002. www.istat.it

- A. Santini, S. Salvini, D. Vignoli (Università di Firenze), le previsioni di popolazione. Teoria ed applicazioni, Serie didattica 2006/1, Firenze, 2006. www.ds.unifi.it

- E. Migliorini, Strudel 2000 – Un modello per l’analisi e la proiezione della struttura demografica locale basato sulla estrapolazione auto regressiva delle serie storiche, Sessione S18, Milano, 2002.

www.statistica.unimib.it/demografia1/relazioni_finali/Migliorini.doc

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www.cisis.it/archivi/seminari/bologna/desantis.ppt

- Servizio Sistemi Informativi della Regione Emilia Romagna, Previsioni demografiche della popolazione e delle famiglie 1999- 2025 a cura di P. Benassi e G. Zoda, Osservatorio Demografico 1998, Modena, 1999.

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- A. Valentini e A. Bonaguidi, Il modello di previsione multiarea. L’esperienza della Regione Emilia Romagna, Bologna. www.cisis.it/archivi/seminari/bologna/valentini.ppt

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APPENDICI

APPENDICIAPPENDICI

APPENDICI

Appendice a: Tabelle

Appendice a: Tabelle

Appendice a: Tabelle

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Appendice b: Cartine

Appendice b: Cartine

Appendice b: Cartine

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