• Non ci sono risultati.

Conclusioni di quanto emerso dal mio lavoro di tesi in base agli obiettivi prefissat

6. Conclusioni

6.1 Conclusioni di quanto emerso dal mio lavoro di tesi in base agli obiettivi prefissat

Il punto di partenza del mio lavoro di tesi coincide con il momento in cui, insieme all’équipe, si è deciso che durante la mia pratica professionale avrei potuto accompagnare un adolescente nella scelta e nella ricerca di un impiego di apprendistato. Questa opportunità ha aperto questioni e curiosità che hanno permesso di concretizzare una ricerca approfondita grazie al presente lavoro di tesi.

La fase di ricerca documentale e in seguito di analisi mi ha permesso di entrare gradualmente nel tema mettendone in luce progressivamente diverse sfaccettature.

In particolare l’accompagnamento sperimentato con un adolescente, in parallelo alla ricerca empirica conoscitiva, ha permesso di fare un continuo andata e ritorno fra teoria e pratica. Si è trattato di un approccio interessante e molto arricchente.

I vari contributi teorici e soprattutto il concetto sull’auto-efficacia del professor Bandura114 hanno permesso di leggere la problematica con una prospettiva propositiva.

Per rispondere all’iniziale domanda di tesi, “Quali sono le difficoltà di un ragazzo che si

trova a dover entrare nel mondo del lavoro e come l’équipe del foyer Calprino può accompagnare e sostenere questo passaggio, nel momento in cui le risorse preposte a tale scopo non possono essere attivate?” riprendo qui di seguito i risultati emersi in

corrispondenza dei due obiettivi formulati.

Per quanto attiene all’obiettivo conoscitivo del lavoro di tesi, dall’analisi delle interviste e grazie ai collegamenti con la teoria, ho evidenziato tre aspetti significativi che potrebbero essere alcuni dei motivi per cui un adolescente non è motivato ad attivarsi nella ricerca e scelta di una professione futura. Il primo aspetto è relativo al passato di questi adolescenti, infatti il percorso di questi ragazzi è spesso caratterizzato da molti fallimenti. Il secondo

114

aspetto che ho rilevato, riguarda la loro auto-efficacia: molti di loro non conoscono, infatti, le proprie capacità e potenzialità. Il terzo aspetto riguarda invece il mercato del

lavoro sempre più competitivo e nel quale diventa sempre più difficile inserirsi. L’insieme

di questi elementi, secondo me, influenza l’autostima e la paura del fallimento, le quali poi agiscono sulla motivazione di questi adolescenti. Il ragazzo non riesce a trovare la

motivazione per provare a inserirsi in un percorso che lo spaventa e che, a volte, pensa

di non essere in grado di svolgere con risultati funzionali.

Un’équipe educativa come quella del foyer Calprino, a parer mio, potrebbe accompagnare e sostenere un adolescente in cerca di un posto di apprendistato con un approccio come può essere quello dello psicologo Albert Bandura dell’autoefficacia. Questo approccio può essere funzionale per aumentare la motivazione del ragazzo agendo attivamente sulla sua autoefficacia, quindi fornendogli una visione più positiva della sua situazione, sia riguardo il passato, sia per ciò che concerne il presente, e delle sua abilità. Intervenendo, a livello dell’autoefficacia, è emerso inoltre un miglioramento dell’autostima del ragazzo stesso che si è riscoperto attore attivo e capace di fare concretamente qualcosa per raggiungere il nostro obiettivo, quello di entrare nel mondo del lavoro. Oltre a ciò, ho rilevato l’importanza da parte di un educatore di aiutare i ragazzi concretamente anche in mansioni come quelle più pratiche di scrittura del curriculum vitae e della lettera di motivazione, piuttosto che fornirgli consigli utili e pratici per presentarsi o telefonare ai vari datori di lavoro. Tutto questo, però, senza mai sostituirsi all’utente, ma mantenendolo sempre protagonista dell’intervento. Vorrei, infatti, evidenziare questo aspetto: l’educatore che viene coinvolto in un progetto di scelta e ricerca di un posto di apprendistato, secondo me, è importante che sia continuamente informato e aggiornato sugli strumenti, strategie e tecniche utilizzate nell’inserimento lavorativo. Un’ipotesi di miglioramento potrebbe essere, ad esempio, una formazione annuale, o ogni due anni, grazie alla quale l’educatore può informarsi e aggiornarsi sul tema specifico.

Rifacendomi inoltre alle ipotesi di miglioramento proposte dagli operatori dell’équipe, sicuramente l’aspetto della continuità in progetti del genere è fondamentale. L’idea quindi di avere una persona in più o un operatore che, per un determinato periodo, si occupi di tutto ciò che concerne l’inserimento professionale di uno o più utenti è, secondo me, una proposta funzionale e positiva che agevolerebbe l’entrata nel mondo del lavoro e degli adulti per ragazzi in situazioni come quella di Luca.

Infine, una strategia che ho trovato davvero funzionale per motivare i ragazzi di fronte alle difficoltà in un percorso come quello descritto è portare la propria o altrui esperienza. Sulla base, infatti, di quanto ho potuto osservare, l’adolescente è molto più ricettivo perché non si sta parlando della sua situazione, ma di una analoga. Secondo me, a volte, per questi adolescenti è davvero difficile fare un’auto-valutazione e un’auto-osservazione, quindi, la possibilità di spostare la problematica su un'altra persona o su un evento passato “alleggerisce” l’adolescente.

Facendo una lettura critica del percorso da me svolto, ritengo una risorsa il fatto di aver potuto sperimentare il progetto di accompagnamento in autonomia; ho avuto la libertà di muovermi come più ritenevo funzionale, senza interventi esterni. I miei colleghi sarebbero intervenuti solamente se avessi intrapreso un percorso non adeguato o davanti a grosse difficoltà. Ovviamente tutto quanto si sviluppava nel progetto era comunicato o concordato con l'équipe. Ritengo che la condivisione sia una pratica di base per lavorare in modo efficiente in un contesto come quello del foyer Calprino.

Grazie alla parte applicativa svolta con un adolescente ho avuto l’opportunità di osservare e toccare con mano ciò che gli autori mi hanno fornito nella teoria, permettendomi così di costruire un’idea personale di ciò che accade nel concreto in un percorso di entrata nel mondo del lavoro.

Un limite invece riscontrato in questo lavoro di tesi è stata la mancanza di tempo e risorse, determinata dalla condizione dello stage, per provare a sperimentare l’intervento con altri giovani, così da poter confrontare le reazioni e i risultati di più esperienze. Sarebbe utile, al fine di dare continuità a questo lavoro, continuare la sperimentazione di questi accompagnamenti con un feed-back strutturato degli adolescenti durante e a fine percorso.

6.2 Trasferibilità del mio lavoro di tesi per la professione

Documenti correlati