Il Progetto Vicenza Moss Bags ha consentito di programmare e svolgere un intenso lavoro di sperimentazione sia in campo che in laboratorio, in parte affrontando alcune questioni sollevate da altri autori, in parte sviluppando linee di ricerca nuove ed ispirate ai risultati appena osservati. Si riporta di seguito una sintesi degli obiettivi raggiunti, così com’erano stati prefissati nel capitolo introduttivo.
Obiettivo I
Gli aspetti metodologici della tecnica dei moss bags sono stati affrontati sulla base delle conoscenze fornite da esperti (autori belgi, francesi e britannici) e vagliati dal nostro gruppo di ricerca attraverso la sperimentazione in campo ed in laboratorio. Le modalità di raccolta ed impiego dei muschi sono sufficientemente codificate, ma sarebbe opportuno studiarne e migliorarne le fasi di lavaggio, trapianto e selezione degli apici, in quanto passaggi critici che incidono sulla variabilità intrinseca delle concentrazioni. Le modalità di trattamento ed analisi dei campioni hanno ricevuto continui miglioramenti grazie ai test di qualità del dato eseguiti sul materiale standard di riferimento. I passaggi critici che tuttora permangono sono la mineralizzazione di campioni particolarmente concentrati in Hg (è necessario definire un protocollo di pulizia degli strumenti per evitare la contaminazione dei campioni successivi), la reazione di riduzione dell’As (attualmente non consente risultati analitici accettabili) e la calibrazione dello strumento analitico per Cr e Ni (la resa è talvolta variabile da una sessione all’altra e la precisione delle misure sullo stesso campione non è sempre accettabile).
L’elaborazione grafica, matematica e statistica dei dati, che consente di comprendere e sintetizzare le informazioni fornite dai muschi, è un ottimo compendio per caratterizzazioni chimiche dell’area di studio e valutazioni d’impatto ambientale. La significatività dei risultati potrebbe essere incrementata attraverso una maggiore precisione del dato di partenza (ad esempio impiegando campioni in doppio, anziché singoli moss bags), mentre la loro interpretazione sarebbe agevolata da un approfondimento delle conoscenze su territorio, idrologia dei corsi d’acqua e geologia del suolo.
Obiettivo II
Il sistema ad acqua fluente realizzato presso il laboratorio ARPAV di Bassano del Grappa ha consentito di osservare alcuni aspetti ancora poco conosciuti dei processi di accumulo nei muschi. La novità dell’approccio sperimentale consiste nell’utilizzo di più elementi contemporaneamente per quantificare in via diretta l’influenza dei fattori chimici sulla capacità di accumulo. In particolare, si sono misurate per la prima volta le interferenze fra elementi in traccia nella fase di accumulo a breve termine, ricavando informazioni che potrebbero rivelarsi utili nell’interpretazione di dei dati di campagna. Una comparazione statistica delle capacità di accumulo di muschi vivi e muschi essiccati ha incoraggiato la ricerca di soluzioni per la realizzazione di moss bags in kit, ovvero materiale standard essiccato, omogeneo, facile da conservare e pronto all’uso. Infine, si è tentato di spingere l’utilizzo dei muschi oltre gli ambiti del monitoraggio biologico, realizzando un prototipo di modello matematico che stima le concentrazioni di Hg in acqua attraverso alcune variabili sperimentali.
In futuro si renderà necessario valutare la variabilità intrinseca del dato generata da fattori fisiologici, talvolta influenti sull’accumulo di certi metalli.
Obiettivi III e IV
Gli aspetti applicativi della tecnica dei moss bags sono stati affrontati attraverso alcune esperienze preliminari, allo scopo di prendere contatto con le realtà locali, studiare il territorio sotto l’aspetto urbano, idrologico e chimico-fisico, individuare e risolvere i principali problemi che si verificano in campo. Ciò ha premesso di apportare alcuni miglioramenti ai metodi di trapianto del muschio e di rilevare alcune criticità ambientali.
A questa prima fase sono seguiti due piani di monitoraggio ambientale in aree di studio differenti. Il primo è stato predisposto e realizzato per il fiume Bacchiglione ed i suoi principali affluenti ed ha permesso di caratterizzare l’area di studio secondo le concentrazioni di 13 elementi in traccia, osservare le dinamiche spazio-temporali delle concentrazioni in funzione dell’idrologia dei corsi d’acqua o dell’impatto antropico, stabilire una concentrazione di background (la condizione di naturalità) per ciascun elemento, elaborare numerosi indici di alterazione ambientale con relative scale d’interpretazione e produrre mappe tematiche di contaminazione. La definizione di un background specifico del territorio attraverso i moss bags costituisce l’elemento innovativo di questo studio, in quanto per la prima volta si è effettuato un monitoraggio ambientale esteso e prolungato mediante muschi trapiantati anziché esemplari autoctoni. Il secondo piano di monitoraggio si è svolto lungo il tratto vicentino del fiume Brenta, in cui si è predisposta una piccola rete di monitoraggio permanente con 6 stazioni in siti strategici. Ciò ha consentito di osservare le dinamiche spazio-temporali delle concentrazioni di 13 elementi in traccia e discuterle sulla base dell’idrologia del corso d’acqua e dell’impatto antropico, ma anche d’intrecciare rapporti di collaborazione con pubblico e privati che garantivano sorveglianza e protezione delle stazioni. I risultati incoraggiano ad investire nel prossimo futuro sull’utilizzo dei moss bags, sia a scopo di vigilanza (se ne raccomanda l’estensione ai corsi d’acqua minori come le rogge irrigue) che come strumento di educazione ambientale.
Prospettive
La tecnica dei moss bags necessita ora di una codifica ufficiale attraverso linee guida che vengano recepite in sede istituzionale. Le esperienze maturate in laboratorio ed in campo durante i tre anni di ricerca del Progetto Vicenza Moss Bags aprono finalmente la prospettiva di elaborare un primo documento di sintesi sul biomonitoraggio dei corsi d’acqua tramite moss bags, simile a quelli prodotti in Francia.
Poiché ad oggi manca nel panorama della vigilanza ambientale uno strumento efficace per monitorare gli elementi in traccia su tempi di lunghezza arbitraria, in aree di qualsiasi dimensione e con livello di dettaglio a piacere, questa metodica a basso costo, che sfrutta tecniche analitiche ampiamente diffuse, contribuirebbe in modo significativo alla caratterizzazione chimica di un territorio, alla sua sorveglianza ed alla programmazione mirata di interventi di controllo o bonifica. Le applicazioni dei moss bags sono svariate, personalizzabili e soprattutto efficienti in termini di costi-benefici. Bisogna ricordare che sino ad oggi le conoscenze in merito alla contaminazione da metalli delle acque superficiali derivano da campionamenti spot, effettuati in orari e date di ordinario funzionamento dei servizi di vigilanza.
Auspico quindi che le Istituzioni nazionali e locali investano le proprie risorse sullo sviluppo di questa metodica, inteso sia come ricerca di base sia come applicazione per la tutela della salute ambientale ed umana. Esistono lodevoli esempi in Francia, Gran Bretagna ed Europa dell’est che fruttano ormai da decenni importanti risultati tecnici e scientifici. Ora la strada è aperta anche in Italia.
RINGRAZIAMENTI
Hanno collaborato attivamente al progetto: Associazione Sentinella dei Fiumi, Associazioni dei Pescatori, Comuni di Bolzano Vicentino, Fara Vicentino, Longare, Merlara, Ponte San Nicolò, Sant’Urbano, Tezze sul Brenta e Zugliano, Consorzio di Bonifica Medio Astico Bacchiglione, Consorzio di Bonifica Pedemontana del Brenta, Idroelettriche Riunite S.p.A., Università degli Anziani di Breganze.
Si ringraziano in particolar modo le seguenti persone, per aver dato slancio istituzionale e supporto logistico, tecnico o scientifico a tutte le attività del progetto: Marco ARTUSO, Laura ASTOLFI, Francesco BASSO, Romolo BATTISTELLO, Silvano BENACCHIO, Leonisio BENETTI, Eva BERNARDINI, Davide BERTI, Ferdinando BOZZO, Pietro BRUGIOLO, Stefano BRUN, Stefano BUCCO, Barbara CAMPISI, Caterina CARLESSO, Pier Luigi CARPI, Andrea CARRARO, Vanni CARRARO, Mario CASALINI, Manuela CASON, Michele CODOGNO, Francesco CORVETTI, Lucio D’ALBERTO, Gian Filippo DAL TOSO, Elena DALLA ROSA, Antonio DALLA VALLE, Benito DONAGEMMA, Maria Pia FERRETTI, Dionisio FIOCCO, Silvano FOLLADORE, Walter FORMENTON, Claudio GAMBOZ, Giovanni GASPARIN, Michele GIANSANTE, Franco GRASSELLI, Guido INCERTI, Leonardo INGRAVALLE, Giuseppe LAGO, Luciano LAGO, Adriano LAZZAROTTO, Matteo LORENZIN, Roberto MARCHIORO, Ivanna MAROSO, Stefano MARTELLOS, Mosè MURARO, Teresa MURARO, Francesco NASSI, Andrea PERMUNIAN, Elena PITTAO, Giovanni RIGNO, Ferdinando ROSSET, Stefano SALVIATI, Ugo SCALABRIN, Mario SERRAIOTTO, Luigi STIMAMIGLIO, Laura TALARICO, Diego TESCARO, Flavio TOMBOLATO, Giancarlo TRENTIN, Paola VAZZOLER, Daniele VENDRAMIN, Marcello VOLPE, Ernesto ZIGLIOTTO.
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