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5.1. Risultati del lavoro

La tematica del lavoro di Bachelor legata alla gestione delle emozioni nell’ambito delle cure domiciliari pediatriche, si è rivelato un argomento importante all’interno del servizio Spitex GIIPSI. Infatti, da come è emerso nel capitolo precedente, è una realtà su cui le infermiere tendono a lavorare attraverso discussioni, confronti e riunioni di équipe. Le loro dichiarazioni hanno confermato ancora di più il fatto che le emozioni devono far parte delle competenze infermieristiche, ovvero che l’emotività è un aspetto essenziale nella presa a carico di una persona malata, specie se quest’ultima è un bambino ed è in un progetto di fine vita; tuttavia, si sottolinea come il tutto dev’essere equilibrato da una giusta vicinanza, la quale permette di erogare un’assistenza professionale. Parlando sempre di emotività, si evidenza l’importanza di avere strategie che aiutino il curante alla modulazione delle proprie emozioni in momenti di stress o di difficoltà: dalla discussione dei risultati emergono principalmente l’auto mutuo aiuto, il Keep Busy, l’Intelligenza Emotiva legata all’autoconsapevolezza dei propri limiti e la meditazione. Viene sottolineata anche un’altra risorsa utile a livello emotivo, ovvero la supervisione; ciononostante, solo 2 infermiere su 4 hanno manifestato beneficio da essa, mentre le altre 2 riferiscono che non è servito a nulla.

Dai risultati emerge anche la necessità di instaurare un’alleanza terapeutica tra genitori e curanti, la quale diventa uno degli aspetti più importanti delle cure domiciliari e delle cure palliative pediatriche. Infatti, viene rimarcato più volte come diviene essenziale il coinvolgimento della famiglia nelle cure, in quanto quest’ultime si devono proprio basare sui voleri e desideri delle persone interessate. A tale scopo, l’infermiere deve incarnare una serie di ruoli che gli permettono di fungere da supporto e d’accompagnatore.

Nel corso della ricerca si è venuti a conoscenza del gruppo di cure palliative pediatriche KOALA, un progetto di presa a carico del GIIPSI, nato nel gennaio 2018 con lo scopo di erogare, a bambini e a ragazzi con diagnosi di non guaribilità, un’assistenza basata sui principi della palliazione. Questo team specialistico si pone come obiettivo primario l’identificazione precoce di famiglie e giovani bisognosi di un approccio palliativo. Attraverso una collaborazione interdisciplinare con vari servizi palliativi, il gruppo KOALA si impegna ad assistere persone malate nel rispetto dei principi delle cure palliative, i quali, ad esempio, prevedono l’ottimizzazione della qualità di vita nell’ambiente famigliare, correlata alla riduzione della sofferenza. Si tratta di un servizio che si sta ancora evolvendo e migliorando; tuttavia, diviene di fondamentale importanza dal momento in cui diventa uno dei primi servizi pediatrici palliativi sul suolo Ticinese a domicilio.

Tutte le professioniste sanitarie intervistate fanno emergere la necessità di integrare alle cure domiciliari il concetto di interdisciplinarietà. Infatti, si sottolinea come in un progetto di fine vita di un bambino sia essenziale la collaborazione fra vari professionisti di cura, in quanto la multiprofessionalità è alla base di un approccio palliativo. Questo metodo di presa a carico vuole favorire la costruzione di una rete specialistica alle esigenze del giovane e della sua famiglia. Sempre a detta delle operatrici del GIIPSI, la presenza di più figure professionali permette anche uno scambio di pareri e di informazioni. Inoltre, il continuo confronto, aiuta le curanti stesse ad aprirsi a livello emotivo, quindi, a gestire le proprie emozioni.

5.2. Limiti della ricerca

In questo spazio conclusivo, l’autrice vuole esprimere alcune considerazioni a proposito dei limiti riscontrati durante la ricerca.

La prima riflessione riguarda il fatto che il tema delle Life Skills è molto vasto: il tentativo della scrittrice nel focalizzarsi solo sulla tematica della gestione delle emozioni, si è rivelato assai complicato. La vastità dell’argomento ha portato all’analisi di elementi riconducibili ad altri rami delle Life Skills, ad esempio l’Intelligenza Emotiva o la gestione dello stress. Questo fatto presuppone che tali concetti sono interconnessi tra di loro, quindi non è possibile parlare di strategie per gestire le emozioni, senza esprimersi nel merito dello stress. Tuttavia, i tempi e gli obiettivi di lavoro, non hanno permesso il loro l’approfondimento, portando ad un’argomentazione superficiale nel quadro teorico. Un altro limite riscontrato durante il lavoro, si ricollega alla limitazione delle interviste effettuate: purtroppo, il GIIPSI è uno Spitex che propone poche infermiere pediatriche, rispetto ad esempio un ospedale, in quanto si tratta di un servizio piccolo e ristretto. Inoltre, la tematica del fine vita è una realtà che non entra necessariamente in contatto con tutte le curanti, siccome le cure domiciliari prima di tutto offrono assistenza e sostegno sulle cure generali. Per tali motivi, dunque, alla partecipazione hanno aderito solo 4 infermiere, le quali comunque avevano vissuto un’esperienza d’accompagnamento alla morte di un bambino in maniera significativa. Questo, però, ha comportato una limitazione nella raccolta dei vissuti.

Parlando sempre di interviste, sarebbe stato interessante intervistare una psicologa inerente al servizio GIIPSI, al fine di avere una visione diversa rispetto a quella infermieristica. Purtroppo, ciò non è stato possibile in quanto lo Spitex pediatrico non dispone di una psicologa fissa.

Inizialmente l’autrice aveva pensato di rivolgere la ricerca all’interno dei reparti pediatrici degli ospedali; tuttavia, per questioni organizzative, si è optato per un servizio di cure domiciliari. Ciononostante, sarebbe interessante, come opportunità futura, indagare questa realtà anche all’interno di un ospedale svizzero.

5.3. Competenze del ruolo infermieristico

La formazione Bachelor in Cure Infermieristiche prevede il raggiungimento di competenze specifiche che caratterizzano i 7 ruoli del profilo professionale SUP, di seguito elencati:

- Ruolo di esperto in cure infermieristiche; - Ruolo di comunicatore;

- Ruolo di membro di un gruppo di lavoro e Ruolo di manager; - Ruolo di promotore della salute (Health Advocate);

- Ruolo di apprendente e insegnante;

- Ruolo legato all’appartenenza professionale.

Attraverso questa ricerca qualitativa è stato possibile rilevare l’importanza dell’acquisizione di tali ruoli infermieristici, in quanto essi si rivelano la base necessaria all’erogazione di cure domiciliari ottimali. In particolar modo, si evidenzia il ruolo di comunicatore, poiché lo stabilimento di una relazione efficace ed empatica con l’utente e i suoi famigliari, sono l’obiettivo primario di un’assistenza al domicilio. L’infermiere, inoltre, lavorando a casa del paziente, entra in contatto con il suo mondo e questo comporta automaticamente l’attivazione della sua competenza quale osservatore,

siccome dovrà analizzare tutta una serie di dinamiche comunicative che gli permetteranno, in seguito, di finalizzare il suo approccio di cura per quella determinata famiglia. Comunicando con i genitori in maniera efficace, diventa possibile la creazione di un rapporto solido basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco: questo permetterà, di conseguenza, di far aderire e collaborare la famiglia alle cure del proprio caro.

Oltre alla comunicazione con l’utenza, il lavoro di tesi evidenzia anche la rilevanza della appropriatezza del rapporto con l’équipe. Il mantenimento di relazioni costruttive e professionali con i membri del proprio team permette la continuità delle cure del paziente e ciò diventa possibile dal momento in cui avviene un costante scambio di informazioni. Infatti, le infermiere del GIIPSI riferiscono come il confronto con le colleghe sia importante per comprendere determinati aspetti che possono essere poco chiari.

Un altro ruolo che emerge dalla ricerca, si ricollega al ruolo legato all’appartenenza professionale, in quanto la competenza nel descrivere il proprio impatto emotivo rientra sicuramente in una delle abilità fondamentali del curante. Il fine vita, come si è visto, è una fase che provoca una serie di emozioni contrastanti in tutti gli operatori sanitari; tuttavia, il primo passo per affrontare una situazione difficoltosa sta nel riconoscerla e nel descriverla. Dopo aver accolto l’emozione, diventa compito del professionista di cura sviluppare una serie di strategie efficaci al mantenimento del proprio equilibrio emozionale.

Il ruolo di promotore della salute (Health Advocate) è forse colui che caratterizza di più le cure domiciliare pediatriche e le cure palliative pediatriche: dai risultati emerge che il professionista di cura si impegna a salvaguardare i diritti dell’utenza e della sua famiglia, garantendone il comfort, ottimizzando al meglio la qualità di vita. Al fine di raggiungere tale scopo, le curanti del GIIPSI raccolgono tutte le esigenze e i desideri dell’assistito, al fine di erogare un progetto di cura personalizzato. In questo ruolo appare anche la figura del portavoce; infatti, la ricerca evidenzia come l’operatore raccoglie tutte le informazioni e le aspettative del paziente, per poi esprimerle nel gruppo multiprofessionale.

Nonostante gli altri ruoli non vengano descritti nello specifico come i precedenti, è opportuno puntualizzare che tutti e 7 i ruoli sono fondamentali e devono coesistere nell’infermiere.

5.4. Conclusione personale

Alla fine di questo percorso di ricerca è possibile affermare che gli obiettivi prefissati inizialmente sono stati raggiunti. Inoltre, la domanda di ricerca ha trovato una risposta adeguata e soddisfacente attraverso tutto il lavoro effettuato.

Eppure, è veritiero affermare che durante la stesura dell’elaborato si sono riscontrate alcune difficoltà. In particolar modo, la fase più difficoltosa è stata quella iniziale, in cui era necessario redigere una cornice teorica pertinente e mirata al progetto, siccome non è stato facile ricercare il materiale adatto. Inoltre, gli impegni scolastici e lavorativi hanno provocato dei ritardi rispetto alle tempistiche prefissate. Ciononostante, la passione e l’interesse per l’argomento hanno motivato l’autrice ad andare avanti con il lavoro fino alla fine.

Il lato più positivo della ricerca è stato sicuramente l’opportunità di intervistare delle professioniste di cura con un vissuto e un’esperienza lavorativa tanto arricchente a livello professionale quanto a livello emotivo. Infatti, da esse, è stato possibile ricavare una serie di strategie che saranno sicuramente utili nel futuro.

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