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10.1 Risultati del lavoro

L’allattamento esclusivo al seno nei neonati con ittero e che necessitano di fototerapia si è rivelato essere una tematica che, seppur ben conosciuta da tutti i professionisti delle cure che si occupano di neonati, può ancora comportare alcune difficoltà di gestione. Come visto anche nel capitolo precedente tutti i professionisti riconoscono l’importanza di promuovere un allattamento esclusivo al seno anche se talvolta può risultare difficile e richiedere dei grossi sforzi collaborativi da parte del personale curante. Viene evidenziato come la comunicazione sia tra equipe che tra equipe e genitori sia fondamentale al fine di garantire un allattamento esclusivo e su richiesta anche in questa categoria di neonati.

Emerge più volte l’importanza di lavorare assieme come un unico team, di collaborare e di trovare un comune accordo sul percorso di cura e sugli obiettivi che si mira a raggiungere.

Tutti i professionisti intervistati sono a conoscenza dell’importanza dell’allattamento al seno e dei vantaggi che questo comporta e riconoscono il fatto che sia importante impegnarsi a promuoverlo sempre di più. Tuttavia spesso descrivono incomprensioni e difficoltà nel far ciò e non sempre i vissuti in merito alla gestione dell’ittero e dell’allattamento al seno sono positivi. Infatti a detta di tutte le persone intervistate vi sono ancora molti scogli da superare. Uno tra quelli più citati e con maggior rilevanza è il distacco forzato della mamma dal suo bambino al fine di effettuare un trattamento fototerapico. È emerso come tale lontananza non solo mette in difficoltà il personale curante nel coordinarsi e nel gestire un’allattamento esclusivo che combaci con la fototerapia. A detta di tutti i professionisti, questo distacco può compromettere anche il benessere delle neomamme e l’attaccamento mamma e bambino.

Nel corso di questo lavoro si è venuti a conoscenza del fatto che in alcune strutture del cantone il reparto di maternità e di pediatria sono uniti, questo assieme all’introduzione di nuove tecnologie, come il BiliSoft, sembrerebbe essere una possibile soluzione per facilitare e promuovere maggiormente il contatto mamma e bambino e l’allattamento al seno esclusivo e su richiesta.

10.2 Limiti della ricerca e suggerimenti per approfondire il lavoro

Uno dei limiti della ricerca sta nella vastità dell’argomento trattato: l’ittero è un tema molto complesso con molte sfaccettature e possibili patologie connesse. Tuttavia, anche per una questione di tempi, si è reso necessario limitare la ricerca all’ittero per così dire fisiologico e che non comporta ulteriori trattamenti intensivi. Ciò ha comportato delle difficoltà nella scelta delle tematiche da affrontare nel quadro teorico e nella decisione di quanto approfondirle.

Sempre per una questione di tempi e al fine di svolgere un lavoro accurato e di qualità, si è reso necessario limitare il numero di interviste. Conseguentemente a ciò ci si è potuti basare su un numero limitato di opinioni e vissuti.

Per questioni organizzative e inerenti alle richieste formali e ai necessari permessi, ci si è dovuti limitare a sottoporre le interviste al personale di un'unica struttura. Ciò ha comportato un limite nell’approfondimento dei vissuti.

Nella gruppo delle persone intervistate non compaiono le neomamme, ci si è visti costretti a tale scelta a causa delle complicanze legate al rispetto della privacy. Sarebbe comunque molto interessante poter approfondire maggiormente tale lavoro di tesi andando ad indagare anche i vissuti delle famiglie ed in particolare delle mamme. Un’altra opportunità di approfondimento futuro potrebbe essere quella di indagare anche altre realtà ospedaliere, tra queste quelle che hanno già adottato le nuove tecnologie e l’unione dei reparti e dell’equipe.

10.3 Competenze e ruolo infermieristico

Per concludere questo lavoro di ricerca si rende necessario fare una breve riflessione sulle competenze infermieristiche SUPSI. Alla conclusione della formazione infermieristica si dovrebbero aver acquisito le competenze inerenti ai 6 ruoli:

- ruolo di esperto in cure infermieristiche - ruolo di comunicatore

- ruolo di membro di un gruppo di lavoro e ruolo di manager - ruolo di promotore della salute (Health Advocate)

- ruolo di apprendente e insegnante

- ruolo legato all’appartenenza professionale

Nel corso di questo lavoro emerge l’importanza di applicare tutti e sei i ruoli al fine di fornire delle cure complete e di qualità. Tuttavia di seguito ne verranno citati solo alcuni. La presa a carico della diade mamma e bambino nel caso in cui si voglia promuovere un allattamento esclusivo al seno sebbene il neonato sia posto in fototerapia, richiede che il personale curante metta in atto il “ruolo di comunicatore”, così che risulti possibile instaurare una relazione empatica e di fiducia con le neomamme al fine di raggiungere gli obiettivi assistenziali. Tale ruolo comporta anche la fondamentale capacità di adattare il linguaggio e i termini in funzione dei diversi interlocutori. È emersa inoltre l’importanza di riuscire ad instaurare e mantenere relazioni costruttive anche con gli altri professionisti, trasmettendo in modo chiaro e completo le informazioni utili alla continuità delle cure. Tutto ciò rientra appunto nel “ruolo di comunicatore”.

Al fine di assistere al meglio le neomamme è fondamentale mettere in pratica “il ruolo di promotore della salute (Health Advocate)”, all’interno del quale è prevista la capacità di rispondere in modo pertinente ai bisogni di informazione e formazione dell’utenza, agendo nel rispetto dell’autodeterminazione, considerando i valori, le esigenze e le aspettative delle neomamme e delle famiglie.

10.4 Conclusione personale

Al termine del lavoro di tesi in merito alla raccolta delle esperienze e i vissuti dei professionisti si può affermare che le aspettative sono state pienamente soddisfatte. All’inizio della stesura del lavoro la motivazione era molto alta, tuttavia la lunghezza del percorso, le numerose tappe di elaborazione e le non poche difficoltà incontrate durante la stesura della tesi hanno comportato periodi di difficoltà. Tutto ciò è stato superato anche grazie al forte interesse nutrito per la tematica.

Non sempre si è riusciti a rispettare le tempistiche prefissate, in quanto in alcuni momenti la motivazione era un po’ carente, oppure gli impegni scolastici come stage ed esami hanno richiesto tempo per prepararsi. La parte più difficile nella stesura del lavoro è sicuramente stata quella iniziale, parte in cui era necessario impostare il tema e le domande di ricerca per poi procedere. Un altro momento di difficoltà è stato riscontrato nel momento in cui si è reso necessario sistematizzare le interviste per procedere con l’analisi, il decidere come organizzare i dati è stato infatti complesso. Questo lavoro ha comportato una crescita sia dal punto di vista personale che dal punto di vista professionale ed ha sicuramente arricchito il bagaglio di conoscenze.

Le speranze in merito al lavoro svolto sono quelle di sensibilizzare maggiormente le persone ed i professionisti in merito alla tematica dell’allattamento esclusivo al seno.

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