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Degli otto casi esaminati, quindi, in sette di questi il paziente era donna e solo in uno uomo. L'età media 47 anni. Il tipo di intervento più frequente il by-pass gastrico. Quattro furono reiettati, tre risarciti, per un risarcimento complessivo di 133.238 euro ed un costo medio, quindi, di 44.441 euro; in un caso, dopo la reiezione, seguì una CTU.

Per quanto riguarda le richieste di risarcimento, dagli otto casi esaminati, per quanto il campione sia limitato, emergono comunque risultati sovrapponibili a quelli degli studi scientifici di cui abbiamo fatto cenno nel capitolo “aspetti medico-legali”: maggiormente coinvolte le donne, età media sui 40-50 anni, richieste danni principalmente per motivi legati ad una complicanza; riguardo a quest'ultimo aspetto, infatti, in quattro casi su otto la richiesta risarcitoria era, per l'appunto, a causa di una complicanza, nei restanti casi uno a causa di mancanza di sistemi di contenzione, uno di una non adeguata gestione generale del paziente (dal consenso informato, all'indicazione all'intervento, al follow-up), uno di una inadeguata informazione e dubbia indicazione all'intervento/inadeguata gestione preoperatoria del paziente, uno di problemi relativi al post-intervento.

Il numero, o meglio il dato, che però maggiormente emerge dallo studio è proprio il basso numero di richieste risarcitorie: presso l'AOUP e AOUC dal 2010, infatti, sono stati eseguiti un totale di 2157 interventi; considerando che, per l'appunto, le richieste risarcitorie sono state solo otto, ne deriva una percentuale bassissima, intorno allo 0,4%. Ciò è sorprendente, considerando il particolare periodo storico che stiamo vivendo, dove le richieste danni in ambito sanitario sono frequentissime, e considerando soprattutto che la chirurgia bariatrica è una chirurgia che si può definire di “speciale difficoltà”, ove per speciale difficoltà non bisogna intendere nel senso in

cui è stata definita dalla giurisprudenza (che applica tale definizione solo se “il caso non sia stato in precedenza adeguatamente studiato o sperimentato o quando nella scienza medica siano stati discussi sistemi diagnostici, terapeutici e di tecnica chirurgica diversi e incompatibili tra loro”), bensì in senso strettamente terapeutico e gestionale, da riferirsi cioè sia al maggior rischio intrinseco cui i pazienti obesi sono esposti proprio per la loro condizione di obesità, sia alla gestione globale del caso, per le difficoltà tecnico-organizzative e, soprattutto, perchè i pazienti candidati all’intervento sono, molto spesso, soggetti con particolari aspetti psicologici e sociali. Le motivazioni sono da ricercarsi, evidentemente, nella coscienza dei pazienti, ben consapevoli del fatto che la loro è una situazione/condizione complicata già in partenza, ma soprattutto nell'ottimo lavoro dei sanitari di questo settore; i pazienti, infatti, vengono accolti in un team interdisciplinare, comprensivo quindi non solo dei chirurghi, che li segue già da molto prima dell'intervento chirurgico e continua a seguirli pure dopo la fine del semplice atto chirurgico, facendo si, pertanto, che i pazienti si sentano seguiti in tutte le loro problematiche, non si sentano mai abbandonati insomma, e questo rapporto di fiducia medico-paziente, sicuramente, elimina una buona parte del contenzioso. Inoltre bisogna sottolineare come in questa branca chirurgica l'Informazione sia ottimale, a differenza, purtroppo, molto spesso di altre: è prassi comune ritrovarsi con il paziente giorni prima dell'intervento e dedicare l'incontro in toto proprio all'Informazione; il modello di Consenso Informato S. I. C. OB. è un documento estremamente dettagliato, completato oltretutto da illustrazioni e questionari per facilitare e verificare la comprensione del paziente sui vari aspetti dell'intervento chirurgico (dalla tipologia, alle possibili complicanze/effetti collaterali, al follw-up e ai cambiamenti delle abitudini alimentari); si ricorre, inoltre, anche alla multimedialità pur di facilitare sempre la comprensione del paziente e dargli, pertanto, la migliore Informazione possibile.

Nei casi di contenzioso, invece, è fondamentale che colui che è chiamato ad esprimere un giudizio di responsabilità professionale tenga conto delle particolari caratteristiche

fatto che la buona riuscita dell’intervento, oltre che naturalmente dall’operato del chirurgo, dipende pure dal comportamento che dovrà tenere il paziente stesso, che dovrà modificare completamente le sue abitudini alimentari e seguire uno stretto e prolungato follow-up. Da ciò scaturisce, in caso di richiesta di risarcimento da parte del paziente (sia stragiudiziale che giudiziale), la necessità di un analisi medico-legale attenta e puntuale di ogni fase che il paziente attraversa, pre- intra- e post-operatoria, che consenta di poter affermare con sufficiente certezza, secondo i criteri giurisprudenziali richiesti in ambito civile e penale, se l’eventuale evento avverso manifestatosi sia legato ad un errore tecnico o appunto ad una complicanza legata alla particolare condizione del paziente.

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