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Scopo dello studio appena condotto è stato quello di analizzare, nelle sue componenti generali, quello che senza dubbio fu uno dei momenti più importanti per la storia della società italiana.

La Grande migrazione avvenuta tra Otto e Novecento ha costituito la base fondante delle varie comunità italiane che possono essere oggi osservate in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Sudamerica, passando per l’Europa.

Attraverso lo studio dei suoi protagonisti, delle loro vicende e dei successivi sviluppi nelle terre d’emigrazione, è emersa la portata storica di un movimento eterogeneo, che ha riguardato in modo differente contesti di partenza e di arrivo.

In particolare, la disamina sulle trasformazioni avvenute in Argentina permette di osservare da vicino uno tra i più rilevanti casi di penetrazione italiana durante la fase, con uno sguardo diretto non solo alle dinamiche interne alla comunità, ma anche alle risposte maturate dalla dirigenza argentina in riferimento al fenomeno. Si è così assistito ai processi di inserimento lavorativo, sia in ambito cittadino che coloniale, scoprendo come essi abbiano influenzato nel corso degli anni il giudizio stesso del popolo ospitante, le sue narrazioni e il suo livello di accoglienza.

L’accento posto sul gruppo dei liguri poi, ha permesso di evidenziare dinamiche locali e specifiche, proprie di una popolazione che per secoli aveva proseguito sulla scia di antichi retaggi culturali e sociali. Il loro approdo sulle coste del Rio de la Plata in un periodo antecedente a quello dei grandi flussi, se da un lato portò ad una reiterazione di vecchie logiche, dall’altro costituì il punto d’inizio di un’evoluzione profonda e decisiva.

Il contatto con individui provenienti da altre regioni, abbinato agli sviluppi della modernità – come strade, ferrovie e nuove industrie – fu il punto di non ritorno per una comunità che non poteva più seguire le strade dei propri avi, spinta com’era a trovare una nuova dimensione nella società platense.

Con la nascita delle prime associazioni, circoli e istituzioni nazionali, il volto degli italiani in

Argentina mutò drasticamente. Non più individui localizzati, ma membri di una nuova collettività, più unita e organizzata, capace di far sentire la propria voce all’unisono. Ciò fu possibile

soprattutto grazie ai giornali, che si ersero a “difensori civici” dei migranti, favorendo contatti e dialogo interno, ma anche alle lettere, che promossero connessioni vecchie e nuove da una sponda all’altra dell’oceano.

La spinta decisiva all’alfabetizzazione che si realizzò mediante i nuovi mezzi di comunicazione rappresenta un momento cruciale per la comunità italiana all’estero. Essa scandì il passaggio da una visione particolare ad una generale, favorendo per prima la nascita di un’originale identità nazionale. Nel pratico, questo significò una progressiva omogeneizzazione sociale, la ricerca di autosufficienza ma soprattutto l’allargamento dei propri confini, fisici e mentali.

134 Il ruolo dei media come “diffusori” di valori, ideali e linguaggio comune, si presenta ancora oggi più attuale che mai. A distanza di un secolo dalla Grande migrazione, l’evoluzione che li ha riguardati e che ha portato allo sviluppo delle radio, televisioni, ma soprattutto del Web, non fa che ribadire la centralità sociale e culturale di questi spazi condivisi. La possibilità data agli individui di stringere relazioni a lungo termine, di dialogare e condividere interessi comuni, costituisce un passo fondamentale e decisivo non solo nella direzione di un nuovo spirito comunitario, ma anche nel superamento di quei limiti propri al concetto di “identità”.

Per quanto infatti la sua evoluzione abbia permesso un maggior livello di inclusività, esso presenta al suo interno una falla sostanziale. La necessità di creare e sviluppare un comune senso di

appartenenza tra i membri non può infatti prescindere da una naturale esclusione di coloro che non lo sono, dando seguito a tutta una serie di deviazioni, concettuali e culturali, che rendono il concetto di “identità” ormai anacronistico.

Non è un caso che la collettività italiana in Argentina abbia iniziato il suo declino nel momento di maggior fervore identitario. L’esigenza di trovare un nemico, affermando noi stessi attraverso il suo discredito, realizza una situazione conflittuale che trova ben poche risoluzioni.

Occorre perciò ragionare su un nuovo concetto, più positivo e indipendente, orientato sulla valorizzazione di caratteristiche uniche e proprie della nostra cultura, che possa fungere da marchio e simbolo di un popolo, senza tuttavia ergersi al di sopra degli altri.

“Italianità” sta a indicare proprio questo: “L’essere conforme a ciò che si considera peculiarmente italiano o proprio degli Italiani nella lingua, nell’indole, nel costume, nella cultura, nella civiltà”.

Esso non presuppone nessuna distinzione, ma solo una sana esaltazione dei propri tratti, considerati un valore da promuovere, piuttosto che da mettere a confronto.

Le varie communities online, su questa linea, si ergono a mezzo di diffusione di questa “italianità”, e lo fanno attraverso siti web, portali, forum, dove italiani sparsi in tutto il mondo possono trovare un nuovo spazio digitale condiviso, dove poter dialogare e sentirsi vicini anche se lontani.

In egual modo, le comunità italiane che tutt’oggi vivono e crescono in America, Europa e Australia sono riuscite in molti casi ad emanciparsi da vecchie logiche identitarie, elevando la provenienza italiana a pregio e valore comune, da aggiungere al patrimonio culturale sviluppato nella nuova terra.

Si tratta di una demarcazione labile, ma quantomai fondamentale. In un periodo di grande incertezza, in cui il senso di appartenenza può essere messo in discussione da una realtà sociale sempre più complessa, sembra necessaria una nuova prospettiva, fisica e concettuale.

L’”italianità” che ogni giorno viene promossa dai nostri connazionali all’estero o nelle migliaia di communities del Web, può divenire così matrice di nuove sicurezze e nuove basi su cui l’individuo può fondare non solo sé stesso, ma anche il suo rapporto con la collettività.

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