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Da queste prime considerazioni si evince quanto possa influire l'importanza del tema e della spettacolarizzazione alla quale i programmi di questo tipo devono conformarsi ai fini di una continuazione della trasmissione; fondamentale risulta il ruolo del conduttore e il linguaggio che questo utilizza per arrivare ai telespettatori.137 Vi sono poi le

problematiche intrinseche alle produzioni televisive che devono far fronte agli audience e alle collocazioni palinsestuali138 – vi sono prevalentemente sette fasce orarie dedicate a

target ben precisi – dove la fascia serale costituisce la più ambita perché la più seguita.139 A tal proposito Ulisse, in onda dal 2000, ha attuato una divulgazione basata

sull'estrema semplificazione da un lato, e sulla grande spettacolarità dell'informazione dall'altro.140

Si è già accennato (Capitolo I) all'importanza del testo quando si ha a che fare con la comunicazione nei media; ad affiancare il buon testo vi è poi il conduttore che deve incuriosire e catturare un potenziale telespettatore.

A tal proposito, risultano esemplari alcune considerazioni di Stefano Nobile circa la conduzione di Piero Angela:

L'affabile colloquialità di Angela, il suo linguaggio semplice e allo stesso tempo impeccabile, l'informità delle posture – quel suo essere puntellato sul bordo di un semplice sgabello, in uno studio spesso ridotto all'essenziale -, la semplicità dei modi espressivi e l'abbigliamento elegante e sportivo allo stesso tempo, fecero dell'ideatore di Quark l'indiscusso leader della divulgazione scientifica nazionale.141

Lo stile del conduttore abbiamo accennato poc'anzi, essere strettamente connesso al testo da seguire lungo la puntata del programma. Sulla base dello storytelling, caratteristica fondamentale del buon testo è quello di raccontare una buona storia;

137GRASSO, SCAGLIONI 2003, p. 204.

138BETTENTINI, BRAGA, FUMAGALLI 2009, p. 188.

139GRASSO, SCAGLIONI 2003, p. 81.

140GUIDOTTI, MAURONI in ALFIERI, BONOMI 2008, p. 109.

questa deve avere un inizio, uno sviluppo e una conclusione.142 Il buon storyteller deve

inoltre saper catturare l'attenzione dello spettatore e coinvolgerlo; a tal proposito, una delle formule più impiegate è quella del viaggio:

Alberto Angela :“Buonasera e benvenuti a Ulisse, il piacere della scoperta. Ci troviamo

nei fori imperiali e questa sera vi vogliamo raccontare una storia appassionante. Una storia che ha cambiato il destino di milioni di persone nel corso dei secoli ma che i libri stranamente raccontano poco. Questa sera infatti faremo un viaggio nell'Impero romano” […] (Ulisse, il piacere della scoperta, novembre 2013)

Roberto Giacobbo: “Buonasera e benvenuti a Voyager, anche a voi che siete qui nella

nostra astronave ai confini della conoscenza (rivolgendosi al pubblico in studio). Tanti argomenti questa sera ma iniziamo con una storia che sa di fantastico e che invece scopriremo avere molti punti in comune con la realtà. […] questa sera faremo un

viaggio attraverso mille situazioni e tracce di pietra che ci fanno pensare che forse

qualcosa del genere può realmente essere accaduto […] (Voyager, ai confini della

conoscenza, maggio 2008)

Vi sono delle caratteristiche comuni nelle introduzioni dei due conduttori; nonostante il divario tra i due temi trattati – nel primo caso Alberto Angela conduce uno speciale sulla colonna Traiana mentre Roberto Giacobbo parla di Giganti e dunque di fantascienza – gli approcci con il pubblico indicano delle sostanziali similitudini.

Innanzitutto l'utilizzo della prima persona plurale: si tratta di un modo retorico di dialogare con il pubblico e coinvolgerlo a 360°. Un'altra strategia impiegata dai conduttori per catturare il pubblico è quella delle false domande, vero e proprio appello all'ascoltatore:

Alberto Angela: “Come si lavavano i romani? Beh se aveste chiesto a un romano di

mostrarvi la sua doccia, lui vi avrebbe guardato con stupore” […] (Passaggio a Nord-

ovest, agosto 2012)

In questo incipit del conduttore al tema delle Terme di Caracalla, l'obbiettivo di Angela è quello di ripercorrere la vita quotidiana dell'antico romano attraverso un punto di vista (strettamente legato al mondo anglosassone) secondo il quale “lo studio della storia non è sapere il nome degli imperatori o le date delle battaglie ma conoscere l'uomo comune”.143 File rouge delle puntate sull'antico di Alberto Angela è appunto quello di

uscire dagli schemi della manualistica scolastica, osservando gli avvenimenti storici da un punto di vista più umano, mediante le tecniche più consone del linguaggio della comunicazione didattica.

Diverso è invece l'approccio che presentò Valerio Massimo Manfredi nelle due trasmissioni da lui condotte: Stargate e Impero.

Valerio Massimo Manfredi: In questa pianura ai piedi di quella collina che nasconde i

resti dell'antica Ilio, combatterono gli eroi omerici della guerra troiana. E le correnti marine che attraversano i Dardanelli e discendono dal cataclisma naturale che generò il mar Nero e forse diede origine al mito del diluvio universale. Ma chi furono gli eroi come dice omero rivestiti di bronzo accecante che combatterono in questa pianura. Cosa c'è di vero nell'Iliade? […] cercheremo di capire se davvero sono esistiti il diluvio universale, un'arca piena di animali e una famiglia alla deriva, su un mondo sommerso dalle acque. (Stargate, linea di confine, maggio 2004)

La tensione emotiva e la carica narrativa del testo manfrediano, risultano ancorate allo stile narrativo che caratterizza l'inclinazione romanzesca dell'autore di best-sellers.144

Non verrà ripercorso in questa sede un'esame diamesico circa l'approccio dei programmi di divulgazione storico-archeologica in quanto già ampiamente trattato in altri contesti;145

ci sono comunque degli schemi linguistici tra i quali congiunzioni testuali, elementi di coesione e coerenza tra le singole parti della trasmissione, semplificazioni lessicali, forme di ridondanza e strategie comunicative – come ad esempio il top-down e il

143Intervista ad Alberto Angela http://www.festivaletteratura.it/it/racconti/intervista-ad-alberto-angela 144ALFIERI, BONOMI 2008 p. 141.

bottom-up secondo il quale il tema trattato dalla puntata viene subito messo in risalto –

alle quali il testo delle trasmissioni (composto da quello del conduttore, della voce fuori campo e degli ospiti interpellati) fa capolino per catturare l'attenzione del più vasto e variegato pubblico.146

Da tali considerazioni, i programmi di divulgazione di questo tipo, si possono distinguere in due macrotipologie: nel primo caso si ha a che fare con programmi a forte componente scritta, dove nulla è lasciato al caso e all'improvvisazione. Questo avviene nel caso delle trasmissioni della tradizione degli Angela e Stargate condotto da Valerio Massimo Manfredi.

Nel secondo caso invece si ha a che fare con una macrotipologia più spontanea con programmi più legati all'intrattenimento – come Voyager – nei quali il conduttore ha un approccio diretto con il pubblico che spesso è presente in regia.

Queste macrotipologie si distinguono poi in trasmissioni più strettamente didattiche e trasmissioni meno didattiche dove, nelle prime viene fatto un utilizzo più ampio di frasi brevi, di facile ricezione, prive di pause, riformulazioni e false partenze mentre nel secondo tipo si hanno trasmissioni che lasciano maggior spazio alla scioltezza espressiva a discapito della densità informativa.147