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9. Discussione

9.6 Configurazione dell'inlet e confronto con i dati pregressi

La bocca di porto di Chioggia mostra le proprietà tipiche delle bocche tidali stabilizzate artificialmente con moli foranei (o moli guardiani), caratteristiche affrontate ampiamente nella letteratura scientifica e di cui molti autori hanno riassunto i punti principali (Tomasicchio, 1998). Infatti si trovano le principali morfologie degli ambienti tidali proposte da Smith (1984). Dall'analisi delle batimetrie ricavate si può distinguere (Figura 97): il

flood-tidal delta, il canale tidale arginato artificialmente fra le dighe foranee, il canale di

deflusso principale (verso nord-est) ed uno secondario (verso sud), l'ebb tidal delta (attivo in passato, ora in lenta erosione per la costruzione della lunata) ed il suo lobo terminale. Infine negli studi precedenti (Fogarin, tesi triennale 2013; Pesce, tesi triennale 2013) si sono identificati delle barre costiere sommerse parallele al litorale, identificate da Villatoro (2010) come coastal barrier and subaqueous spits.

Figura 97-Figure morfologiche della bocca tidale identificate in questo studio.

L'analisi delle variazioni morfo-batimetriche dei fondali richiederebbe un più approfondito studio ed una maggiore raccolta di dati con rilievi batimetrici ripetuti (anche a distanze regolari di tempo); si possono tuttavia confrontare in maniera qualitativa i modelli batimetrici di Villatoro (2010) ottenuti dai rilievi storici del Magistrato alle Acque nel 1927, 1970 e 2002 ed i rilievi del CNR effettuati con ADCP nel 2012 (Figura 98).

Figura 98-A sinistra modello batimetrico dai rilievi del 2012 (fonte: Pesce, tesi triennale 2013); a destra dettaglio degli scour holes intorno al frangiflutti ricavato dal modello batimetrico di questa tesi (area

corrispondente al rettangolo nero nella figura di sinistra).

Analizzando il modello batimetrico ottenuto con ADCP nel 2012 (Figura 98 a sinistra) si può subito osservare come i due getti uscenti dall'inlet abbiano approfondito il fondale intorno al frangiflutti posto di fronte alla bocca di porto. Nei rilievi del 2012 infatti i due

scour holes presenti alle due estremità della lunata mostrano una profondità di -14 m a

nord e di -9 m a sud. Nei rilievi più recenti invece giungono a -16 m a nord e -12 m a sud. Questo significa che in due anni circa, le due morfologie erosive si sono approfondite rispettivamente di 2 m e 3 m. La stessa forma planimetrica dei due scour holes sembra mostrare un ampliamento. A ridosso della lunata (lato concavo), invece, l'altezza del fondale si è lievemente alzata, per la formazione di un deposito di materiale fine (soprattutto all'estremità sud).

Un confronto sulle profondità della bocca di porto si può invece effettuare con i dati riportati nel lavoro di tesi di Villatoro (2010). Sovrapponendo le batimetrie del 1927, 1970, 2002 e 2006 con quelle raccolte in questo studio ed analizzando le profondità si può verificare come sia cambiato il fondale nel tempo (Figura 99).

Figura 99-In alto evoluzione batimetrica della bocca di porto di Chioggia (fonte: Villatoro, 2010); in basso modello batimetrico ottenuto da questa tesi. I transetti sono segnati dai numeri 1, 2 e 3 nel riquadro in alto a

sinistra.

Innanzitutto nei recenti rilievi (2013) si osserva un approfondimento della bocca di porto, con un valore medio di -11.4 m rispetto ai -10.0 m del 2006. Anche la profondità minima è aumentata passando dai -3.4 m del 2006 ai -3.9 m attuali, mentre è diminuita la profondità massima con -29.7 m attuali rispetto ai 30 m del 2006. Le profondità massime si registrano all'interno dello scour hole interno. Questa differenza di 0.3 m potrebbe indicare un lento

riempimento del fondo della depressione, in controtendenza con gli altri due scour holes a mare. Questo scarto potrebbe anche tuttavia essere attribuibile ad errori strumentali sulla lettura verticale. Inoltre nelle batimetrie del 2013 è visibile la struttura artificiale del recesso di barriera per la posa dei cassoni del MoSE.

Per quanto riguarda la forma delle sezioni individuate in Figura 99 si osserva come nel transetto 1 (Figura 100) il profilo del fondale sia variato: la profondità massima è diminuita ed il punto di maggior profondità (thalweg) si è spostato verso sud. Inoltre si è accentuata l'asimmetria delle pendenze. Prima del 2006 non era chiaramente visibile la murata della diga foranea ed il fondale naturale iniziava infatti a svilupparsi omogeneamente dai -3 m. Diversamente nel 2013 si vede palesemente l'opera antropica, con un brusco dislivello verticale di 5 m ed il fondale che inizia solo dai -9 m di profondità.

Figura 100-Transetto 1 (occidentale): in alto evoluzione batimetrica negli anni 1927-2006 (fonte: Villatoro, 2010), in basso batimetria nel rilievo del 2013. Nota: la posizione del transetto (2013) rispetto quello di

Villatoro (2010) è indicativo.

Anche nel transetto 2 (Figura 101), in posizione centrale rispetto all’asse della bocca, la configurazione del fondale è cambiata radicalmente nel corso del tempo. Prima del 2002 il

fondale era piatto ed inalterato, anche se mostrava un trend all'approfondimento, con quasi 4 m erosi tra il 1927 ed il 2002. Nel 2006 sono visibili due fosse parallele, probabilmente di origine antropica, che portano la profondità fino a -14 m. Diversamente ancora, nel 2013 il fondale si sviluppa omogeneamente a -12 m di profondità. Inoltre nell'ultimo rilievo sono visibili i basamenti delle dighe laterali (dislivello verticale di circa -6 m) ed i massi deposti sul fondo del canale a protezione del fondale, riconoscibili come irregolarità della batimetria.

Figura 101-Transetto 2 (centrale): in alto evoluzione batimetrica negli anni 1927-2006 (fonte: Villatoro, 2010), in basso batimetria nel rilievo del 2013. Nota: la posizione del transetto (2013) rispetto quello di Villatoro

(2010) è indicativo.

Nella sezione 3 (Figura 102) il profilo del fondale presenta particolari caratteristiche. Dopo il 1970 compare una duna a circa 50 m dalla sponda sud, una chiara figura depositiva che eleva il fondale fino alla profondità di -4 m nel 2006. Nel 2013 questa morfologia è ancora visibile e si è spostata verso il centro del canale a 120 m dalla diga sud, riducendosi in altezza fino alla profondità di -5.5 m. Il transetto tuttavia non ricade esattamente sopra le grandi dune, che infatti sembrano avanzate verso il mare rispetto al 2006. Verso il centro del canale, tra il 1970 ed il 2006 appare evidente un'erosione del fondo, con un passaggio da -5 m a -10 m. Nel 2013 questo processo pare mantenersi attivo, poiché il fondale si è

approfondito di altri 0.5 m. Come nel 2006 è presente una zona di deposizione che si sviluppa a circa 110 m dalla diga nord ed eleva il fondale fino alla profondità di -8.5 m. Nel complesso risulta comunque evidente come tra il 2006 ed 2013, i processi erosivi abbiano avuto una prevalenza rispetto quelli deposizionali.

Figura 102-Transetto 3 (orientale): in alto evoluzione batimetrica negli anni 1927-2006 (fonte Villatoro, 2010), in basso batimetria nel rilievo del 2013. Nota: la posizione del transetto (2013) rispetto quello di Villatoro

(2010) è indicativo.

Anche ai margini laterali della bocca di porto, spostandosi parallelamente ai litorali di Caroman e Sottomarina (Figura 99), il fondale appare leggermente alzato e sviluppato verso il mare, per l'accrescimento delle barre sommerse. Se questa tendenza perdura nel tempo questi depositi continueranno ad ampliarsi ed emergere, provocando una continua espansione verso est della spiaggia. Questo fenomeno ha iniziato a verificarsi dopo la costruzione laterale dei moli foranei della bocca di porto i quali intrappolano i sedimenti trasportati dalla corrente litoranea (Zunica, 1971). L'accrescimento è attivo a Caroman (D'Alpaos, 2010), ma è massimo soprattutto nel litorale di Sottomarina con un tasso di deposizione medio verticale di circa 14 cm/a; è infatti chiaramente visibile come sovrapponendo le linee di riva del litorale di Sottomarina tra il 1809 ed il 2012 (Figura 103), la spiaggia sia costantemente progradata verso il mare successivamente alla realizzazione dei moli foranei (Brancolini et al., 2006; Pesce, tesi triennale 2013).

Figura 103-Evoluzione della linea di riva di Sottomarina tra gli anni 1809 e 2012 (fonte: Pesce, tesi triennale 2013).

Anche all'interno del bacino lagunare la morfo-batimetria è variata ed alcune osservazioni si possono trarre analizzando qualitativamente la più recente carta della Morfologia della Laguna di Venezia (2006).

Il fondale dello scour hole sembra mantenere una profondità stabile o si sta lievemente riempiendo; la stessa superficie occupata dalla forma erosiva sembra in diminuzione.

• Il canale nord che discende da Pellestrina continua ad approfondirsi, con la formazione di ampie depressioni corrispondenti alle correnti principali, specie a ridosso della fondamenta di Caroman.

• Il canale sud mostra un analogo approfondimento ed è chiaramente visibile il dragaggio del fondo.

L'area dove si sviluppa il flood-tidal delta è soggetta a deposizione ed il fondale si sta lievemente alzando.