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IL CONFLITTO TRA IL DIALETTO E LA LINGUA STANDARD SI TRASFERISCE A TEATRO

Sameh F.Hanna84 in un suo articolo del 2005 ricorda come il dialetto a teatro non sia affatto una novità:

Tamṣīr, egizianizzazione, era la regola dominante durante le prime fasi nella storia del teatro egiziano. Attraverso il lavoro di Yaʻqūb Ṣannūʻ (1839-1912) e Muḥammad ʻUṯmān Ğalāl (1829- 1898) una grande gamma di commedie francesi furono tradotte in dialetto egiziano, per gli Egiziani.85

In effetti il dialetto non è estraneo al teatro. Al contrario, domina sui palcoscenici da lungo tempo, tanto che era, ed è, la lingua delle commedie, autoctone e tradotte.

Le tragedie, invece, venivano e vengono rappresentate in Arabo Standard.

Ecco che, parlando di teatro, torna con forza nel discorso la dicotomia dialetto-Arabo Standard. Una buona sintesi delle abitudini linguistiche, teatrali e non, rispetto a queste due varietà linguistiche, e della storia dei dibattiti intorno alla lingua nei teatri egiziani si trova in un articolo della professoressa Madiha Doss, uscito nel 199986, in occasione della traduzione di Otello in dialetto egiziano, da parte di Moustapha Safouan, nel 1998.

Parlando della traduzione di Safouan in dialetto egiziano Madiha Doss ricorda le ragioni esposte dal traduttore stesso nella sua introduzione, che lo hanno spinto a compiere la traduzione in quel dialetto, e non in Arabo Standard. Safouan, come ricorda Madiha Doss, voleva presentare questa traduzione ai lettori ordinari, nella loro lingua, quella con cui sono stati allattati. Ma non è una novità. Infatti questa traduzione non è stata la prima nel suo genere.

Opere letterarie classiche del patrimonio mondiale già in passato erano state tradotte in dialetto egiziano. Racine e Molière furono tradotti in dialetto egiziano già nel diciannovesimo secolo;

Tartuffe, Les Femmes Savantes, Esther, Iphigénie, sono solo alcuni titoli di opere tradotte in dialetto

egiziano, insieme ad altre. Tuttavia le traduzioni che ebbero successo furono esclusivamente quelle che riguardavano le commedie.

Perfino alcuni frammenti di “Enrico IV” e “Amleto” sono stati tradotti in dialetto a fine diciannovesimo secolo, anche se Sir William Wilcox87, il traduttore, non ha mai pensato di rappresentarli a teatro e, secondo Madiha Doss, l'unica cosa che gli interessava davvero era tenere alta la bandiera del dialetto, secondo lui l'unico strumento con cui gli egiziani dovevano comunicare e scrivere, per tutti gli scopi della comunicazione.

Nel 1930 è stato il turno de “La Bisbetica domata”88 che ha acceso la polemica tra sostenitori e

84 Il Dottor Sameh Hanna, egiziano, è professore di letteratura araba e traduzione all’università di Leeds. Ha scritto il suo Ph.D all’università di Manchester con una ricerca sulla lettura sociologica delle traduzioni arabe delle tragedie di Shakespeare, nel 2006. La sua esperienza di ricercatore si estende a diversi settori tra cui la letteratura araba, studi di traduttologia e di teatro, studi su Shakespeare e di sociologia culturale.

85Così informa Sameh.F.Hanna in Othello in Egypt, Translation and the (un)making of National Identity, University of Manchester, U.K, IATIS 2005, yearbook indb 118. Data di consultazione 12-03-2005.

86 Madiha Doss, Šaksbīr bi-l-luġa-l-ʻāmmiyya man yaqra’uhu?Shakespeare in dialetto, chi lo legge? Op. cit.

87 William Wilcox, ingegnere agrario che viveva in Egitto. Fu lui a progettare la prima diga di Aswān. Inglese di nascita, malgrado non fosse un madrelinga egiziano, visse in Egitto a lungo, non si interessò solo di ingegneria agraria, ma anche di linguistica. Iimparò l’Arabo e fu tra i primi a sostenere la necessità di abbandonare l'Arabo Standard e adottare i dialetti. Il suo impegno a diffondere questo messaggio lo portò a tradurre la Bibbia in quella che chiamò la “Lingua Egiziana”, opera che scatenò dure critiche in Egitto e in altre parti del mondo arabo. Cfr: Ali Darwish, “Terminology and Translation: a Phonological-Semantic Approach to Arabic”, Writescope publishers, 1988.

Consultabile online all’indirizzo:

http://books.google.it/books?id=lComTjIz2swC&pg=PA42&lpg=PA42&dq=William+Wilkocks+translator+Egyptian+d ialect&source=bl&ots=v4xaQcgvod&sig=klR1MqbDobgSFGKHnxmDK3PpJvQ&hl=it&sa=X&ei=3VFXVLyaHoXW 7gbYpoDAAg&ved=0CCgQ6AEwAQ#v=onepage&q=William%20Wilkocks%20translator%20Egyptian%20dialect&f =false. Data di consultazione: 03-11-2014.

88 Traduzione in dialetto egiziano ad opera di Bašāra Wākīm, Cairo, 1891-1949, attore e regista egiziano. Recitò in più di cento film.

33 detrattori del dialetto. Alcuni apprezzarono la traduzione di questa commedia, per il suo contenuto vicino al gusto del dialetto. Altri erano infastiditi dalla presenza di espressioni volgari. Malgrado il passare dei decenni, il moltiplicarsi dei tentativi di riformare l'Arabo Standard, malgrado le voci a favore della semplificazione, e malgrado che l'Arabo Standard, come già osservato, continui ad essere percepito soprattutto come un problema, il dibattito sulla lingua da utilizzare in teatro non si è discostato dalle posizioni già individuabili all'inizio del secolo scorso.

La prassi non è cambiata. Il dialetto egiziano è diffusissimo sul palcoscenico, è probabilmente la lingua principale, ma viene utilizzato solo per le commedie. Le tragedie, invece, vengono scritte o tradotte, e rappresentate in Arabo Standard.

Shakespeare non fa eccezione, e infatti chi ha tentato di stravolgere questa regola, traducendo Otello in dialetto egiziano, non ha avuto successo. Si tratta di due traduzioni che tuttavia mi accingo ad analizzare, nel tentativo di individuare le ragioni dei traduttori, le loro scelte linguistiche, pregi e limiti delle loro opere.

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CAPITOLO 5: LA TRADUZIONE IN DIALETTO DI NUʻMĀN ʻĀŠŪR

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