2. La digestione anaerobica
2.1 La digestione anaerobica tradizionale
2.1.3 Conformazioni impiantistiche
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5. Produzione del biogas
La produzione specifica di biogas (SGP) rappresenta la quantità di biogas generata in funzione della quantità di sostanza organica volatile alimentata al reattore.
𝑆𝐺𝑃 =𝑄𝑏𝑖𝑜𝑔𝑎𝑠 𝑄 ∗ 𝑆
(2.5)
Dove:
⬧ SGP è la produzione specifica di biogas, [m3biogas/kg substratoalimentato];
⬧ Qbiogas è la portata di biogas prodotto, [m3/giorno];
⬧ Q è la portata influente, [m3/giorno];
⬧ S è la concentrazione di substrato nella portata influente, [kg substrato/m3]48. Questo parametro viene impiegato per definire le rese della digestione anaerobica e risulta dipendente dalla biodegradabilità del substrato da degradare e dalle caratteristiche del processo adoperato49.
Inoltre è possibile definire anche un altro parametro correlato alla produzione del biogas: la velocità di produzione del biogas (GPR).
𝐺𝑃𝑅 =𝑄𝑏𝑖𝑜𝑔𝑎𝑠 𝑉
(2.6)
Dove:
⬧ GPR è la velocità di produzione del biogas, [m3biogas /m3reattore giorno];
⬧ Qbiogas è la portata di biogas prodotto, [m3/giorno];
⬧ V è il volume del reattore, [m3]50.
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Temperatura
Il processo, come già descritto in precedenza, si può svolgere in tre differenti regimi di temperatura:
• regime psicrofilo fra 4÷20 °C;
• regime mesofilo fra 20÷40 °C;
• regime termofilo fra 45÷70 °C.
Generalmente le condizioni mesofile e termofile sono quelle più largamente impiegate, rispetto alla condizione psicrofila poiché all’aumentare delle temperature la durata del processo si riduce; infatti i sistemi che lavorano in condizioni termofili hanno durata inferiore rispetto alle altre due tipologie. Inoltre esiste un ulteriore vantaggio nel lavorare ad elevate temperature, cioè la rimozione dei microrganismi patogeni dal substrato; tuttavia lavorare ad alte temperature ha consumi energetici maggiori.
Tabella 2.1:Vantaggi dei regimi mesofilo e termofilo nella digestione anaerobica51.
Regime mesofilo Regime termofilo
Minor consumo energetico Cinetiche di reazione più veloci Minori superfici di scambio per il
riscaldamento Maggiori carichi organici
Minor concentrazione di NH3 disciolta Minori tempi di residenza Minor formazione di composti organici
volatili Maggiori rese
Maggiore abbattimento microrganismi patogeni
Numero di stadi
La digestione anaerobica, in funzione della separazione fisica degli stadi, piò avere due differenti configurazioni:
• mono-stadio: si verifica quando tutte le fasi del processo avvengono contemporaneamente in un unico reattore;
51 T. Cotroneo, op. cit., p. 33.
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• bi-stadio: si verifica quando si hanno due reattori, nel primo avvengono la fase di idrolisi e la fase acida, mentre nel secondo avviene da sola la fase metanigena.
Durante le fasi acidogenesi e acetogenesi si producono delle sostanze acide che generano una riduzione del pH, la quale potrebbe provare un’inibizione dell’attività dei batteri metanigeni e quindi ridurre la produzione del biogas; per questo motivo impiegare un sistema bi-stadio, in cui i processi sono separati, permette di eliminare la competizione fra le diverse popolazioni microbiche e aumentare la formazione del biogas.
Tabella 2.2: Vantaggi dei sistemi mono-stadio e bi-stadio nella digestione anaerobica52.
Mono-stadio Bi-stadio
Maggiore semplicità impiantistica Possibilità di lavorare a temperature differenti
Minori costi impiantistici Minore competizione fra popolazioni batteriche
Maggior controllo sul processo Maggiore formazione di biogas
Tenore sostanza secca
I digestori in funzione del contenuto di sostanza secca al loro interno si possono distinguere in:
• digestore a umido (wet): il substrato presenta un tenore di sostanza secca < 10%;
• digestore a secco (dry): il substrato presenta un tenore di sostanza secca > 20%;
• digestore a semisecco (semi-dry): il substrato presenta valori intermedi fra il 10 e il 20% di sostanza secca.
I sistemi di tipo semi-dry rappresentano la tipologia meno diffusa di digestori anaerobici, infatti generalmente si prediligono le altre due soluzioni impiantistiche. Per quanto riguarda i digestori wet e semi-dry richiedono l’aggiunta di una certa quantità di acqua all’interno del reattore, la quale porta ad avere volumi di digestato da trattare e riscaldare maggiori, ma garantisce la diluizione di sostanze tossiche.
52 Ibidem.
pag. 42 Tabella 2.3: Vantaggi dei sistemi dry e wet nella digestione anaerobica53.
Dry Wet
Minore volume dei reattori Diluizione dei picchi di substrato e sostanze tossiche
Maggiori carichi organici Diffusione del calore nel reattore più semplice
Sistema di alimentazione
Infine i digestori anaerobici possono essere differenziati in funzione della frequenza di alimentazione del substrato all’interno del reattore, nelle seguenti tipologie:
1. Reattori batch
Questa tipologia di reattori prevede un’alimentazione del substrato di tipo discontinua;
infatti inizialmente i reagenti vengono introdotti tutti insieme nel reattore, successivamente quest’ultimo viene chiuso e si realizza il processo. Un sistema di miscelazione garantisce che il substrato interno sia omogeneo in ogni punto del reattore in ogni momento, tuttavia la sua composizione non rimane costante, ma varia nel tempo. Il ciclo viene interrotto quando la sostanza organica ha raggiunto il massimo grado di conversione, a questo punto il digestato e il biogas vengono estratti dal reattore.
In questa tipologia di digestore anaerobico la durata del ciclo può essere definita pari al tempo di residenza idraulica (HRT, Hydraulic Retention Time), il quale può essere definito:
𝐻𝑅𝑇 = 𝐶 − 𝐶0 𝑟𝑐
(2.7)
Dove:
⬧ HRT è il tempo di residenza idraulica;
⬧ C è la concentrazione iniziale del substrato;
⬧ C0 è la concentrazione finale del substrato;
⬧ rc è la velocità della reazione di utilizzo del substrato54.
53 Ibidem.
54 Ibidem.
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2. Reattori in continuo
I reattori in continuo sono caratterizzati da un’alimentazione continua del substrato all’interno del digestore, quindi ne deriva una continua produzione di biogas e di digestato. Anche in questo caso il tempo di stazionamento del substrato nel reattore è definito dal HRT.
Questa tipologia digestori a sua volta può essere suddivisa in altre due categorie in funzione del comportamento idrodinamico:
⬧ Reattori completamenti miscelati (CSTR, Continuous Stirred Tank Reactor):
questi reattori, come i reattori batch, presentano un agitatore che permette di miscelare continuamente il substrato e garantisce che le sue caratteristiche siano perfettamente omogenee nello spazio, ma varino nel tempo. I sistemi CSTR risultano indicati quando il tenore di solidi è compreso fra il 3÷10 % e l’HRT è fra i 20÷25 giorni.
⬧ Reattori con flusso a pistone (PFR, Plug Flow Reactor):
I reattori PFR presentano una geometria tubolare orizzontale, in cui non sono presenti sistemi di miscelazione; ciò che caratterizza questa tipologia di digestori continui è il fatto che la composizione del substrato risulti omogenea nelle sezioni verticali perpendicolari all’asse del cilindro, mentre varia lungo la direzione assiale. I PFR risultano particolarmente indicati quando il tenore dei solidi nel substrato è fra il 10÷14 % e l’HRT varia fra i 20÷30 giorni.