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Le conseguenze dell’amore

Nel documento Annali di Ca’ Foscari (pagine 79-84)

4 ‘Fare gli italiani’

5 Le conseguenze dell’amore

Sfogliando le pagine de L’anno 3000 si scoprono quelli che secondo Mantegazza sarebbero stati gli esiti dell’applicazione dei principi dell’amore romantico nella società del futuro. Il matrimonio, rito ci-vile che prevedeva il divorzio (Mantegazza 1897, 296), è basato sull’a-more. Paolo e Maria sono infatti due «fidanzati che si tenevano per mano e si guardavan negli occhi» (1897, 7) i quali dopo aver passato cinque anni da «amanti» – lasso di tempo utile alla coppia romanti-ca per conoscersi spiritualmente e romanti-carnalmente – hanno intrapreso il viaggio che avrebbe permesso loro di diventare «marito e moglie» (1897, 324) e trasmettere la vita alle generazioni future.

Tuttavia, l’amore romantico era per Mantegazza un paradigma af-fettivo che per essere messo in atto non poteva prescindere da un avanzamento della donna all’interno della società. Basandosi sul prin-cipio della «complementarietà» (Babini, Minuz, Tagliavini 1989, 135), Mantegazza vedeva uomo e donna eguali (almeno sul piano formale) all’interno del matrimonio (Mantegazza [1854] 1992, 234). Tuttavia a suo parere la società dell’epoca non riusciva a garantire tale equi-librio in quanto le donne erano viste come delle «bambole profuma-te e pettinaprofuma-te», che dovevano far finta di essere istruiprofuma-te senza sem-brarlo troppo (Mantegazza 1893a, 301). Nulla insomma che potesse «bastare alla felicità intellettuale della donna e per cui essa [potes-se] bastare a sé stessa economicamente e spiritualmente» (1893a, 302). Perciò nell’avvenire la donna «per avvicinarsi alla perfezione», per diventare un «uomo-femmina» (1873, 133; corsivo nell’originale) avrebbe dovuto «migliorarsi fisicamente, moralmente e intellettual-mente» e diventare «forte», «sapiente» e «grande» ma soprattutto, «e prima di tutto» doveva «essere lei felice; perché è anch’essa co-me noi un uomo» (Mantegazza 1893a, 323).

Queste parole mostrano come, nonostante Mantegazza intendesse la sua riforma tutta all’interno dell’ambito del privato – ovvero avesse come scopo principale quello di far sì che la donna potesse

esercita-re nel miglioesercita-re dei modi il suo ruolo di moglie e di madesercita-re – nella sua applicazione concreta essa finiva per avere dei risvolti ben più ampi, che andavano al di là dei confini domestici. Infatti per poter eserci-tare al meglio il loro diritto di libera scelta del coniuge, le donne do-vevano ricevere una migliore educazione, in quanto «conoscere» si-gnificava «distinguere» e quindi saper «scegliere» (1893a). Anche se la questione dell’istruzione femminile non è ancora del tutto risolta, nel futuro immaginato da Mantegazza, i ragazzi e le ragazze seguo-no nelle Scuole di Alti Studi le lezioni di professori e professoresse (Mantegazza 1897, 138). Inoltre, una migliore educazione avrebbe permesso alle donne di ottenere il diritto di voto, anche quello poli-tico: nel 3000 il Governo Planetario composto da «pensatori e pen-satrici» è eletto a suffragio universale (1897, 120).

Infine, piena gestione dell’ambito del privato significava per Man-tegazza che le donne dovessero avere una certa indipendenza nella gestione della sessualità matrimoniale. Oltre ad accordare a esse lo stesso diritto degli uomini di provare piacere sessuale (Mantegazza 1873, 174), Mantegazza auspicava per esse piena consapevolezza del-le meccaniche della generazione e dei metodi contraccettivi. «Nella barca dell’amore» sosteneva «le donne avranno la bussola e il timo-ne» e saranno «sapientemente maltusiatimo-ne». Di qui anche il diritto di esercitare al meglio la funzione materna che per Mantegazza occor-reva salvaguardare anche attraverso l’istituzione di una legge per la ricerca della paternità (Mantegazza 1893a, 324).

Questa panoramica mostra come le istanze sul futuro dell’umanità portate avanti da Mantegazza ne L’anno 3000 andassero al di là del-le questioni che appaiono in primo piano (assetti politici e tecnologi-ci) e su cui si sono concentrati gli storici fino ad ora. Emerge inoltre come all’interno del pensiero di Mantegazza – e più in generale nel discorso scientifico positivista ottocentesco – accanto a istanze di indubbio conservatorismo, come la teorizzazione dell’inferiorità bio-logica delle donne (Babini, Minuz, Tagliavini 1989), fossero presenti anche discorsi più progressisti, soprattutto se considerati all’interno del contesto storico culturale dell’epoca (Beccalossi 2012, 141-6). In particolare, della produzione scientifica di Mantegazza, le dinamiche affettive e di genere interne alla coppia persero progressivamente la centralità che avevano avuto nei primi decenni della sua carriera e, negli ultimi anni della sua vita, il suo interesse si polarizzerà sempre più nella direzione dello studio della ‘donna’ in relazione alla società. In questo senso, il pensiero di Mantegazza si allineerà gradualmen-te col pensiero mainstream dell’epoca, caratgradualmen-terizzato da una diffusa misoginia, senza però (come abbiamo visto) arrivare agli eccessi di molti suoi colleghi – Lombroso in primis – (Lombroso, Ferrero, 1893) e senza rinnegare la sua adesione agli ideali dell’amore romantico.

In conclusione, agli occhi di Mantegazza gli italiani dell’anno 3000 non dovevano essere solamente ‘fatti’ dal punto di vista politico –

nel-la creazione di una polis – e ‘ri-fatti’ biologicamente (Quine 2013; Welch 2016). Come base del progresso tecnologico e scientifico era necessaria un’imprescindibile riforma delle strutture della società e delle relazioni di genere a essa sottese che implicavano l’applicazio-ne del paradigma affettivo dell’amore romantico alla società del fu-turo e un conseguente avanzamento della condizione femminile che, seppur concepito all’interno dell’ambito del privato, avrebbe avuto importanti ripercussioni anche in quello pubblico. Le dinamiche di genere erano infatti intrinsecamente connesse allo sviluppo genera-le della nazione italiana, il «progresso» doveva andare di pari pas-so con la «morale». Solo attraverpas-so un «equilibrio armonico di tutte le facoltà del pensiero e di tutte le energie del sentimento» l’uma-nità poteva infatti giungere alla «felicità» (Mantegazza 1897, 136).

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Annali di Ca’ Foscari. Serie occidentale Vol. 53 – Supplemento – 2019 Peer review Submitted 2019-04-02 Accepted 2019-05-19 Published 2019-11-27 Open access

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Citation Carpi, Guido (2019). “«Io fanciullo crebbi in un tempio di ferro...».

Appunti sul Proletkul’t”, in “Progetti per l’umanità”, suppl., Annali di Ca’ Foscari. Edizioni

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