• Non ci sono risultati.

Capitolo 8 DISCUSSIONE E RUOLO DEL DIRIGENTE

8.6 Considerazioni conclusive

Contrariamente a quanto si creda, lo stress non è una malattia, ma una modalità fisiologica di adattamento. Lo stress, infatti, è la risposta complessa prodotta da un soggetto nell’interazione con l’ambiente. Per fronteggiare le situazioni, l’individuo mette in atto le proprie strategie comportamentali che vanno sotto il nome di coping. Gli stili di coping (in italiano si potrebbe tradurre con il termine cavarsela) dipendono appunto dalle caratteristiche del soggetto e dalle esperienze personali. Da ciò consegue la soggettività/individualità nella risposta allo stress.

Tuttavia, in condizioni particolari, la risposta di adattamento può divenire disfunzionale, condizione quest’ultima molto frequente sui luoghi di lavoro. Lo stress infatti, può colpire qualsiasi luogo di lavoro e lavoratore, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, dal settore di attività, dal livello gerarchico o dalla tipologia del rapporto di lavoro. Pertanto generalmente si tende a focalizzare l’attenzione sull’aspetto disfunzionale del fenomeno soprattutto per le conseguenze negative che comporta, sia a livello personale che delle imprese e della società tutta.

Lo stress lavoro-correlato produce effetti negativi sull’azienda in termini di impegno del lavoratore, prestazione e produttività del personale ed abbandono precoce, tassi di presenza, soddisfazione per il lavoro, potenziali implicazioni legali.

118

Tutti questi elementi rappresentano per le varie Aziende causa di malfunzionamento in vari settori (organizzativo, aumento dei costi di gestione, ecc) che potrebbero essere sensibilmente ridotti applicando, in maniera consapevole e partecipata, un percorso di valutazione dello stress lavoro correlato che non sia semplicemente una procedura dovuta al mero rispetto della normativa, ma anche una presa di coscienza dell’Azienda e dei lavoratori sullo specifico rischio.

Adottare provvedimenti per la gestione delle cause dello stress lavoro- correlato rende possibile prevenire o, quanto meno, ridurre l’impatto che tale rischio può avere sui lavoratori e sull’Azienda anche in termini di produttività. Qualunque intervento, comunque , necessità di un approccio complessivo di cultura della prevenzione che porti alla consapevolezza che anche la prevenzione del rischio da stress lavoro-correlato, così come gli altri rischi, è, prima che un obbligo di legge, soprattutto un investimento per l’Azienda e per i suoi lavoratori.

Lo Studio effettuato presso una struttura Pubblica di servizi alla persona e descritto in questo elaborato, rappresenta un esempio delle problematiche riconducibili a stress lavoro-correlato in ambito lavorativo Sanitario. Gli aspetti e le difficoltà principali emerse dall’indagine valutativa sono:

A. difficoltà da parte di gran parte del personale di poter soddisfare le richieste provenienti dal lavoro per cause imputabili ad una inadeguata Organizzazione;

119

B. scarso livello di comunicazione esistente tra i lavoratori, in termini sia di supporto con il Management che supporto tra colleghi;

C. difficoltà degli operatori di definire e comprendere il proprio ruolo all’interno dell’Organizzazione;

D. scarso coinvolgimento di gran parte del personale nelle decisioni e nei cambiamenti Aziendali.

Questi elementi sono tutti possibili fonti di stress lavoro-correlato che, grazie ad una approfondita analisi e valutazione con i mezzi descritti, può permettere agli addetti ai lavori di intervenire più o meno tempestivamente per apportare interventi di tipo correttivo e prevenire tutte le problematiche che deriverebbero dal perdurare di tale situazione.

Il metodo di valutazione dello stress lavoro-correlato mira specificamente ad una crescita culturale.

Aumentando la consapevolezza dei Dirigenti/Datori di lavoro e dei dipendenti e modificando quei parametri che favoriscono condizioni di stress durante l’attività lavorativa, un’ azienda trae notevoli vantaggi.

La proposta descritta in questo elaborato permette, attraverso fasi graduate e successive, di approfondire il problema e di identificare eventuali punti critici. Il Dirigente/Datore di lavoro dovrà favorire il coinvolgimento dei dipendenti al fine di ottenere un contributo soggettivo che sarà sempre più stringente quanto più gli aspetti oggettivi dell’organizzazione del lavoro saranno predittivi di stress.

120

In definitiva , affrontare la problematica dello stress occupazionale non rappresenta soltanto un adempimento normativo, ma favorisce lo sviluppo di aziende sane, produttive e ben organizzate; diminuiscono infortuni, conflittualità e contenzioso, in favore di un clima migliore, una qualità competitiva ed un immagine in grado di fidelizzare vecchi e nuovi clienti.

121

Bibliografia

Castaldi T, Deitinger P, Iavicoli S, Mirabile M,Natali, Persechino B, Rondinone MB, Valutazione e gestione del Rischio da stress lavoro correlato. INAIL dipartimento Medicina del Lavoro-ex ISPSEL 2011.

Iavicoli S, Persechino B, Natali E, Ghelli M, Cafiero V, Mirabile M, Esperienze Europee in Tema di rischi psicosociali. G Ital Med Lav Erg. 2009.

Coordinamento Tecnico Interregionale per la Prevenzione nei Luoghi di Lavoro. Valutazione e gestione del Rischio stress lavoro-correlato: guida operativa. 2010.

Network Nazionale per la Prevenzione del Disagio Psicosociale nei Luoghi di Lavoro.

La valutazione dello stress lavoro-correlato: proposta metodologica. ISPSEL,Roma. 2010.

ISPESL. La valutazione e la gestione dello stress-lavoro-correlato. Approccio integrato secondo il modello Management Standard HSE contestualizzato ala luce del D.Lgs 81/2008 e s.m.i. ISPESL, Roma. 2010. R.

Avallone F. (2003). Benessere organizzativo. Ed.Rubettino, Roma.

Frascheri C., (2006). Stress sul lavoro. I rischi emergenti nelle organizzazioni pubbliche e private. Ed. Maggioli, Repubblica di San Marino.

Pancheri P. (1980). Stress Emozioni Malattia. Mondadori Milano. Seley, H. (1956) Stress of Life. McGraw-Hill. New York.

122

Cooper C.L. (1996). Handbook of stress, medicine and health. (Eds) C.R.C.. New York.

Kaplan H.B. (1996) Psychosocial stress. Perspectives on structure, theory, life- course and methods. Ed. Academic Press. London.

(NIOSH) (1988) Psychosocial Occupational Health. National Institute of Occupational Safety and Health. Washington DC.

Buselli, D. Sallese, F. Fani, D. Buttaglieri, M. Cucini, L. Carpentiero, P. Del Guerra, A. Giomarelli, A. Cristaudo 74° Congresso Nazionale SIMLII – Torino 16-19 Novembre 2011 “Il modello delle Linee di Indirizzo della Regione Toscana. Esperienze ed integrazioni alla luce delle indicazioni della Commissione Consultiva Permanente”

Valutazione e gestione dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato, Linee di Indirizzo, Regione Toscana, aggiornamento luglio 2011 e dicembre 2011.

R. Buselli, G.Galli, A. Cristaudo, F.Franco, A. Possemato, R.Ansuini, D.Taddeo, S. Battaglia, M.G. Roselli, M.G. Leoni, A.Reali, D.Parducci, R. Degaetano, F.Fani, M.T. Boccuzzi, M.G. Cassitto 70° Congresso Nazionale SIMLII – Roma 12-15 dicembre 2007 “Metodologia di valutazione dei rischi psicosociali in ambiente di lavoro: un progetto toscano di area vasta

123

Sitografia

http://eurofound.europa.eurofound.europa.eu –Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita e di lavoro –Dublino

http: //www.lavoro.gov.it/lavoro/sicurezzalavoro/ms/ http://osha.europa.eu/it/topics/stress

http://istat.it-ISTAT

http://who.int-Organizzazione Mondiale di Sanità http://inail.it-INAIL

Ringraziamenti

Desidero ringraziare il Professor Cristaudo, relatore di questa tesi, per la grande disponibilità e cortesia dimostratemi, e per tutto l’aiuto fornito durante tutta la stesura.

Desidero inoltre ringraziare L’INAIL, Ente per il quale lavoro, che mi ha fornito parte del materiale utile alla compilazione della tesi.

Ringrazio l’Azienda che mi ha permesso di collaborare alla conduzione dello studio descritto e discusso nella tesi.

Un sentito ringraziamento alla mia famiglia, in particolare a mia moglie Carla che mi ha supportato e “sopportato” in questi due anni difficili (in particolare l’ultimo..) ai miei due splendidi bambini, Flavia e Gabriele, cui ho privato un po’ del mio tempo, quel tempo che purtroppo non si recupera più, e ringrazio mia suocera Rita per essermi sempre stata vicina e di conforto. Un ringraziamento a tutti coloro che mi hanno aiutato sia materialmente che moralmente nel percorso di studi e nella stesura della tesi, come Valentina che da Roma è stata in grado di dare “una forma” a tutto ciò che scrivevo, ai miei colleghi Raffaele e Massimo che ho sfruttato come consulenti informatici, i colleghi Roberto , Antonella, Cecilia e Susy che hanno sempre creduto in me ed i miei compagni di Corso e di studi.

Le persone da ringraziare sarebbero tante, ma mi limito a fare un ultimo ringraziamento a tutti coloro che sono felici per il mio bene e per il risultato che ho conseguito.

Documenti correlati