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Considerazioni conclusive 5

Nel documento Rapporto annuale sul sistema IeFP (pagine 29-33)

Nell’esprimere qualche considerazione sui dati emergenti dalla rilevazione annuale sul sistema IeFP, risulta sempre più difficile accostarsi all’analisi della filiera continuando a considerarla una strada residuale rispetto ai grandi canali del sistema di istruzione, prevalentemente indirizzata al recupero dei giovani che non sono riusciti a permanere fruttuosamente in quei percorsi. Il confronto, a livello generale, tra l’annualità 2016-17 e le precedenti, al di là dell’esame dei singoli aspetti, di volta in volta osservati nei capitoli tematici, ci restituisce una filiera in piena corsa, che mantiene vivi tutti i valori espressi nel recente passato e si arricchisce, con il duale, di una nuova arma in ottica di placement e di arricchimento del bagaglio personale dei qualificati e dei diplomati. In particolare, non sono tanto i numeri del sistema che colpiscono (l’impennata numerica è esaurita ed anzi si comincia a registrare un calo, sia pur minimo, e tutto ascrivibile alla sussidiarietà integrativa). È piuttosto l’evoluzione culturale dell’intero sistema, compresa la governance, che comincia a far risaltare un processo in cui la filiera IeFP si sta evolvendo ormai da tempo, dal ruolo di comprimario a quello di protagonista tra i percorsi professionalizzanti del

secondo ciclo. In particolare, è stata proprio la riforma del sistema dell’Istruzione Professionale, avviata

con il decreto legislativo n. 61 del 13 aprile 2017, a decretare il successo del modello IeFP, poiché accoglie tutti i plus che hanno caratterizzato, in questi anni, l’offerta dell’Istruzione e Formazione Professionale espressa dai Centri accreditati: metodologie didattiche attive, laboratorialità, approccio per competenze, compartecipazione tra formazione e lavoro, attenzione verso gli utenti, anche in termini di tutoraggio, personalizzazione dei percorsi e misure antidispersione. Inoltre, la promozione del sistema di alternanza scuola-lavoro all’interno degli istituti tecnici, degli istituti professionali e dei licei (sia pure attualmente in fase di ripensamento) ha ulteriormente sancito il successo del modello IeFP, da sempre in prima linea sul fronte dell’apprendimento in azienda.

In questo quadro, l’avvio della sperimentazione del sistema duale, avvenuto nello stesso anno formativo oggetto della presente rilevazione, con l’immissione di risorse aggiuntive sul sistema IeFP/apprendistato,

ha consentito alle Amministrazioni regionali di ampliare il ventaglio di offerta formativa, operando

scelte strategiche tra le diverse tipologie di interventi finanziabili.

Per il dettaglio dell’analisi sulla prima annualità sperimentale del duale, si rinvia al rapporto di monitoraggio, sempre elaborato da Inapp per conto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, specificamente dedicato ai percorsi della sperimentazione duale nel sistema IeFP11. Il presente documento infatti, come specificato nell’introduzione, riporta i risultati della rilevazione realizzata sull’intero sistema IeFP, senza indicare le quote di presenza del segmento duale al suo interno. Tuttavia va qui almeno osservato come le scelte effettuate dalle Amministrazioni regionali sulla destinazione delle risorse finalizzate allo sviluppo del sistema duale abbiano decisamente privilegiato, almeno per questa prima annualità, il sistema IeFP, ed in particolare i percorsi di quarto anno per l’acquisizione del diploma professionale, rispetto alle altre tipologie di interventi previsti dall’Intesa in Conferenza Stato-regioni del 24 dicembre 2015 e dei successivi protocolli di Intesa tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed

Amministrazioni regionali (apprendistato per il diritto-dovere, percorsi modulari per la qualificazione dei giovani Neet, percorsi IFTS). È evidente che, a fronte di persistenti difficoltà nel superare la diffidenza del mondo imprenditoriale ad investire sullo strumento dell’apprendistato per l’acquisizione di una qualifica o di un diploma IeFP, la strada più immediata è apparsa quella di affidarsi ad una filiera di riconosciuta capacità formativa ed occupazionale, soprattutto sul versante dei Centri accreditati (che sono i soggetti formativi interessati dalla sperimentazione), adoperando le risorse per avviare ex novo o potenziare l’offerta del quarto anno, in modo da poter soddisfare almeno una parte di quella domanda di formazione espressa dai giovani e dalle loro famiglie che non sempre riusciva ad essere pienamente accolta per l’esiguità delle risorse finanziarie disponibili.

Questo crescente protagonismo della filiera IeFP appare più chiaro se osserviamo la storia recente delle politiche rivolte a favorire l’incontro tra competenze degli individui e domanda di professionalità da parte delle imprese, laddove possiamo riconoscere una dicotomia che riguarda da vicino la IeFP: la continua ascesa della filiera, sia in termini di costruzione del sistema che dal lato della partecipazione, e, al contempo, la persistente difficoltà di avviare il sistema dell’apprendistato per i minori, con l’eccezione di aree territoriali circoscritte. Tale successo si è registrato pur in presenza di vincoli non indifferenti. Ci si riferisce alla debolezza derivante dalla mancata certezza e stabilità del sistema dei finanziamenti (risorse annuali del Ministero del Lavoro e risorse FSE che determinano bandi regionali, nel migliore dei casi di durata triennale) nonché al ritardo nell’aggiornamento delle figure del Repertorio nazionale, sia in termini di nuove figure che di adeguamento delle esistenti, sebbene quest’ultima problematica sia forse stata in parte compensata dallo sviluppo degli indirizzi delle singole figure e dalle “curvature regionali”, anche in termini di progettazione formativa.

Sull’altro versante, nonostante le istituzioni abbiano a più riprese cercato di rilanciarlo, si verifica un più

lento sviluppo del sistema dell’apprendistato per i minori, la cui presenza è limitata ad alcuni territori

dove tale istituto ha sempre trovato terreno fertile (Bolzano, Trento, Lombardia e Piemonte). Rispetto a quest’ultimo istituto, va però detto che i numeri della prima annualità sperimentale del sistema duale, pur non consistenti, descrivono una inversione di tendenza che potrebbe preludere ad un incremento più consistente, a breve termine, dell’utilizzo di questo strumento di transizione al lavoro, a seguito dell’avvio della policy.

In questo senso, la modalità dell’alternanza scuola-lavoro, ed in particolare dell’alternanza rafforzata prevista dalla sperimentazione del sistema duale, potrebbe potenziare il canale formativo favorendo la contiguità tra istituzioni formative e mondo imprenditoriale così da garantire un’efficace professionalizzazione delle risorse umane in assenza degli obblighi contrattuali previsti dall’apprendistato. Anche il lavoro di ricerca effettuato dall’Inapp con gli imprenditori12 segnala infatti che il robusto ancoraggio al mercato che questi ultimi ricercano nelle risorse umane non riguarda solo le competenze tecniche ma, forse anche di più, le capacità trasversali legate alle soft skills. Gli imprenditori, infatti, accanto ad un adeguato livello di specializzazione, richiedono una pronta capacità di inserirsi nel contesto lavorativo, anche in termini di integrazione sociale, comprensione del ruolo, affidabilità, capacità di imparare, proattività e voglia di crescere.

Questo snodo è forse proprio una delle chiavi di lettura dell’affermazione dei percorsi IeFP, soprattutto realizzati dai Centri accreditati, e contemporaneamente del faticoso decollo, negli anni, dell’apprendistato rivolto ai giovanissimi, laddove si preferisce investire su una risorsa già adeguatamente formata sulla quale sia possibile contare da subito, anche rinunciando a qualche beneficio finanziario. La raccomandazione che ne emerge è quella di adoperarsi per valorizzare questo punto di forza della filiera

12 “L’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) nell’esperienza degli imprenditori - Studi di caso” (a cura di A. Carlini), Inapp, luglio 2017.

IeFP, appunto la grande attenzione alle competenze trasversali, anche in assenza (anzi in attesa) di

chiare definizioni normative nazionali e regionali che promuovano come fattore-chiave lo sviluppo delle competenze che favoriscono l’autoimprenditorialità (non solo in termini di creazione di impresa ma, più in generale, come autopromozione ed efficace inserimento in ambiente lavorativo).

La capacità del sistema IeFP di qualificare e diplomare, in 3-4 anni, giovani che possono facilmente inserirsi nei contesti produttivi, con un adeguato bagaglio di competenze di base e trasversali, e di trasferire queste potenzialità anche a giovani che provengono da precedenti insuccessi in ambito scolastico-formativo, appare ancora la carta vincente della filiera. Le risorse che possono essere inserite in azienda sono molto giovani ma già in grado di esprimersi in ambito aziendale, grazie al fatto che gli allievi del sistema IeFP hanno generalmente sperimentato già durante il percorso formativo, qualche volta anche in misura molto rilevante (in termini di ore e di esperienze fatte, soprattutto nella seconda e terza a annualità), loro stessi e le loro competenze all’interno di uno o più contesti lavorativi. Questo essere

“preparati al lavoro” è presumibilmente una delle chiavi del successo della filiera, considerando che

l’assunzione di un giovane costituisce per l’imprenditore un investimento che presenta sempre un margine di rischio, materializzato nel timore di ritrovarsi con una risorsa economicamente conveniente ma non ancora formata.

Alla luce di questo ragionamento, si dovrà verificare se l’introduzione della modalità duale avrà consentito quell’ulteriore salto di qualità del sistema IeFP che ci si aspetta da questa politica. Se così fosse, prevedibilmente, il grosso dell’offerta IeFP si andrà progressivamente trasformando in offerta “in duale”, diventando per le imprese il principale bacino di personale tecnico con una prima qualificazione. Per poter comprendere se il salto di qualità si realizza, l’Inapp ha avviato, su richiesta del Ministero del Lavoro, una specifica azione di monitoraggio della sperimentazione duale, che è stata articolata suddividendola nelle due linee (duale nella IeFP e apprendistato), rispetto alla quale si rimanda ai due specifici documenti che hanno per oggetto queste tematiche13.

Quanto fin qui osservato a partire dalle evidenze dei dati territoriali dell’offerta e della partecipazione, indica alcuni punti di attenzione per lo sviluppo del sistema IeFP. Si tratta di linee conseguenti al lavoro svolto in questi anni dai soggetti istituzionali nazionali e regionali e dagli attori locali e, d’altra parte, a quanto ancora non si è invece riusciti a portare a termine:

proseguire il lavoro per stabilizzare i canali finanziari dell’offerta formativa IeFP, consentendo

alle Amministrazioni regionali ed agli organismi di formazione che risultano maggiormente performanti di godere di una maggiore stabilità finanziaria, così da assicurare programmazioni pluriennali e l’estensione di un’offerta formativa completa (quarto anno compreso) su tutto il territorio nazionale;

portare a completamento il lavoro di revisione del repertorio delle figure della IeFP, sia in

termini di maggiore estensione di figure professionali (che può avvenire tramite l’allargamento del numero delle qualifiche e dei diplomi ma anche attraverso lo sviluppo di una maggiore varietà di indirizzi per le figure) sia dal punto di vista della ritaratura e dell’arricchimento delle competenze rispetto all’evoluzione delle professionalità richieste dal mercato;

risolvere uno dei punti deboli della filiera, ovvero l’assenza di un tavolo permanente di governance istituzionale, presieduto da Ministero del Lavoro e Regioni, con l’obiettivo di

accrescere l’efficienza del sistema IeFP, sia in termini di capacità formative ed occupazionali che dal punto di vista della capacità di ottimizzare le risorse (non in termini di riduzione ma di

efficacia degli investimenti). In prima battuta per snellire il processo in ottica sperimentale, si

potrebbe anche ipotizzare l’avvio di un tavolo di condivisione, che garantisca, da subito, modalità

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di dialogo snelle e non vincolanti per gli attori istituzionali, finalizzato a rodare una futura cabina di regia;

promuovere il rafforzamento del network tra formazione e impresa, anche attraverso protocolli

d’intesa, per agevolare i legami tra domanda e offerta di formazione, consolidare i processi di definizione dei fabbisogni di competenze e le modalità di apprendimento sul lavoro, in particolare per l’apprendistato di I livello;

• promuovere, accanto allo sviluppo delle competenze tecnico-professionali e di quelle di base

previste dall’obbligo di istruzione e dal diritto-dovere, il potenziamento delle competenze

trasversali e soft skills, che il mercato richiede in misura crescente. Su questo versante, appare

opportuno avviare azioni di valutazione della capacità del sistema di fornire tali competenze agli allievi promuovendo una progettazione formativa che ne contempli specificamente lo sviluppo. A tale proposito, l’Inapp ha recentemente avviato una azione di sistema rivolta proprio al monitoraggio delle competenze-chiave dei giovani in ingresso ed in uscita dai percorsi IeFP;

valorizzare adeguatamente la doppia anima del sistema IeFP che, accanto alla sua crescente

capacità di professionalizzazione, costituisce, nel nostro Paese, la principale politica

antidispersione, favorendo lo stanziamento di risorse finanziarie dedicate ad azioni di supporto

Nel documento Rapporto annuale sul sistema IeFP (pagine 29-33)

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