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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Nel documento STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (pagine 28-35)

L’area oggetto dell’indagine si trova al largo della costa abruzzese, in un tratto di mare dove non sono presenti zone sottoposte a vincoli. La profondità dell’acqua varia da un minimo di 130 metri fino ad un massimo di 170 metri. Il fondale, costituito da un fango limoso dello spessore di almeno 50 metri, presenta una morfologia omogenea digradante verso il mare aperto senza asperità di notevole rilievo.

L’ambiente marino è quello tipico dell’Adriatico centro-settentrionale, con la presenza al fondo di due biocenosi tipiche dei fanghi terrigeni costieri e dei fondi fangosi di mare aperto.

Il tipo di pesca professionale prevalente è quella a strascico seguita dalla pesca con reti da posta e palangresi anche di superficie per la pesca dei tunnidi e del Pesce Spada.

L’esplorazione nell’area in istanza consisterà principalmente nella ricerca di trappole con accumuli ad olio nella sequenza carbonatica mesozoica entro la profondità di circa 2800 metri e sarà condotta in due fasi nell’arco massimo di 5 anni: prospezione geofisica e perforazione (probabile ma non obbligatoria). Per entrambe le fasi, le attrezzature e gli impianti utilizzati non costituiranno un impatto visivo negativo rispetto al sistema territoriale costiero in quanto scarsamente visibile o puntiforme considerata la distanza dalla terraferma. Anche il traffico marittimo per le motonavi di appoggio e rifornimento sarà limitato ad un passaggio giornaliero da e verso il porto di approdo più vicino (presumibilmente Ortona).

La prospezione geofisica verrà eseguita con una campagna sismica 2D di circa 100 km, seguita probabilmente da una successiva 3D di dettaglio, utilizzando come sorgente di energia il sistema Air-gun. Gli effetti prodotti da questa sorgente di energia sull’ecosistema marino in fondali quali quelli in oggetto possono considerarsi praticamente trascurabili. Da studi fatti risulterebbe infatti che il treno d’onde prodotto dall’Air-gun, che si trasmette in profondità con un decadimento di energia proporzionale al quadrato della distanza, si risenta sul fondo in maniera limitata, tale da non nuocere alla fauna bentonica. L’effetto sulle forme pelagiche sembra essere limitato a disturbi momentanei del comportamento dei pesci ed in misura più sensibile dei cetacei. Il programma sismico avrà una durata limitata nel tempo (circa 6 giorni per campagna) e verrà eseguito in un periodo che non sia di intralcio all’attività di pesca.

Per quanto attiene alla perforazione, gli effetti sull’ambiente marino possono considerarsi nulli o trascurabili, in parte per lo scarso impatto di alcune operazioni, ma in gran parte per le misure di prevenzione e di attenuazione adottate ormai da tempo in questo tipo di attività. Dalle azioni svolte sulla piattaforma si potranno avere in maniera molto attenuata emissioni, sia sonore che di fumi, e produzione di rifiuti che saranno smaltiti in parte in mare, ma nella maggior parte a terra (fig.22).

In particolare si avranno:

- emissioni in atmosfera, prodotte dai generatori di corrente e da prove di produzione, che rientrano nei limiti previsti dalle norme del D.M. 12/07/1990

- scarico a mare dei residui alimentari preventivamente triturati e setacciati, in conformità alle norme MARPOL

- scarico a mare dei liquami civili e delle acque di raffreddamento, preventivamente sottoposti a trattamento di depurazione, in conformità alle norme MARPOL

- emissioni sonore che raggiungeranno al massimo nella zona motori il valore di 90 Leq(A).

Sulla terraferma saranno trasportati tutti gli altri rifiuti solidi e liquidi prodotti sulla piattaforma e precisamente:

- fanghi e detriti di perforazione;

- fanghi in sovrappiù delle vasche di stoccaggio;

- acque di lavaggio impianto;

- acque meteoriche cadute sull’impianto;

- liquidi di sentina;

- rifiuti solidi e urbani;

- oli da prove di produzione.

Questi rifiuti, prima di essere portati a terra per essere smaltiti o riutilizzati secondo le norme ambientali attualmente vigenti, potranno subire un eventuale trattamento sulla piattaforma.

L’eventuale posizionamento di una piattaforma per la perforazione di un pozzo esplorativo potrebbe essere di intralcio, seppur minimo, alle operazioni di pesca. Quest’effetto negativo, da una parte è mitigato dalla brevità del tempo di permanenza della piattaforma (massimo 35-40 giorni), dall’altra potrebbe assumere anche un aspetto positivo in quanto negli immediati dintorni potrebbero crearsi biotopi interessanti per la pesca. In ogni caso saranno scelti periodi coincidenti con eventuale fermo di pesca in modo da ridurre al minimo le interferenze sulle operazioni ittiche.

Per quello che concerne la fine dei lavori, o problemi accidentali che dovessero intervenire in fase di completamento del pozzo o di chiusura mineraria, le tecniche che verranno adottate garantiscono la sicurezza sia riguardo alla fuoriuscita incontrollata di liquidi di strato, che riguardo al miscelamento nel sottosuolo tra fluidi di strati diversi.

Nelle figg.23 e 24 viene riassunta in maniera schematica la possibile entità degli effetti sui diversi soggetti ambientali, provocati dalle azioni previste dalle principali fasi operative del programma esplorativo e dai relativi fattori di perturbazione. L’entità degli effetti tiene conto, naturalmente,

della presenza o meno di misure di prevenzione o mitigazione previste nel piano operativo che sono indicate nelle figure.

La fig.25 dà un quadro riassuntivo delle diverse componenti ambientali coinvolte nell’attività di prospezione e di perforazione.

Per quanto riguarda l’analisi delle possibili interferenze derivanti dalle future attività di esplorazione con le zone costiere circostanti, queste saranno:

- interferenza geomorfologia: nulla in quanto la possibile ubicazione di un pozzo sarà ad una distanza tale dalla costa da non pregiudicare in nessun caso il naturale andamento del fondo marino;

- interferenza ecosistemica e territoriale:nulla in quanto non pregiudica l’attuale assetto del territorio, sia esso a vocazione agricola, industriale, turistica o di aree naturali protette;

- interferenza visiva: parziale in quanto la sagoma della piattaforma di perforazione (jack-up) potrà costituire un contrasto cromatico, seppure molto limitato nel tempo, tale da non alterare l’attuale assetto visivo. Anche e soprattutto durante le operazioni notturne potrà avere un forte richiamo visivo, costituendo soprattutto un evento di curiosità di breve durata piuttosto che un’alterazione del paesaggio preesistente.

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