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Considerazioni conclusive sull’evoluzione della letteratura empirica

Capitolo 1: Il rapporto finanza, crescita e sviluppo economico :

1.12. Considerazioni conclusive sull’evoluzione della letteratura empirica

A conclusione di questa ricognizione sui principali risultati empirici, è utile evidenziare (seppur in modo sintetico) alcuni elementi che ci consentano di comprendere l’evoluzione della letteratura empirica ed i possibili percorsi di sviluppo della stessa.

Due elementi, in particolare, hanno condizionato l’evoluzione delle ricerche empiriche sul tema finanza-crescita.

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In primo luogo, la disponibilità dei dati, sia dal punto di vista del campione di sistemi economici disponibili, sia dal punto di vista del livello di disaggregazione (e di accuratezza) dei dati stessi. Tale disponibilità di dati ha fortemente condizionato la ricerca empirica specie fino alla fine degli anni ‘90, poiché molti dei dati utili sui sistemi economici in via di sviluppo non erano disponibili. In secondo luogo, il dibattito sulle tecniche econometriche ha assunto, in virtù delle difficoltà di carattere metodologico legate a questo specifico tema, un ruolo fondamentale nell’indirizzare l’evoluzione delle analisi empiriche.

Al termine di quest’analisi della letteratura, è possibile raggruppare in forma stilizzata i risultati raggiunti in tre grandi gruppi.

Una prima classe di indagini empiriche fa ricorso a dati sezionali, e confronta sistemi economici con un diverso livello di sviluppo in un unico campione, cercando di tenere conto delle diverse caratteristiche dei sistemi economici con varie tecniche42. Sul piano metodologico vengono regrediti indicatori dello sviluppo del settore finanziario, rispetto ad indicatori della crescita economica. A livello microeconomico, il confronto avviene a livello di settore industriale, e studia l’impatto delle modificazioni normative del settore creditizio sui risultati economici delle imprese. Il risultato raggiunto, da questo primo gruppo di lavori empirici, è quello di affermare che il settore finanziario offra un supporto positivo alla crescita economica, senza riuscire, tuttavia, a stabilire in modo univoco il nesso di causalità.

Nel secondo gruppo di indagini, che tengono conto delle critiche rivolte all’utilizzo di confronti sezionali per studiare il rapporto finanza crescita, si utilizzano serie storiche, oppure, avvalendosi del filone di studi inaugurato da La Porta et. al. (1997), si utilizza la tecnica delle variabili strumentali per aggirare il problema della reverse causation.

A livello microeconomico, sempre per superare il problema della causalità, vengono confrontati settori industriali con un maggiore o minore grado di

42 Ad esempio inserendo variabili dicotomiche “dummy”, oppure inserendo indicatori di ordine sociale e

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dipendenza dal finanziamento esterno, e se ne confrontano le performances economiche43.

I risultati ottenuti da questo secondo gruppo di indagini confermano il ruolo positivo della finanza sulla crescita, senza fugare i dubbi sulla direzione del nesso di causalità, in quanto l’uso delle ripartizioni introdotte da La Porta et al. (1997) viene ampliamente criticato ed, inoltre, introduce nel dibattito il ruolo delle variabili istituzionali e sociopolitiche, i cui effetti non sono di facile identificazione.

Anche i risultati raggiunti dagli studi a livello microeconomico vengono messi in discussione, quando lo stesso modello viene applicato a sistemi economici diversi44. In più, alcune delle analisi svolte in questa fase, tendono a delimitare gli effetti positivi della finanza sulla crescita al solo lungo periodo45.

Il terzo gruppo di indagini empiriche si caratterizza per tre elementi: l’uso di un campione di paesi più ampio dovuto alla disponibilità di nuovi dati; l’uso di affinamenti delle tecniche econometriche introdotte proprio a seguito del dibattito fra gli econometristi sulle tecniche utilizzabili per descrivere adeguatamente il legame fra finanza e crescita; la disaggregazione del campione d’analisi che consente di effettuare confronti fra sistemi economici con un grado maggiore di omogeneità (ad esempio quando si tiene conto del diverso livello di sviluppo economico46).

Secondo queste indagini, alcuni risultati potrebbero essere fortemente influenzati dalle tecniche econometriche utilizzate47, aspetto tra l’altro già evidenziato sul piano teorico da Arestis e Demetriades (1997). Il rapporto finanza-crescita sarebbe condizionato anche dal livello di sviluppo del sistema economico48,

43 Rajan e Zingales (1998). 44 Leva e Piazza (2004) . 45 Fisman e Love (2004).

46 In letteratura questa necessità era ben compresa da molto tempo, secondo Rybczynsky (1988) un

sistema produttivo ha esigenze di finanziamento diverse a seconda che sia in una fase di prima industrializzazione o di maturità industriale. In questo lavoro la necessità di disaggregare il campione è determinata dall’ipotesi, ulteriore, che i paesi in via di sviluppo siano più fragili sul piano della fiducia sistemica e del diverso livello di stabilità (Watchel 2005).

47 Favara (2004). 48 Rioja e Valev (2004).

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ovvero dal suo grado di complessità e stabilità. A livello di sottogruppi, procedendo verso livelli più elevati di instabilità, di fragilità istituzionale e sociopolitica, ed a livelli più bassi di reddito, il legame fra finanza e sviluppo economico scomparirebbe, mentre il ruolo del sistema finanziario nel promuovere la crescita emergerebbe con maggiore chiarezza agli stadi intermedi dello sviluppo economico49.

I risultati ottenuti da quest’ultimo filone d’analisi, suggeriscono una rivisitazione teorica, in particolare, un indagine sugli elementi che possono interferire nel rapporto fra intermediazione finanziaria e sistema produttivo.

Appare necessaria una classificazione dei sistemi economici che consenta di “isolare” il rapporto finanza crescita al riparo dai “disturbi” che l’ambiente economico circostante determina. Una volta effettuato questo ulteriore passaggio, si potrà capire il perché di evidenze empiriche così diverse, e delineare (stante le difficoltà di individuare il nesso causale) un percorso dello sviluppo economico che tenga conto dei fattori sistemici, i quali possono ostacolare fino ad impedire una corretta dialettica fra sistema finanziario e settore reale.

Questo ulteriore step può permettere dal punto di vista delle policy la comprensione delle priorità di interventi nei differenti stadi, mentre dal punto di vista scientifico può consentire ricerche mirate allo studio delle iterazioni fra finanza e crescita in contesti specifici, e di inquadrare i risultati ottenuti in uno schema coerente ed unitario.

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