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Considerazioni Conclusive

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA (pagine 89-95)

Per realizzare questa tesi è stato necessario in primo luogo riconsiderare tutte le conoscenze riguardanti la struttura idrogeologica e gli interventi antropici in fase di attuazione nell’area portuale-industriale di Porto Marghera.

Nonostante sia stata la disponibilità stessa del database del Magistrato alle Acque a dare la possibilità di iniziare questa tesi, è stato necessario integrare questo database con ulteriori dati prendendo contatto con gli altri enti di tutela del territorio. Questo ha richiesto una lunga attesa per avere l’autorizzazione all’accesso al database, che in ogni caso ha richiesto una sostanziale integrazione fornita dalla Regione Veneto tramite la Direzione del Progetto Venezia.

Anche la rielaborazione del database al fine di preparare i dati a un’elaborazione tramite GIS ha richiesto molto tempo, e molto approfondimento, al fine di identificare fin da subito la porzione dei dati più rappresentativa.

Questo studio si è dunque avvalso di database grezzi per valutare ad una scala operativa l’evoluzione del chimismo delle acque a partire dalla metà degli anni ‘90. Le osservazioni presentate sono importanti in quanto permettono di valutare l’effettivo impatto dei marginamenti su singole specie, che non sempre portano a una diminuzione stabile delle concentrazioni nel tempo.

La grande quantità di dati a nostra disposizione e i diversi approcci analitici sono stati sufficienti a fornire in diversi casi delle indicazioni sull’evoluzione dei contaminanti e sui fenomeni che hanno spinto questi cambiamenti.

Purtroppo però questo studio è capace di offrire solo delle indicazioni, non delle certezze, a causa della mancanza di una base di dati tale da giustificare in maniera completa i comportamenti degli analiti. Le cause sono da ricercarsi nella, più volte citate, mancanza di campagne di monitoraggio delle acque e nell’eterogeneità, sia spaziale sia temporale, che non ha permesso di seguire con l’adeguata cura lo sviluppo delle contaminazioni. I monitoraggi sono stati prescritti dal Master Plan, ma non se ne hanno notizie né dai dati di entrambi i database né da altre pubblicazioni.

Nell’Area Petroli e nella macroisola di Fusina, non trattate nel Capitolo 6, è stata eseguita la stessa procedura di elaborazione del dato vista per le altre due macroisole, ma l’estrema eterogeneità e discontinuità delle analisi non ha consentito

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un approfondimento particolare. Per quanto si è potuto osservare, nonostante siano presenti differenze nella struttura del sottosuolo e un diverso utilizzo industriale, l’evoluzione degli analiti sembra riprodurre almeno per i metalli e il benzene le stesse tendenze osservate nel Nuovo e nel Vecchio Petrolchimico.

Possiamo infine riassumere il comportamento degli analiti in tre gruppi:

- Arsenico e Mercurio, se soggetti a una sollecitazione idrodinamica tendono a produrre una diminuzione delle concentrazioni. Inoltre si osserva che le concentrazioni medie tendono globalmente a diminuire nel tempo.

- Manganese e Piombo, sono specie che non reagiscono in modo sensibile alle sollecitazioni idrodinamiche pertanto le concentrazioni non presentano a tale riguardo una tendenza particolare nel tempo.

- Benzene e Cloroderivati se sottoposti a sollecitazioni idrodinamiche tendono da prima a mantenere elevate le loro concentrazioni in prossimità dei punti di recapito o di drenaggio, in seguito sono soggette a una rapida diminuzione. - I Cloruri non sono stati esaminati in dettaglio poiché il range di valori analitici

delle campagne di campionamento variava da zero a oltre 104 mg/l, rendendo dubbia la confrontabilità delle analisi.

Per i cloroderivati si è inoltre osservata una distribuzione molto casuale e molto elevata nei vari punti delle macroisole. Essi sembrano particolarmente influenzati dal flusso idrico sotterraneo come evidenziato nell’area del Vecchio Petrolchimico, dove al naturale deflusso delle acque sotterranee, verso la laguna, si aggiunge un’influenza con inversione del flusso esercitata dai pompaggi delle idrovore nell’area di bonifica nell’entroterra.

Un altro aspetto importante è la mancanza di dati certi riguardo alla messa in opera dei drenaggi e la loro portata (di cui sono presenti pochi dati e solo per il Nuovo Petrolchimico), oltre che la totale mancanza di un monitoraggio delle acque prelevate.

In futuro sarà possibile integrare i dati di questi database con campioni non ancora digitalizzati o non ancora reperiti, ma solo attraverso il monitoraggio delle acque estratte dai drenaggi e di quelle di falda si riuscirà a capire se effettivamente questi sono in grado di produrre una variazione sensibile delle concentrazioni.

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Ringraziamenti

Voglio ringraziare:

Il Magistrato alle Acque di Venezia e la Technital S.p.A, in particolar modo il Dott. Cultrera Matteo, per aver fornito il materiale e il supporto necessario a realizzare questa tesi.

La Regione Veneto e la Direzione Progetto Venezia, in particolar modo il Dott. Cattelan Michele, per la disponibilità dimostrata nel fornire i dati ed il database che hanno reso questo studio attuale ed efficace.

L’ARPA Veneto, in particolar modo il Dott. Mason Leonardo, per la disponibilità dimostrata e i preziosi consigli.

In ultimo ringrazio la mia famiglia, la mia fidanzata ed i miei amici per il supporto morale, ed anche economico, che mi hanno sostenuto durante la stesura di questa pubblicazione.

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Regione del Veneto, Direzione Progetto Venezia, Servizio Geologico e Difesa del Suolo della Provincia di Venezia.

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Appendice

Di seguito appaiono le Appendici dal I alla IV: - Appendice I: Profilo LB, (Technital, 2011). - Appendice II: Profilo LC, (Technital, 2011). - Appendice III: Profilo T4, (Technital, 2011). - Appendice IV: Profilo T5, (Technital, 2011).

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA (pagine 89-95)

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