• Non ci sono risultati.

educazione permanente

5. Considerazioni finali

Quali sono gli impatti del sistema di educazione permanente descritto molto sinteticamente nei paragrafi precedenti? La risposta a questa doman-da chiama in causa innanzitutto il modo in cui è stato definito il concetto stesso di educazione permanente e il modo in cui esso è stato tradotto nella normativa vigente. L’evoluzione del concetto nel tempo, con riguardo parti-colare alle più recenti riflessioni teoriche, ha aperto scenari che fanno del-la educazione permanente una variabile strategica per il benessere deldel-la so-cietà e la competitività stessa dei territori.

L’impianto normativo che regola l’educazione permanente in Alto Adige, è stato per molto tempo all’avanguardia nel settore della promozione pub-blica culturale ma richiederebbe oggi qualche aggiornamento rispetto ai nuovi approcci che mettono in risalto la profonda connessione tra politiche culturali e sviluppo economico, tra educazione permanente e costruzio-ne di capitale sociale; la disponibilità di nuovi e potenti strumenti digitali ha per altro aperto scenari che le normative non potevano allora prevedere.

Una prima considerazione riguarda dunque l’esigenza di una riflessione approfondita sul tema, che porti ad analizzare le definizioni accettate e le finalità alla luce delle più recenti acquisizioni. Prendendo spunto dalle con-siderazioni precedenti sembra importante riflettere a fondo sia sugli attori e sulle attività che possano essere ricondotte ai tre ambiti formale, informa-le e non formainforma-le, sia sulinforma-le strategie che possono essere messe in campo per orientare e governare un sistema per sua natura molto complesso e diffuso, all’interno del quale giocano già degli attori organizzativi molto strutturati e competenti. Infatti accettare una definizione più vasta di educazione per-manente rispetto a quella definita dalla norma costringerebbe ad include-Tab. 18 - segue

re attori e loro azioni che attualmente restano al di fuori dei meccanismi di computo amministrativo e statistico.

Una seconda riflessione riguarda l’importanza delle iniziative prodot-te dal sisprodot-tema attuale di educazione permanenprodot-te per il manprodot-tenimento del-le culture e deldel-le identità presenti sul territorio provinciadel-le. L’Alto Adige si caratterizza per una marcata identità che trova fondamento nelle speci-ficità locali connesse alla compresenza di tre gruppi linguistici, di cultu-re, di ambienti e di tradizioni riconosciute e praticate. È proprio la presen-za di un’identità forte, riconoscibile e riconosciuta, una delle variabili più importanti per costruire e sostenere un contesto in grado di attrarre per-sone dall’esterno e di valorizzare prodotti e servizi generati sul territorio. Tale identità, minacciata dai turbolenti cambiamenti economici e socio-demografici che contraddistinguono i tempi, deve essere costantemente ri-prodotta attraverso un processo capace di unire cambiamento a tradizio-ne, apertura e valorizzazione dell’esistente. A tale processo può contribuire e contribuisce l’intero sistema di educazione permanente attraverso le azio-ni svolte dalle agenzie formali e non formali riconosciute dalle normati-va; un ruolo particolarmente importante è però svolto anche da tutte quel-le agenzie informali che non rientrano nella classificazione ufficiaquel-le ma che spesso, svolgono un ruolo molto importante: si pensi all’artigianato tradi-zionale, ai mestieri d’arte, alla produzione informale di cibi ed alimenti di territorio, alla cucina, alle capacità connesse al fare tradizionale (ecc.) che possono potenzialmente svolgere un azione educativa riconoscibile da sog-getti terzi (ad esempio turisti ed amateur). Si tratta di un grande patrimo-nio di straordinaria ricchezza che si colloca virtualmente al confine tra le agenzie ufficiali (formali e non formali) e i cittadini residenti che poten-zialmente ne fruiscono i servizi, un patrimonio di cui ancora poco si cono-sce anche se sovente è valorizzato da specifiche forme di associazionismo (si pensi a slow food per quanto riguarda il campo alimentare) ed introdot-to nei circuiti di valorizzazione turistica.

Un forte radicamento territoriale connesso al riconoscimento collettivo di un’identità diventa l’altra faccia dell’apertura al mondo che già caratte-rizza molte istituzioni ed imprese altoatesine.

Un terzo tema di riflessione riguarda pertanto il contributo del siste-ma di educazione persiste-manente allo sviluppo della buona cittadinanza in un contesto sociale composito, in rapido mutamento, caratterizzato da un peso crescente della tecnologia e da profondi cambiamenti anche a livel-lo culturale e socio-demografico. L’importanza del tema trova riscontro nei corsi attivati negli ultimi anni e rappresenta in tutto e per tutto la dimen-sione complementare rispetto a quella identitaria discussa in precedenza; solo cittadini responsabili, capaci di sviluppare la dimensione locale e ter-ritoriale valorizzandola alla luce delle dimensioni globali possono

contri-buire a riprodurre una identità sana ed aperta al confronto. Solo una socie-tà di cittadini responsabili può generare comunisocie-tà educanti che favoriscano il libero apprendimento di persone motivate e rendano facile l’espressio-ne delle capacità locali strutturando un ambiente favorevole allo sviluppo di capitale sociale; proprio questo infatti è l’humus sul quale può crescere la fiducia che è indispensabile (anche) al buon funzionamento dei rappor-ti economici.

Mancano purtroppo informazioni facilmente reperibili per comprendere i possibili effetti del sistema di educazione permanente sia sullo sviluppo di cittadinanza che sul rafforzamento della identità provinciale.

Un quarto tema di riflessione riguarda proprio la disponibilità di

informa-zioni, la facilità di reperimento e l’uso. Non si tratta però delle informazioni

rivolte genericamente al pubblico di cittadini, che sono ampiamente disponi-bili sia in forma cartacea che digitale sui siti provinciali e delle diverse orga-nizzazioni coinvolte; non si tratta neppure delle ottime informazioni fornite periodicamente dall’ASTAT in forma di utili rapporti sintetici (infografiche); ci si riferisce piuttosto a tutte le informazioni necessarie per il governo e la valutazione di un sistema che coinvolge numerosi attori, svariati settori e più livelli gerarchici. La gestione strategica ed operativa di un sistema così com-plesso richiede infatti una robusta base informativa capace di collegare siste-maticamente e tempestivamente tutti i soggetti coinvolti nella produzione e nell’uso di informazioni indispensabili per valutare ed orientare l’intero si-stema di educazione permanente. A questo livello le nuove tecnologie rendo-no possibile un salto di livello sostanziale, consentendo sia di razionalizza-re le procedurazionalizza-re di raccolta e gestione delle informazioni (attraverso sistemi di workflow management), sia di rendere disponibili i dati grezzi al pubblico con modalità che consentano l’analisi e l’approfondimento (con sistemi open data), sia, infine, di costruire ed elaborare contenuti con modalità particolar-mente intriganti e coinvolgenti (podcast, video, gaming, ecc.).

La disponibilità di questo tipo di informazioni rappresenta infatti un aspetto fondamentale anche per la possibilità di valutare la qualità delle azioni realizzate, gli esiti e gli impatti generati dall’intero sistema di edu-cazione permanente nella provincia di Bolzano. Da questo punto di vista un riferimento interessante è rappresentato dalla struttura del sistema adot-tato dall’ufficio FSE che si fonda appunto sulla valutazione dei singoli in-terventi finanziato e sull’accreditamento dei fornitori52.

52. La presente ricerca è stata sviluppata nel periodo settembre-ottobre 2014 utilizzan-do informazioni ricavate da pubblicazioni, dai dati ASTAT, dai siti Provinciali e da inter-viste sul campo. Non è stato possibile accede a dati disaggregati o alle matrici dati origi-narie: tutte le informazioni quantitative derivano quindi da pubblicazioni ufficiali riportate su media digitali o pubblicazioni cartacee.

6. L’educazione permanente in Alto Adige/Südtirol: