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Considerazioni finali del paragrafo

2. L’ AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE ALTOIMPERIALE

2.2. Considerazioni finali del paragrafo

Il processo di differenziazione delle cariche nel tempo è appunto dovuto ad una evoluzione temporale. Ognuna delle fasi risponde a necessità specifiche momento con soluzioni diverse. La prima delle cariche di governator è quello di praefectus, una carica puramente militare; questi ha come principale compito quello di organizzare l’esercito in un territorio da romanizzare, stabilizzando la situazione e consolidando un minimo di sicurezza nel territorio.

Il termine di praefectus non è rapporto con l’ambito degli ufficiali dell’esercito dell’imperatore, ma piuttosto con la gestione di compiti straordinarie per delega. Sono gli “ufficiali destinati al controllo di distretti, città e isole”ϰϭϮ.

Il primo problema amministrativo che troviamo in Raetia è quello relativo al

legatus pro praetore, Caius Vibius Pansa, in un territorio, la Vindelicia, che si unirà

amministrativamente a quella che diverrà la provincia di Raetia. Entra anche nel gioco un terzo personaggio, come abbiamo visto, Quintus Octavius Sagitta, procurator finanziario. Crediamo sia particolarmente utile fare attenzione alle cronologie e a certi aspetti dell’organizzazione nella fase prima dopo la conquista. La successione temporale proposta, come abbiamo visto, sarebbe la seguente:

- legatus pro praetore in Vindolicis >>>

- procurator Caesaris Augusti in Vindalicis et Raetis et in valle Poenina (contemporaneo al legatus)

>>>

praefectus Raetis Vindolicis vallis Poeninae et levis armaturae

>>>

procurator et pro legato provinciae Raetiae et Vindeliciae et vallis Poeninae

Senza dubbio, la quantità di iscrizioni di cui posiamo disporre per questo periodo è ridotta, pertanto qualsiasi conclusione dovrà essere tratta con cautela. Gli studiosi si

 

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sono già abbastanza occupati di queste iscrizioni, per cui tenteremo di dare una visione diversa da alcuni dati nell’insieme. Se ci soffermiamo sulle titolature, vediamo che tre di queste condividono elementi comuni: quella di procurator finanziario, quella di

praefectus e quella di procurator-governatore fanno riferimento ai Raetis (oppure alla Raetia, nel momento in cui il territorio è già provincia), Vindolicis (o Vindalicis oppure Vindeliciae), e alla Vallis Poenina. Se cerchiamo altre coincidenze tra le iscrizioni

notiamo che quelle stesse tre iscrizioni si riferiscono a personaggi dell’ordo equester, mentre quella che menziona il legatus pro praetore (Caius Vibius Pansa) è stata redatta da un peregrinus (o da un già cittadino, giacché era praefectus cohortisϰϭϯ). Comunque, proviene da una realtà non romana. Constatato ciò, proponiamo diverse ipotesi:

1) Che nell’iscrizione di Staius Esdragassi sia menzionato effettivamente il legatus

pro praetore in Vindolicis, e che questa carica sia effettiva, cioè che ci sia stata

una carica specifica di legatus pro praetore in Vindolicis, separata dal territorio della Raetia e della Vallis Poenina (la quale, peraltro, dovrebbe avere logicamente un tipo di amministrazione civile, oltre al procurator finanziario che ha sotto la sua amministrazione le tre regioni).

2) Ovvero che l’iscrizione non sia il riflesso esatto della realità e che siano state omesse due regioni come la Raetia e la Vallis Poenina. Il motivo può esser cercato nell’intenzionalità o soltanto nella mancanza d’uniformità e coesione dei territori che, a partire da Claudio, diventeranno amministrativamente e giuridicamente una provincia unificata.

Contro queste due ipotesi troviamo il fatto che non si può attribuire la titolatura di legatus pro praetore come governatore di un territorio a cui manca lo status di provincia imperiale (o comunque qualsiasi altro tipo di status provinciale). Oltre a questo, essendo il territorio conquistato nell’anno 15 a. C., anche se l’iscrizione è successiva (e pertanto si riflette un’eventuale situazione posterioreϰϭϰ al periodo immediatamente dopo la conquista, nel quale la Vindelicia o la Raetia furono provincia) sembra difficile che si potesse costituire una provincia in così poco tempo. Oltre a questo, la formula in Vindolicis, preposizione più ablativo, si deve interpretare piuttosto

 

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In questo senso, vide VALVO 2002, 194 ss; IDEM 2007, 233-239; IDEM 2012, 153 e ss.

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come riferita ad una regione o ad un territorio appena conquistati che per una provincia strictu sensu. Per tutte queste ragione, ed essendo l’unica iscrizione che riflette questa realtà, sembra questa prima una titolatura appare in un certo modo anomala. Essa non riflette esattamente una realtà amministrativa definibile.

Se riguardiamo il caso del procurator finanziario Quintus Octavius Sagitta, collegato al legatus, non sembra nemmeno possibile un procurator finanziario indipendente in un nuovo territorio, senza un legatus. Senza dubbio, se accettiamo che sia stato un legatus pro praetore per il territorio (sia soltanto la Vindelicia oppure includendo anche la Raetia e la Vallis Poenina come regioni), dobbiamo accettare che il

procurator finanziario coincide cronologicamente con una struttura amministrativa a cui

facciamo riferimento in una provincia imperiale classica. Con queste premesse, ci troveremmo da fronte alla presenza di una provincia “prima della provincia procuratoria della Raetia”, di durata non superiore ai trent’anni, giacché verso il 16-17 d. C., ci consta l’esistenza del praefectus Sextus Pedius Hirrutus. Crediamo che questa situazione non regga facilmente, per cui dobbiamo cercare altre spiegazioni per inquadrare la scarsa epigrafia di cui disponiamo. Non c’è dubbio, come abbiamo già visto, della datazione e la durata della carica di Quintus Octavius Sagitta come

procurator finanziario. Dubbi esistono invece quando dobbiamo accostare questa carica

ad un potere superiore. Le opzioni che abbiamo per il procurator finanziario sono due:

1) Che fosse una carica provvisoria dipendente dal potere imperiale, cioè da Augusto.

2) Che fosse dipendente da una provincia imperiale vicina, come per esempio, il comando dell’alta Germania, e ascritto ad un territorio di nuova conquista come

Raetia.

In qualsiasi caso ovviamente sarebbe alle dipendenze dirette di Augusto, giacché il procurator finanziario non si trovava sotto il legatus Augusti pro praetore, come ci è ben noto da Flavio Giuseppe.

Per quanto riguarda il praefectus, dobbiamo in primo luogo renderci conto della distanza cronologica esistente rispetto ai due personaggi (legatus e procurator finanziario) rispetto al governatore successivo (procurator-governatore, Quintus

Cisiacus Pica). Questo significa che per un periodo di tempo di meno di cinquant’anni

conosciamo soltanto un amministratore del territorio destinato più tardi a divenire la provincia di Raetia. La communis opinio ritiene che il praefectus sia una carica militare con un incarico specifico su un territorio. È piuttosto un incarico che una carica. Prima di Claudio non si conoscevano altri casi di praefectus provinciae se non quello di

Sardinia, per cui si può dubitare che il praefectus del territorio della Raetia sia un

governatore come quello che in seguito sarebbero divenuti i procuratores. È certo che proviene da un ambiente militare e probabilmente è controllato dal legatus pro praetore della Germania Superior. La tipologia della carica rientra nella normalità delle prefetture distrettuali che ha trattato Faoro, per cui facciamo riferimento a lui per una comparazione con altri territori organizzati a partire dalle prefetture415.

Laffi risolve il puzzle epigrafico-amministrativo nel seguente modo: “ Il regime applicato da Augusto alle popolazioni di recente conquista della Raetia, della Vindelicia e della vallis Poenina fu essenzialmente un regime di occupazione militare. Né il

legatus né il praefectus sono da considerare governatori provinciali in senso specifico:

essi sono in primo luogo dei comandanti militari. La presenza di un legatus appare giustificata dalla presenza di truppe legionarie: nulla di strano che, ritirate le legioni dalla Vindelicia, le funzioni del legato siano passate al praefectus.”

La carica di procurator sviluppa un processo di organizzazione e completa romanizzazione che è duratura, ma che trova un punto debole nel momento delle guerre marcomanniche. Questa carica è vincolata chiaramente al momento della creazione della provincia come corpo amministrativo. Crediamo che, successivamente, l’inquadramento dei legati si debba a una volontà di rinforzo nella provincia con una

legio, la III Italica, a Castra Regina, dopo le guerre contro i barbari, nel contesto del limes.





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