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5.5 Scopo del questionario

5.5.6 Considerazioni finali sul questionario

L'ultima domanda del questionario non è a fini statistici, ma ho voluto inserirla per capire il riscontro che hanno avuto gli intervistati sulle domande loro rivolte e se aveva in qualche modo cambiato il pensiero e le modalità di utilizzo dei social

networks. Le risposte sono state: Domanda 11:

E' stato soddisfacente vedere che circa la metà degli intervistati, il 49,5%, hanno trovato interessante il questionario, nonostante sia la prima volta che realizzo una cosa simile. Il mio intento era quello di creare appunto un questionario abbastanza semplice da sottoporre ad un campione ristretto di persone per la curiosità di vedere se nel mio piccolo riuscivo in qualche modo, anche in modo leggero, a provare l'esistenza del cosiddetto “privacy paradox”. Una soddisfazione ancora più grande è guidata da quel 21,1% di persone che ha risposto “mi ha fatto riflettere su questioni a cui non avevo mai pensato”. Questo vuol dire che anche se con poche domande molto generali sono riuscito a far riflettere sui rischi e sulla pericolosità di questi strumenti entrati nelle nostre abitudini e quotidianità, e spero che possa aver in qualche modo condizionato il comportamento in rete verso un utilizzo più prudente ed attento dei social networks. Per un 25,7% “non ha fatto cambiare né il pensiero e né le modalità di utilizzo dei social networks”. Questo era pronosticabile e non lo vedo assolutamente come un fallimento del questionario, in quanto ognuno è libero di usare queste piattaforme nel modo che ritiene più opportuno e giusto. L'altro 3,6% ha risposto “altro” e specificando: “sono cosciente di come funziona il mondo social/internet, quindi non ho scoperto nulla di nuovo”

“mi ha portato nuovamente alla luce tutte informazioni che già sapevo. A mio avviso tutti dovrebbero limitare il loro utilizzo allo stretto indispensabile, per ridurre al minimo possibile le informazioni personali che possano usare a scopi commerciali”

CONCLUSIONI

In questo elaborato ho affrontato temi che riguardano la privacy, concentrandomi più in particolare sul suo ruolo e su come viene vista e considerata dagli utenti nei social networks. Dopo una prima analisi del concetto di privacy, abbiamo parlato di come si è evoluta la normativa che la regola, passando dalla Direttiva 95/46/CE fino al Nuovo Regolamento Europeo (GDPR). La causa principale che ha guidato questo cambiamento è da attribuire allo sviluppo di internet e di conseguenza dei social networks che hanno cambiato drasticamente le abitudini delle persone e le modalità di tutela dei dati personali. Si è ritenuto opportuno introdurre il nuovo regolamento per far fronte ai nuovi rischi che si potevano incontrare con lo sviluppo della digitalizzazione. Nonostante questo però, prendendo come esempio il caso analizzato nei capitoli precedenti accaduto negli Stati Uniti tra Facebook e Cambridge Analytica, possiamo dire che ad oggi non abbiamo norme internazionali comuni volte a ridurre i rischi che comportano i trasferimenti di dati online. E' importante che le aziende presenti nel mondo digitale creino una propria autoregolamentazione in materia di trattamento dei dati personali, in modo tale da informare coloro che vogliono relazionarsi con l'azienda e non rischiare di andare incontro a perdite di reputazione e di fiducia da parte degli utenti in caso di uso illecito dei loro dati. Nella realtà però accade che chi si interessa di queste regolamentazioni riguardanti il trattamento dei dati sono solo coloro che intraprendono delle relazioni di affari con queste aziende, come i fornitori ed i finanziatori. Gli utenti invece che si interfacciano con queste piattaforme senza alcun interesse commerciale, non si preoccupano molto ne del modo in cui i propri dati vengano trattati e ne della destinazione che ne viene fatta. Nonostante la consapevolezza dei rischi a cui vanno incontro nella pubblicazioni dei dati in rete, invece di gestire il proprio profilo e tenere sotto controllo la sicurezza degli stessi, la loro preoccupazione è quella di riuscire a raggiungere una sempre maggiore visibilità online (privacy paradox). Questi social networks, come Facebook, Instagram, Twitter, ormai sono parte integrante delle nostre vite. Sentiamo continuamente il bisogno di andare a scuriosare all'interno di queste

piattaforme ed allo stesso tempo pubblicare pensieri, foto, video che ci riguardano. Non dico che tutto questo sia sbagliato, ma sono dell'idea che queste piattaforme debbano essere usate in maniera molto leggera e divertente, come un passatempo. Sono strumenti che hanno aperto a nuove possibilità e rivoluzionato positivamente la vita delle persone, permettendoci di informarsi, comunicare e conoscere persone semplicemente attraverso una connessione internet. Purtroppo, però l'utilizzo che ne viene fatto non si limita solo a questo. Uno dei fenomeni più gravi nato con lo sviluppo di queste piattaforme e legato ad un loro uso improprio, soprattutto negli adolescenti, è il cyberbullismo, che non è altro che la parte virtuale del bullismo. Quello che cambia e che ha portato ad una sempre maggiore diffusione del primo è la modalità con cui avviene. Non più faccia a faccia tra bullo e vittima, ma i nuovi cyberbulli si nascondono dietro lo schermo di un computer o dello smartphone, molto spesso anche in anonimato, ed attaccano la vittima attraverso offese o la pubblicazione di foto e video compromettenti. Dal questionario realizzato e sottoposto al campione scelto viene confermata la presenza del fenomeno del privacy paradox. Secondo la maggioranza degli intervistati la privacy è un diritto che deve essere rispettato attraverso un adeguata tutela al trattamento dei dati personali, però poi quando sono connessi il loro bisogno è quello di essere presenti nel mondo virtuale attraverso condivisioni di informazioni e pubblicazioni dei propri comportamenti, senza preoccuparsi di svolgere un controllo frequente e attento delle proprie impostazioni. Coloro che hanno dichiarato di svolgere un controllo frequente sono stati molto pochi e alcuni addirittura le proprie impostazioni non le hanno mai controllate. Neanche lo scandalo avvenuto negli Stati Uniti ha cambiato le loro abitudini, in quanto c'è una minima parte di loro che ha maturato comportamenti più prudenziali con i social networks, in particolare Facebook. Questo però non vuol dire che le due aziende coinvolte nello scandalo non abbiano avuto ripercussioni. Cambridge-analytica nel 2018, a seguito dello scandalo ha dichiarato la bancarotta, mentre Facebook ha avuto ripercussioni sulla sua immagine. Una prima crisi si verificò attraverso un calo di iscrizioni sia negli Stati Uniti e sia in Europa e successivamente, la seconda crisi, incise sull'andamento del titolo azionario in borsa. Nonostante

questo però, Mark Zuckerberg, attraverso assunzioni di responabilità e strategie di mercato per salvaguardare la holding nel suo complesso, è riuscito, anche grazie al successo di Instagram degli ultimi anni, a superare gran parte delle difficoltà finanziarie ed economiche. L'introduzione del Nuovo Regolamento Europeo (GDPR) ha sicuramente migliorato la protezione e la tutela dei dati personali in rete, ma presenta sempre lacune normative in materia, specialmente nello scambio internazionale di dati. Anche per questo, come detto precedentemente, è necessario che le varie aziende creino una propria regolamentazione sul trattamento dei dati personali, in modo tale che, collaborando con altre organizzazioni, si possa definire un modello base in grado di supportare la creazione di nuove norme a riguardo.

RINGRAZIAMENTI

Finalmente ce l'ho fatta!!! è arrivato anche il mio momento. Posso dire di essere diventato un Dottore a tutti gli effetti. E' stato un percorso lungo, faticoso ma anche pieno di soddisfazioni. La vita da universitario è una esperienza unica, dove inizi a responsabilizzarti e ad autogestirti perchè hai uno scopo e l'unica persona che può aiutarti a raggiungerlo non è altro che te stesso, attraverso sacrifici, determinazione ed il credere in quello che si fa senza farsi abbattere dagli ostacoli che si possono incontrare. La perseveranza e l'amor proprio sono caratteristiche che mi hanno insegnato i miei genitori e che mi hanno contraddistinto, portandomi ad essere quello che sono oggi. Proprio per questo il primo ringraziamento lo voglio fare a me stesso, per non avere mai mollato, anche nei momenti più bui e per essermi sempre rialzato più forte di prima con la consapevolezza che dopo una salita c'è sempre una discesa e che la luce e le soddisfazioni, se ci credi, prima o poi arrivano. Il secondo ringraziamento lo voglio fare alla mia relatrice, la Professoressa Caterina Giannetti, che mi ha accompagnato durante il periodo di stesura della tesi cercando, attraverso i consigli, di aiutarmi e sostenermi. Si è dimostrata sempre disponibile all'ascolto ed a fornirmi importanti documenti sul quale poter sviluppare il mio lavoro. Una persona seria sia dal punto di vista professionale che personale. Ringrazio in maniera particolare la mia famiglia, a partire dai miei genitori che mi hanno permesso di portare a termine questo percorso non solo a livello economico ma soprattutto per avermi sempre sostenuto e per avere sempre creduto in me. Anche quando la mia autostima andava sotto terra e la tentazione di mollare tutto mi vagava per la testa sono sempre riusciti con le parole giuste a farmi reagire facendomi uscire la voglia di raggiungere quello che mi ero prefissato e dimostrare che anche io ce la potevo fare. Un altro supporto fondamentale sono stati i miei nonni, praticamente i miei secondi genitori che mi hanno cresciuto e mi hanno insegnato i valori importanti della vita a cui dedico in particolar modo questo traguardo. Il loro sogno era proprio quello di vedermi un giorno laureato e

sono felice di averli accontentati. Non meno importanti i miei zii e la mia cugina Matilde a cui voglio un bene dell'anima e sono sempre stati un punto di riferimento fondamentale. Voglio ringraziare inoltre i miei amici da una vita come Federico, Gabriele, Alessandro, Luca e Giulio. Con loro ho trascorso momenti belli e spensierati e con la loro compagnia mi hanno fatto superare momenti di stress e di pressione che incontravo per strada. Sono stati una grandissima valvola di sfogo ed una spalla importante nei momenti di difficoltà. Raramente si trovano amici così, mi ritengo fortunato e me li tengo stretti il più possibile. Infine, non per ordine di importanza, devo ringraziare la mia palletta Daniela, una ragazza fantastica che mi porto a fianco da più di un anno. Mi ha sempre supportato e mi ha dato la forza di arrivare fino alla fine senza mollare. Mi ha fatto innamorare subito con la sua determinatezza ma allo stesso tempo con quella tranquillità e pacatezza che la caratterizza, diventando una persona indispensabile nella mia vita. Questo è quello che provo e che ho voluto esprimere verso chi, anche nel suo piccolo, ha contribuito a questo mio traguardo.

Vi voglio bene!!! Andrea

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