Rubrica dedicata a voi, redatta con la collaborazione di esperti dei vari settori, a vostra disposizione per chiarire dubbi e interrogativi ai quali spesso è difficile rispondere in
modo davvero convincente.
Effettotre n. 39 dicembre 2010
a cura della Redazione di Effettotre
Spettabile Redazione di Effettotre, è giusto che i neopapà abbiano un congedo di quattro giorni? Una proposta di legge intende adeguare l’Italia ad altri paesi europei, dove chi diventa padre ha diritto a un permesso retribuito. Come funziona?
Umberto Fulci – Cesena
Gentile sig. Umberto,il diritto al congedo di paternità è prima di tutto una conquista di civiltà che avvicina l’Italia, su troppi fronti maglia nera nell’UE, agli altri Paese europei.
Finora, infatti, un neopapà che voleva seguire i primi giorni di vita del proprio figlio era costretto a subire un danno economico, vista la necessità di prendersi permessi e giorni di ferie. Se andrà in porto la proposta di legge, i padri potranno prendersi cura dei neonati senza perdere nemmeno un euro di stipendio. Il problema semmai è un altro, e di natura sociale e culturale: i papà devono imparare che è loro dovere contribuire pienamente all’assistenza di un neonato, senza delegare i compiti più scomodi alle madri. Per realizzare questa vera e propria “rivoluzione culturale” riteniamo che quattro giorni di congedo siano ben poca cosa, e che il periodo andrebbe prolungato avvicinandolo a quello concesso alle neomamme. Se si considera la bassa natalità del nostro Paese (1,24%), il danno per le imprese sarebbe senza dubbio più che contenuto.
Gentilissima Redazione di Effettotre, molto spesso mi collego in internet sul vostro blog e leggo con molta attenzione i vostri servizi alquanto interessanti. Gradirei sapere se spetta la pensione all’ex coniuge “colpevole” del divorzio. Grazie
Francesca Frongia - Lecco
Gentile sig.ra Francesca, la Cassazione riconosce il diritto al trattamento di reversibilità anche al coniuge al quale si deve imputare la fine del matrimonio, poiché ad esso spetta la tutela prevista normalmente al coniuge superstite divorziato. La Suprema Corte lo ha stabilito con la sentenza nr. 15516 del 16 ottobre 2003, con la quale i giudici della Sezione Lavoro hanno riepilogato la questione alla luce di una vecchia decisione della Consulta.
Gentile Redazione di Effettotre, vi scrivo per sapere cosa accade se per motivi non dipendenti dalla mia volontà, non possa andare in ferie o fruire un riposo settimanale? Grazie.
Complimenti per la Vostra testata telematica.
Fausto Lazzari – Macerata
Gentile sig. Fausto, con sentenza n. 985 del 1998 la 5^ Sezione del Consiglio di Stato ha affermato che i lavoratori dipendenti che, per motivi non dipendenti dalla loro volontà, non possono andare in ferie o fruire dei riposi settimanali spettanti, hanno diritto a ricevere, per i giorni non fruiti, una retribuzione doppia, il Consiglio di Stato sostiene che, i giorni di riposo e di ferie non godute, attribuiscono al dipendente un “credito di lavoro”. La sentenza riguarda i dipendenti pubblici, ma afferma un principio di carattere generale, perciò potrebbe anche essere applicata al settore privato.
Hanno collaborato:
Nino l’Ammiraglio, Francesco Speranza, Roberto Aldeghi, Giorgio Benvenuto, Enzo Corcelli, Stefano Ferrari, Michele Sorrenti, Francesco Veneto.
Effettotre n.39 dicembre 2010 DITE LA VOSTRA. L'obiettivo di questa nuova rubrica on-line, curata dalla Redazione www.effettotre.com, è affiancarsi, con le peculiarità di Internet, a strumenti di comunicazione tradizionali, primo fra tutti i vostri commenti, consigli, critiche, quesiti, suggerimenti e valutazioni, in un contesto di interesse generale, cioè l'informazione, ritenute indispensabili dalla redazione della rubrica. In questo spazio avrete la possibilità di porre con le Vostre lettere, un interrogativo che non ha avuto risposta. Qui di seguito vi proponiamo alcuni tra i quesiti di maggiore interesse pervenuti al call center ed al portale.
La Redazione di Effettotre
“Dall’Eco di Bergamo di Domenica 28 Novembre 2010, nella Provincia Pag.38”
Il grazie dei Sindaci
al Comandante della Stazione Mar. Ignazio Grinciari
Il Maresciallo dei Carabinieri Ignazio Grinciari ha lasciato la Stazione di Fiorano al Serio (BG), che ha guidato per quasi 18 anni, per un nuovo incarico presso il Comando Compagnia di Clusone. Il saluto ufficiale è avvenuto nel corso del Consiglio Comunale, a cui sono intervenuti i Sindaci dei Comuni di Fiorano al
competenza della stazione di Fiorano al Serio.
Il Maresciallo Grinciari nativo di Messina, 48 anni, sposato e padre di due figli, era arrivato in paese nel 1993, proveniente dalla Stazione di Villa d'Almè dove era stato vicecomandante per sei anni; in precedenza era stato, per due anni, vicecomandante della Compagnia di Clusone.
Il sottufficiale è giunto in Comune accompagnato dai suoi uomini, che hanno partecipato all'incontro di saluto offrendogli un ricordo in vetro e metallo. Il sindaco di Fiorano, Clara Poli, nel consegnargli un portachiavi omaggio e una pergamena ha ricordato l'impegno e la dedizione spesi a favore della cittadinanza, che hanno fatto del Comandante un validissimo rappresentante delle istituzioni; opinione, questa, condivisa anche dal Sindaco di Gazzaniga, Guido Valoti; Cesare Maffeis, Sindaco di Cene, ha sottolineato lo spirito di collaborazione intercorso e il fatto che “questo saluto non è un addio, ma di un arrivederci”; Adriana Dentella, Sindaco di Colzate, ha messo in risalto la professionalità e il lato umano del Maresciallo Grinciari; Riccardo Cagnoni, Sindaco di Vertova, gli ha riconosciuto il merito di aver interpretato in maniera eccellente il rapporto con la gente. Il festeggiato ha ringraziato per il bel gesto dei Sindaci nei suoi confronti, anche a nome delle rispettive comunità, ricordando di aver trascorso gli anni più belli del suo servizio a Fiorano, dove continuerà a vivere anche dopo il trasferimento. Alla Stazione di Fiorano sarà retta dal vicecomandante, maresciallo Sebastiano Valvo.
Francesco Speranza
a cura della redazione www.effettotre.com