• Non ci sono risultati.

La percezione del paesaggio urbano antico e la definizione delle trasformazioni topografiche della città risultano fortemente condizionate dalle modifiche che la morfologia del territorio ha subito nel corso degli ultimi duemila anni. Poiché fattori naturali ed interventi antropici hanno determinato una profonda mutazione del contesto ambientale, una sintetica disamina dei principali aspetti geomorfologici appare utile per una più completa comprensione dell'area e delle dinamiche insediative86.

Il territorio di Porto Torres si sviluppa sul margine occidentale di una fossa tettonica di età terziaria nota come bacino di Porto Torres87, colmato, tra l'Oligocene superiore ed il Miocene superiore, da vulcaniti e sedimenti di ambiente marino (fig. 6).

La geometria di questa struttura tettonica è tale per cui sul lato occidentale emergono le formazioni più antiche, rappresentate dal basamento paleozoico e dalle coperture mesozoiche della Nurra, mentre su quello orientale prevalgono i sedimenti marini miocenici.

Le litologie più rappresentate sono i calcari organogeni, le calcareniti, che affiorano nel settore centrale dell'area, e la sequenza di marne, che emerge sia a ridosso della zona industriale che nel settore orientale lungo il tratto costiero suburbano.

Il settore propriamente urbano è contraddistinto da un basamento miocenico, talvolta in affioramento, coperto da sedimenti e depositi quaternari. Tale basamento, che raggiunge potenze fino al centinaio di metri e struttura l'intera sub-regione con la caratteristica morfologia plano-collinare, è costituito da calcari organogeni grossolani, passanti verso la parte basale a depositi marnosi, in genere a giacitura orizzontale o debolmente inclinata.

86 "È maturata la convinzione che non sia del tutto soddisfacente sul piano dell'ermeneutica storica cercare

risposte al modo di formazione e di sviluppo dei contesti antichi esclusivamente all'"interno" degli stessi e dell'abituale prassi operativa archeologica, e che sia assai fruttuoso ricercare entro campi disciplinari paralleli le ragioni o le modalità del loro sorgere e del loro divenire; è un percorso che tende sempre più alla logica di un'intensa contaminazione disciplinare tra le branche del sapere naturalistico-ambientale ed umanistico nell'obiettivo di operare un approccio olistico al mondo antico che non trascuri in un quadro di sistema i condizionanti contesti ambientali in cui l'uomo si trova a vivere" (Bonetto et alii 2008, p. 1665).

Subordinatamente si rinvengono, intercalate a queste litologie, livelli di calcari arenacei, arenarie e sabbioni. Le coperture quaternarie sono rappresentate da alluvioni recenti, localizzate lungo l'alveo e nella piana del Riu Mannu, mentre nelle aree prossime alla linea di costa i sedimenti miocenici sono ricoperti, quando non affioranti, da depositi eolici post- tirreniani, di spessore variabile, costituiti da sabbioni a granuli silicei a stratificazione incrociata.

Fig. 6. Bacino di Porto Torres. Carta Geologica (1:100.000). 1) Calcari organogeni e Calcareniti; 2) Depositi di flusso piroclastico; 3) Calcari dolomitici; 4) Calcari marnosi.

Lungo il litorale sono presenti spiagge sabbiose attuali con cordoni di dune, mentre all'interno delle aree portuali tendono a depositarsi sabbie fini e limi.

Il settore costiero compreso entro i limiti dell'abitato, com’è osservabile nelle sue condizioni attuali, appare profondamente modificato dagli interventi antropici che hanno reso sostanzialmente piani ampi settori della porzione urbana della costa. Il basamento lapideo dell'area portuale è costituito da calcareniti mioceniche la cui consistenza è variabile in funzione del grado di alterazione.

Nell'assenza di studi specifici su questo settore del golfo dell'Asinara, il problema principale, nonostante l'intensa antropizzazione, riguarda la determinazione delle variazioni della linea di costa, elemento di fondamentale importanza per la comprensione della trasformazione ambientale e, conseguentemente, topografica della città in epoca romana (fig. 7).

Per quanto riguarda il Mediterraneo occidentale e il Tirreno in particolare, le indagini indicano una risalita eustatica che oscillerebbe tra 0,74 e 1,77 mm/anno per il periodo compreso tra quello romano e quello attuale. Le variazioni sono diverse a seconda della morfologia iniziale (costa sabbiosa, rocciosa, area deltizia e così via)88.

Nel Mediterraneo occidentale, fatta eccezione per le aree sovralluvionate, prevalgono i fenomeni di arretramento della linea di costa con conseguente smantellamento e sommersione delle strutture d’interesse archeologico.

88 La metodologia della ricerca si basa sulla ricostruzione del paleopaesaggio urbano sulla base

dell'integrazione dei dati archeologici con quelli geomorfologici, con particolare attenzione alla variazione della linea di costa. Le modificazioni della linea di costa sono dovute all'interazione di tre processi: variazioni eustatiche (sollevamento/abbassamento generalizzato del livello del mare); movimenti tettonici verticali del basamento; deposizione o erosione di depositi sedimentari costieri. L'obiettivo metodologico consiste nell'integrare dati più prettamente geomorfologici e sedimentologici con quelli propriamente archeologici al fine di ricostruire il paleopaesaggio, tenendo conto sia degli aspetti geografici che di quelli socio-economici. Un fattore critico nella ricostruzione dei paleopaesaggi costieri risiede nel valutare se un avanzamento o un arretramento della linea di costa dipenda o no da una variazione del livello del mare. Tale variazione è in generale dovuta all'interazione di tre processi geologici: variazioni eustatiche (sollevamento o abbassamento generalizzato del livello del mare); movimenti tettonici verticali del basamento; deposizione o erosione di depositi sedimentari costieri (Schmiedt 1972; Pirazzoli 1976).

Fig. 7. La città sul Modello Digitale del Terreno (Geoportale Regione Autonoma della Sardegna)

In Sardegna gli studi più approfonditi che consentono un confronto con il contesto di Porto Torres sono quelli effettuati a Nora, nella Sardegna sud-occidentale89. Le indagini geoarcheologiche condotte in questo sito hanno portato a ipotizzare che l'area in cui sorgeva la città sia stata interessata da un sollevamento eustatico di circa 0,50 m. Tale sollevamento, combinato alle caratteristiche morfologiche della costa, sarebbe stato la causa dell'arretramento che ha comportato l'erosione e la sommersione di una porzione dei resti archeologici90.

89 Melis 2000. 90

Nel settore costiero turritano le trasformazioni antropiche hanno provocato modifiche notevoli che complicano la comprensione del rapporto tra depositi archeologici e linea di costa.

Fig. 8. Variazione della linea di costa nel settore del Molo di Ponente su foto aerea del 2010.

Un'elaborazione ottenuta incrociando i dati di carattere geomorfologico, acquisiti anche attraverso l'impiego di indagini geoelettriche, con quelli desumibili dalla

georeferenziazione della cartografia storica, realizzata nel settore costiero pertinente lo scavo del Molo di Ponente, risulta particolarmente significativa (fig. 8)91.

È possibile evidenziare come tra il 1921 e il 1977 vi sia stato un rimarchevole avanzamento della linea di costa legato a imponenti interventi di accumulo di materiali in funzione dell’ampliamento di questo settore portuale. Tra il 1977 ed il 2008 è stato realizzato un ulteriore notevole incremento a nord-est ed a nord-ovest dell'area di progetto. Anche per il settore della Darsena Vecchia, localizzato a Sud/Sud-Ovest rispetto alla torre aragonese, è possibile, attraverso la lettura della cartografia storica e la disamina di fotografie e rappresentazioni realizzate a partire dal XIX secolo, evidenziare le modificazioni avvenute nell'ultimo secolo, che contribuiscono a restituire una serie di informazioni utili per la ricostruzione dell'assetto costiero antico e dell'infrastrutturazione portuale negli ultimi due secoli.

La sequenza d'immagini di seguito proposte contribuisce a definire i cambiamenti nella morfologia della costa, prima degli interventi che negli ultimi vent'anni hanno modificato pesantemente questo specifico tratto del settore costiero urbano (figg. 9-15).

91 La ricostruzione è stata rielaborata sulla base dei dati strutturati nella relazione geologica realizzata dal

geologo Stefano Conti nell'ambito del progetto "Miglioramento dell'accessibilità dell'area fronte mare fra la città di Porto Torres e il suo porto civico ed adeguamento delle connessioni intermodali".

Fig. 9. Portolano di G. Albini del 1864 (da Fais 2004).

Fig. 10. Sovrapposizione della pianta dell'abitato sulla "Pianta dell'abitato colla diramazione

Fig. 11. L'area del Porto nell'Atlante dell'isola di Sardegna, curato dal maggiore De Candia del 1881 (Archivio Storico di Cagliari).

Fig. 12. Acquarello di G. Cominotti del 1827. Veduta della Darsena Vecchia dalla Torre Aragonese (da Fais 2004).

Fig. 13. Cartolina postale del 1902. Veduta della Darsena Vecchia dalla Torre Aragonese (da Fais 2004).

Fig. 14 Porto Torres. Veduta del bacino portuale a Sud-Ovest della Torre Aragonese. Nella parte centrale gli edifici della Stazione Marittima.

Fig. 15. Porto Torres. Ricostruzione dell'andamento della linea di costa del 1821.

Le foto risalenti al XIX e agli inizi del XX secolo sono inoltre particolarmente significative per quanto riguarda l’analisi delle trasformazioni del sistema collinare articolato sui due colli del Faro e di Monte Agellu, che raggiungono un'altezza massima di circa 25 metri sul livello del mare. Sul primo l'espansione della città moderna ha sostanzialmente trasformato lo spazio compreso nei quadranti nord, est e sud (Figg. 16-18-19).

Fig. 16. Ricostruzione tridimensionale del sistema collinare dell'area urbana di Porto Torres: sono evidenziati il colle del Faro, Monte Agellu, l'area della colonia ed il fiume.

La realizzazione del Campo Occone sulla parte sommitale del colle del Faro ha sostanzialmente rasato il crinale est del rilievo, trasformando l'assetto geomorfologico e cancellando i depositi archeologici. Il taglio del versante nord-occidentale della medesima altura per la realizzazione del tunnel ferroviario agli inizi del XX secolo ne ha modificato radicalmente la struttura paesaggistica con l'asportazione di parte del rilievo di questo settore costiero (fig. 17).

Fig. 17. Il taglio sul versante sud-occidentale del colle del Faro per la realizzazione della galleria ferroviaria.

Alcune immagini contribuiscono a restituire una visione difficilmente percettibile, nascosta dall'edificato moderno, del colle di Monte Agellu, che pare spiccare con un notevole dislivello rispetto ai settori contermini.

Fig. 18. Veduta dal Monte Agellu in direzione nord in una foto di fine Ottocento. (Archivio corrente Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro).

Fig. 19. Acquerello di G. Cominotti del 1928: veduta dal colle di Monte Agellu verso Nord.

Per quanto concerne il settore fluviale non esistono studi specifici sul tratto urbano del Rio Mannu, il principale corso d'acqua della Sardegna settentrionale con un bacino che si estende nel retroterra per circa 670 kmq.

Fig. 20. Porto Torres. Il ponte romano da nord-ovest in una foto degli anni Cinquanta del '900 (Archivio corrente Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro).

Fig. 21. Porto Torres. Il ponte romano da nordo-vest in una foto del 2008 (Archivio corrente Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro).

Occorre sottolineare che la realizzazione di due infrastrutture viarie a nord del ponte romano, precisamente tra questo e la foce ha determinato un aumento considerevole dei depositi limosi e una conseguente diminuzione della profondità dell'acqua, trasformando profondamente la foce del Riu Mannu che, in epoca romana, doveva essere navigabile per lungo tratto costituendo uno dei principali assi commerciali tra l'entroterra e la costa(figg. 20-21).

3.DALLACOLONIAIULIATURRISLIBISONISAPORTOTORRES