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Il contesto socio-demografico del Giappone e le implicazioni nel settore sanitario

Capitolo 3 Case study: Infermieri e care workers stranieri in Giappone tramite gli accord

3.1 Il contesto socio-demografico del Giappone e le implicazioni nel settore sanitario

cambiamenti demografici di un Paese4. Ad esempio, l'invecchiamento della popolazione porta a un incremento della domanda di servizi sanitari, in particolare nell'ambito dell'assistenza agli anziani. In un mondo sempre più globalizzato, un Paese che non è in grado da solo di soddisfare questa esigenza può elaborare delle politiche migratorie che favoriscano l’incremento di lavoratori del settore sanitario, in modo da bilanciare domanda e offerta.

Nel caso del Giappone, i cambiamenti demografici degli ultimi anni dimostrano chiaramente che la popolazione sta invecchiando e, nel complesso, diminuendo. Come analizzato nel capitolo 1, la percentuale di anziani è in continua crescita, anche nel caso dei maggiori di 75 anni. Questo comporta un incremento della domanda di servizi sanitari, che tuttavia non è soddisfatta a causa della carenza di lavoratori del settore5. In queste circostanze, il ricorso a infermieri e care workers provenienti da altri Paesi diventa una soluzione sempre più urgente. In Giappone, il numero di impiegati nel settore sanitario è molto esiguo: nel 2012, infermieri e

care workers erano in totale 1.5 milioni, ma si prevede che nel 2025 saranno necessari dagli 1.8

ai 2.1 milioni di infermieri e dai 2.3 ai 2.4 milioni di care workers6. Inoltre, il rapporto tra care

workers e pazienti è il più basso registrato nei maggiori Paesi industrializzati del mondo7. La

mancanza di personale sanitario è innanzitutto dovuta al calo della popolazione lavorativa. In questa situazione, le professioni con la paga più bassa e i compiti più umili, come l'infermiere e il care worker, sono tra i primi a risentire della diminuzione della popolazione attiva8.

4 Gabriele VOGT, Population Aging and International Health-Caregiver Migration to Japan, Cham: Springer

International Publishing (SpringerBriefs in Population Studies), 2017, p. 5

5 Gabriele VOGT, “Care-Giver Migration to Greying Japan”, In Thomas Salzmann, Barry Edmonston, James

Raymer (a cura di), Demographic Aspects of Migration, Wiesbaden, VS Verlag für Sozialwissenschaften, 2010, 327-348, p. 337-338

6 Ruriko OTOMO, “New Form of National Language Policy? The Case of the Economic Partnership Agreement

(EPA) in Japan”, The Asia-Pacific Education Researcher, vol.25, no.5-6, 2016, 735-742, p. 736

7VOGT, “Care-Giver Migration…”, cit., pp. 337-338 8VOGT, Population Aging…, cit., p. 5

54 Vogt (2017) riporta i dati di un'indagine svolta dalla Care Work Foundation (Kaigo rōdō antei

sentā) nel 2015, riguardante il lavoro dei care workers in Giappone9. Dai risultati emerge che

il 61.3% degli intervistati è insoddisfatto del proprio lavoro. Le cause primarie di questo malcontento sono tre. In primo luogo, il 57.4% dei care workers dichiara che la paga è troppo bassa, il 48.3% invece giudica il proprio lavoro fisicamente e mentalmente faticoso e, infine, il 40.8% sostiene che la professione del care worker non sia ritenuta abbastanza prestigiosa all'interno della società10. Da questa analisi risulta evidente che il settore dell'assistenza sanitaria in Giappone sta affrontando diversi problemi, che contribuiscono ad aggravare ulteriormente la mancanza di lavoratori in questo ambito.

3.1.1 L'assistenza agli anziani in Giappone

Tradizionalmente, in Giappone la cura degli anziani avveniva all'interno della famiglia: le donne, siano esse nuore o figlie, erano tenute a occuparsi dei membri più anziani11. Negli ultimi tempi, tuttavia, questa consuetudine è sempre meno diffusa. Con l'aumento del lavoro femminile e la nuclearizzazione delle famiglie, infatti, le donne non sono più in grado di occuparsi dei parenti anziani12. Inoltre, dal 2000 è entrata in vigore l'assicurazione sanitaria a lungo termine (Kaigo hoken), che ha contribuito a rendere l'assistenza agli anziani una professione riconosciuta ufficialmente e non più un compito da svolgere all'interno della famiglia13. I beneficiari di questa assicurazione sono maggiori di 65 anni e hanno diritto non

tanto a somme di denaro per le spese mediche, bensì a ricevere direttamente l'assistenza sanitaria di cui hanno bisogno14. Come è prevedibile, l'aumento degli anziani porta a un

conseguente incremento dei beneficiari di questi servizi. Nel 2007, essi ammontavano a 4.5 milioni, ma nel 2025 si ipotizza che il loro numero sarà quasi il doppio, passando a 8.4 milioni15. Allo stesso modo, raddoppieranno anche i costi per sostenere l'assicurazione sanitaria. Questi

9VOGT, Population Aging…, cit., p. 23. Per l'indagine completa condotta dalla Care Work Foundation, si veda

Care Work Foundation (CWF), “Heisei 27 nendo「Kaigo rōdō jittai chōsa」no kekka” 平成27年度「介護労 働実態調査」の結果 (Risultati dell'indagine sulla reale condizione della professione di care worker, condotta nell'anno 2015), 5 agosto 2016, http://www.kaigo-center.or.jp/report/pdf/h27_chousa_kekka.pdf

10 Care Work Foundation (CWF), “Heisei 27 nendo…”, cit., p. 7 e VOGT, Population Aging…, cit., p. 23 11VOGT, “Care-Giver Migration…”, cit., pp. 336-337

12 ibidem

13 Wako ASATO, “Fusoku suru kea to gaikokujin ukeire seisaku: kango・kaigo・kaji o megutte” (La scarsità

nell'assistenza sanitaria e le politiche nei confronti degli stranieri: infermieri, care workers, collaboratori domestici), Kansai Sociological Review, vol.13, 2014, pp. 93-101 安里和晃、「不足するケアと外国人受け 入れ政策:看護・介護・家事をめぐって」フォーラム現代社会学、第 3 巻、2014 年、 93-101, p. 94

14VOGT, Population Aging…, cit., p. 19 15VOGT, “Care-Giver Migration…”, cit., p. 336

55 aumenti, però, potrebbero non essere compensati da un parallelo aumento del personale sanitario, come esposto nel paragrafo precedente.

Un altro ambito in cui si provvede all'assistenza agli anziani è quello relativo alle comunità locali, nello specifico le cosiddette "associazioni di vicinato", gruppi di volontari che operano entro una determinata area residenziale. Oggi, il Giappone conta circa 300 mila associazioni di questo tipo16. Le associazioni di vicinato promuovono una serie di programmi di lifelong

learning, o apprendimento permanente, cui possono partecipare i residenti della zona, che in

molti casi sono anziani. In questo modo, si promuove la coesione sociale e si crea una solida rete comunitaria17. Le associazioni di vicinato, pertanto, rappresentano una grande risorsa in una società dove il numero di anziani è in crescita.

In questo contesto si inseriscono gli accordi EPA tra Giappone e Filippine, Indonesia e Vietnam, che costituiscono un primo tentativo di promuovere l'immigrazione di infermieri e care workers in Giappone. Più in generale, è la prima volta che il mercato del lavoro giapponese si apre ufficialmente anche ai lavoratori non altamente qualificati, tra cui infermieri e care workers, con la possibilità di stabilirsi a lungo termine in Giappone18. La lunga chiusura del mercato del lavoro giapponese in questo settore ha inevitabilmente causato un ritardo nella risposta al problema demografico e sanitario. I trattati EPA rappresentano dunque un primo cambiamento delle politiche migratorie, ma non sono ancora sufficienti a colmare la scarsità di infermieri e

care workers: come si vedrà nei prossimi paragrafi, infatti, il numero di migranti tramite questi

accordi è ancora molto basso e poco significativo19.