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Per seguire le continue variazioni della domanda di mercato, spostando sempre più avanti lungo il processo produttivo la realizzazione dello specifico prodotto richiesto, i sistemi

devono diventare molto agili e snelli. Per le aziende questo aspetto si traduce appunto

nella necessità di ottimizzare i processi logistici, ridurre i tempi e la qualità delle

spedizioni, identificare e gestire in tempo reale i prodotti lungo tutta la catena del valore,

facendo svolgere gran parte di queste funzioni in outsourcing a strutture specializzate in

servizi di logistica snella, in grado cioè di gestire anche bassi volumi, e in servizi logistici a

valore aggiunto che vanno oltre il semplice trasporto.

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CREARE LE CONDIZIONI PER LO SVILUPPO DI UN POLO LOGISTICO AVANZATO

NELL’AREA SUD DI TORINO

La logistica è un campo ad alta valenza strategica per l’area piemontese, in ragione della sua posizione centrale rispetto ai porti del Mediterraneo e del sistema europeo. L’organizzazione del polo logistico dell’area metropolitana di Torino deve però tenere conto di alcuni vincoli di carattere infrastrutturale e delle relazioni con il sistema della logistica regionale.

Dal punto di vista della localizzazione, è opportuno potenziare il polo sud-ovest, dove l’interporto Sito e lo scalo ferroviario merci di Orbassano si trovano in prossimità di altri grandi insediamenti dedicati alla distribuzione, come il Centro Agroalimentare, e di aree industriali in trasformazione, come Mirafiori e Fiat Rivalta. Per quanto riguarda le connessioni infrastrutturali, sono condizioni

imprescindibili sia realizzare la linea Torino-Lione, per aumentare il trasporto merci da e per la Francia e l’ovest europeo, sia realizzare la Gronda ferroviaria dell’Alta Capacità di Torino, in particolare l’interconnessione di corso Marche, per connettere la linea ad Alta Capacità col Passante ferroviario e il polo logistico sud-ovest. Va inoltre detto che lo sviluppo di operatività intermodali (container, semirimorchi, casse mobili, autostrada viaggiante) a Orbassano, deve intrecciare il progetto infrastrutturale e lo sviluppo di servizi dedicati con politiche normativo-tariffarie volte a creare, nella futura Torino-Lione, le condizioni per il trasferimento concreto delle merci dalla strada alla ferrovia.

Infine il rafforzamento delle funzioni logistiche deve avvenire per tutta l’area piemontese in modo sistemico, attraverso un progetto di riorganizzazione complessiva delle relazioni fra i poli logistici di Novara, del cuneese e dell’alessandrino, il porto e il retroporto di Genova, e con Milano, integrando i diversi progetti locali nell’ottica di costruire una strategia comune di proposte e interventi.

Per organizzare il polo logistico nell’area metropolitana si possono avanzare tre proposte specifiche. La prima è potenziare la city logistic, intervenendo sulla razionalizzazionedel sistema di distribuzione delle merci in merito a tempi e orari, depositi e modalità di consegna. Coinvolti tutti gli attori interessati (operatori della distribuzione merci, soggetti associativi, di categoria o della cooperazione, enti locali e soggetti promotori) e negoziate le ipotesi di intervento, comprese risorse finanziarie, modelli gestionali, modi e tempi della transizione, incentivi, vincoli e divieti, accesso, scarico e inquinamento, eventuali ammortizzatori sociali e campagne di informazione, si può avviare la sperimentazione di ipotesi diverse. Tale sperimentazione può coinvolgere alcune zone dell’area metropolitana particolarmente critiche, come il centro storico o quelle ad alta concentrazione commerciale e di traffico, oppure può insistere su particolari categorie di utenze individuate per dimensioni della superficie di vendita, per tipologia merceologica o altro ancora. La seconda proposta è attivare progetti di reverse logistic per ridurre l’impatto ambientale dei flussi di ritorno, attraverso la gestione dei materiali, degli imballaggi, dei prodotti e il trasporto verso i centri di trattamento dei rifiuti. La terza proposta è creare le condizioni affinché le imprese, sfruttando le tecnologie informatiche, effettuino transazioni commerciali utilizzando procedure e applicazioni informatiche standard secondo accordi commerciali condivisi. Questa impostazione può risultare molto funzionale alle esigenze delle Pmi: l’introduzione della e-logistic promuove infatti il commercio internazionale grazie all’interoperabilità dei sistemi Ict, riduce costi e tempi nei flussi di comunicazione e nello scambio di dati e informazioni, limita il divario tecnologico tra piccole imprese e operatori leader del mercato.

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Favorire il processo di internazionalizzazione commerciale delle imprese è una misura che il sistema locale può adottare per rafforzare la posizione dell’industria torinese nei mercati esteri.

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SOSTENERE L’IMPIEGO DELLE TECNOLOGIE ICT NEL POLO LOGISTICO

Per polo logistico avanzato s’intende un sistema di aziende e strutture logistiche in rete che utilizzano la comunicazione telematica per coordinare e rendere efficienti le proprie attività. In quest’ottica, l’apporto delle Ict è importante non soltanto per il valore delle tecnologie in sé, ma anche perché costringe le aziende a operare in una logica di sistema più competitiva. La base per realizzare un progetto di questo tipo è il coordinamento tra attori locali pubblici e investitori privati, che devono impegnarsi a trovare un accordo in cui l’interesse pubblico a investire coincida con quello privato a sviluppare soluzioni e prodotti. In quest’ottica gli attori pubblici locali dovrebbero promuovere momenti di coordinamento per aumentare le sinergie fra le politiche attuate dai diversi enti, utility e agenzie, prevenendo l’uso concorrenziale di risorse limitate e valorizzando adeguatamente le eccellenze locali. Punto d’inizio fondamentale è definire precisi scenari di sviluppo di medio-lungo periodo che consentono di ridurre il rischio dell’investimento rendendo plausibili alcune traiettorie innovative e favorendo l’adozione di soluzioni standard e interoperabili. Una sperimentazione interessante in questo campo può riguardare la gestione dei flussi veicolari in entrata e in uscita dal polo logistico, coordinati per mezzo di applicativi collegati a tutte le sorgenti

d’informazione disponibili sul traffico: la rete telematica civica, la società autostradale per i flussi ai caselli, gli operatori logistici che usufruiscono del polo, fino al satellite per mantenere traccia dei veicoli in arrivo. Il vantaggio di un sistema come questo è di evitare i colli di bottiglia, sia governando l’impatto del polo logistico sulla mobilità esterna verso la città sia garantendo l’efficienza della mobilità interna al polo, e di offrire una valida soluzione in caso di emergenze, incidenti o rischi connessi al trasporto e stoccaggio di merci pericolose.

Un secondo progetto può riguardare la tracciabilità dei prodotti, attraverso tecnologie per l’identificazione a radiofrequenza (RFId) particolarmente opportune nel settore della sanità. Alcuni casi di successo dimostrano che tali tecnologie sono efficaci per attività come la tracciatura dei prodotti farmaceutici ed ematici, l’inventario della farmacia e delle apparecchiature medicali, la riduzione delle falsificazioni e la tutela dei marchi, l’identificazione della posologia farmaceutica del paziente e la riduzione di errori nella somministrazione, l’ottimizzazione dei processi di logistica e l’accesso semplice e veloce alle informazioni. Nel panorama italiano, questa problematica riveste una importanza anche normativa poiché, secondo l’attuale legislazione, le confezioni dei medicinali ad uso umano erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale devono essere dotate di bollini di riconoscimento apposti su tutte le confezioni, per essere rilevati facilmente e in qualunque momento.