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Art. 8 – Comparto a contribuzione definita. Contribuzione

1. Il finanziamento del comparto a contribuzione definita può essere attuato mediante: i contributi a carico del lavoratore; i contributi del datore di lavoro; il TFR maturando.

2. La misura minima dei contributi a carico, rispettivamente, delle imprese del Gruppo e dei lavoratori aderenti può essere stabilita dalle fonti istitutive in cifra fissa ovvero in misura percentuale secondo i criteri indicati dall’art. 8, comma 2, del Decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252 (di seguito “Decreto”).

3. Ferme restando le predette misure minime, il lavoratore aderente può destinare al Fondo ulteriori contribuzioni a proprio carico, sulla base di modalità e termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.

4. È prevista la destinazione al Fondo del TFR maturando in misura integrale o parziale sulla base delle previsioni delle fonti istitutive, secondo quanto riportato nella Nota informativa. È comunque consentito al lavoratore di rivedere successivamente la scelta effettuata con riguardo alla quota di TFR da destinare al Fondo.

5. Per i dirigenti di prima iscrizione alla previdenza obbligatoria successiva al 28 aprile 1993 che aderiscono al Fondo è prevista l’integrale destinazione del TFR maturando al comparto a contribuzione definita del Fondo medesimo.

6. L’adesione al Fondo realizzata tramite il solo conferimento del TFR maturando non comporta l’obbligo di versamento della contribuzione a carico del lavoratore né del datore di lavoro.

7. La contribuzione al Fondo è dovuta per intero anche in caso di mancata prestazione lavorativa dovuta a malattia, nell’ambito del periodo di comporto, infortunio, astensione obbligatoria per maternità. In caso di sospensione del rapporto di lavoro con corresponsione di retribuzione intera o ridotta, la contribuzione al Fondo a carico sia delle Imprese del Gruppo che dei lavoratori aderenti è commisurata al trattamento retributivo effettivamente dovuto dalle predette imprese ai sensi delle disposizioni di legge o degli Accordi collettivi di lavoro vigenti. In caso di sospensione del rapporto di lavoro con sospensione della retribuzione, o in caso di aspettativa non retribuita, la contribuzione al Fondo a carico delle Imprese del Gruppo è sospesa, ferma restando, limitatamente al comparto a contribuzione definita, la facoltà del lavoratore aderente di proseguire volontariamente il versamento della contribuzione a suo carico, sulla base di modalità e termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.

8. In costanza del rapporto di lavoro l’aderente ha facoltà di sospendere la contribuzione a proprio carico, con conseguente sospensione dell’obbligo contributivo a carico del datore di lavoro, fermo restando il versamento del TFR maturando al Fondo. È possibile riattivare la contribuzione in qualsiasi momento. La sospensione della contribuzione non comporta la cessazione della partecipazione al Fondo.

9 9. L’aderente può decidere di proseguire la contribuzione al Fondo oltre il raggiungimento dell’età pensionabile prevista dal regime obbligatorio di appartenenza, a condizione che alla data del pensionamento possa far valere almeno un anno di contribuzione a favore delle forme di previdenza complementare.

10. Modalità e termini di versamento dei contributi sono stabiliti dal Consiglio di amministrazione.

In occasione di ciascun versamento i datori di lavoro sono tenuti ad inviare la documentazione prevista dalle norme operative interne ai fini dell’attribuzione delle somme corrisposte in capo ai singoli associati, nei termini fissati dalle predette norme.

11. Nell’ambito del comparto a contribuzione definita è costituita una riserva specificamente individuata nell’ambito delle attività patrimoniali del Fondo e formata dalle contribuzioni aggiuntive versate dalle Imprese del Gruppo allo scopo di favorire la costituzione di prestazioni pensionistiche maggiorate rispetto a quelle previste dal CCNL, a favore dei lavoratori in servizio alla data di stipula dell’accordo sindacale del 22 giugno 2007 che hanno aderito al Fondo dal 29 aprile 1993 al 31 dicembre 2005. In forza delle previsioni della fonte istitutiva, detta riserva è preordinata a finanziare l’accreditamento di una contribuzione aggiuntiva sulla posizione individuale dei predetti aderenti che cessano il rapporto di lavoro con almeno 10 anni solari consecutivi di servizio presso Imprese del Gruppo, ai sensi del comma 5 del successivo art. 9.

12. Il Consiglio di Amministrazione del Fondo porrà in essere le iniziative e misure preordinate a far sì che l’assetto della gestione delle risorse finanziarie che costituiscono la riserva di cui al precedente comma 11 sia strutturato in modo prudenziale e, comunque, tale da configurare la garanzia di restituzione del capitale investito ovvero del capitale medesimo incrementato di un tasso di rendimento minimo.

13. In caso di mancato o ritardato versamento, il datore di lavoro è tenuto a reintegrare la posizione individuale dell’aderente secondo modalità operative definite con apposita regolamentazione del Fondo. Inoltre, il datore di lavoro è tenuto a risarcire il Fondo di eventuali spese dovute al mancato adempimento contributivo.

Art. 8-bis - Comparto a prestazione definita. Contribuzione

1. Il finanziamento del comparto a prestazione definita è attuato mediante il versamento di contributi a carico delle Imprese del Gruppo. Ogni azienda effettua, con riguardo ai propri dirigenti, i versamenti necessari a preservare l’equilibrio del comparto sulla scorta delle risultanze della relazione attuariale al 31 dicembre 2010 nonché delle elaborazioni, predisposte su base individuale da un attuario abilitato, in occasione della maturazione del diritto alla prestazione in capo a ciascun aderente.

2. Modalità e termini di versamento dei contributi sono stabiliti dal Consiglio di amministrazione.

10 Art. 9 – Comparto a contribuzione definita. Determinazione della posizione individuale

1. La posizione individuale consiste nel capitale accumulato di pertinenza di ciascun aderente, è alimentata dai contributi netti versati, dagli importi derivanti da trasferimenti da altre forme pensionistiche complementari e dai versamenti effettuati per il reintegro delle anticipazioni percepite, ed è ridotta da eventuali riscatti parziali e anticipazioni.

2. Per contributi netti si intendono i versamenti al netto delle spese e degli oneri direttamente a carico dell’aderente.

3. La posizione individuale viene rivalutata in base al rendimento del comparto.

4. Ai fini del calcolo del valore del patrimonio, le attività che costituiscono il patrimonio del comparto sono valutate al valore di mercato ovvero, per la parte di patrimonio impiegata in strumenti di natura assicurativa, sulla base delle norme che regolano la valorizzazione dei predetti strumenti.

5. I lavoratori aderenti iscritti al Fondo dal 29 aprile 1993 al 31 dicembre 2005 che cessano il rapporto di lavoro con almeno dieci anni solari consecutivi di servizio con la qualifica di dirigente presso Imprese del Gruppo, hanno diritto, all’atto della maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni stabilite nel regime obbligatorio di appartenenza, all’accreditamento sulla propria posizione individuale di una contribuzione aggiuntiva a carico delle predette imprese, finanziata attraverso l’utilizzo della riserva di cui all’art. 8, comma 11. L’accreditamento della predetta contribuzione aggiuntiva matura anche a seguito della cessazione del rapporto di lavoro per decesso dell’aderente ovvero a seguito di invalidità permanente che comporti la risoluzione del rapporto di lavoro con Imprese del Gruppo, a prescindere dalla durata del relativo rapporto di lavoro con le medesime imprese. L’ammontare del suddetto contributo aggiuntivo è pari all’importo risultante dall’accordo sindacale del 22 giugno 2007 rivalutato sino alla data di pensionamento sulla base dei rendimenti conseguiti con l’investimento della predetta riserva.

6. L’aderente acquisisce la titolarità giuridica del contributo aggiuntivo di cui al precedente comma 5 solo quando sussistono tutte le condizioni ivi richiamate.

7. Senza pregiudizio delle disposizioni che precedono, i lavoratori aderenti iscritti al Fondo dal 29 aprile 1993 al 31 dicembre 2005 che risolvono per qualsiasi motivo il rapporto di lavoro con Imprese del Gruppo con almeno dieci anni solari consecutivi di servizio con la qualifica di dirigente presso Imprese del Gruppo senza aver maturato il diritto all’accreditamento sulla propria posizione individuale della contribuzione aggiuntiva di cui al precedente comma 5 possono esercitare in qualsiasi momento, il riscatto della posizione individuale. In tal caso l’importo della prestazione derivante dall’accreditamento della predetta contribuzione aggiuntiva è pari all’importo risultante dall’accordo sindacale del 22 giugno 2007 rivalutato sino alla data di riscatto della posizione individuale sulla base dei rendimenti conseguiti con l’investimento della predetta somma e ridotto in misura pari al 1%, semplice, per ogni anno (o, pro quota, per frazione di anno) precedente al compimento del 65° anno di età (ad es., 10% di riduzione ove il riscatto avvenga al 55° anno di età).

Ove la risoluzione del rapporto di lavoro con Imprese del Gruppo si verifichi in presenza di una patologia di particolare rilevanza accertata in capo all’aderente entro 12 (dodici) mesi dalla risoluzione del rapporto di lavoro e comprovata da idonea documentazione, il diritto

11 all’accreditamento della predetta contribuzione aggiuntiva con la riduzione sopra prevista ed al riscatto della relativa posizione si matura a prescindere dalla durata del rapporto di lavoro con Imprese del Gruppo.

8. Ai sensi del Decreto, nella fase di accumulo le posizioni individuali costituite presso il Fondo sono intangibili e non possono formare oggetto di sequestro o pignoramento da parte dei creditori dell’aderente.

Art. 9-bis - Comparto a prestazione definita. Determinazione della posizione individuale

1. Il comparto a prestazione definita garantisce agli aderenti, alla data di pensionamento, l’erogazione di una prestazione calcolata in funzione della retribuzione finale, sulla base dei requisiti minimi e delle condizioni stabilite nel successivo art. 10-bis.

2. La posizione individuale dell’aderente acquisisce autonoma rilevanza solo a seguito dell’esercizio del diritto alla prestazione pensionistica o del riscatto della posizione a seguito della risoluzione del rapporto di lavoro con Imprese del Gruppo, subordinatamente all’accertamento della sussistenza del diritto alla prestazione medesima ed a seguito del calcolo del suo ammontare, fatto salvo quanto disposto dall’art. 10- bis, commi 9 e 12-bis.

Art. 10 – Comparto a contribuzione definita. Prestazioni pensionistiche

1. Fatte salve le previsioni di cui all’art. 12 del presente Statuto, il diritto alla prestazione pensionistica complementare si acquisisce al momento della maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni stabiliti nel regime obbligatorio di appartenenza dell’aderente, con almeno cinque anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari. Il predetto termine è ridotto a tre anni per il lavoratore che cessa il rapporto di lavoro per motivi indipendenti dal fatto che lo stesso acquisisca il diritto a una pensione complementare e che si sposta in un altro Stato membro dell’Unione europea. L’esercizio del predetto diritto è subordinato alla cessazione del rapporto di lavoro con le Imprese del Gruppo. L’aderente che decide di proseguire volontariamente la contribuzione ai sensi del precedente art. 8, comma 9, ha la facoltà di determinare autonomamente il momento di fruizione delle prestazioni pensionistiche.

2. Ai fini della determinazione dell’anzianità necessaria per la richiesta delle prestazioni pensionistiche, sono considerati utili tutti i periodi di partecipazione alle forme pensionistiche complementari maturati dall’aderente per i quali lo stesso non abbia esercitato il riscatto totale della posizione individuale.

3. L’aderente, che abbia cessato l’attività lavorativa e abbia maturato almeno 20 anni di contribuzione nei regimi obbligatori di appartenenza e 5 anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari, ha facoltà di richiedere che le prestazioni siano erogate, in tutto o in parte in forma di “Rendita integrativa temporanea anticipata” (RITA) con un anticipo massimo di cinque anni rispetto alla data di maturazione dell’età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza.

12 4. L’aderente, che abbia cessato l’attività lavorativa, sia rimasto successivamente inoccupato per un periodo di tempo superiore a 24 mesi e che abbia maturato 5 anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari, ha facoltà di richiedere la rendita di cui al precedente comma 3 con un anticipo massimo di 10 anni rispetto alla data di maturazione dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza.

5. Nel corso dell’erogazione della RITA l’aderente può richiederne la revoca; ciò comporta la cessazione dell’erogazione delle rate residue.

6. Nel caso in cui non venga utilizzata l’intera posizione individuale a titolo di RITA, l’aderente ha la facoltà di richiedere, con riferimento alla sola porzione residua della posizione individuale, il riscatto e l’anticipazione di cui ai successivi artt. 12 e 13, ovvero la prestazione pensionistica.

7. In caso di trasferimento ad altra forma pensionistica la RITA si intende automaticamente revocata e viene trasferita l’intera posizione individuale.

8. L’aderente ha facoltà di richiedere la liquidazione della prestazione pensionistica sotto forma di capitale nel limite del 50 per cento della posizione individuale maturata. Nel computo dell’importo complessivo erogabile in capitale sono detratte le somme erogate a titolo di anticipazione per le quali non si sia provveduto al reintegro. Qualora l’importo che si ottiene convertendo in rendita vitalizia immediata annua senza reversibilità a favore dell’aderente il 70 per cento della posizione individuale maturata risulti inferiore al 50 per cento dell’assegno sociale di cui all’art. 3, commi 6 e 7, della legge 8 agosto 1995, n. 335, l’aderente può optare per la liquidazione in capitale dell’intera posizione maturata.

9. L’aderente che, sulla base della documentazione prodotta, risulta assunto antecedentemente al 29 aprile 1993 ed entro tale data iscritto a una forma pensionistica complementare, istituita alla data di entrata in vigore della legge 23 ottobre 1992, n. 421, può richiedere la liquidazione dell’intera prestazione pensionistica complementare in capitale.

10. Le prestazioni pensionistiche, in capitale e rendita, sono sottoposte agli stessi limiti di cedibilità, sequestrabilità, pignorabilità in vigore per le pensioni a carico degli istituti di previdenza obbligatoria.

11. L’aderente che abbia maturato il diritto alla prestazione pensionistica e intenda esercitare tale diritto può trasferire la propria posizione individuale presso altra forma pensionistica complementare, per avvalersi delle condizioni di erogazione della rendita praticate da quest’ultima.

In tal caso si applica quanto previsto dal successivo art. 12, commi 5 e 6.

Art. 10 bis – Comparto a prestazione definita. Prestazioni pensionistiche

1. Il diritto alla prestazione pensionistica si acquisisce al momento della maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni stabilite nel regime obbligatorio di appartenenza dell’aderente, con almeno dieci anni solari consecutivi di servizio con la qualifica di dirigente presso Imprese del Gruppo.

L’esercizio del predetto diritto è subordinato alla cessazione del rapporto di lavoro con le predette imprese.

13 2. L’aderente che, avendo maturato il requisito di dieci anni solari consecutivi di servizio con la qualifica di dirigente presso Imprese del Gruppo, cessi il rapporto di lavoro prima della maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni stabilite nel regime obbligatorio di appartenenza, può esercitare in qualsiasi momento il diritto alle prestazioni pensionistiche a carico del Fondo. In tal caso, l’importo della prestazione pensionistica, ferma restando la misura di riduzione fissata dal successivo comma 4 nei casi ivi previsti, è calcolata sulla base della retribuzione media finale non rivalutata risultante all’atto della cessazione del rapporto di lavoro.

3. L’ammontare della prestazione pensionistica è pari, su base annua, all’1% della retribuzione media finale moltiplicato per il numero degli anni interi di servizio prestato presso Imprese del Gruppo, fino ad un massimo di 20, con un minimo pari alla misura calcolata nell’ambito della relazione attuariale al 31 dicembre 2010. Per retribuzione media finale si intende la media della retribuzione lorda utile ai fini del calcolo del TFR percepita dall’aderente nel corso degli ultimi tre anni di servizio.

4. Ove l’aderente eserciti il diritto alla prestazione pensionistica prima del compimento del 65° anno di età, l’importo della prestazione è ridotto in misura pari al 2% per ogni anno o frazione di anno precedente al compimento del 65° anno di età, fino ad un massimo del 10%.

5. La prestazione pensionistica è corrisposta in rate trimestrali posticipate ed è erogata, in caso di decesso dell’aderente in pensione, al coniuge vivente (reversionario) nella misura del 60%

dell’importo della rendita in corso di erogazione. Il coniuge titolare della predetta pensione di reversibilità è individuato all’atto dell’esercizio del diritto alla pensione complementare da parte dell’aderente. La differenza di età tra il coniuge reversionario e l’aderente deceduto, utilizzata per calcolare la prestazione pensionistica a scadenza, non potrà essere superiore a 5 anni. Qualora la differenza sia superiore la pensione di reversibilità sarà ridotta sulla base dell’adozione di appropriati fattori attuariali.

6. Alla maturazione del diritto, l’aderente può scegliere di optare, in luogo della prestazione pensionistica, per una prestazione in forma di capitale il cui importo è corrispondente, sulla base degli appropriati fattori attuariali di conversione, all’importo della rendita vitalizia in essere al momento di cessazione del rapporto di lavoro.

7. La prestazione pensionistica è erogata in forma di rendita vitalizia da primaria impresa di assicurazione sulla base di apposita convenzione con il Fondo Pensione. La rivalutazione periodica della rendita vitalizia è determinata in funzione dei rendimenti conseguiti dall’impresa medesima attraverso l’investimento della riserva matematica derivante dai premi di assicurazione, sulla base dei criteri e delle modalità fissati nell’ambito della predetta convenzione.

8. Per i dirigenti in servizio al 1° ottobre 1988, sono riconosciuti, sia ai fini del diritto alla prestazione che ai fini della misura della stessa, anche gli anni di servizio prestati presso Imprese del Gruppo anteriormente alla predetta data.

9. In caso di decesso dell’aderente nel corso del servizio o, comunque, prima dell’esercizio del diritto alla prestazione pensionistica, agli eredi ovvero ai diversi beneficiari dallo stesso designati, siano essi persone fisiche o giuridiche, spetta l’erogazione di un capitale pari al valore della rendita vitalizia

14 che avrebbe percepito il dirigente deceduto al compimento del 65° anno di età, calcolata sulla base della retribuzione media finale risultante prima del decesso, attualizzato in base alla variazione annua dell’indice Istat dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) registrata nel corso dell’anno solare precedente. Analoga prestazione, anche in forma di rendita vitalizia, è erogata al dirigente a seguito di invalidità permanente che comporti la risoluzione del rapporto di lavoro.

10. In caso di aspettativa non retribuita, l’aderente conserva lo status di associato al Fondo Pensione. Il periodo di aspettativa non retribuita non è considerato utile né ai fini del diritto, né ai fini della misura della prestazione pensionistica a carico del Fondo.

11. La posizione individuale dell’aderente non può essere trasferita ad altre forme pensionistiche complementari, né riscattata o riscossa in via anticipata rispetto ai termini fissati dalle norme statutarie.

12. Nel caso in cui l’aderente eserciti, ai sensi del successivo art. 12, il diritto al trasferimento della propria posizione individuale relativa al comparto a contribuzione definita, ad altra forma pensionistica complementare, il periodo di servizio maturato dopo l’esercizio della predetta opzione non è considerato utile né ai fini del diritto, né ai fini della misura della prestazione pensionistica a carico del comparto a prestazione definita del Fondo. La maturazione del diritto alla prestazione pensionistica a carico del comparto a prestazione definita è differita al momento della maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni pensionistiche stabilite nel regime obbligatorio di appartenenza e la relativa prestazione è calcolata in funzione della retribuzione media finale risultante prima dell’esercizio della sopra citata opzione, ferma restando la misura di riduzione fissata dal precedente comma 4 nei casi ivi previsti.

12bis. L’aderente che, prima della maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni stabilite nel regime obbligatorio di appartenenza, risolve il rapporto di lavoro con Imprese del Gruppo con almeno dieci anni solari consecutivi di servizio può richiedere il riscatto in forma capitale del trattamento pensionistico in regime di prestazione definita calcolato sulla base dei criteri di calcolo e delle riduzioni previste ai commi 3 e 4 e degli appropriati fattori attuariali di conversione. Laddove l’aderente non eserciti il diritto al riscatto, l’erogazione del trattamento pensionistico avverrà secondo le previsioni del comma 2.

13. Le prestazioni sopra citate sono al lordo delle ritenute fiscali di legge, che saranno applicate dal Fondo Pensione o dalla impresa di assicurazione incaricata dell’erogazione delle rendite vitalizie, nella qualità di sostituti di imposta.

Art. 11 – Erogazione della rendita

1. Per l’erogazione delle prestazioni pensionistiche in forma di rendita il Fondo stipula, nel rispetto delle modalità e delle procedure previste dalla normativa tempo per tempo vigente, apposite convenzioni con una o più imprese di assicurazione di cui all’art. 2 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, e successive modificazioni e integrazioni.

15 2. A seguito dell’esercizio del diritto alla prestazione pensionistica, all’aderente è erogata una rendita vitalizia immediata calcolata in base alla posizione individuale maturata, al netto dell’eventuale quota di prestazione da erogare sotto forma di capitale.

15 2. A seguito dell’esercizio del diritto alla prestazione pensionistica, all’aderente è erogata una rendita vitalizia immediata calcolata in base alla posizione individuale maturata, al netto dell’eventuale quota di prestazione da erogare sotto forma di capitale.

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