• Non ci sono risultati.

La Corte di Appello: il settore lavoro

Per quanto riguarda gli affari di lavoro e previdenza, come già evidenziato nel paragrafo precedente, nell’ultimo anno giudiziario è proseguita la riduzione delle pendenze: da 24.957 pendenti al 30/06/2014 a 19.413 al 30/06/2015 a 15.827 procedimenti al 30 giugno 2016.

Nell’arco del quadriennio la pendenza della sezione si è praticamente dimezzata (-48,9%).

Nella tabella che segue viene illustrato l’intero flusso dei procedimenti negli ultimi quattro anni giudiziari e il grafico sottolinea la costante e sempre più marcata riduzione delle pendenze.

Tab. 3.1 Corte di Appello: Sezione Lavoro e Previdenza – Flusso dei procedimenti negli ultimi quattro anni giudiziari

L’indice di ricambio negli ultimi quattro anni giudiziari risulta sempre essere al di sopra della soglia di equilibrio 100 tra sopravvenienze e definizioni. L’ultimo anno è in flessione, ma comunque si attesta sul valore di 166.

Le recenti modifiche che sono intervenute nel settore, soprattutto per quanto riguarda le cause di previdenza/assistenza, hanno inciso in modo particolare sulle sopravvenienze, ma ormai mostrano di avere esaurito il loro effetto in termini di deflazione sugli appelli, che infatti nell’ultimo anno sono rimasti sostanzialmente stabili (-1,7%).

Corte di Appello: procedimenti in materia di lavoro e previdenza pendenti al 30/06 negli ultimi quattro anni giudiziari

Anche l’attività di definizione è in diminuzione, 9.032 definiti quest’anno contro i 11.082 dell’anno precedente.

Per quanto riguarda le sopravvenienze, la diminuzione complessiva degli ultimi periodi rispetto agli anni precedenti è da ascrivere pressoché totalmente alla riforma del processo previdenziale, che ha determinato una flessione molto significativa del numero delle cause sopravvenute in materia di previdenza e assistenza comportanti accertamenti sanitari (cfr. Tab. 3.2) per cui il numero degli appelli si attesta ormai su ordini di grandezza del tutto inferiori a quelli di un tempo.

Infatti nell’ultimo anno giudiziario le sopravvenienze in materia di previdenza e assistenza presso la Corte si sono mantenute stabili (+1,1%) rispetto all’anno giudiziario precedente, mentre sono scese del 61,4% nell’arco del quadriennio, scendendo da 4.207 nel 2012/2013 fino a 1.623 nel 2015/2016.

Le definizioni sono diminuite del 32% circa nell’arco del biennio.

Tab. 3.2 Corte di Appello: Sezione Lavoro e Previdenza – Flusso dei procedimenti in materia di previdenza ed assistenza negli ultimi quattro anni giudiziari

L’indice di ricambio registrato nell’anno giudiziario 2015/2016 è in ogni caso ancora particolarmente elevato: circa 233 definiti a fronte di 100 sopravvenuti.

L’andamento descritto dei flussi va letto quindi come conseguenza della variazione del contenzioso in termini qualitativi, ormai stabilizzatosi con la pressoché totale scomparsa delle cause di natura

sanitaria previdenziale ed assistenziale (di norma di pronta e non complessa risoluzione) nonché delle cause cc.dd. seriali e, per contro, con l'aumento delle cause previdenziali complesse.

Sul piano del contenzioso previdenziale va infatti rilevato che ormai buona parte di esso è costituito da controversie in tema di obblighi contributivi e di trattamenti pensionistici non sanitari con implicazione di problemi di diritto di notevole complessità. Occorre segnalare che sembra passato il tempo in cui il contenzioso previdenziale si contraddistingueva soprattutto per il numero delle controversie, di molto superiore a quelle lavoristiche in senso stretto, che non ponevano in genere problemi giuridici di particolare complessità. Ora queste controversie, pur se diminuite di numero, richiedono in media maggior impegno.

Per quanto riguarda il totale della cause in materia di lavoro (cfr. Tab. 3.3) nell’anno giudiziario 2015/2016 si interrompe la tendenza alla riduzione dei sopravvenuti, scesi da 5.739 nel 2012/2013 a 3.989 nel 2014/2015.

Il numero di iscritti nell’ultimo periodo, infatti, pari a 3.823 è appena inferiore (166 cause in meno) rispetto a quello del periodo precedente (3.989). Non si registrano differenze significative anche nelle definizioni (5.241 contro le 5.629 dell’anno giudiziario precedente), ma anche in questo settore il numero dei procedimenti esauriti è stato ben superiore a quello dei nuovi iscritti (indice di ricambio pari a 137,1).

Le pendenze continuano a diminuire arrivando al numero di 11.625 al 30 giugno 2016 (-10,8%

rispetto al 30 giugno 2015, -26,7% rispetto al 30 giugno 2013).

Tab. 3.3 Corte di Appello: Sezione Lavoro e Previdenza – Flusso dei procedimenti in materia di lavoro (compreso il pubblico impiego) negli ultimi quattro anni giudiziari

Tra gli specifici affari trattati desta preoccupazione la gestione del contenzioso relativo ai licenziamenti disciplinati dalla c.d. legge Fornero (legge 92/2012) e solo recentemente trattati opportunamente dal registro informatizzato.

Ne consegue che i dati statistici possono essere elaborati in modo significativo solo per gli ultimi periodi.

Le pendenze accumulate al 30/06/2016 ammontavano a 112 procedimenti, e nell’arco del 2015/2016 a fronte di 239 sopravvenienze sono stati definiti 213 procedimenti. I dati più aggiornati al 21/12/2016 indicano che le pendenze sono passate dalle 112 del 1° luglio 2016 a 127 e rappresentano esattamente l’ 1% di tutte le pendenze in materia di lavoro.

Sempre con riferimento ai procedimenti ex lege Fornero, si deve tenere conto dei notevoli problemi interpretativi che tuttora scaturiscono dalla recente disciplina ai quali vanno aggiunti gli obblighi per la Corte di definire il procedimento in tempi strettissimi e di individuare, nella programmazione del lavoro, udienze dedicate in via esclusiva in numero tale da assicurare la fissazione della prima

udienza di trattazione nel termine di 60 giorni dal deposito del ricorso e il deposito della decisione (non è prevista la lettura del dispositivo) nel termine di 10 giorni.

Al 30/06/2016 i 4.395 procedimenti pendenti in materia di lavoro nel pubblico impiego rappresentano il 38% delle pendenze in materia di lavoro della sezione lavoro e previdenza della Corte di Appello di Roma: si tratta comunque di vertenze che propongono sovente temi nuovi e poco esplorati, sui quali non sempre si è consolidato univoco orientamento giurisprudenziale della Suprema Corte. Esse spesso hanno ad oggetto il ricorso delle pubbliche amministrazioni a contratti a tempo determinato ed a successive procedure di c.d. stabilizzazione le quali, venendo in rilievo i principi di parità di trattamento, sovente richiedono per la loro definizione la rimessione degli atti alla Corte Costituzionale ovvero rinvii pregiudiziali alla Corte di Giustizia UE.