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Cosa è sopravvissuto nella seconda metà del XX secolo e agli albori del XXI?

Nel documento View of Vol. 4 No. 1 (2017) (pagine 104-108)

Qui il discorso si fa complesso e altrettanto ampio rispetto a quanto trattato per le realtà a cavallo dei due secoli precedenti al nostro e certamente cambiano anche le fonti, i riferimenti bibliografici, le riflessioni, meritando perciò sicuramente, per essere

altrettanto chiari e precisi, di un altro lavoro che evidenzi le realtà che sono soprav-

vissute come l’Istituto Gould e l’Istituto Ferretti, sia pure in un’ottica diversa che si è andata modificando negli anni Settanta del Novecento e tutt’ora operano o l’Istituto

Comandi, che è stato chiuso in quegli anni o la Casa di Riposo Il Gignoro, sorta negli

anni Sessanta. Ma non è solo di queste realtà che bisognerebbe parlare, ma anche di nuove agenzie educative sorte (mi riferisco in particolar modo a Firenze) a partire dagli anni Cinquanta, riferendomi in particolare al Centro evangelico di solidarietà (trasfor- matosi poi in Centro Sociale Evangelico), alla Cooperativa sociale Gaetano Barberi e As- sociazione di volontariato Centro sociale Gaetano Barberi, alla Cooperativa sociale La

Riforma, al Consorzio sociale Martin Luther King (Mannucci. Molti sono i riferimenti

e le riflessioni anche sul tema dell’insegnamento religioso (Mannucci 1994), come fil

rouge del pensiero risorgimentale e post unitario.

Si può comunque affermare che, se pure il contesto storico e sociale è profondamen- te cambiato, non è cambiata la spinta ideale e la costante ricerca verso il cambiamento, l’attento rivolgersi ai bisogni delle persone, in particolare delle persone in «situazione di disagio», attraverso una profonda motivazione e spesso, ancora oggi, precorrendo i tempi con soluzioni, strategie, intuizioni sempre all’avanguardia.

Bibliografia

“Asili d’infanzia e scuole primarie”. 1877. L’Educatore Evangelico, 1 gennaio.

Cento anni di vita dell’Istituto Evangelico Femminile Italiano di Firenze. 1963. Firenze: Tipo-

grafia Coppini.

Di Roberto, Gino. 1923. L’Asilo di Giuseppe Comandi nei suoi aspetti pedagogico e religioso. Firenze: Tipografia Carpigiani e Zipoli.

Di Bello Giulia, Silvia Guetta e Andrea Mannucci. 1998. Modelli e progetti educativi nell’Italia

liberale. Firenze: CET.

L’Eco della verità, 21 aprile 1866: 197-198. L’Educatore Evangelico, 1 aprile 1876.

LA PRESENZA PROTESTANTE IN TOSCANA IN AMBITO EDUCATIVO 103

Genovesi, Giovanni. 1978. “L’educazione prescolastica”. In L’istruzione di base in Italia, Firen- ze: Vallecchi.

La Luce, 13 gennaio 1910, 20 e seguenti.

Mannucci, Andrea. 1989. Educazione e scuola protestante, dall’Unità all’età giolittiana. Firenze: Manzuoli.

Mannucci, Andrea. 1994. I protestanti e la religione a scuola. Firenze: CET.

Mannucci, Andrea. 1997. Anch’io voglio crescere. Un percorso educativo per l’autonomia dei

disabili. Tirrenia (PI): del Cerro.

Mannucci, Andrea. 1998. E se fossero angeli? Il diario di un educatore attraverso trent’anni di

storia di un quartiere metropolitano. Tirrenia (PI): del Cerro.

Mannucci, Andrea. 2007. Crescere insieme. I diversabili e l’acquisizione dell’autonomia; la me-

todologie e le attività educativo-riabilitative di un Centro Diurno. Tirrenia (PI): del Cerro.

Mannucci, Andrea. 2011. Bastano due ali per volare. Strategie e didattiche in Centri Diurni per

diversabili. Genova: ECIG.

Mannucci, Andrea e Giulia Mannucci. 2017. Per volare insieme. Strategie educative in Centri

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Maselli, Domenico. 1989. Libertà della parola. Storia delle chiese cristiane dei fratelli. Torino: Claudiana.

“Relazione annuale al Comitato di Evangelizzazione”. 1905. Rio Marina. “Relazione Annuale al Sinodo”. 1909.

“Relazione Annuale al Sinodo”. 1911.

La Rivista Cristiana. 1905.

Sansone, Leopoldo. 2002. Il libro di Poldino. Diario dei ricordi, degli avvenimenti e delle vicen-

de umane, che dal 1959 al 1994, hanno fatto una parte della storia del «Centro Evangelico di Solidarietà». Firenze: Tipografia Vannini.

Santini, Luigi. 1971. Cento anni di vita dell’Istituto Gould. Torre Pellice (TO): Tipografia Su- balpina S.p.a.

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LUANA COLLACCHIONI

TO ENHANCE PERSONAL AND COLLECTIVE MEMORY AND TO BUILD INCLUSIVE EUROPEAN CITIZENSHIP

VALORIZZARE LA MEMORIA PERSONALE

E COLLETTIVA PER COSTRUIRE CITTADINANZA EUROPEA INCLUDENTE

European and international society is experiencing a very complex present from a political, social and cultu- ral point of view. Marginalization and xenophobia can also be deconstructed through project about “Euro- pean Memory” so it is extremely important to be able to “educate” memory, awareness, and re-humanizing to enhance that sense of citizenship. The European project «In Memoriam of Invisible Victims - commemo- rating the physically and mentally disabled mistreated by the totalitarian regimes» involved Italy, Hungary, Romania and Bulgaria for eighteen months (2014-15) and focused on the reinforcement of personal and collective memory, in order to build a European citizen aware and respectful of the differences.

In un momento storico, politico e culturale estremamente complesso e continuamente impegnato a gestire situazioni di emarginazione ed esclusione a livello locale, europeo ed internazionale, appare di estrema importanza poter “educare” alla memoria, alla sensibilizzazione, alla riumanizzazione per valorizzare quel senso di cittadinanza da cui non si può prescindere per formare al rispetto reciproco e ad un pensiero democratico attento a tutti. Il progetto europeo In Memoriam of invisible victims – Com- memorating the phisically and mentally disabled mistreated by the totalitarian regims, che ha coinvolto Italia, Ungheria, Romania e Bulgaria per diciotto mesi 2014-15, si è focalizzato sulla valorizzazione della memoria, personale, collettiva e storica, per costruire una cittadinanza europea consapevole e rispettosa delle differenze ed in particolare dei diritti delle persone con disabilità, anche attraverso la progettazione di attività specifiche da poter proporre in contesti educativi formali e non formali. Key words: Memory, European project, citizenship, disability.

Parole chiave: Memoria, progettazione europea, cittadinanza, disabilità.

Premessa

In un momento storico, politico e culturale estremamente complesso e continua- mente impegnato a gestire situazioni di emarginazione ed esclusione a livello locale, europeo ed internazionale, appare di estrema importanza poter “educare” alla me- moria, alla sensibilizzazione, alla riumanizzazione per valorizzare quel senso di cit- tadinanza da cui non si può prescindere per formare al rispetto reciproco e ad un pensiero democratico attento a tutti. Il progetto europeo In Memoriam of invisible

victims – Commemorating the phisically and mentally disabled mistreated by the tota- litarian regims, che ha coinvolto Italia, Ungheria, Romania e Bulgaria per diciotto

mesi 2014-15, si è focalizzato sulla valorizzazione della memoria, personale, collettiva

Rivista di storia dell’educazione, 1/2017, pp. 105-126 Corresponding author: ISSN2384-8294 – doi 10.4454/rse.v4i1.23 Luana Collacchioni, luana.collacchioni@unifi.it

(Università di Firenze)

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e storica, per costruire una cittadinanza europea consapevole e rispettosa delle dif- ferenze ed in particolare dei diritti delle persone con disabilità, anche attraverso la progettazione di attività specifiche da poter proporre in contesti educativi formali e non formali. I meeting, avvenuti in ogni Paese durante il Progetto, e che hanno coin- volto anche gruppi di giovani cittadini europei, sono stati ogni volta un’occasione di conoscenza, di apprendimento, di approfondimento e di apertura mentale, per tutti. Il fondamento di tutto il lavoro si colloca in due termini: memoria e disabilità, che sono stati per il gruppo di lavoro, punto di partenza e finalità. Infatti, conoscere la disabilità e l’importanza della memoria sono stati i presupposti iniziali per poter svolgere delle attività con giovani dei quattro Paesi europei partecipanti, che hanno prodotto come esiti: maggiore conoscenza delle persone disabili (e non solo del concetto astratto della disabilità), valorizzazione della memoria personale e collettiva (sperimentando su se stessi attività sulla memoria e sulle emozioni), recupero dell’importanza degli eventi commemorativi (partecipando a commemorazioni, come per esempio quella del Gior- no della memoria, celebrato ogni anno il 27 gennaio) ed infine una sensibilizzazione personale, cognitiva, emozionale e quindi culturale, con esiti trasformativi non solo sulle conoscenze ma anche sulle coscienze.

Il progetto si è sviluppato in un’ottica teorico-riflessiva, argomentando sulla memo- ria, sulla disabilità e sullo sterminio delle persone disabili che ha avuto la sua massima concretezza nel periodo nazista durante la seconda guerra mondiale, ma anche in una prospettiva operativa, che comprende attività e metodologie opportunamente pensate per sviluppare conoscenza storica, per sensibilizzare all’accoglienza e al rispetto e per sviluppare cittadinanza attiva. Dalle verifiche e dalle valutazioni finali del progetto è emerso quanto sia necessario ed importante lavorare in educazione per promuovere conoscenza storica, nella convinzione che si può ricordare solo ciò che si conosce; e questa è la via “per non dimenticare” e per vivere con coscienza, nella conoscenza e nella consapevolezza.

Nel documento View of Vol. 4 No. 1 (2017) (pagine 104-108)