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Nel nostro modello la banca produce 3 output utilizzando 3 input: 1. Y1 cattura l’attivit`a di concessione dei finanziamenti; 2. Y2 cattura le operazioni in titoli.

3. Y3 cattura l’attivit`a in servizi bancari prodotti e offerti contro il pagamento di un corrispettivo che si manifesta appunto in un flusso di ricavi da servizi finanziari.

Dal lato degli input, optando per la visione pi `u classica, sono stati specificati 3 input rappresentati dalla raccolta bancaria, dal capitale fisico e dal lavoro. Nella funzione di costo entrano i prezzi degli input che, non essendo reperibili direttamente, sono stati sostituiti con delle proxy. Utilizzando dati dei bilanci bancari, il prezzo del lavoro `e stato approssimato dal rapporto tra le spese per il personale e il numerto dei dipendenti, il costo dell’intermediazione dal rapporto fra gli interessi passivi e i fondi intermediati e il prezzo del capitale fisico dal rapporto fra i costi operativi al netto di quelli del personale e i fondi intermediati. Nel prezzo del capitale fisico, la scelta di utilizzare i fondi intermediati come denominatore `e stata fatta seguendo le indicazioni trovate in letteratura, volte ad ovviare alle distorsioni della rappresentazione in bilancio delle voci del capitale fisico, e anche per rendere il prezzo dell’intermediazione confrontabile in termini relativi con il prezzo del capitale. Infine, la variabile del costo da minimizzare `e rappresentata dalla somma dei costi operativi e dei costi finanziari. Per maggiori dettagli sulle voci di bilancio utilizzate si rimanda alla tabella A12 dell’Appendice.

Le variabili sono state costruite utilizzando i dati dei bilanci bancari estratti dall’archivio “Abi Ban-

king Data”.

ABI Banking data, contiene informazioni di circa 1.000 fra banche e gruppi bancari in serie storica

dal 1993 ad oggi. I dati sulla distribuzione territoriale degli sportelli bancari erano disponibili solo dal 2000: nostre stime coprono l’arco temporale 2000-2015.

I dataset annuali, costruiti per le stime cross-section, sono stati oggetto di un processo di pulizia. Tale processo si `e reso necessario in quanto i dati di bilancio sono pubblicati per fornire una rappre- sentazione contabile dei fatti di gestione, ma, allo stesso tempo, potrebbero distorcere il significato economico di alcune variabili (Daglish et al., 2015). Per prima cosa sono stati rimosse le “filiali banche estere”, non di interesse ai fini del lavoro. In seconda battuta sono stati rimossi tutti quegli istituti di credito che nel calcolo dei prezzi degli input evidenziavano valori negativi, considerandoli contro-intuitivi. Sono stati altres`ı rimossi tutti gli istituti di credito che avevano la variabile Y2 pari a zero, perch`e ci `o non permetteva il calcolo del rispettivo logaritmo. In aggiunta, poich´e la creazione delle proxy generava alcuni grandi outliers, essi hanno richiesto di essere investigati individualmen- te per permetterne la rimozione, qualora la loro presenza avesse “sporcato” gli stimatori. La scelta presa `e stata quella di raffinare anno per anno i singoli database cross-section, utilizzando la distanza di Mahalanobis calcolata nei prezzi dei fattori di produzione e approfondendo outlier per outlier le implicazioni all’interno delle condizioni di regolarit`a. Inoltre, l’arco temporale indagato contiene

2.2. COSTRUZIONE DATASET E CLASSIFICAZIONE INPUT & OUTPUT 41 un break strutturale, causato dalla modifica dei criteri contabili adottati per la rappresentazione in bilancio dei fatti di gestione: si passa da dati di bilancio secondo i criteri civilistici del D.L. 87/92 a dati di bilancio valutati secondo criteri IAS. La difficolt`a `e stata nella riconciliazione delle voci di bilancio al fine di rendere coerenti i dati del periodo pre-IAS con quelli post-IAS. Per maggiori det- tagli esplicativi si rimanda alla tabella A12 dell’Appendice. La tabella 2.1 riporta, con valori espressi in log e a intervalli quinquennali, le principali statistiche descrittive delle variabili utilizzate per la stima dell’inefficienza di costo.

Tabella 2.1 – Statistiche descrittive delle variabili utilizzate nella SFA – Valori espressi in log

Media Mediana St. Dev. Min Max

Anno 01 05 10 15 01 05 10 15 01 05 10 15 01 05 10 15 01 05 10 15 Y1 12,1 12,6 13,0 13,0 11,8 12,3 12,8 12,7 1,8 1,8 1,8 1,6 8,5 9,3 5,7 9,5 19,0 18,8 19,5 19,6 Y2 10,8 11,0 10,9 12,0 10,6 10,8 10,8 11,9 1,7 1,6 2,0 1,8 4,1 1,6 0,7 1,1 17,0 17,5 17,9 18,2 Y3 7,7 8,1 8,4 8,6 7,3 7,7 8,1 8,3 2,0 2,0 1,9 1,8 2,4 1,1 3,0 4,7 14,7 14,8 15,1 15,3 P1 4,0 4,1 4,3 4,3 4,0 4,1 4,2 4,3 0,2 0,2 0,2 0,1 1,7 1,7 2,9 3,9 5,2 6,2 5,7 5,1 P2 -3,9 -4,1 -4,3 -4,4 -4,0 -4,1 -4,3 -4,4 0,5 0,5 0,6 0,4 -6,0 -6,6 -7,5 -6,2 -1,2 -0,6 -0,5 -2,0 P3 -3,6 -4,2 -4,5 -4,7 -3,6 -4,2 -4,5 -4,7 0,3 0,3 0,4 0,5 -6,3 -6,7 -7,3 -7,4 -2,6 -2,6 -2,5 -3,8 Costi 9,7 9,8 9,9 9,9 9,3 9,5 9,6 9,7 1,8 1,7 1,6 1,5 6,1 6,7 6,8 7,0 16,4 15,9 16,3 16,2

La tabella 2.2, riportando valori medi espressi in migliaia di euro e alcune variazioni percentuali, offre un dettaglio delle variabili illustrate nella 2.1.

Tabella 2.2 – Valori medi e variazioni delle variabili utilizzate nella SFA – Valori espressi in migliaia di euro

Valori espressi in migliaia di euro Variazioni %

Anno 2001 2005 2010 2013 2014 2015 2005 vs 2010 vs 2015 vs 2013 vs 2014 vs 2015 vs N.Istituti 721 623 633 548 504 477 2001 2005 2010 2010 2013 2014 Y1 1.797.312 2.530.851 3.436.972 3.530.490 3.605.489 3.522.038 40,8% 35,8% 2,5% 2,7% 2,1% -2,3% Y2 314.179 486.695 599.734 927.276 1.066.566 969.982 54,9% 23,2% 61,7% 54,6% 15,0% -9,1% Y3 27.998 38.551 40.444 46.864 50.099 53.493 37,7% 4,9% 32,3% 15,9% 6,9% 6,8% P1 56,46 64,12 72,72 74,20 75,91 76,22 13,6% 13,4% 4,8% 2,0% 2,3% 0,4% P2 2,42% 2,02% 1,73% 1,47% 1,38% 1,39% -16,5% -14,4% -19,7% -15,0% -6,1% 0,7% P3 2,71% 1,56% 1,16% 1,47% 1,27% 0,97% -42,4% -25,6% -16,4% 26,7% -13,6% -23,6% Costi 140.149 133.093 128.936 150.656 144.099 135.652 -5,0% -3,1% 5,2% 16,8% -4,4% -5,9%

I prestiti bancari (Y1) sono cresciuti dal 2001 al 2008. Hanno poi risentito della GFC e della crisi dei debiti sovrani. Dal 2010 alla sostanziale stasi dei prestiti si `e accompagnata la crescita del portafoglio titoli (Y2) e dei ricavi da servizi (Y3).

Osservando il 2015 sul 2010 notiamo che la crescita di Y1 `e stata pi `u bassa rispetto agli altri due

output e a ci `o aggiungiamo che il 2015 sul 2014 `e stato anche un anno di decrescita. Y1 e Y2 subiscono

una battuta di arresto dal 2015 al 2014, mentre Y3 continua a crescere, segno che la necessit`a delle banche di diversificare la propria attivit`a, potenziando l’offerta di servizi (risk-free) contro pagamento di commissioni, trova spazio nel mercato in tempi di crisi dell’offerta di prestiti.

Dal lato degli input, il prezzo del lavoro cresce durante tutta la serie, seppur nell’ultimo quinquen- nio rallenta e dal 2014 al 2015 registra un aumento quasi nullo. Confrontando il prezzo del capitale fisico con quello della raccolta, si evince che pur seguendo entrambi un trend negativo, il prezzo del capitale fisico diminuisce a una velocit`a inferiore rispetto a quello della raccolta, che risente anche delle politiche accomodanti della BCE. Inoltre, se nell’anno 2001 la raccolta costava pi `u del capitale, dal 2005 le posizioni si invertono. Infine, i costi sostenuti per l’esercizio dell’attivit`a bancaria regi- strano una dinamica complessivamente negativa, che pu `o essere riconducibile a effetti imputabili al progresso tecnologico e al processo di concentrazione in corso nel sistema bancario. Confrontando il 2015 con il 2010 i costi registrano un incremento, che potremmo ricondurre nella sfera degli effetti della crisi sul sistema bancario, in quanto gi`a dal 2013 tornano a diminuire.