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Criteri di selezione dei testi

I testi inclusi in questa antologia mirano a fornire una panoramica il più possibile significativa delle forme letterarie che si svilupparono e furono produttive in area nordica durante il periodo medievale. La nozione di “area nordica” per gli autori del volume è un concet-to inclusivo: si è voluconcet-to, in particolare, garantire adeguaconcet-to spazio a quelle tradizioni solitamente meno rappresentate nei testi didattici (e non solo), in cui viene in genere privilegiata la produzione nordi-ca occidentale, soprattutto islandese, per la ricchezza tipologinordi-ca e la quantità delle testimonianze che ci sono pervenute. Delle tradizioni nordiche orientali (danese e svedese) si ricordano di fatto quasi uni-camente i testi giuridici. Tali motivazioni rischiano tuttavia di for-nire una visione del tutto parziale della produzione di area nordica nel medioevo. Per tale ragione, trovano spazio in questa antologia vari esempi di diverse tipologie testuali per ciascuna lingua nordica

(con la sola eccezione del gutnico, di cui si è fornito un solo testo, per via della limitata tradizione documentaria).

Per il nordico orientale, danese e svedese, oltre a raccolte giu-ridiche regionali (danese: Skånske lov ‘La legge della Scania’ [1],

Eriks Sjællandske lov ‘La legge Selandese di Erik’ [2]; svedese: Äldre

Västgötalagen ‘L’antica legge del Västergötland’ [6]) si propongono

anche esempi di trattati medico-erboristici (danese: Urte-, sten- og

kogebogen ‘Erbario, Lapidario e Libro di cucina’ [4]), di testi

agio-grafici (danese: Legenden om Sancta Christina ‘La leggenda di Santa Cristina’ [3], che testimonia della circolazione di questa tipologia fin dalle fasi più antiche della letteratura in Danimarca), di letteratura cortese in knittelvers (svedese: Herr Ivan ‘Ser Ivan’ [7] e

Erikskrö-nikan ‘La cronica di Erik’ [8], che inaugura in Svezia il genere delle

cronache rimate ispirate a modelli continentali), di racconti a corni-ce (svedese: Sju vise mästare ‘I sette sapienti’ [9]). Il knittelvers, di ori-gine non del tutto certa, venne introdotto nella letteratura svedese nel XIV sec. con le Eufemiavisor, di cui Herr Ivan fa parte (per una breve discussione su questo metro si veda infra, par. 3.3). Per il nor-dico occidentale, si sono scelti testi omiletici (norvegese: Gammel-

norsk homiliebok ‘L’Omiliario norvegese antico’ [10]), una raccolta di

lais tradotti da modelli francesi (norvegese: Strengleikar ‘Strumenti a corde’ [11]), un’opera didattica che si inserisce in una tradizione ben nota nel medioevo, quella degli specula, che hanno per ogget-to l’arte del buon governo (norvegese: Konungs skuggsjá o Speculum

regale [12]), vari tipi di saghe, sia opere originali (islandese: Njáls

saga ‘La saga di Njáll’ [15] e Eiríks saga víðfǫrla ‘La saga di Eiríkr il grande viaggiatore’ [17]), sia in traduzione (norvegese: Barlaams

saga ok Jósafats ‘La saga di Barlaam e Josaphat’ [13]), stralci di poesia

eddica (Hávamál ‘I detti dell’Eccelso’ e Baldrs draumar ‘I sogni di Baldr’ [14]) e un passo dell’Edda in prosa di Snorri Sturluson

(Gyl-faginning ‘L’inganno di Gylfi’ [16]).

Il gutnico è rappresentato da una forma di narrazione storiogra-fica, in realtà piuttosto ibrida a livello di genere, nota come Guta saga ‘La storia dei gotlandesi’ [5]. D’altra parte la conoscenza di

questa lingua si basa su una documentazione limitata (come illustra-to supra, par. 2.2.3).

Come si può evincere da questo sintetico excursus, gli autori hanno cercato di rappresentare anche il fatto che il medioevo nordi-co, nelle sue varie forme espressive, non è chiuso in se stesso, ma si inserisce a pieno titolo in una produzione culturale di respiro euro-peo: ne è un chiaro esempio la letteratura di traduzione, ma anche la circolazione di modelli e generi letterari da e verso la Scandinavia, sinteticamente descritta nelle introduzioni ai singoli testi.

Il lettore più accorto troverà anche alcuni percorsi interni che collegano le opere proposte: per esempio, il passo dell’Edda in pro-sa sull’uccisione dell’innocente figlio di Odino, il dio Baldr [16], dialoga con il carme eddico Baldrs draumar [14], in cui Odino va alla ricerca del figlio nel regno dei morti, Hel; oppure, l’estratto dello Speculum regale norvegese [12], incentrato sugli aspetti natu-ralistici della Groenlandia, può essere letto anche come un testo “pseudo-scientifico”, di cui era già stato fornito un esempio nel testo medico-erboristico danese [4]. Compiere una scelta implica necessariamente effettuare anche delle rinunce, in quanto si è mi-rato alla rappresentatività piuttosto che all’esaustività. Non è quin-di stata inclusa in questa antologia la poesia scalquin-dica (a cui si fa un breve accenno solo nel par. 3.3), in parte perché la sua elevata com-plessità a livello linguistico la rende meno adatta al pubblico a cui si rivolge il volume, che può essere costituito anche da principianti, in parte perché il lettore italiano ha a disposizione già l’ottima an-tologia curata da Ludovica Koch (Koch 1984). Analoghi motivi ci hanno indotto a rinunciare ad esempi di letteratura grammaticale, per la quale si rimanda ai lavori di Fabrizio D. Raschellà (per es. Raschellà 1993 e 2007), che è anche editore del Secondo trattato grammaticale islandese (Raschellà 1982), e Federico Albano Leoni, editore del Primo trattato grammaticale islandese (Albano Leoni 1975). Per il Terzo e il Quarto trattato si possono consultare le edizioni di Thomas Krömmelbein (Krömmelbein 1998), e di Mar-garet Clunies Ross e Jonas Wellendorf (Ross e Wellendorf 2014), rispettivamente.

Il presente volume non contiene neppure esempi di uno dei generi più produttivi in Norvegia, Svezia e Danimarca (attestato, sebbene in minor misura, anche in Islanda), ovvero quello docu-mentario, a cui appartengono i diplomi. Si tratta di testi general-mente brevi, il cui lessico tende a essere tecnico e ricco di formule fisse. Poiché i diplomi recano spesso una data e risultano attribuibili ad un’area geografica specifica, sono documenti molto interessanti dal punto di vista storico, ma la loro interpretazione richiede stru-menti di analisi specifici, che esulano dai limiti di questa antologia. Varie raccolte di diplomi sono disponibili in rete, per esempio: il

Diplomatarium Danicum, che contiene documenti d’interesse per

la storia della Danimarca medievale, redatti principalmente in lati-no, nelle varie lingue nordiche e in basso tedesco, e generalmente corredati di una traduzione in danese moderno; il Diplomatarium

Suecanum, curato dall’Archivio di Stato svedese (Riksarkivet),

con-tenente documenti d’interesse per la storia della Svezia medievale, in parte consultabili online; il Diplomatarium Norvegicum, una serie di volumi pubblicati a partire dal 1847, contenenti documenti d’inte-resse per la storia della Norvegia medievale, redatti principalmente in latino, norreno e altre lingue nordiche; il Diplomatarium Islandi-cum, serie di volumi pubblicati nel periodo 1857–1976, contenente documenti in norreno e in latino di rilevanza per la storia dell’Islan-da, alcuni dei quali sono reperibili in copia digitalizzata.

Ricordiamo, infine, che quest’antologia contiene una selezione di testi nelle varie lingue nordiche di epoca medievale, dunque ne risultano escluse le numerose opere in latino, lingua prestigiosa poi-ché collegata alla chiesa e a una cultura ritenuta a lungo dominante. Per motivi cronologici, non sono rappresentati neppure generi po-etici tardi, come le rímur e le ballate, sulle quali esiste un’ampia bi-bliografia specialistica.