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[16r] Inpercioché li uomini odono volontieri deʼ fatti che sono istati per li tempi passati, nuovamente sì diremo deʼ fatti deʼ papi et delli imperadori

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che sono istati per li tenpi passati, chominciando dalla incharnatione del primo et sommo ponteficie Gesù Cristo e da Ottaviano imperadore, il quale segnoregiava nel detto tenpo, discendendo per li papi e per li imperadori2, dicendo deʼ fatti loro, e nel tenpo che furono mettendo tra lloro deʼ fatti d'alquanti santi e deʼ fatti di certi altri segnori e deʼ fatti di certe provincie e cittadi, speçialmente in alcuna parte de la città di Firençe et della provincia di Toschana.

Or diciamo che, sì come al servigio del nostro creatore e segnore Idio sono tre gerarchie d'angeli, così sono ne la Chiesa al servigio del vicario di Gesù Cristo, cioè messer lo papa, deputati tre generazioni di cardinali.

Et perciò di loro quanti siano e chi siano e a che uficio siano in questo cominciamento brievemente diceremo: lo primo loro numero sì è .l. e .j., lo quale si divide in tre parti, cioè vescovi, preti e diaconi. Perciò che tali di loro seghono co∙ messer lo papa, sì come i vescovi3; e tali gli stanno diritti innançi, sì come i preti; e tali istanno diritti più giù, sì come i diaconi. Perciò che li vescovi sono come assessori del papa nelle grandi feste e sollennitadi, onde soli i vescovi intra’ chardinali usano cathedre; e i preti chardinali ciaschuno la sua settimana sì sta erto, e serve a messer lo papa inançi alla messa e a l'altre ore; i diaconi cardinali sono deputati a servire messer lo papa nella chiesa, che ’l parano e sì vanno sostenendo e servolo a l'altare4.

Sono i veschovi, sechondo il primo stato, sette, cioè il veschovo d'Ostia, il quale è più

1 imperadori] imparadori. 2 imperadori] imparadori. 3 vescovi] voscoui. 4

che ʼl parano... l'altare] cfr. TL 407, 16: Ipsi enim papam induunt eundemque sustentantes deducunt et ei

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dengnio che gli altri per lo consecrare del papa e usa palio, il veschovo di Porto, il veschovo d'Alba, [16v] quello di Savina, quello di Penestrino, quello di santa Rufina, e il veschovo di Toscholano. E questi vescovi, sì come vichari di messer lo papa, il die della domenicha e delle feste solenni debbono servire a l'altare di San Salvadore nella chiesa di Laterano.

I preti chardinali sono .xxviij., i quali, partiti a sette insieme, sono intitulati ad oficiare alle quatro chiese patriarchali. De’ quali questi .vij. debbono servire alla chiesa di messer san Piero, cioè il chardinale di Santa Maria Trastevero, di Santo Grisogono, di Santa Cecilia, di Santa Anastasia, di Santo Lorenço in Damaso, di Santo Marcho, di Santo Martino in Monte. Questi altri vij. sono intitolati a la chiesa di messere san Paulo, che deono servire a l'altare maggiore, cioè il chardinale di Santa Sabina, di Santa Prisca, di Santa Balbina, di Santo Nereo e Achileo, di Santo Sixto, di Santo Marcello, di Santa Susanna. Questi altri vij. sono diputati a Santa Maria Maggiore, cioè il cardinale di Santi Apostoli, di Santo Cieriaco in Terma, di Santo Eusebio5, di Santa Potenciana, di Santo Vitale, di Santo Marcellino et Petro, e di Santo Clemente. Questi altri .vij. sono deputati a Santo Lorenzo, cioè il cardinale di Santa Praxeda, di Santo Pietro <a Vincola, di San Lorenzo in Lacina, di Santa Croce in Ierusalem, di Santo Stefano>6 in Celi Monte, di Santo Giovanni e Paulo, e di Santi .iiijº. coronati.

Li diaconi chardinali sono diputati a servire messer lo papa; sono .xvj., cioè il cardinale di Santa Maria in Donica, e arcidiacono delli altri, quello di Santa Lucia in Circo Palazzo lungo .Vij. Soglio7, quello di Santa Maria Nuova, di Santo Cosme e Damiano di Palaço, di Santo Adriano <di> Palaço, di Santo Georgio di Palazzo, di Santa Maria in

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Eusebio] Eusedio.

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<a vincola... Santo Stefano.>] cfr. TL 407, 31: Sancti Petri ad vincula; Sancti Laurencii in Lucina;

Sancte Crucis in Iherusalem; Sancti Stephani in Celio monte; R P: di San Pietro in (P: a) vinchula, di San

Lorenzo in Lucina, di Santa Croce in Gierusalem, di Santo Stefano in Cieli Monte.

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Ischuola grecha, di Santa Maria in Porticho, di Santo Niccholaio in Carcere, di Santo Angelo, di Santo Eustasio, di Santa Maria in Aquario, di Santa Maria in Via Lata, di Santa Aghata, di Santa Lucia8 in Capo del sabbione, e di Santo Quiricho.

Da che mostrato avemo come i cardinali sono .lj. et come sono tre generationi, cioè veschovi, preti e diaconi, acertati co· loro chiese e titoli; e come sono per servire a messer lo papa e al ministero de le .iiij.9 chi[17r]ese patriarchali, sì è da andare inançi a li papi a chui sono ordinati a servire, cominciando dal primo e sommo papa, cioè Gesù Cristo, figliuolo di Dio nostro segnore.

Neʼ .xlij. annj d'Attaviano Agusto imperadore nato fue Gesù Cristo figliuolo di Dio, c'avea già tenuto lo inperio di Roma .xxviij. anni, e .xiiij. anni il tenne poi che Cristo fu nato. Grande pace fue per tutto il mondo quand'elli fue nato. Egli e’ suoi furono poveri. Ataviano Agosto, ch'era imperadore, huomo iudicho divene10, che neuno non lo11 volse segnore per honore del grande segnore che nato era in Bettheleem della Vergine Maria, una domenicha notte sabat o a<n>dando12, a dì .xxv. del mese di dicenbre, questo nostro segnore Gesù Cristo, salvatore vivente in questo mondo, anni .xxxij. et mesi .iij., secondo il Vangelio che dice: «Gesù era che comincia quasi in .xxx. anni», cioè intrato era già infra .xxx. anni, .xiij. dì, perciò che si truova che conpiuto l'anno chonvertìo l'acqua in vino.

E ne la sequente Paschua fue incharcerato Giovanni Batista et ne l'altra fue dicollato. Ma san Giovanni Grisostomo dice, isponendo il Vangelio di santo Matheum, che Cristo visse pienamente .xxxiij. anni, et tanto più quanto à da la Pasqua di Natale infino a

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Lucia] Lacia.

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.iiij.] cfr. TL 407, 40: ad 5 patriarchalium ecclesiarum ministerium.

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divene] difene.

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lo] la.

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Venerdì Santo, che sono tre mesi, e che chompiuto avea già i .xxx. anni quando e’ venne a battesimo. E così diciamo secondo lui che visse .xxxiij. anni et .iij. mesi apunto. E da l'ora che fue fatto Adamo infino al nascere di Cristo furono anni .v.milia.clxxxxviiijº. e mesi .ix., e da l'ora che fue fatta Roma infino al nasciere di Cristo furono anni .vijcento.lij., secondo che disse Paulo Diacono ne le Storie Romane.

E in quello die che Cristo nacque era trastevero in Roma una taverna famosa che ssi chiamava emeritoria, perché ivi i veterani ispendeano i soldi13 c'aveano guadagnati. E di quella taverna surgette una fontana d'olio il dì che Cristo nacque, e tutto quel dì corse larghisimo rivo e perciò sì vi fu fatta una chiesa dal beato Calixto ad onore della Donna madre di Cristo. E sì tosto come la Vergine ebbe partorito, sì ruvinò [17v] una statua in Roma la quale avea fatta Romolo porre nel Palaçço Romuliano, dicendo: «Non cadrà questa statua di qui a che la Vergine parturirà». E in quella notte che Cristo nacque tutti i sodomiti morirono subitamente, e in quell'ora aparìo intorno al sole uno cerchio a modo de l'archo che appare nell'aria.

E neʼ .xiij. die che Cristo nacque, i tre magi l'adoraro, i quali venero d'Oriente a Giuda d'una nuova stella. E in quello anno che Cristo nacque, Iosep lo fuggìo in Egitto e, quando eʼ vi <si> trovòe, tutti l'idoli d'Egyto chaddero e rovinarono, sì come avea profetato Isaia e come si truova: non ebbe in Egytto tempio ove no· rovinasse idolo. E il settimo anno della sua nativitade tornò d'Egypto in Iudea; ma della sua infançia e delle sue opere fanciullesche non si truova nulla nel Vangelio, se non che Luca dice che di .xij. anni fu ritrovato da la madre e da Josep in Ierusalem nel tempio nel meçço deʼ maestri. Ma legessi ne∙ Libro della infançia del Salvatore che, quando fu già in Egypto, riposandosi sotto una palma e la Vergine sua madre avendo fame, per comandamento

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del fanciullo la palma si chinò infino in terra e, coltone la madre del frutto, la palma si riçò nel primo istato. E ivi medesimo, avendo Iosep sete, per comandamento di Cristo il fanciullo, nella terra seccha surge una fonte di viva acqua. E leggesi anchora che in quella via istessa albergharono a boccha d'una cava, de la quale usciro due draghoni grandissimi deʼ quali la beata Maria e Iosep ebbero grande paura; e per lo chomandamento del fanciullo, chinate le teste umilemente come due agnelli, se n'andaro nel diserto. E in quella via medesima uno leone s'achonpagniò co· lloro e fece loro conpagnia per tutta la via servendoli.

Anni Domini .ij.

Dopo la natività di Cristo nostro Salvatore, Attaviano imperadore, nato di Roma, secondo che d'Attaviano senatore disceso d'Anea per madre e nepote di Iulio Cesare e suo figliuolo adottivo, tenne lo inperio dopo il nascimento di Cristo annj .xiiijº. [18r] Questi tutto il mondo rechò ad una; e cotanto huomo non fue sanza viçio, perciò che servia luxuria e tra .xij. cattamiti e altra<ta>nte pucielle usava di giacere. Il popolo di Roma, vedendo che costui era di tanta belleçça che neuno il potea guardare chogli occhi e di tanta prosperitade che tutto il mondo rechò ad uno, sì lli dissero: «Noi ti vogliamo adorare perciò che noi veggiamo che in te à deitade, e se così non fosse non ti verebbe ongni cosa fatto che tue pensassi così diritta». Il quale, non rifutando, domandò indugio e chiamò a ssé la savia Sibilla Tibertina e dissele quello che i sanatori li aveano detto, e ella il dimandò ispazio a rispondere di .iij. die. Operò istretto digi<u>nio; dopo il terço die rispuose a lo ʼmperadore in questo modo, perciò che l'ebe da Dio: «Per sengnio di giudicio la terra si bagnerà tutta di sudore, da cielo verrà re che sarà per li tenpi e per li seculi et cetera». E subitamente s'aperse il cielo e grande spendore venne sopra lui, e

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vidde nel cielo una bellissima vergine, che istava sopra uno altare e tenea uno fanciullo in braccio; e maravigliandosi molto, udìo una boce che disse: «Questo altare è del figliuolo di Dio»; e quelli tosto si gittò in terra e adorò. E poi rispuose aʼ senatori e disse loro questa visione, e quellino si maravigliarono molto. Questa visione fue nella chamera d'Attaviano imperadore, là dove èe ora Santa Maria in Capidoglio, la chiesa de’ Frati minori, e perciò si chiama Santa Maria Altare di Cielo.

E quando Attaviano tornò d'Oriente vincitore di tre triunfi allora fu prima salutato nelle lettere Aghusto, cioè acrescitore, perciò che lo ʼmperio avea acresciuto. Questi vinsse la battaglia di coloro di Dazia e de Germania, de la quale battaglia traportò quatrocento milliaia d'uomini de Germania in Gallia e allogòlli a rriva di Reno. Et neuno fu più aventurato di lui in battaglia .xliiij. anni, i quali elli tenne solo lo ʼmperio di Roma cittadineschamente, e .xij. anni che regnò chon Antonio. Questi si gloriò che trovò la cittade acconcia di mattoni e lasciolla di mar[18v]mo e di molta belleçça ornata. Anni suoi .xxv. Vergilio morìo a Brandiçia, ma l'ossa sue si portarono a Napoli. Anni suoi .xxxv. Orazio poeta morìo a Roma. Morìo Attaviano imperadore nell'an<n>o della sua vita .lxxvij. in Chanpangnia a una cittade ch'avea nome Attela e fue sopellito in Canpo Março. E conpitati furono al suo tempo i cittadini di Roma novanta volte treciento milliaia e ottanta milliaia più. Al tempo di questo Attaviano fue Marchonario filosofo.

Anni Domini .xv.

Tiberio imperadore tenne lo inperio di Roma infino a l'anno che Cristo fue crucifixo .xviij. anni. Questi fue figliastro e genero d'Attaviano e fue suo figliuolo adottivo; questi fue assai aveduto e aventurato inn arme e molto aletterato e parlatore chiaro, ma di

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pessimo ingengnio, traditore, mostrando di volere quello che non volea. Neʼ14 .xvij. anni del suo inperiato Pilato fue fatto sengnore in Iudea. Questi, nella sua etade anni .lxxxiiij., con istrano furore punìa i suoi e gli strani, e con grande allegreçça di tutta gente morìo in Chanpangnia. Questi, come dice Iosep, in tutti suoi fatti fue pigro, onde quando mettea in sengnoria appena li mutava mai. Al tempo di costui, Ovidio poeta morìo aʼ confini. E Ponçio Pilato fu mandato procuratore e sengnore in Iudea da questo Tiberio, il quale Ponçio il Maestro dice ne le Storie che fu da Leone. In questo luogo pone Iosep, fattore de le Storie deʼ Iudei, di Cristo laudabile testimonio, dicendo che così fue elli in queʼ tempi fattore d'opere e maestro deʼ Iudey, e molte de le gienti giunse a ssé Cristo; queste e molte altre cose de la sua passione e ragione15 dice.

Anni Domini .xxx.

Cristo fue batteçato da Giovanni Battista, il quale in questo anno avea cominciato a predichare il battesimo della penitençia. E poi incominciato l'altro anno, Cristo chonvertìo l'acqua in vino e Ioh<ann>i Batista da Herode fue dicollato.

[19r] Anni Domini .xxxiij.

Cristo fue crucifisso daʼ Giudei venerdì dì .xxv. di março; e in questo anno medesimo Istefano fue lapidato dì .iij. d'agosto; e di Saulo fue fatto Paulo. Dopo la passione di Cristo, Tiberio imperadore rengnò ne lo ʼmperio anni .v. Ponzio Pilato, per molte achuse fatte contra di lui, fue mandato da Tyberio aʼ chonfini in Borghongnia a Vienna, e per molte miserie ch'elli sofersse, colle sue proprie mani fu ucciso16. Herode, il quale

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Ne’] ne di.

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e ragione] cfr. TL 444, 21: et resurrectione; ma Volg 9r: erascione; P: e regione; Ps. Brunetto 2r: et pone la vita et la morte, la resurressione et l’ascensione della sua sancta vita et morte.

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avea morto Iohanni Batista, e sotto chui Cristo era morto, chon Herodiade sua moglie fue mandato aʼ confini a Vienna medesimo, e ivi anbondue miseramente moriro.

Anni Domini .xxxv.17

Dopo la passione del nostro Sengnore, beato Petro, figliuolo di Iohanni della provincia di Galilea della contrada di Bessaida, fratello d'Andrea18, tenne caphedra di sacerdote nelle parti d'Oriente, e durò .iiijº. anni; dov'egli celebrò la prima messa dicendo solamente il Pater nostro. Poi venne in Antioccia, dove tenne caphedra anni .vij. o apresso.

Anni Domini .xl.

Gaio vochato Gallicola tenne e rengnò ne lo ʼmperio di Roma anni .iij. e mesi .x. e dì .viij. Questi fue speratissimo in luxuria: due sue figliuole conobbe carnalemente e de l'una ebbe una figliuola colla quale elli giacque. Fue nepote a Tiberio Cesare. In questo anno Matheo iscrisse il Vangelio. Ieronimo disse sopra il Vangelio di Matheo: «Dal primo Gaio Cesare tutti i re di Roma furono detti Cesari». Questo Gaio, incrudelendo contra tutti i grandi, di grande avariçia, di libidine, <d>i crudeleza19 ripieno, nel palaço a Roma sì fue morto.

Anni Domini .xliiijº.

Claudo imperadore regnò ne lo ʼmperio di Roma anni .xiij. e mesi .vij. e dì .xxviij. In questo anno Marcho scrisse il Vangelio e fue grande fame. Questo Claudo fue çio di Gaio. [19v] Chonbatteo20 con quelli di Brettangna e agg<i>unse21 a lo ʼmperio certe22

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Anni Domini .xxxv.] A margine.

18 d'Andrea] da Andrea. 19 crudeleza] credudeleza. 20 Chonbatteo] chonbanto.

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ysole di là da Brettangna poste in mare che sono chiamate Archades. Questi fue molto cittadino e vivette anni .lxiiij., e dopo la morte fue consacrato e appellato idio. Questi non fue d'alchuna memoria, e uccise la moglie e quando l'ebbe morta, pocho poi, mangiando un die nel palazo suo, domandò perch'elli non trovava la moglie. Di mangiare e di bere in onni tempo fue molto distenperato e inn ogni luogho. E pensòe di fare legge e chomandamento che fosse perdonato a cchi pedisse neʼ chonviti, perché intese che uno iera morto, che ʼl sostenne per verghongna. La moglie di costui fue di tanta lybidine che nel bordello prima di naschoso e poi di palese istava, secondo che Iovanale scrisse, e disponendosi il corpo suo a cchi la volea, e andavane alassata, ma non saziata. E a cciò traeva secho gentili femine, donne e altre comune donne a questo misterio.

Anni Domini .xlv.

Nel tenpo di questo Claudo venne messer san Piero a Roma, e ivi tenne il papato e resse la Chiesa per .xxv. anni e mesi .vij. e dì .viij., predichando fede di salute, e aprovò la Chiesa di molte potentissime vertude. Quivi iscrisse due pìstole che ssi chiamaro chanonice, e il Vangelio di Marcho, perciò ch'elli fue suo23 dottore24 e figliuolo dilettissimo. Questi fece ordinazione del mese di settenbre di .vj. veschovi e di .x. preti e di .vij. diaconi. E mandòe Apollinare a Ravenna, la quale era alora la p<i>ue famosa cittade d'Italia, e Siro sì mandò a Pavia, e Marcho suo interprete, poi ch'ebbe iscritto il Vangelio in Ytalia ad Aquilea, sì ʼl mandò in Egitto, il quale prima fondò la Chiesa in Alexandria. E anche mandò in Francia in diverse cittadi molti disciepoli, sì come santo

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agg<i>unse] angunse.

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certe] cente. Cfr. TL 444, 33: quasdam etiam insulas ultra Britanniam positas in occeano imperio

Romano addidit; R: certe.

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suo] detto. Cfr. P: detto, ma R: suo.

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Savino, Potentiano, Altino e Martiale, li quali, secondo che ssi dice, furono deʼ .lxxij. disciepuli; e altri molti per [20r] diversi luoghi e cittadi di Francia e d'al<tro>ve.

Il detto Chaudio imperadore, istando insu l'articholo de la morte, sì privò de lo ʼmperio Brutanicho suo figliuolo per lusinghe de la moglie, e ordinò che fosse imperadore Nerone suo genero, ch'era marito della figliuola. E così fue messo inanzi il genero al figliuolo con retroso ordine.

In questi tenpi la fenice apparìe inn Egitto, e è uno ucciello che nn'è pure uno, il quale .vij. anni di prima era apparito in Arabia, e dicesi che vive .v. anni e poi rinasce ardendose nel suo nido; ed èe grande come l'aghuglia e àe il capo crestuto, e al chollo intorno àe isplendore d'oro, e le parti di dietro colore porporino, e la coda sì à colore rosato.

Anni Domini .lviij.

Nerone imperadore regnò ne lo ʼmperio di Roma anni .xiij. e mesi .vij. e dì .xxviiij. Questi disfornìo lo ʼmperio romano.25 Questi peschava co· reti d'oro che ssi traeano chon chorde di seta. Grande parte del Sanato uccise e fue nemicho de tutti i buoni homini, e fue d'abito di g<i>ulare. E chomise molti micidi di parenti, avendo già ucciso il fratello e la moglie e la madre e il maestro suo. E sì arse Roma, perché le case li parevano t roppe vecchi e, che vi mise fuocho in certe parti . A neuno lasci ava andare a ri coverare l e cose sue; elli i stava e guardava in alt o, e chant ava per l 'al egreçça del fuocho.26 E aʼ Cristiani diede la prima persechuzione, e perciò daʼ Romani e dal Sanato fu giudichato inimicho e fue

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Questi disfornìo lo ʼmperio romano] cfr. TL 444, 47: Hic Romanum imperium deformavit et minuit.

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perchè... del fuocho.] manca in TL Volg R Ps. Brunetto, ma cfr. P: perché le case gli pareano troppo vechie e mise fuogo in certe parti; a niuna lasciava andare a soccorere a le casse sue; egli istava e guardava in alto e cantava per allegreza del fuocho.

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abandonato da tutti. Il .vj. anno di costui, Iacopo fratello di Cristo, il quale era chiamato da tutti iusto, fu lapidato daʼ Giudei inprima, e poi chon uno perticaccio fue morto. Seneca da Corbuca, çio di Lucano poeta e maestro di Nerone, chiaro di vita e di scienzia, morìo de l'aprire de le vene e di bere veleno per comandamento di Nerone; ché Nerone si ri chordòe dell e battiture che Senecha li avea dat e quand'era fanciullo, sì che dis<s>e che vol ea che mori sse; e perch'era

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