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La cupola del Buontalenti

4. Dal rilievo alla ricerca del disegno di progetto

4.6. La cupola del Buontalenti

All’interno di Santa Maria Nuova c’è una struttura che, nella dinamicità funzionale attuale dell’ospedale, poco studiata da- gli storici, sminuita a causa dell’uso improprio, è carica, tut- tavia, di una bellezza e un interesse non trascurabile. Si tratta della cappella situata in testa all’antica corsia degli uomini realizzata da Buontalenti, adesso divisa da un solaio che la adibisce a magazzino nella parte superiore e a ingresso ad un reparto al piano inferiore. La Cappella, sormontata da un’im- ponente cupola che ne esalta la bellezza, ha un impianto molto semplice. Caratterizzata da un binomio di pietra serena/into- naco, è decorata con semplici fasce e alcuni elementi lapidei in stile tuscanico. Questi elementi permettono di identificare l’epoca di realizzazione nella seconda metà del Cinquecen- to, in quel momento in cui si assiste ad una rielaborazione dei moduli classici e brunelleschiani, rimeditati e teorizzati dall’Alberti. Le bibliografie a riguardo non descrivono con esattezza la data di costruzione della cappella. Inoltre alcune fonti parlano di “settore di corsia”, altri di “un ambiente”. Ri- sulta anche non censita nelle schedature della Soprintendenza (Ciuccetti in Santa Maria Nuova, 1991, p.295). I documenti di archivio parlano di un generico allungamento della croce degli uomini operata dal Buontalenti e in particolare:

“di settantaquattro braccia dalla Cappella in su, verso el

tiratoio degli Angeli per il nostro orto” (Ciuccetti in Santa

Maria Nuova, 1991, p.295).

Anche all’interno delle biografie del Buontalenti come quella del Fara non vi è alcun riferimento all’intervento in Santa Maria Nuova, ma non c’è da stupirsi di questo in quanto spesso lui viene ricordato molto di più come costrutture di apparati con ingegnosi meccanismi, organizzatore di spetta- coli o creatore di grotte ricche di automatismi. L’architettura buontalentiana, invece, è caratterizzata da una struttura d’in- sieme semplice e geometrica dove vengono affiancati spesso particolari decorativi singolarmente fantasiosi. Questa infatti è una caratteristica che ci permette di attribuire con più sicu- rezza la paternità del progetto(Ciuccetti in Santa Maria Nuo- va, 1991, p.296). Attualmente dell’intera cappella è possibile vedere solamente la parte superiore a causa del solaio frappo- sto a circa 4 metri dall’imposta della cupola. Al suo interno fu custodito, sino al suo trasferimento, presso Santo Stefano al Ponte, un altare commissionato dallo Spedalingo Giovan

battista del Milanese allo scultore fiammingo Gianbologna (fig.121). Fu probabilmente duante questo traferimento che andarono perduti i candelabri, un crocifisso e due angeli in stucco che lo completavano all’epoca della realizzazione (1789). All’interno rimangono due statue che sorreggono uno stemma mediceo. Lo stile di quest’ultime figure riconduce senza ombra di dubbio a quello del Giambologna. Molte sue statue come la “Venere della Grotticella” di Boboli (1570) ricordano quelle della Cappella buontalentiana. La cupola si adorna nei pennacchi di affreschi dei quattro Evangelisti (fig.122), attribuiti ad Alessandro Allori, personaggio molto attivo nella storia dello spedale e ben documentata anche se non a questa precisa opera.

La parte inferiore della cappella invece è inglobata nelle costruzioni moderne che hanno completamente trasformato l’antica corsia dell’ospedale. È possibile intravedere in alcuni punti i grandi basamenti delle imponenti lesene che dovevano far da cornice all’altare (fig.118-120).

La campagna di rilievo affrontata all’interno di questo spazio è partita proprio per cercare di ricreare, almeno virtualmente, la volumetria originale della cappella. Sono stati necessari

Fig. 118-119-120: Corsia di degenza prima dei lavori di ristrut- turazione. Il piano programmato degli interventi attuabili in fasi successive è stato progressivamente finanziato con contributi regionali; la stessa sala prima dei lavori di ristrutturazione, conteneva trentadue letti suddivisi da box vetrati con quattro letti ciascuno; la sala dopo i lavori di ritrutturazione che ha assunto la tipologia di una moderna unità di cura con camere a due o a quattro posti letto, dodata di tutti i servizi di sezione, tra i quali il soggiorno-pranzo e la sala incontri per i colloqui con i visitarori.

Fig. 121: Giuseppe Ortolani, Tavole di disegno della “croce” dell’ospedale maschile con il particolare dell’altare del Gian- bologna. (Diana, p.565)

e fondamentali i rilievi diretti, integrando un rilievo laser scanner nella parte superiore per ottenere una scansione dell’intera cupola.

Il disegno del profilo della cupola segue le logiche e gli accadimenti utilizzati dall’eclettico architetto anche in altre situazioni della struttura già viste in precedenza. Come nel caso delle volte del loggiato, l’occhio dell’osservatore, che si trova al centro della cappella e che rivolge lo sguardo in alto, viene ingannato dalla figura della cupola che ricorda prima la figura dell’ellisse poi forse quella dell’ovale. Il Buontalenti anche in questo caso riutilizza le composizioni del cerchio e il modulo del braccio fiorentino per disegnare il profilo della cupola. Il diamentro della circonferenza direttrice misura

4. Dal Rilievo alla ricerca del disegno di progetto

esattamente 16 br (fig.124). Per poter realizzare il profilo verticale ci dobbiamo porre a 1 br di distanza dall’intradosso della cupola. Esattamente dove finisce la cornice che funge da marcapiano di imposta. Non è infatti illogico pensare che questo spazio fosse tenuto in considerazione in fase di can- tiere, in quanto occupato dalla cornice stessa: la misura per le centine di costruzione doveva partire proprio da quel punto. Il primo profilo verticale della cupola si compone attraverso un cerchio di raggio 15 br, che sale dell’angolo di 45° rispetto al piano orizzontale di imposta. L’ultima porzione alla sommità della cupola è composta da un arco di circonferenza di raggio 5.10 br che ha il suo centro nell’intersezione dei due raggi inclinati a 45°.

Il Buontalenti era stato chiamato a ingrandire la corsia ma- schile, costruendo un braccio con una cappella posta in testa. A questa cappella gli ammalati potevano accedere diretta- mente dalle corsie. Il Duca incarica il Buonralenti di intensi- ficare nell’ospedale una forma di terapia considerata al tempo necessaria e opportuna anche ai fini della gestione politica della città. Si vuole regalare, infatti, al malato l’opportunità di curare non solo il proprio corpo ma sopratutto aiutare il proprio spirito. Una cappella di così tanto splendore e ma- estosità come doveva apparire ai tempi della realizzazione, aveva il compito di accogliere ogni giorno le preghiere degli ammalati e dei loro familiari, in un atmosfera imponente che solo attraverso un attento studio delle forme avrebbe potuto addolcire lo sguardo dell’osservatore che vi entrava.

Fig. 122: Particolare della cappella del Buontalenti. Il pennac- chio della cupola affrescato da Allessandro Allori dove sono rappresentati i quattro Evangelisti. (1575).

Fig. 123: Veduta esterna della cupola buontalentiana, ripresa dai palazzi linitrofi alla struttura. Si può notare la struttura quadrangolare al di sotto della cupola, il particolare stile delle tegole, e la lanterna in sommità.

Fig. 124: Schema della genesi progettuale ipotizzata per la realizzazione della cupola. L’asse minore della cupola è lungo 16 braccia. Alla distanza di 1 braccio verso il centro si imposta- no i centri dei cerchi che generano le prime curve del profilo, descrivendo un arco di circonferenza di raggio 15 braccia. La sommità della cupola si genera da un arco di cerchio di raggio 5.10 braccia, posizionato dell’intersezione degli assi posti a 45° rispetto all’asse minore.

PARTE II

5. Il Rilievo

6. Conclusioni

Nella pagina di copertina precedente:

5. Il Rilievo

5. Il Rilievo

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