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a cura di Anna Bonola

Nel documento View of Vol. 24 No. 1 (2016): Issue 1/2016 (pagine 190-194)

D.O. Dobrovol’skij – I. B. Levontina,

Mo-dal’nye časticy i ideja aktualizacii zabytogo (na materiale parallel’nych korpusov) [Particelle modali e attualizzazione dell’informazione di-menticata (analisi di materiali da corpora paral-leli)], “Dialog”, 14, 2015, 1, pp. 104-117 Utilizzando i corpora paralleli russo-tedesco e russo-inglese, entrambi disponibili nel Cor-pus Nazionale della Lingua Russa, gli autori propongono un’analisi contrastiva delle stra-tegie impiegate per riattivare un’informazione dimenticata in russo (punto di partenza della comparazione), inglese e tedesco. Nella lingua russa tale funzione è spesso svolta da particelle modali quali biš’ e tam, o da altre marche discor-sive. Quindi vengono presentate le modalità di resa di tali marche linguistiche nelle traduzioni inglesi e tedesche, constatando che, nel primo caso esse vengono rese perlopiù sintatticamente o tramite perifrasi (ove tradotti); in tedesco in-vece, sebbene esista, analogamente al russo, un ricco repertorio di strategie, la traduzione non è mai univoca.

Valentina Noseda A.A. Zaliznjak, Lingvospecifičnye edinicy russko-go jazyka v svete kontrastivnorussko-go korpusnorussko-go ana-liza [Unità linguospecifiche della lingua russa alla luce di un’analisi contrastiva basata sui cor-pora], “Dialog”, 14, 2015, 2, pp. 683-695 Il presente lavoro è riconducibile ad un proget-to di più ampio respiro denominaproget-to “Kontra-stivnoe korpusnoe issledovanie specifičeskich čert semantičeskoj sistemy russkogo jazyka” [Indagi-ne contrastiva dei tratti semantici specifici del sistema linguistico russo, condotta mediante i corpora], che prevede l’estrazione da un corpus parallelo russo-francese di una banca dati co-stituita da unità linguospecifiche russe, alline-ate alla traduzione corrispondente in francese.

L’autrice spiega come in questo caso l’analisi contrastiva non sia il fine, bensì il mezzo per esplorare più a fondo la semantica di queste uni-tà caratteristiche della lingua russa. Dopo una breve spiegazione del progetto, l’autrice si con-centra sul concetto di “linguospecificità” che chiarisce con numerosi esempi.

Valentina Noseda V. Ju. Apresjan, Valentnost’ stimula u russkich glagolov so značeniem emocii: zvjaz’ semantiki i sintaksisa [La valenza dello stimolo nei verbi russi con significato di emozione: legame tra sintassi e semantica], “Russkij jazyk v naučnom osveščenii”, 29, 2015, pp. 28-66

L’autrice propone un’interessante analisi della reggenza dei verbi russi con significato di emo-zione. Suo scopo è confermare l’ipotesi per cui la sintassi di questi verbi sarebbe in parte mo-tivata semanticamente. In particolare ciò ac-cade per il ruolo cosiddetto di “stimolo”, per il quale esistono diverse possibilità di esprimere gli attanti sintattici e la reggenza del verbo può dunque variare. Apresjan dimostra come in que-sto caso tale variazione dipenda dall’emozione espressa dal verbo (es. rabbia, gioia o tristezza), nonché dalla semantica di una serie di ruoli ag-giuntivi che di volta in volta arricchiscono la valenza di Stimolo, come ad esempio i ruoli di Mittente, Luogo o Strumento.

Valentina Noseda M.A. Cholodilova, Grammatikalizacija russkich modal’nych glagolov [Grammaticalizza-zione dei verbi modali russi], “Acta Lingvistica Petropolitana”, 11, 2015, 1, pp. 369-399 Nel saggio si considera la possibilità che i ver-bi modali moč’ (potere) e chotet’ (volere) siano soggetti a un graduale processo di grammati-calizzazione; a favore di questa ipotesi

vengo-no citati alcuni loro tratti distintivi quali: 1) caratteristiche fonologiche come la riduzione (es. choč e mož alla seconda persona singolare del presente); 2) caratteristiche morfologiche, come alcune restrizioni riguardo alla possibilità di formare derivati (impossibilità di nominaliz-zare gli ausiliari); 3) caratteristiche sintattiche, ossia la tendenza di questi verbi a non seleziona-re argomenti nominali. Seguono un’analisi più dettagliata del verbo moč’, la cui grammatica-lizzazione dipende fortemente dal senso in cui viene usato, e un accenno a dolžen (dovere) che presenta caratteristiche analoghe a moč’ e chotet’.

Valentina Noseda E. Ju Šarichin. Leksičeskie i semantičeskie novo-obrazovanija v oblasti narečij na –ski v russkoj chudožestvennoj proze XIX veka [Neologismi lessicali e semantici riguardanti gli avverbi in –ski nella prosa russa del XIX secolo], “Acta Lingvistica Petropolitana”, 11, 2015, 2, pp. 698-722

Šarichin tratta, dal punto di vista lessicale e se-mantico, gli avverbi in –ski derivanti da sostan-tivi con significato di persona, ossia un parti-colare gruppo di neologismi, creati all’interno della prosa letteraria del XIX secolo. L’analisi intende innanzitutto colmare le lacune lessico-grafiche, dal momento che, secondo l’autore, i dizionari non prestano a questi avverbi la do-vuta attenzione. Grazie a un esaustivo excursus storico e a una dettagliata descrizione, l’autore circoscrive i neologismi in tre gruppi e ne evi-denzia le funzioni discorsive: 1) avverbi legati a denominazioni di gruppi sociali e indicanti sia il modo di comportarsi tipico di un dato gruppo, sia una determinata caratteristica (es.: vel’možeski, po-vel’možeski); 2) avverbi rafforza-tivi, con lo scopo di enfatizzare un aspetto del sostantivo da cui derivano (es.: idol’ski); avverbi prettamente qualificativi (es.: gastronomičeski).

Valentina Noseda

A.A. Kibrik, The problem of non-discreteness and spoken discourse structure. Problema nediskretno-sti i struktura ustnogo diskursa [Il problema della non discretezza e struttura del discorso orale], Komp’juternaja lingvistika i intellektual’nye tech-nologii: Po materialam ežegodnoj Meždunarod-noj konferencii “Dialog” (Moskva, 27 – 30 maja 2015 g.), Izd-vo RGGU, Moskva 2015 (vyp. 14), pp. 231-240

I confini tra le unità linguistiche spesso non sono ben definiti e questo dà luogo a fenomeni non discreti; ciò accade sia a livello sintagmati-co che paradigmatisintagmati-co, sia in diacronia, sia, in-fine, nelle varietà non standard come i dialetti. Sottolineando il carattere sistematico di queste eccezioni l’autore propone dunque di rivedere il modello linguistico saussuriano, che invece considera le unità linguistiche come elementi essenzialmente discreti. Kibrik propone come alternativa le strutture focali, tipiche dei fe-nomeni cognitivi, le quali abbinano proprietà discrete e continue. Egli ritiene che per svilup-pare questo nuovo modello si possano percor-rere due strade: o trattare problemi linguistici meno legati alla tradizione dell’analisi discreta dei fenomeni linguistici, o elaborare modelli matematici nuovi, sufficientemente complessi per descrivere l’aspetto cognitivo della lingua. Infine l’autore analizza i fenomeni non discre-ti nella segmentazione del discorso orale di sei diverse lingue e dimostra come esso abbia una struttura focale.

Nataliya Stoyanova A. Barentsen, O vzaimodejstvii kategorii vida s drugimi glagol’nymi kategorijami pri vyraženii posledovatel’nosti dejstvij v slučajach neograničennoj povtorjaemosti v različnych slavjanskich jazykach [L’interazione della ca-tegoria dell’aspetto con altre categorie verbali nell’espressione di sequenze di azioni

illimitata-mente ripetute in varie lingue slave], “Acta

lin-guistica Petropolitana”, 10, 2014, 3, pp. 42-58

La ricerca presentata è stata condotta su un cor-pus parallelo, creato dall’autore, che comprende

15 opere letterarie tradotte in quasi tutte le lin-gue slave. Barentsen confronta la scelta dell’a-spetto verbale nei casi di azioni compiute, ma ri-petute in modo illimitato. Prese singolarmente esse avrebbero riportato la marca del perfettivo, ma l’iteratività richiede invece quella dell’im-perfettivo. Di fronte a questi due elementi con-traddittori le lingue slave orientali tendono ad assegnare al verbo l’imperfettivo della ripetitivi-tà, mentre quelle occidentali spesso optano per il perfettivo dell’azione compiuta. L’autore ana-lizza 4 tipi diversi di costruzioni e, confermando le tendenze generali, dimostra che la posizione del verbo (nella clausola principale o subordi-nata) in molte lingue incide significativamente sulla scelta aspettuale, in quanto le subordinate preferiscono più facilmente il perfettivo.

Nataliya Stoyanova V.I. Podlesskaja, Prosodija protiv sintaksisa v russkich otnositel’nych predloženijach [Prosodia contro sintassi nelle clausole relative russe],

“Acta linguistica Petropolitana”, 10, 2014, 2, pp. 537-567

Il saggio tratta il problema della discrepanza tra la struttura sintattica e il raggruppamento pro-sodico nelle clausole relative in russo, basando-si principalmente sul materiale di due corpora originali di russo parlato, annotati prosodica-mente, ma anche sui dati del RusCorpora e sul confronto con altre lingue. Podlesskaja dimo-stra che in un discorso orale spontaneo le rela-tive hanno un alto grado di autonomia rispetto alle loro teste sia dal punto di vista sintattico-strutturale, permettendo l’aumento di distanza tra la testa e il pronome relativo kotoryj, sia dal punto di vista comunicativo-prosodico, rien-trando regolarmente in unità diverse, così che una sequenza che non sia un costituente gram-maticalmente completo risulta prosodicamente autonoma. Questo effetto è dovuto, secondo l’autrice, a esigenze di tipo discorsivo.

Nataliya Stoyanova

E.V. Padučeva, Snjataja utverditel’nost’ i ne-veridikativnost’ [Asserzione sospesa e non ve-ridicalità], Komp’juternaja lingvistika i intel-lektual’nye technologii: Po materialam ežegodnoj Meždunarodnoj konferencii “Dialog” (Bekasov, 4-8 ijunja 2014), Izd-vo RGGU, Moskva 2014 (vyp. 13), pp. 489-505

Confrontando il recente termine “non veridi-calità” con uno risalente agli anni ’60 e ormai dimenticato, “asserzione sospesa”, Padučeva dimostra che, nonostante essi appartengano a impianti teorici diversi, descrivono fenomeni linguistici simili, e precisa il significato del-l’“asserzione sospesa” come ‘assenza di relazione con la verità’. Utilizzando questi concetti, insie-me alla teoria degli atti linguistici, e consideran-do anche la modalità grammaticale dell’enun-ciato, l’autrice propone un’analisi semantica dettagliata dei pronomi indefiniti non referen-ziali in russo, spesso utilizzati come marca di asserzione sospesa. Si elencano infine i contesti preferenziali per i seguenti 4 gruppi di prono-mi: negativi in “ni-”; indefiniti non specifici in “-nibud’”; di scelta libera in “ugodno” e “ljuboj” e pronomi con polarizzazione negativa in “-libo” o “by to ni bylo”.

Nataliya Stoyanova N.P. Peškova, Iz opyta eksperimental’nych issle-dovanij ponimanija reči v rusle psicholingvistiki teksta A.I. Novikova [Dalle ricerche sperimen-tali sulla comprensione del linguaggio all’inter-no del paradigma psicolinguistico del testo di

A.I. Novikov], “Voprosy psicholingvistiki”, 20,

2014, 2, pp. 113-122

L’autrice presenta i risultati prodotti negli ulti-mi anni da più gruppi di ricerca che stanno svi-luppando una versione interattiva del modello di analisi psicolinguistica della percezione te-stuale proposta da A.I. Novikov. Essi distinguo-no tra il “contenuto” oggettivo del testo e il suo significato soggettivo, che viene ricavato dall’a-nalisi di molteplici registrazioni del kontrtekst (controtesto), ossia della reazione interiore su-scitata dal testo nei partecipanti

all’esperimen-to. Per l’analisi del controtesto vengono utiliz-zati circa 20 tipi di reazioni-modelli descritti nel saggio. Inoltre vengono stabilite le percentuali con cui i vari tipi di reazione si abbinano nel controtesto, a seconda dello stile letterario del testo percepito (romanzi, testi scientifici, scien-tifico-divulgativi e la Sacra Scrittura).

Nataliya Stoyanova L.B. Matevosjan, Stereotipnye vyskazyvanija kak lingvodidaktičeskij fenomen (na materiale russkogo jazyka) [Enunciati stereotipati come fenomeno linguodidattico nella lingua russa] “Lingvistika i metodika prepodavanija ino-strannych jazykov”, 7, 2015, pp. 280-292 L’autore propone di iniziare l’insegnamento del russo L2 a partire dagli enunciati

stereotipa-ti, vista la loro riproducibilità, regolarità e l’alta frequenza nel linguaggio dei parlanti nativi rus-si. Gli enunciati stereotipati vengono raccolti in gruppi tematico-funzionali, in cui troviamo alcune serie di sinonimi dalle quali è importante saper scegliere l’enunciato adatto alla situazione comunicativa in cui si trova il parlante. Per l’ap-prendimento degli enunciati stereotipati Mate-vosjan propone di usare il computer, e più pre-cisamente un programma per l’addestramento e uno per il controllo dell’apprendimento. Dopo la fase di primo apprendimento, si propone di far prendere coscienza ai discenti del modello sintattico utilizzato negli enunciati appresi, in modo da renderli dinamici, staccandosi dallo stereotipo e costruendo frasi originali.

Nel documento View of Vol. 24 No. 1 (2016): Issue 1/2016 (pagine 190-194)

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