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Curve chiuse di tipo tempo

Nel documento Viaggi spaziotemporali (pagine 39-43)

Generalmente si è abituati a pensare a curve chiuse soltanto nello spazio tradizionale, ovvero a traiettorie che cominciano (ad un dato istante ti) in un certo punto dello spazio tridimensionale x0 ∈ R3 e, dopo un determinato percorso, ritornano al punto di

partenza x0 (per un istante tf > ti). Difatti, la definizione matematica di curva chiusa è la seguente

Curva chiusa. Sia I = [a, b] ⊂ R un intervallo e (γ, φ) una curva, dove γ ⊆ Rn è il sostegno e φ ∈ C(I, Rn) una sua parametrizzazione. Se φ(a) = φ(b) si dice che la curva è chiusa, o che è un ciclo.

In fisica, quando si vuol descrivere il moto di un corpo, si determina la sua traiet- toria γ ⊆ R3 e come parametrizzazione si utilizza una funzione del tempo φ(t) tale

che γ = Im(φ).

Più difficile risulta immaginare una curva che sia chiusa nel tempo. Si ha a che fare con un oggetto di questo tipo quando una traiettoria, avanzando nello spaziotempo, ritorna all’istante di tempo iniziale, senza dover ricorrere ad una inversione temporale. Si richiede infatti che la traiettoria sia fisica e quindi caratterizzata da uno scorrere del tempo in avanti, verso il futuro. Le curve chiuse di tipo tempo (CTC, Closed Timelike Curves) sono quindi linee di universo chiuse.

Un esempio di soluzione all’equazione di Einstein che permette questa tipologia di curve è la metrica di Taub-NUT (Newman, Unti, Tamburino), che descrive un modello

cosmologico omogeneo ma anisotropo, oppure una sua versione 1+1-dimensionale sempli- ficata, data dallo spazio di Misner.

A seguito di questa scoperta, Hawking elaborò la seguente ipotesi [8]

Congettura di protezione cronologica. Le leggi della fisica non permettono la com- parsa di curve temporali chiuse.

Questo, secondo Hawking, dev’essere valido per non incorrere in violazioni del principio di causalità, almeno su scale che non siano microscopiche, dove entra in gioco la meccanica quantistica.

Un altro esempio di CTC emerge nella soluzione di Kerr trattata nella sezione 2.3 del capitolo precedente. Il buco nero di Kerr è caratterizzato da due orizzonti degli eventi, uno interno all’altro, i quali avvolgono una singolarità ad anello. In questa regione della metrica (2.29), si possono costruire curve chiuse di tipo tempo.

Se si considerano traiettorie che ruotano in φ mentre si mantengono θ e t costanti e r ad un piccolo valore negativo, l’elemento di linea lungo un cammino simile è

ds2 ≈ a2 1 + 2GM

r !

2 (3.23)

il quale è negativo per piccoli r negativi. Dal momento che questi cammini sono curve chiuse di tipo tempo, nelle vicinanze di una singolarità ad anello della metrica di Kerr è possibile viaggiare nel tempo: partendo da un evento del presente e seguendo uno di questi percorsi, si potrebbe raggiungere un evento avvenuto nel passato nonostante si viaggi verso il futuro.

Si può concludere questa tesi osservando che i viaggi spaziotemporali hanno dei grandi limiti imposti dalla teoria della relatività di Einstein. La velocità non può superare quella della luce nel vuoto, il che implica l’impossibilità di coprire grandi distanze in tempi ragionevolmente umani. Si potrebbe ricorrere al sonno criogenico, col quale ibernare i viaggiatori così da sopravvivere alla durata del viaggio. Così facendo non si risolve però l’avanzare degli anni sulla Terra: gli astronauti in missioni al di fuori del sistema solare dovranno con molta probabilità dire addio a coloro che conoscono sul pianeta natale.

Ulteriori complicazioni sono date dalle condizioni estreme e dalle enormi forze mareali presenti nelle vicinanze di buchi neri o cunicoli spaziotemporali, a meno che non si soddisfino i requisiti formulate da Morris e Thorne che caratterizzano un wormhole attraversabile. In caso contrario, si va presumibilmente incontro al fenomeno noto come

spaghettificazione, che riduce i corpi in forme sempre più allungate fino alla conseguente

rottura. Supponendo che si possa attraversare e addirittura realizzare un wormhole, si avrebbe una scorciatoia che congiunge due regioni lontane del nostro universo e ciò aprirebbe la strada ad esplorazioni intergalattiche, oppure verso universi paralleli.

Un’ipotetica curva temporale chiusa, che costituirebbe una macchina del tempo, permetterebbe di tornare ad eventi del passato, ma non si è certi dei risvolti che questo possa avere. Incontrando il se stesso del passato, si potrebbe violare il principio di causalità e creare paradossi spaziotemporali. Per questo motivo Stephen Hawking formulò la Congettura di protezione cronologica. In ogni casi, anche se fosse possibile viaggiare nel tempo, manca ancora da capire quali sarebbero gli effetti subiti dal viaggiatore stesso, a livello biologico e psicofisico. Ad esempio, gli effetti delle CTC potrebbe influenzare anche il nostro cervello e si potrebbe quindi subire una perdita della memoria, tale da non rendersi conto di aver intrapreso il viaggio temporale.

[1] L. D. Landau, E. M. Lifshits, Teoria dei campi, Roma, Editori Riuniti university press, 2010;

[2] B. Schutz, A First Course in General Relativity, Cambridge University Press, 2009;

[3] S. M. Carroll, Spacetime and Geometry, Cambridge University Press, 2019;

[4] S. Weinberg, Gravitation and Cosmology, John Wiley & Sons, Inc., 1972;

[5] R. M. Wald, General Relativity, Chicago, University of Chicago press, 1984;

[6] C. W. Misner, K. S. Thorne, J. A. Wheeler, Gravitation, S. Francisco, W.H. Freeman and co., 1973;

[7] R. P. Kerr, Gravitational Field of a Spinning Mass as an Example of Algebraically

Special Metrics, Physical Review Letters, vol. 11, n. 5, pp. 237-238, 1963;

[8] S. W. Hawking, Chronological Protection Conjecture, Phys. Rev. D, vol. 46, 603 (1992);

[9] M. S. Morris, K. S. Thorne, Wormholes in spacetime and their use for interstellar

travel: A tool for teaching general relativity, American Journal of Physics, vol. 56, n.

5, pp. 395-412, 1988;

Vorrei ringraziare il professor A. Kamenchtchik per avermi guidato e assistito durante l’elaborazione di questa tesi.

Ringrazio di cuore la mia famiglia, che mi ha supportato in ogni modo possibile.

Grazie ai miei amici e compagni di corso, che mi hanno accompagnato lungo questo percorso.

Un ringraziamento particolare va Martina e Cheng Yi per essermi stati vicini.

Vorrei infine ringraziare Arianna, che mi ha incoraggiato fin dal primo giorno ad intra- prendere questo viaggio, e Filippo, per essere stato fonte di innumerevoli spunti su cui riflettere.

Nel documento Viaggi spaziotemporali (pagine 39-43)

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