3 M ODELLAZIONI S MALL P UNCH T EST T=873K
3.3 S IMULAZIONE SPT CON V ISCOPLASTICITÀ
3.3.1 D ESCRIZIONE DELLE NOVITÀ INTRODOTTE NEL MODELLO
Si è visto come le proprietà viscoplastiche del materiale, le quali causano la dipendenza delle deformazioni plastiche dalla velocità di applicazione del carico (vedi figura 11), non siano trascurabili nella simulazione degli Small Punch Test effettuati alla temperatura di 873K. Tali proprietà sono inserite utilizzando il modello di Perzyna, mediante il comando TB,RATE. Tale modello è infatti compatibile con l’opzione multilinear isotropic hardening (MISO) e con l’analsi large strain (NLGEOM,ON) ed introduce uno snervamento plastico a partire dal quale è attivato l’incrudimento (aumento della resistenza alla deformazione con l’aumentare della deformazione stessa) dovuto alla velocità di deformazione. Il valore di tale snervamento plastico è espresso dalla relazione:
ó = [1+(pl/ã)m]*ó0, dove:
m è il parametro dell’incrudimento dovuto alla velocità di deformazione,
ã è il parametro della viscosità,
pl/ è la velocità di deformazione plastica equivalente (di Von Mises), ó0 è la tensione di snervamento “statica”, cioè indipendente dalla velocità.
La soluzione è tanto più vicina a quella del caso “statico” (cioè indipendente dalla velocità di deformazione) quanto più i parametri del modello di Perzyna tendono ai seguenti valori:
ã, m 0 e pl 0. Inoltre è bene che m≥0.1 per non incorrere in problemi di
convergenza con la soluzione. Mediante il comando TBDATA si definiscono le costanti C1=m
e C2= ã. L’analisi è condotta al variare della costante C1 assegnando per semplicità alla costante
C2 il valore di 1. Inoltre, dato che nella presente analisi è presente un fenomeno non
conservativo dipendente dalla velocità, i risultati dipendono dalla storia di carico e quindi il tempo rappresenta effettivamente la variabile fisica in base alla quale i carichi sono applicati. Ciò significa che nella suddivisione della storia di carico oltre a considerare le esigenze di convergenza della soluzione deve altresì essere rispettato l’effettivo andamento dei carichi nel tempo. Visto che i dati sperimentali disponibili si riferiscono ad uno SPT effettuato con una velocità di applicazione del carico pari a 5*10-4 [mm/s] (vedi figura 16), affinché tale valore
si abbia anche nella simulazione agli EF occorre quindi assegnare, mediante il comando TIME, ad ogni load step la durata di:
TIME=YMAX/(*N°load steps)=2.6 [mm]/(5*10-4[mm/s]*20)= 260 [s].
Per quel che riguarda tutti i rimanenti aspetti del modello si sono utilizzati quelli della simulazione dello Small Punch Test descritta al paragrafo 3.2.
3.3.2
COMMENTO DEI RISULTATI
Una volta eseguita la soluzione si passa all’ambiente del postprocessore generale (/POST1) per visualizzare i risultati dell’analisi. Lo scopo di questa parte della tesi è quello di calcolare il valore della costante C1, la quale descrive le proprietà viscoplastiche del materiale inserite nel
modello agli Elementi Finiti costruito al paragrafo 3.2 (utilizzando la MISO table risultante dall’analisi della prova di trazione ed il coefficiente di attrito di 0.3 ricavato dall’analisi dello SPT effettuato alla T=293K), che permetta di riprodurre il più fedelmente possibile la curva F(ä) dello Small Punch Test (vedi figura 16 in alto a destra) e l’aspetto caratteristico del provino al termine del test (vedi figura 19).
Figura 76: Curve F(ä) ottenute con C1=0.5 e con C1=0.2.
Osservando le curve F(ä) ottenute effettuando le simulazioni al variare della costante C1 (vedi
figure 76 e 77), avendo assegnato per semplicità alla costante C2 il valore di 1, si può notare
come il miglior risultato sia stato ottenuto con C1=0.175. In tal caso infatti la curva F(ä)
rappresenta soddisfacentemente l’andamento sperimentale fino al punto di massimo (in cui è raggiunto il valore di 765 [N] a fronte del dato sperimentale di Fmax=770 [N]) oltre il quale se
ne discosta significativamente a causa del processo di danneggiamento nel materiale che verrà simulato successivamente utilizzando il modello COHESIVE. Dalla figura 78 si nota inoltre come:
lo stato delle tensioni equivalenti finali raggiunte presenti valori significativamente
superiori a quelli registrati nella simulazione effettuata senza tener conto delle proprietà viscoplastiche del materiale (vedi figura 74), segno che l’introduzione delle proprietà viscoplastiche nella modellazione del materiale ha permesso di raggiungere le caratteristiche di resistenza alla deformazione osservate sperimentalmente
l’aspetto della deformata presenti il caratteristico restringimento nella zona, leggermente
spostata rispetto all’asse di carico, di innesco della frattura (vedi figura 19), senza peraltro che gli elementi corrispondenti abbiano subito le eccessive distorsioni di forma riscontrate nella simulazione effettuata senza tener conto delle proprietà viscoplastiche del materiale (vedi figura 74). Questo risultato è di particolare importanza dato che il modello REZONING, che permette di riparare le eventuali eccessive distorsioni della mesh, è incompatibile con il modello viscoplastico.
Si può quindi ritenere che per quanto riguarda la riproduzione sia della curva F(ä), almeno fino al suo massimo, sia dell’aspetto della deformata finale l’analisi effettuata considerando le proprietà viscoplastiche del materiale offra i risultati più vicini alla realtà sperimentale. Per questo motivo lo studio dell’influenza dello spessore s del provino sul valore della Fmax, con
riferimento alla curva sperimentale in figura 17 in basso, è stato effettuato utilizzando tale modello agli elementi finiti (vedi figure 79 81) e passando nell’ambiente time-history results postprocessor (/post26) per visualizzare i risultati. Dalla figura 17 in alto si può vedere come alla temperatura di 873K i valori della Fmax registrata varino al variare, oltre che dello spessore
del provino s, anche della velocità di applicazione del carico, a causa delle proprietà viscoplastiche del materiale. Ciò rappresenterebbe un problema per la nostra analisi, dato che le costanti del modello di Perzyna calcolate si riferiscono alla velocità di spostamento =5*10-4
[mm/s], mentre i grafici dell’andamento della Fmax(s) in figura 17 in alto si riferiscono a test
eseguiti con velocità di spostamento di un ordine di grandezza inferiori. Disponiamo però anche del grafico che riproduce l’influenza dello spessore del provino s sul rapporto Fmax /
(Fmax)s=0.5 tra la forza massima registrata in un test generico e quella registrata utilizzando lo
spessore di 0.5 [mm] (vedi figura 17 in basso). Dato che tale rapporto risulta indipendente dalla velocità di applicazione del carico (e quindi dalle proprietà viscoplastiche del materiale) è possibile utilizzare il modello di Perzyna con le costanti calcolate sopra. Come si può vedere in figura 81, la linea di tendenza ottenuta ripetendo la simulazione dello Small Punch Test al variare dello spessore s del provino riproduce ottimamente quella sperimentale, soprattutto per valori di s>4.5 [mm]. Il file di testo relativo alla simulazione dello SPT effettuata inserendo le proprietà viscoplastiche del materiale costituisce l’allegato 7.
Figura 80: Curve F(ä) ottenute per s=0.5 [mm] e s=0.6 [mm].