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Dall’indicizzazione dei testi alle infrastrutture per la ricerca

Digital humanities:

1. Dall’indicizzazione dei testi alle infrastrutture per la ricerca

Fin dalle origini, a metà degli anni Sessanta del secolo scorso, l’iliesi – o,

per meglio dire, l’allora Centro di Studio per il Lessico Intellettuale Europeo (cslie) del cnr1 – ha caratterizzato il suo approccio alla storia delle idee

filosofiche e scientifiche sotto un duplice profilo metodologico: (a) per una

* M. Agosti, F. Tomasi (Eds). Collaborative Research Practices and Shared Infrastructures for Huma-

nities Computing. 2nd Aiucd Annual Conference, Aiucd 2013. cleup, Padova, 2014.

1 Nella sua configurazione attuale, l’iliesi nasce nel 2001 dalla fusione del cslie con un altro

Centro romano del cnr, il Centro di Studio del Pensiero Antico. Per una breve storia dell’I-

stituto, come dei due precedenti Centri, si vedano le pagine dedicate all’argomento sul sito: http://www.iliesi.cnr.it/storia.shtml

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spiccata attenzione alla dimensione lessicale dei testi, considerata come una chiave d’accesso privilegiata per la loro comprensione storico-concettuale, e (b) per il ricorso a metodologie informatiche nel trattamento dei dati lingui- stici e testuali. Per questo secondo aspetto l’Istituto vanta, quindi, un ruolo sicuramente pionieristico, non solo a livello nazionale ma su scala europea. Se l’ammirevole opera del padre Busa aveva costituito una fonte d’ispirazio- ne e offerto un primo esempio concreto di approccio computazionale all’a- nalisi dei testi (e specialmente dei testi filosofici), l’esperienza dell’Istituto si è poi sviluppata in stretta connessione con quella delle maggiori iniziative internazionali che nel settore erano successivamente venute costituendosi in quegli stessi anni. Di particolare rilievo, in questo contesto, la collaborazio- ne scientifica che venne ben presto a stabilirsi con l’Istituto di Linguistica Computazionale (Ilc) di Pisa, che per diversi anni costituì per il cslie un

riferimento costante per l’elaborazione dei testi.

Dapprima orientata allo sviluppo di indici e concordanze (lemmatizzate) e alla successiva redazione di lessici d’autore ovvero di singole opere, l’at- tività dell’istituto nel campo che oggi diciamo delle digital humanities si è poi rivolta, a partire dagli anni Ottanta, soprattutto alla costituzione di basi di dati e archivi digitali dedicati a testi filosofici fra i più emblematici della tradizione europea della prima età moderna: dalla Banca dati di testi filoso-

fici dell’età moderna, ad archivi più specialistici e mirati, quali l’Archivio dei filosofi del Rinascimento2 o l’Archivio di testi per la storia dello spinozismo3,

agli archivi dedicati alle Opere complete di Giambattista Vico4 e ai Lessici

filosofici dell’età moderna5, per citare solo i più ampi e significativi. A questi

si è venuto affiancando nell’ultimo decennio un portale, Daphnet – acroni- mo che sta per Digital Archives of Philosophical Texts on the Net – che per più versi segna un ulteriore momento di svolta nell’approccio dell’iliesi alla

digitalizzazione dei testi filosofici e alla conseguente elaborazione delle in- formazioni linguistiche e testuali6.

In primo luogo, Daphnet non nasce come un archivio, ma come un por- tale strutturato in una pluralità di piattaforme che, pur dotate di una pro-

2 http://www.iliesi.cnr.it/afr/index.shtml

3 http://www.iliesi.cnr.it/perl/pagina_xhtml.pl?scelta=11

4 http://151.100.146.63/DirVico/BookReader/html/application.html 5 http://www.iliesi.cnr.it/Lessici/home_lessici.html

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pria autonomia, sono tuttavia strettamente interrelate. Attualmente esso dà accesso alle piattaforme seguenti: (a) Ancient Philosophy7 e (b) Modern Phi-

losophy8, che contengono fonti primarie per lo studio del pensiero antico

e della prima modernità europea, (c) Daphnet Digital Library9, che invece

raccoglie solo fonti secondarie relative ai testi presenti nelle prime due piat- taforme, e infine (d) alla piattaforma dedicata alla rivista online Lexicon Phi-

losophicum. International Journal for the History of Texts and Ideas, edita

dall’iliesi10. Il progetto del portale, per adesso realizzato solo su di un primo

campione di testi, prevede la creazione di link intertestuali tra fonti primarie e secondarie, ivi compresi i contributi pubblicati sulle pagine digitali della rivista dell’Istituto. La realizzazione di questo portale fu resa possibile so- prattutto dalla partecipazione dell’Istituto a due progetti europei, Discove-

ry11 e Agora12, che ne determinarono alcune caratteristiche di fondo, per le

quali esso si differenzia da tutti gli altri archivi precedentemente costituiti dall’Istituto: l’apertura alla filosofia antica, per quanto riguarda i contenuti testuali, e – per altri versi – l’abbandono di un sistema di codifica proprie- tario e il passaggio al sistema di codifica tei, l’adozione senza riserve di un

approccio Open tanto riguardo al software impiegato quanto alla consulta- bilità delle piattaforme, sono fra gli aspetti più notevoli che differenziano il portale Daphnet dagli altri archivi testuali dell’iliesi. A questi vanno poi

aggiunte quantomeno l’interconnessione delle piattaforme, la possibilità di annotare i testi e, soprattutto, la possibilità di una loro soggettazione lingui- stico-concettuale operata con riferimento ad una ontologia di dominio. In altri termini, il portale Daphnet risulta strutturalmente concepito non più solo come un archivio statico di testi, ma come un ambiente multifunzionale, dinamicamente indirizzato a favorire e supportare la ricerca.

Su questo sfondo si è appena aperta per l’Istituto una nuova prospettiva d’impegno nel campo delle digital humanities, con la sottoscrizione da par- te italiana dei protocolli di adesione al consorzio europeo dAriAh (Digital

Research Infrastructure for the Arts and the Humanities)13. Infatti, mentre al

MibAc competerà di rappresentare a livello politico gli interessi nazionali in

7 http://ancientsource.daphnet.org/ 8 http://modernsource.daphnet.org/ 9 http://scholarlysource.daphnet.org/index.php/DDL 10 http://lexicon.cnr.it/ 11 http://www.discovery-project.eu/home.html 12 http://www.project-agora.org/ 13 https://www.dariah.eu/

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seno al consorzio, il Cnr si è vista riconosciuta la funzione di ente scientifi-

co di riferimento per la comunità dei ricercatori italiani che si organizzerà all’interno di dAriAh. Di qui il ruolo di primo piano che, da un lato, svolgerà

il Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale (Dsu) del Cnr

e, d’altra parte, la concreta prospettiva che proprio all’Iliesi venga affidato

il compito di coordinare la rete delle istituzioni italiane che vorranno colle- garsi a livello nazionale (dAriAh-It), per poter interagire efficacemente col

consorzio dAriAh su scala europea. Un primissimo impegno in tal senso sarà

costituito dall’organizzazione, cui l’Istituto si è già impegnato, del 4th Gene-

ral VCC Meeting di dAriAh-Eu, previsto a Roma nei giorni 17-19 settembre

dell’anno in corso, e che vedrà riunito l’insieme degli organismi direttivi del consorzio14. Questa sarà un’ottima occasione per conoscere più da presso le

forme organizzative che il consorzio ha già assunto nei diversi Paesi aderenti, ma anche per mettere a fuoco con qualche precisione la gamma di oppor- tunità che per suo mezzo si offriranno alla comunità italiana dei ricercatori impegnati nel settore delle digital humanities. L’Aiucd in questo quadro co-

stituirà senza dubbio un interlocutore privilegiato nella fase di realizzazione della rete italiana di dAriAh.