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Dalla «conferma narcisistica d i sé» all’«incontro con l ’altro»

Nel documento ASPETTI PSICOLOGICI DELLA COEDUCAZIONE (pagine 21-24)

U n altro m om ento cruciale nell’integrazione dell’identità ses­

suale si colloca nella preadolescenza e adolescenza, quando il ra ­ gazzo o la ragazza nello sforzo di giungere a una definizione di sé

u n disturbo nel processo di individuazione sessuale (cf C . Cr e p a u l t, Da! seme di Èva. Saggio sulla differenziazione dello sviluppo psico-sessuale, Franco Angeli, Mi­

lano 1989, 115-138; A. Ri v a, Am icizia. Integrazione d ell’esperienza umana, A nco­

ra, M ilano 1982, 159-172), spesso collegata a u na figura p atern a assente, poco p ar­

tecipativa, sprezzante e crudele (cf A. Ol iv e r io Fe r r a r is, L ’identificazione ses­

suale e i su oi errori, in Psicologia contemporanea 42 [1980] 9-15). Il fenom eno pe­

rò è ancora allo studio, specie se n on si tratta di evidenti disturbi orm onali o genetici.

43 C f T. An a t r e l l a, Adolescence, postadolescence, vie sociale. Une lecture psychanalitique, in L e Supplém ent 150 (1984) 7-46; Id., Eduquer l ’affectivité?, in Catéchèse 109 (1987) 29-41; P . Bl o s, L ’adolescenza: una interpretazione psicanali­

tica, F ranco Angeli, M ilano 1971.

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al maschile e al femminile vive l ’esperienza del «confronto» con i coetanei, dello stesso sesso con cui si identifica, di sesso opposto da cui si diversifica e si sente em otivam ente a ttra tto /a . In un m o­

vim ento di avvicinamento e di allontanam ento essi sperim entano se stessi attraverso la conoscenza dell’altro. Nel tentativo di sce­

gliersi si alternano entusiasmi e paure, iniziativa e ritiro in se stes­

si, m entre si sviluppa la capacità di confronto che sem bra essere u n a delle dinamiche psichiche più struttu ran ti e m aturanti. Il biso­

gno di confrontarsi costituisce infatti la prim a fase di strutturazio­

ne psicologica di un rapporto prom osso sulla base di una diversità percepita irriducibile come quella sessuale. Ci si avvicina e si sce­

glie un altro anche perché è diverso. M a perché ciò si realizzi con efficacia è necessario che il soggetto abbia consolidato una sua «cen­

tralità psichica» (una «identità» personale) sufficientem ente ela­

borata.

Il luogo privilegiato per apprendere tale capacità di confronto e di dialogo relazionale strutturante è Vamicizia. N ella preadole­

scenza e ancora di più nell’adolescenza l’incontro con l’amico è un nuovo m odo per sperim entare se stessi e per sentirsi u n «Io». L ’a­

micizia, specialmente quella eterosessuale, polarizza il dinamismo di crescita dell’io , favorendo il passaggio dal riconoscim ento e /o dalla conferm a narcisistica (con i coetanei dello stesso sesso) al con­

fronto e alla reciprocità delPincontro (con l’altro sesso). L ’espe­

rienza di questa nuova relazionalità piena di attrattiv a e di fascino risulta oggi maggiormente avvertita, rispetto al passato, a motivo dell’opportunità precoce e diffusa di convivenza dei sessi offerta dalle istituzioni scolastiche e dagli am bienti educativi e n o n .44 La dinam ica del confrontarsi evolve in una configurazione relaziona­

le stabile quando passa attraverso Vinnamoramento. È qui che la diversificazione sessuale trova la sua espressione più completa, nel- l ’esaltante esperienza di divenire sempre più se stessi per trascen­

dersi in un Noi unitario e armonico.

44 C f P . De l Co r e, Il preadolescente verso l ’identità, in A a .V v ., L ’età nega­

ta. Ricerca sui preadolescenti in Italia, Elle Di Ci, Leum ann (Torino) 1986.

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3. Conclusione

La riflessione fatta sulle implicanze psicologiche della coedu­

cazione sem bra lasciare più problem i aperti che pervenire a con­

clusioni definitive. Si è preso in considerazione, quale problem a focale, la questione della differenza tra i sessi. Sono emerse diffi­

coltà, incertezze e confusioni, sia nella definizione corretta delle variabili in gioco, sia nell’im pianto teorico, che nella traduzione operativa delle ipotesi di ricerca e negli strumenti di rilevazione.

Attraverso la presentazione di alcuni modelli teorici si è sottolineata la difficoltà a integrare la m olteplicità degli aspetti e dei fattori e soprattutto di combinare insieme le com ponenti biologiche, psico­

logiche e sociali che presiedono alla strutturazione dell’identità ses­

suale.

Interessante e prom ettente ci è apparsa la prospettiva socio­

cognitiva che, oltrepassando lo schematismo delle differenze, af­

fron ta il problem a della differenziazione sessuale e dei processi che conducono all’identità in term ini meno riduttivi, in quanto tiene conto delle coordinate storiche e socio-culturali in cui l ’individuo si sviluppa. Infatti la messa in questione dei modelli tradizionali che presiedono alla strutturazione dell’identità personale e socia­

le, sia per l’uom o che per la donna, il dibattito aperto sulla que­

stione femminile, il problem a della ricerca di una nuova identità per la donna hanno riproposto in questi ultimi anni l’interesse e la considerazione per il problem a dell’identità sessuale. Questo sen­

tim ento di sé al maschile e al femminile, realtà intim a e profonda, fatto connaturale e acquisito, passa attraverso processi di identifi­

cazione e di differenziazione, m a si costruisce anche in base al ruolo sessuale e agli stereotipi ad esso legati. L ’influenza congiunta del sociale e dello psicologico è attiva e operante in questo processo di «organizzazione di sé» e di «percezione degli altri». Se dunque l ’interazione sociale può p ortare a una m odifica del Sistema di sé nell’individuo si apre la speranza alla possibilità di cambiamento non solo nel m odo di vivere il proprio ruolo sessuale, m a soprat­

tutto nella attuazione di una nuova relazionalità tra uom o e don­

na. E questo mi sembra l’orizzonte verso il quale è chiam ata a m uo­

versi l’educazione, m a ancora di più la coeducazione.

Dal m om ento che l’identità soggettiva è data dalla tensione tra uguaglianza e differenza e si pone contem poraneam ente come dif­

ferenza dagli altri (Io sono Io perché sono diverso d a...) e come uguaglianza-continuità rispetto a se stessi o a qualcun altro (Io so­

no Io perché appartengo a...) è imprescindibile nell’educazione crea­

re le condizioni per favorire l ’incontro con u n a alterità e un a dif­

ferenza che vanno m antenute nella loro originaria e naturale ten­

sione.45

M ettere in evidenza le reciproche similarità o focalizzarsi sulle differenze potrebbe risultare unilaterale o im produttivo. Dalle con­

siderazioni fatte emerge invece la necessità di p un tare di più sulla relazione, sull 'incontro, sul confronto e, perché n o, anche sul con­

flitto .

M a la ricchezza e la complessità di un cam m ino di m aturazio­

ne attuato attraverso l’integrazione delle differenze richiede la pre­

senza di adulti (genitori e educatori) capaci di gestire razionalm en­

te le proprie qualità e m odalità diversificate senza tendere alla ne­

gazione reciproca, m a nella consapevolezza delle differenze, e den­

tro la reciprocità.

4S Interessanti sono le conclusioni del convegno prom osso dal CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia) dopo la pubblicazione del P rim o rapporto sulla f a ­ miglia in Italia, da cui emerse l’urgenza di «tornare a reintegrare creativamente quelle potenzialità dell’uom o e della d onna che sono implicite nella differenziazione ses­

suale stessa» (CISF, M aschio-femmina: d a ll’uguaglianza alla reciprocità, a cura di S . Sp in s a n t i, Ed. Paoline, M ilano 1990, 6).

Nel documento ASPETTI PSICOLOGICI DELLA COEDUCAZIONE (pagine 21-24)

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