Sulla base dei documenti citati precedentemente, sono state studiate le lavorazioni, le tempistiche e le opportune codifiche che possono interessare gli elementi costruttivi del viadotto Portella.
La maggior parte di questi, sono realizzati in calcestruzzo armato, materiale che nella sua vita utile, è interessato da un inevitabile processo di progressivo degrado, che può causare nel medio o lungo periodo lesioni, fessure e distacchi più o meno profondi.
Quindi i principali interventi manutentivi che sono stati individuati, sono relativi al trattamento di tali problematiche e si tratta per lo più di azioni di tipo corticale, atte a mantenere e/o ripristinare la resistenza meccanica del conglomerato e di proteggere le sottostanti armature dalla corrosione.
Il lavoro è stato poi proseguito, “catalogando” in appositi fogli di Microsoft Excel la documentazione di pertinenza per ogni elemento considerato.
Questa operazione è stata messa in pratica in maniera del tutto schematica, al fine di risultare comprensibile.
Si è iniziato con una descrizione dell’elemento, nella quale è stato richiamato il codice WBS precedentemente definito.
Si riporta di seguito a titolo di esempio la procedura eseguita per le spalle.
Figura 6.1: Descrizione dell’elemento
Si è proseguito definendo il contenuto di un possibile Manuale d’uso, nel quale è stata inserita, come da prassi per questo documento, una breve descrizione delle possibili anomalie riscontrabili nella fase di esercizio per l’elemento in oggetto.
Spalla
00.VI.01.SP.01.SES.01 Elemento Manutenibile
Codice WBS
Si tratta di elementi in C.A. che permettono il raccordo tra la parte in rilevato e il viadotto. Esse consentono da un
lato l’appoggio ad una travata e dall’altra svolgono la funzione di contenimento del terreno che costituisce il
rilevato svolgendo funzione di sostegno e devono resistere ad azioni di varia natura.
Descrizione
Gestione delle attività di Manutenzione
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È stata inoltre creata una codifica per identificare il tipo di degrado, il criterio scelto è stato quella di renderla il più semplice possibile, come mostrato in Figura 6.2.
Figura 6.2: Manuale d’uso della spalla del viadotto
Infine, è stato creato un Manuale di Manutenzione, con l’obiettivo di definire i controlli necessari, correlati al possibile intervento di riparazione.
Anche in questo caso è stata prevista una codifica semplice sia per i controlli che per gli interventi. Al fine di facilitare lo sviluppo del Programma di Manutenzione sono state incluse le frequenze di riferimento dei sottoprogrammi, come mostrato in Figura 6.3
Codice Anomalie riscontrabili Descrizione
AR.04
AR.05
AR.06
Assenza di drenaggio AR.01
AR.02
AR.03
Instabilità dovuta a movimenti franosi e/o ad erosione dei terreni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonali o parallele all'armatura che possono interessare solo o una
parte o l'intero spessore
Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua
Corrosione delle armature
Distacco del copriferro
Instabilità dei pendii
Fessurazioni
Penetrazione di umidità
Drenaggio delle acque meteoritiche insufficiente e/o occlusione dei sistemi di smaltimento
Fenomeni di corrosione dovuti al contatto diretto delle armature con l’atmosfera esterna e decadimento dei
materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell’ambiente
Distacchi di parte di calcestruzzo e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione
degli agenti atmosferici Manuale d'uso
Metodologia BIM per la gestione di infrastrutture: il caso studio del viadotto Portella
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Figura 6.3: Manuale di Manutenzione della spalla del viadotto
Completata questa operazione per tutti gli elementi, si è passati all’individuazione di una procedura di gestione e organizzazione degli altri dati, con l’obiettivo di realizzare un Piano di manutenzione dell’intero viadotto.
6.2.1 Tentativo con Revit
Sulla falsa riga di quanto fatto nel capitolo 5, nel quale sono state parametrizzate le diverse tipologie di dati a disposizione, si è cercato di gestire anche le informazioni relative alle attività di manutenzione in Revit, con gli opportuni parametri.
È stato creato l’apposito gruppo di parametri condivisi “Manutenzione”, come mostrato in Figura 6.4, al fine di parametrizzare i dati esposti nel paragrafo precedente.
Codice Descrizione Frequenza Codice Descrizione Frequenza
C.02
Controllo deformazioni e spostamenti: esame visivo, verificare l'eventuale alterazione
della configurazione iniziale dovuta a fattori di natura esterna
ogni 12 mesi
C.03
Controllo della stabilità: verificare assenza di eventuali anomalie in
grado di alterare la stabilità dei terreni e dei pendii in prossimità
dei rilevati con ispezioni strumentali
ogni 12 mesi M.02
Interventi di ripristino della stabilità: si tratta di interventi
mirati, a seconda del tipo di dissesto e delle dimensioni del
fenomeno. Eseguibili da varie tipologie di operai specializzati
quando occorre Controllo quadro fessurativo:
esame visivo del quadro, la presenza di eventuali dissesti va verificata con indagini strumentali.
Requisito da verificare: Resistenza meccanica
ogni 12 mesi
M.01
Interventi Manuale di Manutenzione
C.01 Interventi di ripristino delle
strutture: devono essere effettuati da personale specializzato a seconda del tipo di anomalia riscontrata, previa diagnosi delle
cause del difetto accertato
quando occorre Controlli
Gestione delle attività di Manutenzione
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Figura 6.4: Gruppo di parametri “Manutenzione”
In particolare, i parametri creati sono stati tutti di tipo “testo”, tranne quello relativo al file Excel “Dettaglio info Manutenzione”, contenete appunto le informazioni sulle attività di manutenzione, che è stato creato come
“parametro URL”. Quest’ultimo è stato inserito all’interno del modello, in quanto è stato ritenuto di indispensabile utilità ai fini dell’interpretazione delle codifiche create.
Figura 6.5: Inserimento dei dati
Metodologia BIM per la gestione di infrastrutture: il caso studio del viadotto Portella
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Come è possibile notare dall’immagine in Figura 6.5, che illustra il risultato finale, sorgono una serie di problemi di natura interpretativa.
Infatti, questo metodo non permette di avere una disposizione chiara né dei dati a disposizione, né delle tempistiche e oltretutto non offre la possibilità di correlare le attività di manutenzione tra i vari elementi del viadotto.
È innegabile che si sarebbero potuti fare più tentativi con diverse modalità di trattamento dei dati, per esempio creando opportuni abachi, però si è deciso di intraprendere un’altra strada, ritenendo Revit, sulla base dei pochi elementi di giudizio, inadatto all’utilizzo desiderato.