• Non ci sono risultati.

2. Aree di Studio

2.2 Definizione e caratterizzazione delle Stazioni sul Delta del Po

Per ottenere dati di confronto, sono stati effettuati campionamenti anche nell’area del Delta del Po, in particolare nelle lagune di Caleri e Marinetta (entrambe situate nella parte più settentrionale del delta del Po veneto, nel territorio del comune di Rosolina) e nella Sacca Scardovari (in provincia di Rovigo).

Tali campionamenti sono stati possibili grazie alla collaborazione con il presidente della Cooperativa Pescatori Levante, dottor Marco Milia.

In Tabella 2 è riportato l’elenco delle stazioni campionate sul Delta del Po, comprensivo di coordinate GPS.

Tabella 2 – Elenco delle stazioni di campionamento sul delta del Po, comprensivo di identificativo e coordinate GPS STAZIONE ID GPS Laguna di Marinetta MR 45° 02’ 31’’ N 12° 22’ 36’’ E Laguna di Caleri VL 45° 05’ 27’’ N 12° 19’ 29’’ E

Sacca degli Scardovari SC 44° 51’ 45’’ N

12° 25’ 10’’ E

La Laguna di Caleri presenta una superficie di circa 1150 ha ed una profondità media di circa 2 metri, è collegata al mare attraverso una bocca dell’ampiezza di circa 150 metri denominata Porto di Caleri, che separa l’isola di Albarella dal litorale di Rosolina Mare, mentre nella parte più meridionale si collega alla Laguna di Marinetta attraverso il varco Pozzatini.

La Laguna di Marinetta presenta una superficie di circa 350 ha ed una profondità media compresa tra 1.5 e 2 metri. Comunica con il mare attraverso la foce del Po di Levante, che separa l’isola di Albarella, a nord, dallo Scanno Cavallari.

Entrambe queste lagune si caratterizzano per ampi scambi con il mare attraverso le bocche di porto, che rendono più marinizzate le porzioni più orientali, mentre le zone più distanti dalle bocche possono presentare difficoltà nel ricambio idrico, favorendo fenomeni distrofici con conseguenti insorgenze di ipo/anossie.

Per quanto riguarda gli apporti di acqua dolce la Laguna di Caleri risente maggiormente dell’influenza del fiume Adige, mentre nella laguna di Marinetta si immette direttamente il Po di Levante. In Figura 16 è riportata la localizzazione delle stazioni sopramenzionate.

In Laguna di Caleri le zone adibite a venericoltura sono situate nella parte più vivificata e dove risulta migliore il ricambio idrico, in prossimità quindi della bocca di porto e dei principali canali adduttori. In questa zona erano presenti, fino a poco tempo fa, insediamenti per la mitilicoltura del tipo a pali fissi, ora abbandonati a favore del più remunerativo allevamento della vongola filippina. In Laguna di Marinetta gli insediamenti di venericoltura sono posti nella porzione più settentrionale, compresa tra lo sbocco del Po di Levante e la bocca di porto.

Per quanto riguarda i parametri idrologici, la salinità presenta una forte variabilità, con valori che mediamente per entrambe le lagune oscillano tra il 7‰ e il 24‰. La temperatura invece oscilla tra i 4°C-4.5°C nella stagione più fredda e i 25.5°C- 26.5°C durante l’estate. Il pH si mantiene relativamente costante, con i valori che rientrano all’interno dell’intervallo compreso tra pH 7.8 e 8.6. In Laguna di Caleri il valore più basso registrato di ossigeno disciolto è di 3.8 mg/l e 46% di saturazione, mentre in Laguna di Marinetta è di 4.6 mg/l e 60% di saturazione (ARPAV, 2006). La Sacca di Scardovari ha una superficie totale di 3200 ha ed una profondità media di 1.5 m; è situata nell'area meridionale del delta del Po, fra i rami del Po di Tolle a Nord-Est e del Po di Gnocca a Sud-Ovest. Dal punto di vista morfologico è una profonda insenatura nella parte meridionale del delta facente parte di un esteso complesso di lagune salmastre formatosi in seguito al continuo rimodellamento della linea di costa dovuto all'evoluzione morfologica del Delta. La formazione della Sacca risale al 1840 circa e fu causata dall'avanzamento verso il mare dei due rami dei delta dei Po che attualmente la abbracciano. La Sacca di Scardovari comunica con il mare attraverso una bocca artificiale ricavata con i recenti lavori di vivificazione situata sullo scanno litoraneo vicino alla foce dei ramo dei Po di Tolle, ed un'altra più ampia bocca orientata a Sud-Est. Tale bocca è in parte sbarrata da una serie di banchi sabbiosi (scanni) parzialmente sommersi, che delimitano un canale centrale di maggiore scorrimento del flusso di marea che presenta una maggiore profondità (circa 4 metri). Gli scanni sono formati da sabbie con dimensione media di 2.53 mm. I fondali della sacca, costituiti in prevalenza da argille (fianco orientale) ed argille siltose (fianco occidentale), rimangono sempre coperti dall'acqua anche in corrispondenza dei minimi di marea. Policheti serpulidi formano nel fondo sacca densi aggregati dello spessore di 25-30 cm, che incrostano in pratica tutte le pareti verticali dei massi.

Gli apporti fluviali sono particolarmente importanti soprattutto in regime di piena del fiume Po. La porzione più meridionale della sacca risente sia degli apporti fluviali che del flusso di marea mentre la parte settentrionale del bacino presenta caratteristiche più marcatamente lagunari con un ricambio idrico minore e a volte assente. La Sacca di Scardovari riceve anche acque dolci derivanti dall' irrigazione agricola. Sono presenti e funzionanti infatti due idrovore: una situata nella parte Sud-Est

della laguna è denominata “Paltanara” ed una localizzata nella parte settentrionale della laguna detta “Scotta”.

L'evoluzione orografica dei fondali incide sulla salinità: con il passare dei tempo si ha infatti una riduzione della profondità dei canali interni alle lagune ed i fondali tendono naturalmente ad uniformarsi; in tal modo le aree più interne saranno maggiormente influenzate dagli agenti atmosferici e risentiranno in misura sempre minore dell'effetto della marea (ARPAV, 2006).

La temperatura delle acque è estremamente variabile, perché segue da vicino le variazioni della temperatura atmosferica. Generalmente, rispetto alle acque marine, quelle lagunari sono molto più fredde in inverno e più calde in estate. Infatti, la temperatura presenta grandissime escursioni con valori che possono oscillare tra i 3-4°C nel periodo invernale, sino a superare i 30°C nel periodo estivo (ARPAV, 2006).

Documenti correlati