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Capitolo 3 VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE DEI RIFIUT

3.2 Fasi dell’analisi LCA

3.2.1 Definizione degli scopi e degli obiettivi

DEFINIZIONE DELL’OBIETTIVO E DELLE FINALITÀ

La definizione degli obiettivi è la prima fase di uno studio LCA e il suo scopo è un corretto svolgimento ed utilizzo dell’analisi. In questa prima fase si dichiara l’oggetto dello studio, l’insieme delle sue motivazioni, il sistema considerato e tutti i suoi confini; inoltre, si possono dichiarare gli utilizzatori ultimi dei risultati per anticipare il grado di approfondimento e di trasparenza/chiarezza dell’analisi.

Valutazione dell’impatto ambientale prodotto dai rifiuti tramite la metodologia LCA La dichiarazione di specifici obiettivi dipende dall’ampiezza del ciclo di vita e dal livello di dettaglio che si vuole raggiungere nello studio. Alcuni tra i più importanti obiettivi di un LCA sono: il paragone di due o più prodotti aventi la stessa funzione, l’identificazione di possibilità di miglioramento in futuri sviluppi di prodotti esistenti, l’individuazione di criteri di ecolabelling e la progettazione di nuove strategie aziendali.

Le finalità devono esplicitare le ipotesi, le assunzioni e i metodi che verranno utilizzati, tutti elementi che saranno meglio descritti nei paragrafi successivi.

E’ evidente che questa prima fase delinea notevolmente le linee di svolgimento dell’analisi e può portare a significativi cambiamenti dei risultati.

DEFINIZIONE DEI LIMITI DI UNA LCA

Nella fase iniziale è essenziale stabilire i confini del sistema, cioè i limiti entro cui bisogna svolgere la valutazione del ciclo di vita.

Vengono di seguito approfonditi i punti più importanti della definizione di questi limiti:

Unità funzionale

E’ l’unità di riferimento per quantificare il rendimento di un sistema produttivo. Assumere una determinata unità funzionale vuol dire normalizzare, in senso matematico, il sistema in esame ad una specifica funzione. Generalmente la sua definizione è molto diretta perché bisogna solamente individuare la funzione del sistema/prodotto e calcolare tutti i flussi su questa funzione (ad esempio chilometri percorsi da un treno, livello di luminosità di una lampadina in un determinato periodo di tempo, ecc.).

Nella definizione di tale unità si devono prendere in considerazione l’efficienza del prodotto, la durata del prodotto, la performance di qualità standard.

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rifiuti i cui prodotti possono essere energia e fertilizzanti, o due sistemi di cui uno svolge una funzione non contemplata dall’unità funzionale.

Per esempio, un’analisi LCA condotta sui sistemi per asciugare le mani vuole rilevare quale tra: carta usa e getta, sistema elettrico ad aria calda e tessuto di cotone riutilizzabile, impatta meno l’ambiente. L’unità funzionale potrebbe essere il numero di paia di mani asciugate. Su questa base comune lo studio dovrà considerare a monte tutte le fasi per produrre quei tre sistemi (estrazione dei combustibili per la produzione di energia elettrica e vapore, produzione della cellulosa, produzione del tessuto) e a valle le fasi di uso e di manutenzione (lavaggio del tessuto riutilizzabile) e smaltimento finale.

Confini del sistema

I confini della ricerca descrivono il sistema in esame, definendo i processi e le operazioni e individuando gli input e output da prendere in considerazione.

La loro definizione è indispensabile perché l’analisi, soprattutto quando si considerano flussi relativi ai sottoprocessi, potrebbe diventare infinita. Si tratta di un’operazione piuttosto soggettiva e molte volte si basa sulla disponibilità dei dati e/o sulla loro attendibilità e chiarezza.

Il miglior modo per evidenziare i limiti del sistema è quello di disegnare un diagramma di flusso del ciclo produttivo, in modo da delineare il campo d’azione; di solito questi diagrammi LCA sono molto estesi, motivo per il quale potrebbe essere conveniente dividerli in opportuni sotto-diagrammi.

La delimitazione dei confini deve essere effettuata con i seguenti criteri: limiti geografici;

limiti tra le fasi del ciclo di vita;

limiti tra tecnosfera (sfera tecnologica) e biosfera (sfera delle risorse naturali); limiti temporali.

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Al fine di elaborare successive comparazioni tra studi LCA effettuati sugli stessi sistemi, occorre indicare i confini geografici, cioè almeno il paese d’appartenenza del sistema in esame. Questo perché da un paese all’altro cambiano le legislazioni, quindi i limiti di emissione degli inquinanti, e i sistemi elettrici nazionali.

Definire i confini tra le fasi del ciclo di vita significa indicare le fasi escluse e quelle non, cioè indicare il tipo di approccio: “dalla culla al cancello”, “dalla culla alla tomba”, ecc. Se si eliminano poi fasi salienti del ciclo di vita di un prodotto vuol dire che si sta effettuando uno studio LCA semplificato. E’ quanto spesso accade a studi a livello aziendale in cui si escludono le fasi di uso e manutenzione del prodotto. Di solito, specie in studi LCA riguardanti il ciclo di un unico prodotto, vengono esclusi dall’analisi tutti i beni capitali e le macchine.

Un problema preliminare da risolvere è la definizione della “culla” e della “tomba”, cioè individuare i confini tra la tecnosfera e la biosfera. Questa valutazione si basa sull’influenza che alcune fasi (ad esempio la formazione di biogas nelle discariche o la crescita delle foreste) esercitano sugli impatti principali associati a quel sistema/prodotto.

Nella scelta dei confini dell’analisi, un vincolo è anche rappresentato dal periodo di riferimento (confini temporali – temporal boundaries): la raccolta dati deve svolgersi in un periodo di tempo ben definito.

Nel caso di uno studio LCA di tipo aziendale/industriale, i dati possono essere rappresentativi di una situazione media di funzionamento o della migliore tecnologia a disposizione.

Qualità dei dati

La qualità dei dati raccolti ed usati nella fase di inventario è propedeutica alla qualità finale dello studio LCA. E’ necessario descrivere dettagliatamente la qualità dei dati per poter successivamente operare confronti fra studi su sistemi analoghi.

Tale descrizione deve definire alcuni elementi, quali: l’area geografica;

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il periodo temporale di riferimento; la natura dei dati raccolti.

Durante la raccolta, infatti, è opportuno usare un consistente numero di fonti come altre analisi LCA, banche dati internazionali o disponibili in software, dati provenienti dalla letteratura, proceedings di convegni e congressi, informazioni disponibili in internet e dati raccolti sul campo presso aziende e industrie.

I dati misurati direttamente dall’autore presso siti industriali sono definiti dati primari (primary data), mentre quelli ricavabili da letteratura e da banche sono dati secondari (secondary data). Tuttavia, si tratta di una distinzione del tutto fittizia, l’unico accorgimento da adottare è quello di controllare la fonte e la data di pubblicazione dei dati secondari. Per assicurare l’attendibilità e la trasparenza dei dati, le norme ISO prevedono il rispetto di requisiti aggiuntivi quali la precisione, la completezza, la rappresentatività, la coerenza e la riproducibilità.

Allo stato attuale, il problema della qualità dei dati rappresenta ancora il punto critico della metodologia del ciclo di vita, poiché esistono sia troppi dati di natura confidenziale, sia differenze consistenti se si paragonano banche dati su uguali processi produttivi.